Sfida di Scrittura #6 - Legami d'Amore

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  1. Nancy Cuomo
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    Penna d'argento

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    IL FILO ROSSO D'AMORE


    Lo sapeva. Lo aveva sempre saputo, eppure non riusciva ad accettare che fosse quello il suo destino: allontanarsi da lei, dall'unica persona che gli avesse mai fatto battere forte il cuore, l'unica che gli avesse dato uno scopo. Sapeva che doveva farlo, per riuscire a conquistarla, per dimostrarle il suo amore.

    Una volta una persona gli aveva detto che si amava veramente una donna solo se si riusciva a capire il suo mondo, ma soprattutto se si riusciva a farlo proprio.
    "Perché dovrei essere io a rinunciare a tutto quello che sono e ad annullarmi per lei?" aveva pensato Salvo.


    Era trascorso molto tempo dall'ultima volta che aveva sentito quella frase e, anno dopo anno, aveva cercato di dimostrare a sé stesso che l'amore non significava cedere, né significava smettere di coltivare le proprie ambizioni.
    Aveva avuto varie avventure, varie storie che lo avevano reso felice, ma non lo avevano mai soddisfatto completamente.
    La sua storia con Laura sembrava essere destinata alla stessa fine: lui si comportava in maniera dispotica, pretendendo il potere di decidere del futuro del loro rapporto come se fosse l'unico responsabile.
    Laura era una ragazza così dolce, sensibile, in grado di provare un amore tanto grande da non essere capace di odiare neanche le persone che l'avevano ferita di più, così come avevano fatto i suoi genitori, che l'avevano abbandonata alla nascita. Tutta la sua famiglia era sua sorella minore, che aveva conosciuto solo al compimento dei 18 anni ricevendo una lettera dalla direttrice.
    Lei voleva che anche Salvo potesse accettare questo legame con quella adolescente, che potesse accettare di prendersi cura di lei, dopo che un catastrofico incidente aveva ucciso entrambi i suoi genitori.
    Salvo non amava prendere alcun genere di responsabilità, specie quando il "problema" era stato creato da altri e non aveva mai accettato questo legame "morboso" che sembrava aver travolto Laura, quasi una sorta di filo sottile che le legava in maniera inspiegabile.
    -Si chiama amore!-
    esclamava Laura, ogni volta che Salvo cercava di farle notare a cosa stava rinunciando per aiutare sua sorella, che era testarda e amava mettersi nei guai.
    -Spera solo di non essere mai trascinata in qualcosa di più grande di te-
    le disse, prima di salutarla in maniera definitiva.

    Laura lo aveva salutato con un sorriso, ma in realtà il suo cuore era scosso da un sentimento che non si poteva spiegare e un'emozione simile alla nostalgia, ma a cui andava mescolata anche un po' di rabbia.

    Salvo pensava che, salutandola, si sarebbe finalmente sentito libero, che avrebbe perso ogni responsabilità. Eppure un sentimento che non aveva mai provato prima non lo lasciava respirare.

    Laura era riuscita a rimediare quasi sempre ai suoi piccoli errori, sebbene non fosse riuscita ad allontanare sua sorella da alcune persone che avevano un certo ascendente negativo su di lei.
    -Laura, ho bisogno di aiuto!-.
    -Se me lo chiedi, deve essere una situazione seria... cosa hai fatto questa volta?-.
    Alice abbassò lo sguardo con le lacrime agli occhi, sapendo che questa volta sua sorella non l'avrebbe potuta aiutare e forse non avrebbe neanche voluto farlo. Laura la osservò attentamente e si rese subito conto che quella non era certamente una "ragazzata".
    -Sì...io...- iniziò a balbettare Alice.
    Laura attese che lei proseguisse il racconto. In silenzio, con le mani intrecciate in grembo e il principio di un sorriso d’incoraggiamento sulle labbra, guardò con occhi pieni di amore quella ragazza che, per la prima volta dopo tanto tempo, stava cercando di confidare un suo grave errore.
    -Sai che ho da poco preso la patente. Oggi c'è stato un piccolo incidente... credo di aver ucciso un mio amico-.

    Laura non riusciva a credere a ciò che sua sorella stava dicendo e cercò di trattenersi, astenendosi così dal dare voce ai suoi pensieri. Scese quindi un silenzio assurdo, che fece sentire Alice ancora più preoccupata.
    -Di' qualcosa: arrabbiati, dimmi che sono una criminale, ma non restare così- riprese Alice, mentre Laura cercava di trovare le giuste parole e per riuscire a prendere la decisione più corretta.

    -Tesoro mio, io sarò al tuo fianco e questo lo sai. Ora raccontami tutto e vedremo cosa fare-.
    Alice la guardò dritta negli occhi e iniziò a parlarle di come quel suo amico volesse costringerla a spingere il loro rapporto di amicizia verso qualcosa di più e come lei, dopo averlo respinto, si fosse messa alla guida.
    -Io volevo andare via, ma lui si è lanciato davanti la macchina e io non sono riuscita a frenare. Ho avuto paura e...-
    concluse, lasciandosi andare a un pianto dirompente e lanciandosi fra le braccia di Laura.
    — Dobbiamo assicurarci che lui sia ancora vivo e che starà bene. Ma dov’è successo tutto ciò?
    Alice la guardò con le lacrime che ancora permeavano i suoi occhi e, dopo qualche momento, chiese:
    -Finirò in prigione?-.
    Laura la strinse nuovamente a sé, dopodiché le rispose:
    -No, non lo permetterò-.
    -Neanch' io-
    Laura si voltò di scatto al suono della voce di Salvo. Lo vide avanzare verso di lei, e le balzò il cuore nel petto per la gioia quando lo sentì parlare di nuovo:
    -Io non voglio lasciarti sola, non potrei permettere che ti capiti qualcosa-
    Quelle parole furono suggellate dal bacio più tenero che Laura avesse mai ricevuto, coronato da un abbraccio commosso che la univa sia alla sorella che a Salvo.

    La polizia bussò qualche minuto più tardi alla porta, dicendo che alcuni testimoni avevano visto un pick-up nero di targa CT-805-SU che aveva investito un ragazzo e che era stato guidato in quella direzione.
    Laura restò per un attimo interdetta, dopodiché trovo il coraggio di rispondere:
    -Certo, quella è la mia auto-.
    -Allora, signorina, la dichiaro in arresto!-
    esclamò uno degli agenti.
    Laura non oppose resistenza e, mentre l'agente stava leggendo i suoi diritti, Salvo guardò negli occhi Alice e lì comprese il significato delle parole di sua madre: doveva proteggere entrambe da quella situazione e sebbene sembrasse paradossale, ora doveva allontanarsi da lei proprio perché l'amava.
    -Scusate, ma devo confessare che sono stato io-
    disse poi, attirando l'attenzione degli agenti.
    -Io ho preso in prestito l'auto e posso solo dire che si è trattato di un incidente-.
    Gli agenti si scambiarono uno sguardo, dopodiché procedettero all'arresto di Salvo, intimando comunque a Laura e ad Alice di restare a disposizione finché le indagini non si fossero concluse.
    Per portare a termine le indagini ci volle appena una settimana, dato che Salvo si era autoproclamato colpevole e dopo aver parlato con Laura e sua sorella, le aveva convinte a sostenere la sua versione.
    Alla fine fu condannato per omissione di soccorso e quindi a 4 mesi di reclusione, anche perché il ragazzo si era ripreso ed era sulla via della guarigione. Salvo ricevette la visita di Laura in prigione e comprese che l'amore, nonostante la distanza, stava crescendo. Anzi, proprio grazie all'amore lui aveva superato i suoi limiti.
    Laura aveva trovato un uomo che per la prima volta aveva mostrato un amore incondizionato, fatto di sacrifici e di responsabilità.
    -Ti aspetterò e farò il possibile per farti stare meglio. Ti devo anche ringraziare perché per la prima volta mia sorella mi ha dato ascolto- disse Laura, con una voce dolce e sommessa, che lasciava trasparire il suo senso di colpa nel sapere che una persona innocente si sarebbe trovata a pagare per un errore fatto da una persona a lei così vicina.
    Laura in quel momento desiderava solo che a separarli non ci fosse quel vetro, ma non potendo realizzare tale desiderio si allontanò, pensando a come l'amore aveva salvato non solo la sua vita, ma anche quella della sorella e aveva ridato una luce nuova a Salvo.

    Trascorso quel periodo, Salvo tornò da lei, facendole la proposta di matrimonio più semplice ma più bella di tutte. Lei accettò, gettandogli le braccia al collo.

    Salvo decise che non sarebbe più scappato dinanzi alle sue responsabilità e scoprì anche che l'amore, se diviso, si moltiplica, cosa che insegnò al suo piccolo Mattia e alla sua dolce Linda. Laura aveva finalmente coronato il suo sogno: sapere di essere amata e poter condividere quell'amore.
    Trascorsero tutta la vita insieme e insieme si ritrovarono nel momento della morte, osservando felici da lassù coloro che restavano e che, sulla scia di quell'amore, conducevano le proprie vite portandone ancora il frutto.
     
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