Padre e Figlio

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    PADRE E FIGLIO



    Edward



    OPERA DI RIFERIMENTO: The Last Kingdom
    CATEGORIA: bollino verde (per tutti)
    GENERE: Angst, Triste
    NOTE AGGIUNTIVE: Canon-Fic, forse personaggi un po' OOC
    DICHIARAZIONE DI NON RESPONSABILITÀ:"The Last Kingdom" e i suoi personaggi non sono di mia proprietà, ma appartengono a Netflix. Questa fanfiction non è stata realizzata a scopo di profitto, ma solo per il piacere di scriverla e di condividerla gratuitamente.



    Sinossi
    Il principe Edward si deve sposare con la figlia di un Lord inglese che ha visto solo un paio di volte. Nonostante la sua riluttanza nel volersi assumere l'impegno di succedere al padre, decide di mettere la testa a posto e rinunciare al proprio desiderio di una vita normale, ma si sente insicuro sul proprio ruolo di Re che gli aspetta poiché suo padre, Alfred, è sempre stato severo al riguardo e nei suo confronti oltre che a essere un Re amato da tutto il regno per la sua intelligenza, fede, giustizia e aver riconquistato i territori dalle mani danesi.
    Manca ormai poco alla morte di Alfred per malattia, vorrebbe avere più tempo per poter istruire il figlio e per costruire la sua Inghilterra ma Dio lo sta per chiamare a sé.



    »»————-  ————-««



    La cappella era avvolta dal penetrante silenzio e lui era lì, insieme ad essa, inginocchiato davanti all'altare con le ossute mani giunte e un fascio di luce che gli baciava il pallido e scarno viso afflitto. La porta si aprì squarciando la quiete e destandolo dalle proprie preghiere ma non si mosse nemmeno di un centimetro.

    “Oh, scusate padre, vi lascio alle vostre preghiere...” la voce di Edward lo fece voltare appena nella sua direzione notando una certa rigidità nel figlio.
    “No, resta.” lo fermò poco prima che svanisse dalla sua vista. “Prega con me...” gli allungò il braccio per invitarlo a inginocchiarsi al suo fianco. Edward tentennò un'istante, serrò le labbra deglutendo e s'incamminò verso di lui prendendo posto.

    Nonostante fosse suo padre non riusciva a essere completamente rilassato in sua presenza, si sentiva sempre sotto pressione come se i suoi occhi riuscissero a scrutargli ogni angolo della propria anima, leggendogli dentro. Era quasi certo che, quando lo sguardo di suo padre indugiava su di lui, nel suo silenzio vi era racchiuso tutto il malcontento che provava nei suoi confronti. Era suo padre, non v'erano dubbi, ma era pur sempre il Re del Wessex, era pur sempre il Re amato da tutti e in quanto tale il Regno veniva prima di ogni altra cosa.

    “Allora... domani è il giorno.” Alfred ruppe quel sacro silenzio a cui era tanto affezionato, qualcosa dentro di sé si era mosso nel vedere il figlio teso e la cui voce gli aveva lasciato percepire un velo di incertezza e timore. Sapeva che aveva i giorni contati e per quella volta, guidato forse dalla voce di Dio, si spogliò delle veci di Re per essere semplicemente un padre e riuscire a liberarsi di qualcosa che aveva dentro. “Come ti senti?” si voltò verso di lui per incontrare il suo viso.

    “Ecco... non saprei, sono molto confuso.” rivelò Edward tenendo lo sguardo fisso sulle proprie mani giunte. Sentiva lo sguardo di suo padre su di sé che gli fece scuotere il cuore da una parte all'altra nel petto e rimbombare in ogni dove.
    “In merito a cosa?” gli chiese con tono caldo e calmo, quasi avvolto da una piccola nota di affetto. Edward alzò appena il capo guardandolo con la coda degli occhi, c'era qualcosa in lui che era diverso e udire quel tono di voce così gentile lo fece, a poco a poco, distendere e mettersi al proprio agio.

    “La mia futura sposa non la conosco bene, sembra una ragazza a modo ma... come faccio a fidarmi?” rivelò tenendo lo sguardo basso. Voleva essere il più sincero possibile, sentiva che per quella singola e unica volta avrebbe potuto aprirsi liberamente e, soprattutto, il cuore gli diceva di farlo prima che sarebbe stato troppo tardi. Strinse di più le dita intrecciate e si voltò verso di lui per guardarlo negli occhi. “Come faccio a costruire un legame come quello che voi avete con mia madre? E come faccio a sapere se è giusta per il Regno?” diede libero sfogo a tutti i dubbi che gli ronzavano in testa da quando gli era stata comunicata la notizia: il padre stava morendo e lui, Edward, doveva apprendere il più possibile, abbandonare ogni capriccio, sposarsi e fare quanto doveva per il Wessex.

    “Mmh, acuti quesiti, Edward. Solo il tempo può darti la risposta.” posò lo sguardo sulla croce davanti a loro e continuò: “Anche per me e tua madre c'è voluto del tempo... invero all'inizio non ci sopportavamo a vicenda, anzi lei mi disprezza di non poco... e come biasimarla, dopotutto mi intrattenevo un po' spesso con altre donne...” gli rivelò, guardandolo di tanto in tanto di sfuggita, e solo al ricordare il proprio passato un piacevole tepore, ormai obliato da tempo, avvolse il suo cuore.
    “Anche voi?” chiese spontaneamente Edward alquanto sorpreso. Conoscendo quanto fosse importante e forte la fede in suo padre, una tale rivelazione non poteva far altro che coglierlo alla sprovvista e farlo sentire completamente leggero: anche suo padre non era immacolato, il che era un pensiero incoraggiante.

    “Ahimè sì...” si voltò verso di lui per guardarlo negli occhi. “Siamo pur sempre uomini soggetti alla tentazione e Dio ci mette di fronte a molte prove nella nostra vita, sta solo a noi riuscire a fare del nostro meglio e rialzarci e rimediare quando falliamo.”
    “E cos'è cambiato?”
    “Sono stato costretto a prendere le redini del nostro popolo e credo che abbiamo imparato a conoscerci e ad accettarci per quello che eravamo. E grazie a Dio tua madre si è dimostrata una buona Regina per il nostro regno e di Dio. Quindi solo la pazienza può aiutarti, ma Edward...”
    “Sì?” Alfred avvicinò un po' di più il proprio viso a quello del figlio e il Principe sentì il cuore sobbalzare e trotterellare all'impazzata in attesa delle parole del padre.
    “Il tempo potrà mostrarti com'è realmente una persona ma non abbassare mai la guardia. Fatti guidare dall'intuito e da Dio solo così potrai capire se è degna per il tuo popolo, e se non dovesse dimostrarsi tale... sono sicuro che prenderai la decisione giusta.” Edward annuì e abbassò lo sguardo mentre il padre tornò in preghiera seguito dal figlio.

    Il silenzio era tornato a regnare, ma non nella mente di Edward in cui i pensieri non facevano altro che rimbombare, riportandolo alla tensione di qualche attimi fa. La conversazione non era ultimata da molto eppure per Edward sembrava che il tempo si fosse fermato rendendosi fin troppo eterno. Avrebbe offerto a Dio tutto ciò che aveva per poter cristallizzare questo momento per sempre e poter stare ancora con suo padre, ma un enorme peso lo opprimeva impedendogli di fargli assaporare e vivere a pieno quest'attimo che aveva sempre desiderato. Aveva paura, anzi era terrorizzato ma in cuor suo sapeva che, se non si fosse liberato del fardello, lo avrebbe rimpianto per sempre. Così fece un respiro profondo per calmare i nervi e schiuse le labbra voltandosi leggermente verso di lui.

    “P-padre...” Alfred aprì lentamente gli occhi e li ruotò verso di lui. “I-io... mi sento annegare al pensiero di... dover, presto, prendere il vostro posto...” abbassò lo sguardo. “Come faccio a essere un buon Re come voi? Ho paura di deludervi...” il Re si voltò verso di lui e lo guardò per un secondo e bastò a far sentire Edward ancora più piccolo e fragile di quanto non si sentisse già.

    “Edward, tu non potrai mai essere come me.” a quelle parole il cuore di Edward s'infranse in mille pezzi creando una voragine glaciale dalla quale si sentì risucchiare. Avrebbe voluto sparire. Poi il tono calmo del padre gli giunse nuovamente alle orecchie: “Questo è un dato di fatto perché tu sei Edward del Wessex e non potrai mai essere un Re come me o come tuo zio o tuo nonno, perché tu sei tu. Non devi cercare di regnare come me, ma farlo come vuoi tu per il bene del nostro popolo, della nostra Inghilterra. Edward...” gli mise una mano sulla spalla e il figlio alzò lo sguardo incontrando i suoi occhi stanchi, lucidi e avvolti da un lieve dispiacere che non aveva mai visto sul suo volto. “Ho visto la forza del tuo animo e la sua purezza, hai ancora molto da imparare ed è normale ma sono sicuro che sarai un buon Re e che l'Inghilterra sarà in mani sicure.”

    “E se non sapessi cosa fare?” sussurrò con voce rotta e gli occhi lucidi.
    “Agisci sempre per il bene del nostro popolo perché sono la cosa più importante. Cerca di evitare la guerra ove ti è possibile e usare l'astuzia. E poi...” gli accennò un piccolo e affaticato sorriso. “Se ti senti perduto ricorda che sei mio figlio e in te c'è parte di me.” istintivamente Edward lo abbracciò cogliendolo di sorpresa mentre piccole lacrime gli rigarono il viso.

    “Non sono pronto...”
    “Nemmeno io lo ero e proprio perché non lo ero sono riuscito a dare il meglio...” ricambiò l'abbraccio con quel poco di forza che aveva in corpo.
    “Non voglio che...” Alfred sciolse l'abbraccio e guardò il figlio. Gli asciugò il viso e le sue fredde mani lo fecero trasalire.
    “Cerca di non mostrarti mai fragile...” gli occhi di Edward s'incontrarono con quelli del padre e la calma tornò a farsi strada pian piano. “Io-” si portò una mano sullo stomaco e l'altra sulle labbra cercando di sopportare il dolore causato dalla malattia.
    “Padre, state bene?” lo guardò allarmato.
    “Tranquillo... sono solo un po' stanco...”
    “Vi aiuto ad alzarvi.” lo prese da sotto un braccio e lo fece alzare. “Vi accompagno in camera.”
    “N-no, non c'è bisogno... ce la faccio...”

    Edward lo guardò allontanarsi con il suo passo pesante e il corpo ricurvo. Più si allontanava e più sentiva il cuore ridursi a brandelli sapendo che, ormai, mancava davvero troppo poco tempo. Avrebbe voluto avere una relazione normale con suo padre senza essere vincolata da obblighi e restrizioni, proprio come quest'attimo che erano riusciti a vivere. Avrebbe voluto una vita normale ma Dio aveva previsto qualcosa di diverso per la sua famiglia.
    Poi Alfred si fermò al centro della cappella e lentamente si voltò verso di lui incontrando il suo sguardo.

    “Edward...” il Principe rimase in attesa, ma gli occhi di suo padre gli stavano dicendo molto più di quanto delle semplici parole potessero fare. Alfred gli accennò un piccolo sorriso. “Dio è con te...” e se ne andò. Edward si voltò e guardò la croce risentendo le parole del padre nella propria mente, a poco a poco il suo animo iniziò a risanarsi.
    Dio sarebbe stato con lui, avrebbe trovato la forza e il conforto tra le Sue braccia poiché sapeva che suo padre sarebbe stato lì nella Sua grazia. Si sarebbe rivolto a Dio perché tramite Lui avrebbe potuto sentirsi più vicino a suo padre.





    »»————-  ————-««


    Nota: Buon tempo a tutti! Spero che la storia sia di vostro gradimento e che siate riusciti ad apprezzarla anche se magari non avete seguito la serie! :)

    Edited by Elizabeth Swann - 4/11/2022, 13:38
     
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    Secondo me è ben comprensibile, anche per chi non conosce la storia.... e poi devo essere sincera mi hai commossa: questa storia avrebbero potuto aggiungerla nella serie, anche perché ci sono troppi pochi momenti simili tra padre e figlio. Mi piace veramente tanto il modo in cui scrivi, un lavoro eccezionale. Spero che pubblicherai le altre storie che hai detto hai scritto, perché sei veramente formidabile. :*: :b:
     
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    Nancy Cuomo Grazie mille Nancy! 🥺
    Anche a me sono mancate un po' di scene tra loro due!
     
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    Rue Ryuzaki
    Innanzitutto buongiorno e buona domenica :*:
    La mia scena preferita è nella stagione 3 episodio 6 minuti 26-29, quando riconosce che l'azione di Edward fatta senza il suo permesso, è un'azione di un re.... e poi quando lui accetta finalmente di fare quanto è necessario per il Wessex e lui gli da la mano.... lì proprio sciolta
     
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    Nancy Cuomo Aww!!! anche io!!! quel momento in cui gli dice che ha fatto una scelta da re... mammaaaaa!!! troppo commossa! mi viene da piangere anche l'altra che hai detto. Comunque sono dell'idea che il vero Edward lo si è visto in quelle puntate e anche quando "libera" Uhtred dall'esilio e se non fosse stato manipolato troppo da quel brutto suocero e la madre non lo avesse esaltato un pochino...
     
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    Rue Ryuzaki
    il re aveva detto una cosa riguardo suo figlio, dopo che aveva riportato quella vittoria contro Esten nella puntata 5 della 3° stagione a Beamfleot: lui ha dimostrato di essere coraggioso, ma anche di essere manipolabile. Ancora una volta ci aveva visto lungo.... ma poi quando si confrontano e lui chiede a Beocca se sia possibile essere pieni di rabbia e orgogliosi nello stesso momento....un'altra perla. Cioè adoro
     
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    Nancy Cuomo 🥺🥺 lo adoro troppo! Mi sto gustando ogni attimo con Alfred!
     
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    Ciao Rue Ryuzaki Elizabeth mi ha consigliato due tue fanfiction leggibili da tutti e una è proprio questa. Devo dire che mi piacciono i racconti, le storie storiche, anche se ne ho lette/viste ancora poche. La tua fanfiction mi è piaciuta molto: è breve, ma è scritta bene ed è subito coinvolgente. Rappresenta una scena drammatica d'amore tra padre e figlio come piace proprio a me. Credo che ormai l'hai capito anche tu che sono una patita di amore e struggimenti vari. Ho apprezzato come hai fatto risaltare le emozioni dei personaggi, soprattutto le incertezze e le insicurezze del figlio.
    A breve continuerò a leggere sempre qualcosa di tuo. :D <3
     
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    Ciao Laura! Grazie per aver letto! Sono contenta che ti sia piaciuta e spero oggi di poter pubblicare qualcosa di altro su Loki 🤗
     
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