Il "problema" dei cattivi

Riflessione

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    Avete notato anche voi che, nelle opere di finzione degli ultimi anni, rappresentare personaggi cattivi sembra essere diventato un problema? Cioè, ormai è come se fosse necessario trovare l'alibi, la giustificazione per le azioni malvagie del personaggio, oppure "smussare" i suoi evidenti difetti. Secondo voi perché succede? Cosa ne pensate di questo fenomeno - e del concetto di "cattivo" in generale? Credete che i personaggi cattivi al cento per cento non debbano esistere, o che, al contrario, sia giusto che esistano?
     
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    Elizabeth Swann Sai che avevo letto un articolo che parlava proprio di questo? Se lo ritrovo lo posto. Comunque, in generale, sì, ho notato anche io che, da una parte, c'è un empowerment soprattutto delle eroine femminili che non devono aspettare che il principe venga a salvarle com'era nei classici (Frozen). Dall'altra, ci si concentra su storie in cui non c'è nessun cattivo "esterno" con cui confrontarsi (mi vengono in mente Encanto e Red), ma il nemico è qualcosa che ha a che fare con il vissuto e i sentimenti del protagonista. Penso sia una bella evoluzione ma, allo stesso tempo, credo che soprattutto i bambini abbiano bisogno di storie con i cattivi, perchè gli ostacoli, il male in generale diciamo, nella vita esistono e vanno affrontati.
    Un cattivo con motivazioni specifiche viene reso più umano e meno incompreso, ma sempre cattivo resta, a volte questo voler giustificare a tutti i costi lo trovo un po' esagerato.
     
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    CITAZIONE (Magic_Charly @ 13/1/2023, 15:25) 
    Sai che avevo letto un articolo che parlava proprio di questo? Se lo ritrovo lo posto.

    Magic_Charly lo leggerei volentieri :)

    CITAZIONE (Magic_Charly @ 13/1/2023, 15:25) 
    [...] in generale, sì, ho notato anche io che, da una parte, c'è un empowerment soprattutto delle eroine femminili che non devono aspettare che il principe venga a salvarle com'era nei classici (Frozen). Dall'altra, ci si concentra su storie in cui non c'è nessun cattivo "esterno" con cui confrontarsi (mi vengono in mente Encanto e Red), ma il nemico è qualcosa che ha a che fare con il vissuto e i sentimenti del protagonista.

    Ti dirò, secondo me quella di "Frozen" è - passami l'espressione - una finta rivoluzione, nel senso che il film è molto meno innovativo di quel che spesso si pensa. Sì, contiene qualche elemento di novità rispetto ad altri prodotti Disney, ma non è poi tutto 'sto gran fenomeno. Considero maggiormente innovativo "La Bella addormentata nel bosco", tenendo conto che è del 1959... Vedi un po' tu :lol:
    L'idea del male interno anziché esterno è interessante, merita certamente spazio, ma bisogna vedere come le si dà corpo. Ammetto di non aver ancora visto né "Encanto" né "Red", quindi non posso esprimere giudizi in merito... Chissà, magari li guarderò :)

    CITAZIONE (Magic_Charly @ 13/1/2023, 15:25) 
    Penso sia una bella evoluzione ma, allo stesso tempo, credo che soprattutto i bambini abbiano bisogno di storie con i cattivi, perchè gli ostacoli, il male in generale diciamo, nella vita esistono e vanno affrontati.

    Sono pienamente d'accordo! I cattivi ci mostrano le brutture della vita e i lati peggiori dell'essere umano... Sono importanti in una narrazione, per i bambini ma anche per gli adulti.

    CITAZIONE (Magic_Charly @ 13/1/2023, 15:25) 
    Un cattivo con motivazioni specifiche viene reso più umano e meno incompreso, ma sempre cattivo resta, a volte questo voler giustificare a tutti i costi lo trovo un po' esagerato.

    Concordo anche su questo. Comprendere è un conto, scusare/giustificare è un altro. Tutta questa "indulgenza" è eccessiva... Capisco che in alcuni casi un personaggio abbia sofferto molto, ma allora cosa dovrebbero dire quei buoni che ne hanno passate di tutti i colori eppure sono rimasti integri?
     
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    Elizabeth Swann Ho ritrovato l'articolo! Posto qui di seguito il link:
    https://www.wired.it/article/film-animazio...tivi-scomparsi/

    CITAZIONE
    Ti dirò, secondo me quella di "Frozen" è - passami l'espressione - una finta rivoluzione, nel senso che il film è molto meno innovativo di quel che spesso si pensa. Sì, contiene qualche elemento di novità rispetto ad altri prodotti Disney, ma non è poi tutto 'sto gran fenomeno.

    Io lo trovo grandemente sopravvalutato vogliamo mettere con, ad esempio, la figura di Mulan?

    CITAZIONE
    L'idea del male interno anziché esterno è interessante, merita certamente spazio, ma bisogna vedere come le si dà corpo. Ammetto di non aver ancora visto né "Encanto" né "Red", quindi non posso esprimere giudizi in merito... Chissà, magari li guarderò :)

    Encanto non mi ha lasciato nulla, delusione totale. Red invece l'ho trovato davvero carino e con un bel significato.
    Trovo molto "freddi" e senz'anima anche il filone della Pixar di "Inside out" e "Soul", anche se sotto certi aspetti sono certamente innovativi, ma li trovo davvero troppo "cervellotici" e che cerchino l'effetto wow ad ogni costo. Forse è un mio pregiudizio intrinseco perchè sono attaccata alla vecchia animazione e le vecchie storie? Non so.

    Per il resto, concordo pienamente con te.
     
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    Ciao a tutti! :D
    Intanto grazie a Elizabeth per aver aperto questa interessante discussione, un argomento di cui potrei parlare per ore. Quindi se siete interessati a sapere la mia opinione personale mettetevi bene comodi, perché sarà abbastanza lunga.
    Parto dal principio: fin dall’infanzia ho sempre guardato film e serie, dove c’erano personaggi buoni e personaggi cattivi. Fin da piccola sono sempre stata dalla parte dei buoni, ho sempre apprezzato i buoni per le loro azioni principalmente, mentre i cattivi li ho sempre detestati perché spesso mettevano a rischio la vita dei personaggi buoni o si dilettavano a combinare guai e a mettere sempre in pericolo qualche “buono”. Nella mia infanzia ho sempre tifato per i buoni.
    Ma con la crescita e dopo una serie di esperienze spiacevoli, ho cominciato a guardare i personaggi cattivi (mi riferisco a tutti i personaggi cattivi presenti nei libri, film e serie, almeno quelli che ho incontrato fino ad adesso) in maniera diversa. I primi che mi hanno incuriosito sono stati Davy Jones (Pirati dei Caraibi), Malefica (di Maleficent) e il personaggio che mi ha fatto cambiare idea sui personaggi cattivi e dal quale ho iniziato a rifletterci sul loro status esistenziale è Lucifero, (quello che compare nella saga fantasy di “Fallen” di Lauren Kate”. Allora lo so che ormai avrete le scatole piene di sentirmi parlare di questa saga di ben 7 libri, ma è grazie a questa scrittrice che mi ha fatto vedere i cattivi da un altro punto di vista, ma soprattutto a concepire anche altro di qualcosa di più profondo: due verità che ci interessano e che ci toccano tutti. Due fondamenti su cui si poggia secondo me il nostro mondo, la nostra realtà. Due fondamenti che gli scrittori o gli sceneggiatori portano nei libri e nei film: la prima è che il mondo vive “in pace” grazie all’equilibro tra il bene e il male. Non potrebbe esserci un mondo solo di bene, perché sarebbe un mondo troppo perfetto un mondo utopico, non esiste un mondo dove tutti si vogliono bene e fanno solo del bene, ma nemmeno può esserci un mondo di solo e puro male, governato da forze oscure e dal caos, non esisterebbe poiché il male è quella forza che tende a distruggere qualsiasi cosa, quindi di autodistruggerebbe. Questo equilibrio è fondamentale e lo ritroviamo soprattutto nelle Fiabe e nelle Favole, ma anche nei classici Disney o in qualsiasi altro libro o film.
    Dico che i buoni siano importanti quanto i cattivi e arrivata a questo punto credo che lo siano anche di più. Con questo però non voglio dire che i cattivi sono migliori dei buoni e nemmeno viceversa. Però i personaggi cattivi, hanno quel fascino, quel mistero che li avvolge. Sono molto più interessanti, più profondi e più reali di quanto pensiamo, perché spesso e volentieri ci identifichiamo più in essi che con i buoni, perché rispecchiano noi, i nostri difetti, le nostre paure, incertezze, emozioni, i nostri errori, colpe, rancori e la parte più buia di noi che nascondiamo agli altri.
    Adesso cercherò di spiegare al meglio le mie motivazioni senza fare troppa confusione.
    Partiamo dicendo che i cattivi non nascono cattivi. Cattivi non si nasce, ma si diventa. Si diventa in seguito a molti successi, seguiti spiacevoli, disavventure, brutte esperienze, traumi, torti, verità nascoste ecc. tutto quello che volete, tutto ciò che fa avvicinare una persona al male. Secondo la mia cultura in letteratura e cinema, i cattivi sono diventati cattivi perché hanno sofferto troppo. La conferma definitiva lo avuta la settimana scorsa, quando stavo leggendo L’Accademia Del Bene e Del Male e ho trovato questa citazione qui da parte di una delle protagoniste: «La sofferenza fa diventare cattivi”». È vero. Diciamo che questa è una delle cause principale, seguita dal dolore, perché la sofferenza provoca dolore. Il dolore fa male, quindi più si prova dolore ,più la nostra anima comincia a rompersi, più noi diventiamo fragili. Diventiamo delle persone deboli. I personaggi cattivi con tutto la sofferenza che hanno subito, il loro animo si è indebolito e quando diventa debole, sei un debole, perdi tutto la tua forza, la tua aurea. Sei rotto dentro e pensi che non ci sia più nulla da fare, che ormai sei perduto e nessuno potrà mai più salvarti. Ti arrendi alla tua sofferenza e al tuo dolore. Sofferenza e dolore che se persistono nel tempo possono creare un altro forte sentimento che accumuna molti cattivi, cioè la rabbia, tanta rabbia che la maggior parte della volte viene repressa dentro se stessi. Ed ecco qui che tutte le azioni malvagie dei cattivi nascono primo da questa rabbia interiore che loro hanno. Questa rabbia, mischiata anche a volte da indifferenza, falsa superiorità, falsa vanità, diventa la loro maschera. I cattivi si nascondo dietro ad una maschera di rabbia, rancore, indifferenza, superiorità e vanità. È una maschera falsa che non giova a nessuno, soprattutto a loro, ma che dentro di loro causa ancora più male.
    Me ne sono resa conto e ci ho riflettuto sopra con il secondo rewatch della serie di Loki. Loki, secondo me, fa parte di questa categoria di cattivi, poi lui come personaggio ha molto altro da far vedere a noi…ma sorvoliamo…comunque il suo discorso nel primo episodio riassume a grandi linee ciò che ho detto fino ad adesso, poi anche perché si riferisce solo al personaggio di Loki.
    Vi lascio la citazione qui:
    «Sai non mi diverte, ferire le persone, non mi diverte, lo faccio perché devo farlo, ho dovuto farlo…perché fa parte dell’illusione, è il crudele ed elaborato trucco ideato dai deboli per incutere timore.»
    E qui chiudo l’argomento.
    Ne apro però un altro che è collegato al concetto di bene e male.
    Esiste il libero arbitrio, quella facoltà di poter scegliere il bene e il male, di scegliere, con le proprie azioni, di fare del bene e del male. Quindi qui, con il libero arbitro, la questione buoni e cattivi va a sciogliersi, si sgretola, perché sono le nostre azioni e le nostre scelte che poi giudicano quanto siamo buoni o quanto siamo cattivi. Quindi noi esseri umani siamo liberi, siamo esseri liberi dotati di pensiero e coscienza, possiamo quindi scegliere cosa è giusto e sparpagliato per noi e per gli altri, e sappiamo distinguere cosa è bene e cosa è male. Quindi qui sono dell’idea che, come ha detto sempre Loki nella sua serie “Nessuno non è mai veramente buono e nessuno non è mai veramente cattivo”, per quello tutto che ho detto fino ad adesso e poi anche per altro, che ve lo spiego in questo modo, così capite anche altro: noi siamo essere molteplici, cioè possiamo e siamo tante cose differenti. Come esiste il bene e il male nel mondo, queste due forze esistono anche dentro di noi, spesso vanno in contrasto, si scontrano e succede quando non riusciamo a prendere una decisone. Poi ognuno di noi mostra di una parte che l’altra a seconda di ciò che siamo, a seconda del percorso della nostra vita, a seconda se abbiamo provato più gite o dolori, a seconda delle nostre esperienze vissute siamo più propensi a stare e a fare del bene e meno male o viceversa. Dipende tutto da noi perché siamo noi a scegliere chi siamo e siamo noi a scegliere chi diventare. Non è il nostro aspetto che ci definisce, nemmeno tanto quello che diciamo, ma siamo le nostre azioni, siamo quello che facciamo. Se facciamo del bene la società ci considera buoni, ma se facciamo del male siamo cattivi. Io qui sono un po’ contraria e dovrei aprire un altro argomento che annullerebbe i concetti di male e bene, perché secondo me, non esistono azioni o scelte giuste o sbagliate, non esistono persone buone e cattive, perché qui si inizia a parlare di punti di vista e di morale. Non voglio entrare nel discorso, ma comunque in sintesi io posso riderne un azione buona e giusta per me, ma può essere che per altri si invece considerato cattiva…chi lo sa. Anche qui si potrebbe parlare per ore…
    Bene basta filosofare…

    Concludo il mio discorso e mi aggancio alle domande di Elizabeth.
    I cattivi nelle storie devono esserci come i buoni. Per mantenere l’equilibrio tra bene e male. I cattivi sono fondamentali come i buoni. Non possono esistere da soli. Ma poi il bello è sta a chi lasciare raccontare la storia, perché se fai raccontare una storia ad un cattivo lui saprà raccontartela come se fosse un buono, come se le sue azioni fosse state spinte dall’intenzione del fare del bene, mentre un buono ti farà credere che le sue azioni saranno giuste e buone contro quelle malevoli del cattivo. E qui mi allaccio al discorso che non ci sono azioni buone o cattivi, dipende tutto dal nostro punto di vista…è interessante come argomento…
    I personaggi cattivi, secondo me, e ci tengo particolarmente vanno spiegati. Io voglio sapere perché sono cattivi, perché sono diventati cattivi. Perché cattivi non si nasce ma si diventa. L’ho già detto. Se tu mi inserisci un presunto cattivo nella storia, dimmi perché è cattivo, perché si comporta male dammi un motivo logico in modo che il personaggio riesca a stare in piedi da solo, in modo che sia il più reale possibile. Solo così il lettore riuscirà a entrare poi in contatto con lui, come la sua vita e con le sue emozioni, riuscirà a comprenderlo meglio e forse anche dirà: “sai forse non sei cattivo, sei solo una persona che ha sofferto troppo”.

    Concludo sul serio con altre piccoli pensieri.
    Non bisogna confondere l’essere cattivi con la cattiveria. Sono due cose diverse. Essere cattivi vuol dire esserlo fin dentro l’anima. Essere cattivi anima e corpo. Abbracciare il male in tutte le sue forme e fare a sua volta solo del male. La cattiveria si avvicina di più a uno stato d’animo momentaneo di rabbia dolore ecc. La usino anche per difenderci no? Se qualcuno ci fa del male, ma finito lo sfogo, sparisce dentro di noi e ritorniamo ad essere più sereni. Molti personaggi non sono cattivi, ma usano la cattiveria per appunto difendersi da altro dolore che potrebbe infliggergli gli altri.
    Penultima cosa. Io credo nel cambiamento. Secondo me le persone possono cambiare. Quindi i cattivi possono diventare buoni e viceversa. L’ho già un po’ spiegato. I buoni possono diventare cattivi, perché hanno sofferto troppo, i cattivi possono diventare buoni se accettano il dolore che provano, sconfiggono la rabbia repressa dentro di loro e possono essere salvati da quella forza suprema, che sta ancora più in alto del bene e del male, che noi chiamiamo amore. Adesso qui potrei aprire un altro discorso, ma ho già scritto una tesi di laurea. Quindi mi fermo. Però vi lascio questo quesito? Avete notato che cattivi sono quei personaggi che sono senza amore? Ma sono in realtà quelli che ne hanno in realtà più bisogno di tutti gli altri?

    Io sono dell’idea che i cattivi e gli anti eroi sono i migliori personaggi delle favole, fiabe, libri, serie e film. E mi dispiace tantissimo che vengano sottovalutati così…
    Insomma loro ci rispecchiano. Rispecchiano i nostri difetti, le nostre paure, le nostre fragilità. Mentre i buoni incarnano ciò che voremmo essere in realtà. Almeno io in loro ho visto il mio dolore, le mie sofferenze.
    In Lucifero (quello di Fallen) ho visto il mio cuore spezzato da una persona che mi ha solo usato e che poi mi ha causato solo dolore e male…
    Mentre in Loki vedo la mia solitudine, la paura di non essere accettata o amata e anche altro, ma dovrei stare qui a parlare del mio lato buio della mia anima.
     
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    Elizabeth Swann Come ha detto Laura, questo è un topic per cui potremmo continuare a parlarne all'infinito!
    Il mio punto di vista sul politicamente corretto che influisce pesantemente su ogni cosa ormai non è positivo. Si estremizzano delle cose al tal punto che non ti sembrano più cosi' corrette, anzi, ti danno quasi fastidio.
    Tuttavia bisogna anche essere obbiettivi e analizzare meglio le situazioni, per poterle giudicare appieno.
    Sono dell'opinione che i personaggi "buoni" e "cattivi" del tutto non esistono. C'è sempre del male nel bene e del bene nel male, è una sorta di equilibrio (come ha detto Laura) che mantiene unito l'Universo.
    Personalmente, non approvo personaggi come Maleficent per il semplice motivo che sono personaggi (e si vede) creati con l'unico scopo di vittimizzare un villain.
    Seguendo una Youtuber non molto famosa ma mio parere ottima in quello che fa, ci sono delle distinzioni fra "antagonista" e "villain". Gli antagonisti sono coloro che non sono per forza malvagi, semplicemente sono un ostacolo al protagonista e, nel corso di una trama, possono cambiare ruolo e diventare persino dei co-protagonisti. I villain, invece, sono di natura malvagia (o comunque, non hanno un cambiamento di ruolo).
    Ecco, Malefica, nella versione del cartone, era un villain, non un antagonista. La sua natura era malvagia e tale doveva rimanere, poiché era la figura della Signora del Male, regina di tutte le forze oscure. Non a caso agiva per pura cattiveria, non certo perché un uomo le aveva spezzato il cuore. La Malefica di Maleficent, invece, è un'antagonista che si sposta completamente dal ruolo di villain, rendendo Re Stefano il vero villain.

    Io credo che, invece di vittimizzare i villain, gli sceneggiatori potrebbero basarsi sul costruire degli antagonisti complessi e simpatetici. Non per forza vittimizzarli, ma magari farci empatizzare con loro, che è ben diverso.
    Sicuramente una persona empatizza più con un antagonista che agisce in modo non proprio buono per vendetta personale, piuttosto che per un villain che semplicemente è uno psicopatico con una natura omicida.
    Questo perché, banalmente, la vendetta è un desiderio (per quanto oscuro) umano, che forse tutti almeno una volta nella vita hanno sentito. Cosa diversa per quanto riguarda il massacro per sentirsi onnipotenti.
    Ecco il vero problema del cinema moderno. Voler giustificare i villain.
    Ora, non so se avete presente Thanos. Thanos è un villain, non viene giustificato, eppure ci sono delle scene in cui persino io mi sono sentita in soggezione, tipo quando
    sacrifica sua figlia per ottenere una delle pietre
    . Thanos non è stato vittimizzato, eppure è stato un villain apprezzato dalla maggior parte, forse perché aveva anche un certo senso d'umiltà
    (quando, una volta sconfitto, accetta senza opporsi in alcun modo)
    insieme alla sua ferocia sete di onnipotenza. Un lato umano in una creatura non umana, è questo che rende un villain simpatetico.
    Potrei continuare a parlare per ore, ma credo che il discorso sia chiaro.
    Ciò che è il vero male è il lato oscuro della nostra mente. Ma non sempre la mente umana è totalmente oscura.
     
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    Laura_Ruetta e rosewhitexx_ vi ringrazio per i vostri interventi approfonditi :*:
    In parte concordo con voi: i cattivi sono necessari in una storia, perché ci dev'essere un equilibrio tra bene e male, ed è possibile attribuire una motivazione alle azioni del cattivo che venga compresa dal lettore/spettatore. Tuttavia, a questo punto ritengo opportuno fare un chiarimento anche sulla figura del buono.

    Secondo me c'è un equivoco di base: il personaggio buono - come la persona buona, del resto - non è impermeabile al male, non è esente da difetti, non è incapace di sbagliare o di provare sentimenti negativi. In teoria questo lo sappiamo tutti, ma nella pratica tendiamo spesso a confondere la bontà con una sorta di semi-perfezione. Per questo i cattivi piacciono tanto a molti di noi; partiamo dal presupposto che siano più "sfumati" dei buoni, che abbiano pregi e difetti - mentre i buoni, pensiamo, hanno troppi pregi e pochi difetti - e che, sotto sotto, siano più umani. Personalmente non sono d'accordo.
    I cattivi sono sicuramente umani, o comunque rappresentano alcuni lati dell'animo umano; e non c'è nulla di male a rispecchiarsi di tanto in tanto in un cattivo, a "tifare" per lui, a empatizzare. Ma sapete che vi dico? Per me dare la propria simpatia al cattivo è la via più facile.
    Il difficile è seguire il bene - nella realtà come nella finzione. Il male è la scorciatoia. Certi cattivi ci attraggono perché in essi riconosciamo le nostre debolezze e meschinità; dunque riserviamo loro quella comprensione e quella simpatia che vorremmo ricevere noi stessi. I buoni, al contrario, ci mettono a disagio quando ci rendiamo conto che, anche nelle situazioni più difficili, hanno avuto la forza di preservare la propria integrità. È difficile essere come loro, seguirne l'esempio... talvolta perfino capirli, poiché fare il bene può essere molto svantaggioso. E quindi ci allontaniamo, ci ritiriamo, ci rivolgiamo verso personaggi meno virtuosi. I buoni sono scomodi. I cattivi possono turbare l'ordine sociale, ma in realtà così scomodi non sono...

    Allora, mi direte voi, tu distingui tanto facilmente il bene dal male?
    Diciamo che secondo me possono esserci delle situazioni "grigie", in cui la distinzione non è immediata, in cui i confini tra bene e male sono poco definiti... però ce ne sono tante altre in cui la differenza è chiara. E la storia c'insegna che il male esiste, che l'essere umano può agire con ferocia e violenza per perseguire i propri interessi, disumanizzando il prossimo. Per questo credo sia importante non lasciar mai passare il messaggio che il male non esiste, che il male è relativo... Ci sono casi in cui il male è davanti a noi, in tutta la sua evidenza, ed è giusto rendersene conto.

    CITAZIONE (rosewhitexx_ @ 20/1/2023, 13:23) 
    Seguendo una Youtuber non molto famosa ma mio parere ottima in quello che fa, ci sono delle distinzioni fra "antagonista" e "villain". Gli antagonisti sono coloro che non sono per forza malvagi, semplicemente sono un ostacolo al protagonista e, nel corso di una trama, possono cambiare ruolo e diventare persino dei co-protagonisti. I villain, invece, sono di natura malvagia (o comunque, non hanno un cambiamento di ruolo).
    [...]
    Io credo che, invece di vittimizzare i villain, gli sceneggiatori potrebbero basarsi sul costruire degli antagonisti complessi e simpatetici. Non per forza vittimizzarli, ma magari farci empatizzare con loro, che è ben diverso.

    Parli di Flame88tongue, non è vero? Anch'io ogni tanto la seguo :)
    Non conoscevo questa sottigliezza prima di vedere un suo video, ho sempre pensato che "antagonista" e "cattivo" (villain) fossero termini intercambiabili... Ad ogni modo, dare una motivazione al cattivo è una scelta narrativa comprensibile e molto spesso anche vincente, però dipende dai contesti. In un contesto fiabesco non è raro trovare cattivi che sono "cattivi e basta", perché le fiabe tendono a mostrare in maniera netta la differenza tra bene e male, attraverso situazioni e personaggi archetipici. La Malefica Disney del '59, che tu hai menzionato nel tuo commento, è un esempio emblematico: più che come un personaggio va vista come un simbolo - un simbolo del male.

    Oggi è piuttosto comune svalutare le fiabe perché non mostrano le sfumature (cosa che, comunque, non è sempre vera), in quanto si è diffuso questa sorta di "mito" della complessità: un personaggio deve per forza passare come complesso, controverso e chissà che per incontrare il favore della maggioranza del pubblico. E per quanto io ritenga giusto mostrare le contraddizioni dell'animo umano, mi domando se offrire continuamente delle spiegazioni sia efficace nel cento per cento dei casi, o se invece finisca per diventare controproducente. Ho l'impressione, infatti, che si fatichi sempre più ad accettare il male, volendo appunto "relativizzare" tutto: questo personaggio ha agito in maniera cattiva perché ha sofferto (come se non ci fossero buoni che soffrono molto di più, senza però cedere al male!), quell'altro era semplicemente troppo ambizioso per il suo bene, quell'altro ancora aveva paura... Insomma, una specie di rifiuto di mostrare la crudeltà fino in fondo, come se l'essere umano non potesse mai essere veramente crudele :huh: Eppure, come ho detto, la storia ci dimostra che non è così...

    Non credo che la malvagità vada spiegata sempre. Talvolta ci sono persone che fanno cose terribili, cose che vanno al di là della nostra comprensione. Forse è proprio questo il tipo di male che fa davvero paura: quello che non si riesce a comprendere. Ed è a causa di tale paura che si arriva a giustificare e vittimizzare i cattivi, o a spogliarli del carisma. Questi personaggi devono finire per suscitare in qualche modo la nostra simpatia, come dicevo prima... oppure, se sono "troppo cattivi" per gli standard odierni, devono quasi passare inosservati - altrimenti c'è troppa crudezza, troppa enfasi sul male. Il tempo in cui stiamo vivendo punta a rassicurare, a ridimensionare, a non sconvolgere.


    Concludo con un'ultima riflessione, facendovi una domanda. Cosa distingue un buono da un cattivo?
    A mio parere, è nell'atteggiamento verso il prossimo che risiede la differenza essenziale. Il cattivo mette al centro sé stesso, sempre, anche a costo di nuocere seriamente agli altri. È fondamentalmente un egoista. Il buono, invece, si apre all'alterità, riuscendo in qualche modo a mediare fra sé stesso e il prossimo.
    Il buono non è il personaggio che fa sempre la scelta giusta o non si lascia travolgere dai sentimenti negativi: il buono tentenna, vacilla, lotta. Questo perché il bene non si sceglie una volta per tutte e ciao, il bene si sceglie tante volte, con azioni grandi o piccole, e la possibilità di commettere degli errori non manca di certo. Il punto di forza di un buono è fare - o almeno tentare di fare - la cosa giusta quand'è più difficile farla, laddove il cattivo, invece, ha scelto la via più facile. Quindi, per quel che mi riguarda, considero i personaggi buoni tendenzialmente più interessanti dei cattivi: il fatto che possano causarci disagio, quando dimostrano la loro integrità nelle circostanze avverse, può essere uno stimolo per noi, una spinta a migliorarci e a metterci in discussione :)

    Direi perciò che lo scopo dei buoni dovrebbe essere quello di ispirarci, nonostante ci mettano in soggezione, mentre lo scopo dei cattivi non dovrebbe essere quello di farci simpatizzare per loro (anche se è certamente possibile compatire un cattivo), bensì mostrarci che il male è imprevedibile e multiforme.
     
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    Ciao ragazze!
    Anche io penso spesso a questa cosa e nemmeno io sono d’accordo, o almeno non del tutto.
    Il male esiste e secondo la mia idea non è sbagliato rappresentarlo così com’è, nella sua crudeltà più assoluta.
    Noi possiamo scegliere di seguire la via del bene o del male, nonostante i torti affrontati nella vita. Ovviamente non è così semplice e non sempre si può fare questa polarizzazione, ma percorrere “la strada giusta” è indice di grande forza di volontà.
     
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    da qualche parte al fianco di Will Turner ❤

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    CITAZIONE (nevia' @ 23/8/2023, 23:34) 
    Il male esiste e secondo la mia idea non è sbagliato rappresentarlo così com’è, nella sua crudeltà più assoluta.

    Fra l'altro, se pensiamo ai cattivi Disney di un tempo, quanti di loro mettevano paura, o comunque inquietavano lo spettatore? La strega di Biancaneve, Malefica, Ursula, Jafar che si trasformava in genio...
    Vero che c'erano anche i cattivi comici, come Ade, ma mi sembra che fossero l'eccezione, no? E venivano inseriti nei film dal taglio parodistico. I cattivi Disney di adesso non spaventerebbero un bambino di tre anni... =_=
     
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    Diciamo che la verità è che non tutti i cattivi sono tragici, e non tutti hanno bisogno di una spiegazione. Per esempio nella saga Horror di Halloween (quella originale iniziata nel 1978), non viene mai detto perché Michael Myers fa quello che fa o quali siano le sue ragioni. Non sappiamo minimamente cosa gli passi per la testa o come faccia a sopravvivere a cose che ucciderebbero un comune essere umano, o cosa lo abbia spinto a uccidere in primo luogo. E il suo personaggio funziona perfettamente così. Non ha bisogno di una spiegazione o di un movente. è un mistero che non deve essere risolto.

    Poi c'è Johan Liebert del manga/anime Monster che appunto, nonostante le cose che gli erano successe non è stato l'ambiente attornò a sé a renderlo malvagio. L'ha sempre avuta questa indole malvagia, e nonostante non fosse proprio una persona infelice tormentata, il suo personaggio funziona benissimo, e ai suoi tempi venne considerato il più grande cattivo di Manga e Anime.

    Poi ci sono i draghi celesti del manga/anime di One Piece che non hanno un passato tragico. Tutt'altro. Sono semplicemente l'incarnazione più pura e perfetta di quanto un essere umano possa diventare malvagio se gli viene data la possibilità di fare tutto quello che vuole senza conseguenze.

    Poi c'è anche Voldemort che, nonostante effettivamente non abbia avuto un'infanzia felice, ha comunque avuto quest'indole malvagia, ed era incapace di amare fin da sempre. Ha sempre avuto questo lato narcisistico che alla fine ha scatenato completamente.

    Ma effettivamente i cattivi che ultimamente vengono usati sono quelli che vediamo qui.



    In questa scena quello che si vede è che i due Doofenshmirtz parodiano il genere di cattivi più utilizzati di recente. Ovvero quelli tragici e quelli che fanno quello che fanno per ragioni stupide e assurde o che reagiscono in modo spropositato a quello che gli è effettivamente successo.

    Per esempio, negli ultimi 3 Scream è così. In Scream 4 Jill Roberts diventa Ghostface e uccide le persone, compresa sua madre, solo per capriccio e gelosia. Perché appunto è gelosa di Sidney perché a causa di quello che è successo è diventata famosa, non capendo che per lei non è stato bello, e quindi uccide tutte quelle persone tradendo il suo stesso complice solo perché vuole ingannare l'opinione pubblica facendo credere di essere la nuova eroina che ha fermato il cattivo, mostrando quindi un'innata incapacità di amare e menefreghismo riguardo tutti, pensando solo ed esclusivamente alla popolarità.
    Nel 5 invece Richie Kirsch diventa Ghostface e uccide le persone, insieme alla sua complice, unicamente perché non gli piacevano gli ultimi due film della serie Stab/Squartati, e quindi commetteva quegli omicidi, per il quale voleva incastrare Samantha Carpenter unicamente perché voleva che da quella storia ne traessero dei film decenti per la saga cinematografica.
    Nel 6 invece il padre, il fratello e la sorella di Richie uccidono facendo la predica a Sam, dandole della cattiva e assassina, mettono dei pettegolezzi online dove fanno credere a tutti che è stata lei a compiere gli omicidi nel film precedente incastrando poi Richie. E il loro piano di vendetta è appunto uccidere persone innocenti e poi lei facendo credere a tutti che è stata lei a compiere quegli omicidi, mostrando quindi che la loro vendetta è estremamente ipocrita.

    Poi c'è la Morgana della serie tv del Merlin di Colin Morgan. Che inizialmente è buona, gentile, e compassionevole, ma poi diventa rapidamente un mostro di pura malvagità, una bestia che pensa unicamente a odiare e uccidere nella maniera più lenta e dolorosa possibile, usando quello che gli è successo unicamente come scusa. Perché appunto l'unica cosa che riesce a dire è "Uther ha fatto questo Uther ha fatto quello." come dire che siccome Uther ha fatto delle brutte cose allora lei ha il diritto di distruggere tutto e uccidere tutti, divertendosi anche nel farlo. Perché quando ha ucciso delle persone innocenti, ed Uther glielo dice, lei non risponde "Nessuno in questo mondo è innocente" ma "Anche tu hai ucciso degli innocenti", come per dire che siccome Uther ha ucciso persone innocenti allora può farlo anche lei cosa che fa perché le piace (praticamente odia Uther perché ha fatto delle cose che LEI adora fare). E deride e sbeffeggia anche qualunque forma di bontà e gentilezza credendo che più si comporta male più si fa guidare e consumare dall'odio e più questo la renda emotivamente forte. Poi quando Merlino la critica perché vuole fare del male ad Artù e Ginevra, che erano suoi amici e non le avevano mai fatto niente di male e sono sempre stati gentili con lei, l'unica cosa che lei gli risponde è rinfacciargli il fatto che l'abbia avvelenata, nonostante sapesse che lo aveva fatto controvoglia e malvolentieri e che non volesse farlo, affermando indirettamente che pensa che siccome le è successo questo allora può pugnalare alle spalle e tradire tutto e tutti, mostrando appieno che fare loro del male per lei è una scelta facile e gioiosa. Nel corso della serie fallisce più volte nell'uccidere Artù sempre perché vuole dargli una morte lenta e dolorosa solo per il puro gusto di farlo. Vuole il trono di Camelot non per rimediare alle discriminazioni e alle ingiustizie subite da quelli che praticano la magia, ma solo per poter uccidere ancora di più e ancora più liberamente, visto che la prima volta che è diventata momentaneamente regina si mette a uccidere la gente di camelot per costringere i cavalieri ad essere fedeli a lei, poi la seconda volta che ci diventa momentaneamente solo perché il popolo non la accettava, lei da ordine di bruciare i campi. E alla fine muore perché non solo non le bastava dare una morte lenta e dolorosa ad Artù, ma voleva anche infierire brutalmente sul suo cadavere.

    Poi nella seconda stagione di Arrow, Isabel Rochev era una normale studentessa universitaria, ma poi diventa una criminale psicopatica omicida che vuole aiutare Slade a distruggere la città e uccidere tutti gli abitanti, solo perché aveva avuto una relazione con il padre di Oliver ma poi lui l'ha scaricata.
    Poi nella quinta stagione invece c'è Adrian Chase che vuole vendicare suo padre, ucciso da Oliver (che lo aveva fatto perché era malvagio), e per farlo uccide persone innocenti e vuole far soffrire Oliver a tal punto da fargli desiderare di essere morto. E lo fa di punto in bianco. Non vediamo la sua lenta discesa nella follia. Inizia a farlo e basta come se niente fosse. Arriva perfino a uccidere la propria moglie, nonostante la amasse davvero, ricambiato da quest'ultima, quando diventa un ostacolo alla sua vendetta. Lo fa controvoglia e malvolentieri, e non si assume neppure la responsabilità di quel gesto, dando la colpa ad Oliver, ma lo fa, mostrando appieno che sarebbe disposto a uccidere tutti quelli che ama pur di vendicare suo padre. E sapete cosa aveva fatto il padre per meritarsi una simile sete di vendetta? Niente. Anzi, più avanti scopre anche che suo padre voleva ripudiarlo perché a quanto pare era pazzo anche prima di iniziare la sua crociata vendicativa, anche se non ci mostrano niente e ce lo dicono in parole povere. Ma anche sapendo questo vuole comunque vendicarlo arrivando perfino a suicidarsi per attivare un esplosivo. Di conseguenza mostra appieno di essere disposto all'autodistruzione più totale e a soffrire immensamente più di Oliver, solo per vendicare un padre che voleva ripudiarlo (e per chiarire un dettaglio i suoi genitori erano amanti, non marito e moglie e quindi lui era un figlio illegittimo). E quindi ci mostrano che lui non amava suo padre, ma era ossessionato da lui. Lo venerava come un dio, e lo metteva al centro dell'universo, sempliemente perché sì.
    Sempre nella stessa stagione c'è Evelin Sharp, che prima si unisce alla squadra di Green Arrow, si impegna a combattere i suoi demoni interiori, e stringe una sincera amicizia con gli altri compagni, ma appena scopre che Oliver era stato Arrow priam di Green Arrow, e che quindi non era perfetto, si fa consumare completamente e istantaneamente dall'odio e decide di punto in bianco di tradire e uccidere l'intera squadra, si schiera con Adrian Chase dandogli informazioni dei suoi compagni, causando indirettamente la morte dei loro cari. Fa le cose più terribili senza esitare, con arroganza, menefreghismo e senza esitare e senza sentirsi in colpa. E quando viene abbandonata da Chase e i suoi complici, venendo catturata, se ne frega totalmente pensando solo al fatto che vuole morto Oliver, mostrando appieno che addirittura lo odia più di quanto ami se stessa, e che non era minimamente pentita di tutte le cose orribili che ha fatto.

    Quindi con certi cattivi si può applicare quello che viene detto qui.



    Certo, con alcuni cattivi si può criticare il fatto che non abbiano avuto la forza di affrontare le difficoltà della vita e si siano fatti sopraffarre. Perché nel fumetto "Batman the Killing Joke" Joker evidenzia che chiunque può diventare cattivo dopo una giornata storta. Però fallisce nel tentativo di far impazzire il commissario Gordon, con Batman che appunto gli mostra che forse non tutti impazziscono sempre, e che non si striscia con la feccia al primo accenno di guai. E anche nel film Joker del 2019 Arthur, prima di diventare Joker, non passava una bella vita e aveva già dei problemi psicologici, che appunto poi, con la corruzione della società e del sistema, sono peggiorati. In definitiva, in qualunque versione venga rappresentato, Joker, sotto il clown malvagio, sotto l'essere il principe dei furfanti e tutto il resto, è una persona infelice, patetica e sola che si è fatta sopraffarre più di chiunque altro dalla vita.

    Certi cattivi appunto non hanno fatto quello che ha detto Rocky Balboa.



    Però è anche vero che non tutti possono riuscirci, e che non si può sopportare tutto all'infinito, e che quindi si arriva inevitabilmente al punto di rottura.

    Per Thanos lui appunto è il cattivo che fa quello che fa perché crede che le sue azioni siano un male necessario per un bene superiore. è uno che crede nel detto "il fine giustifica i mezzi". E questo genere di cattivi, se vuoi farli desistere, devi convincerli coi fatti, non con le parole, che ci sono altri modi che non richiedano certe crudeltà.
    Come appunto si può vedere nella serie What if (in questo video, se non vedete i sottotioli, è perché devono essere attivati)



    Una sua variante è stata convinta a desistere e a ravvedersi perché il T'challa del suo universo gli ha MOSTRATO che esistevano altri modi per ridistribuire le risorse senza uccidere metà universo. Thanos ha valutato quei metodi, li ha trovati validi, e quindi ha capito che non era necessario proseguire su quella strada, e si è ravveduto. Se quel Thanos ha potuto redimersi, qualunque Thanos avrebbe potuto.
     
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    CITAZIONE (Elizabeth Swann @ 3/1/2023, 19:02) 
    Avete notato anche voi che, nelle opere di finzione degli ultimi anni, rappresentare personaggi cattivi sembra essere diventato un problema? Cioè, ormai è come se fosse necessario trovare l'alibi, la giustificazione per le azioni malvagie del personaggio, oppure "smussare" i suoi evidenti difetti. Secondo voi perché succede? Cosa ne pensate di questo fenomeno - e del concetto di "cattivo" in generale? Credete che i personaggi cattivi al cento per cento non debbano esistere, o che, al contrario, sia giusto che esistano?

    Per questo Jack Horner del Gatto con gli stivali 2 è stato una ventata d'aria fresca!

    "You know, I never had much as a kid. Just loving parents, stability, and a mansion... and a thriving baked goods enterprise for me to inherit. Useless crap like that. "
     
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    CITAZIONE (fanwriter91 @ 23/11/2023, 00:40) 
    Per questo Jack Horner del Gatto con gli stivali 2 è stato una ventata d'aria fresca!

    "You know, I never had much as a kid. Just loving parents, stability, and a mansion... and a thriving baked goods enterprise for me to inherit. Useless crap like that. "

    Concordo. Anche se in certi casi fanno sembrare che la malvagità sia innata indipendentemente da come qualcuno viene caratterizzato. Come in questo episodio di Devil May Cry.

    www.youtube.com/watch?v=qkzkjPPASdA

    Che per tutto l'episodio non fanno che dire e ripetere che Ernest è una persona meravigliosa, ma alla fine dell'episodio scopriamo che non lo è affatto.

    Edited by Elizabeth Swann - 24/11/2023, 22:10
     
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    Ehm, la serie di devil may cry non mi ha mai convinto molto ^_^
     
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    CITAZIONE (fanwriter91 @ 23/11/2023, 12:41) 
    Ehm, la serie di devil may cry non mi ha mai convinto molto ^_^

    Non è l'unica volta in cui succede qualcosa di simile. Per esempio in Fairy Tail



    Il padre di Elsa ce lo presentano come uno che si comporta bene con la madre di quest'ultima e che fa il valoroso compagno di battaglie e marito premuroso. Ma quando lei comincia a trasformarsi in drago, lui ISTANTANEAMENTE le si rivolta contro e le fa le cose più crudeli e immorali arrivando perfino a tentare di ucciderla insieme alla figlia che portava in grembo.

    Oppure pensa a questa scena di Zootropolis.



    Praticamente sono stati degli scout, che dovrebbero essere buoni, a trattare Nick in modo tanto disumano. Ed è possibile che appunto loro fossero buoni con gli erbivori e mostruosi con i carnivori.

    E pensa anche ad Edward mani di forbice. Prima tutti sono gentili con Edward, ma appena qualcosa non va gli si ritorcono contro nella maniera più estrema ed assoluta a tal punto che Kim deve far credere loro che sia morto per assicurarsi che lo lascino in pace.

    Oppure pensa al film Highlander - L'ultimo immortale.



    Prima tutti al suo villaggio sono tristi e disperati all'idea che muoia, ma appena si salva gli si rivoltano contro. lo linciano, e vogliono metterlo al rogo.

    Quindi si potrebbe dire che la vera natura delle persone viene fuori solamente con ciò che è diverso e non capiscono. Perché appunto se uno è normale si comportano normalmente ma contemporaneamente se qualcuno è diverso diventano dei mostri nei suoi riguardi.
     
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    Quello della pecorella è un classico esempio di twisted villain, che va di moda oggi.
     
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