|
|
Rue Ryuzaki Scusa ma non ce la facevo ad aspettare (pensa che non è ancora completa, ma per ora ti mando una bozza, così mi dici cosa ne pensi). Appena hai tempo leggila e dimmi cosa ne pensi, va bene (sempre con calma, la salute prima di tutto)
Era finalmente seduto sul suo trono, nella terra alla quale aveva giurato di far ritorno, la sua Bebbanburgh. "I nostri antenati conquistarono questa terra e per essa morirai se sarà necessario": queste erano le parole che risuonavano nella sua mente, quelle parole che suo padre gli disse prima dell'arrivo dei danesi sulla costa e prima di doverli affrontare nel combattimento che decretò la sua fine.
Uthred era sempre stato diviso a metà nel suo animo: da una parte suo padre a cui aveva fatto questa tacita promessa e dall'altra i danesi che lo avevano accolto. Per non parlare poi di quel re, del quale, sebbene non si rendesse conto, lui ammirava la forza e l' astuzia, oltre al coraggio e alla fede. Uthred si professava danese almeno riguardo la religione, ma non poteva negare che la forza della fede di Alfred fosse qualcosa di straordinario.... e senza accorgersene lo stava imitando in molte cose.
Ora che era stato riconosciuto signore di Bebbanburgh, aveva apportato delle modifiche alla sua sala, al cui centro si stagliava un trono e al suo fianco aveva predisposto che ci fosse un prete che sapesse leggere e scrivere. Alfred era stato felice di sapere che quella fortezza era divenuta un tempio che conservava il suo sogno: danesi e sassoni in pace fra loro....
A: -Vedo che finalmente siamo allo stesso livello!-
esclamò Alfred, mentre sedeva alla tavola imbandita del signore di Bebbanburgh.
U: -Esatto.... ora ho avuto ciò che mi spettava-
disse Uthred, cercando di restare il più possibile distaccato: sapeva bene che quando parlava con Alfred, bisognava fare attenzione ad ogni parola che diceva, perché poteva nascondere un significato diverso.
A: -Oh certo. Ho sempre pensato che voi foste un uomo da seguire, sebbene la nostra fede ci divide tutt'ora-
disse il re, versandosi del vino.
Uthred cercava di studiare la prossima risposta, anche perché presto sarebbero stati raggiunti da altri ospiti altrettanto importanti: lo stesso re Guthred, in compagnia del suo fidato consigliere, l' abate Eadred, e Ragnar, che aveva combattuto al fianco di Uthred e Alfred per ridare a suo fratello ciò che gli spettava.
A: -Vedi, tuo fratello è stato sicuramente un valido elemento per ottenere la vittoria e sono certo che meriti una ricompensa..... ma bisogna farlo con un occhio rivolto al futuro-
ammise re Alfred, mentre iniziava a scrutare gli occhi del suo interlocutore.
Uthred aveva capito che per Alfred, il futuro riguardava il suo sogno di un'Inghilterra unita, così come sapeva che Ragnar aveva combattuto insieme a Brida dalla loro parte, solo perché voleva riaffermare il dominio danese dopo una sconfitta come quella di Ethandun.
U: -Per questo lo avete liberato dalla prigionia e gli avete proposto un accordo che in passato avete offerto a me: solo per poter avere un uomo dalla vostra parte. Qual era il vostro scopo? Quello di riuscire a comandarlo una volta che fosse divenuto un uomo libero? Credete veramente che ora lui si senta in debito con voi e per questo accetterà qualsiasi accordo di pace?-. Disse Uthred con il suo modo di fare tanto istintivo e che il re aveva ormai imparato ad apprezzare.
A: -Pensate che sia una mia manipolazione?-
chiese poi, posando finalmente il calice e guardandolo con insistenza negli occhi. Uthred in quel momento comprese di aver commesso un grave errore: adesso era un aldermanno e non poteva lasciar uscire fuori dalla sua bocca qualsiasi cosa gli passasse per la testa.
A: -Vedete Uthred, vostro fratello è un uomo d'onore ed è per questo che è stato invitato a questo tavolo: voglio che ci siano sia esponenti cristiani che danesi; io voglio solo la pace-
disse il re, per poi proseguire:
A: -Voi vi fidate del prete che avete al vostro servizio?-.
Uthred strabuzzò gli occhi: non riusciva a comprendere quale fosse il fine del suo discorso, ma anche questa era una caratteristica che rendeva Alfred così interessante.
U: -Altrimenti avrei già affondato la mia lama nel suo cuore-
rispose senza scomporsi ulteriormente Uthred.
A: -Quest'oggi sarà scritto tutto ciò che sarà detto e il vostro prete lo conserverà, così come per me lo farà Beocca, una volta giunti a Winchester... eviteremo ogni conflitto che potrebbe seguirne e riconosceremo definitivamente te, Uthred di Bebbanburg quale legittimo aldermanno-.
Uthred si domandava quali potessero essere le vere intenzioni di re Alfred, ma non ebbe tanto tempo che giunse Beocca:
BE: -Signore, Uthred...sono arrivati gli ospiti-.
U: -Falli entrare-
rispose Uthred, riposizionandosi sul trono in maniera più composta: Alfred lo aveva praticamente rimproverato con lo sguardo e lui aveva percepito il motivo.
G: -Mi scuso per il ritardo!-
disse re Guthred, vedendo che c'era già re Alfred.
A: -In realtà sono io ad essere in anticipo, vogliate perdonarmi!-
esclamò re Alfred, sfoggiando uno di quei suoi sorrisi rassicuranti, nonostante si percepisse l'enorme sforzo fatto per contrastare quella sua malattia portando la mano destra all'altezza del ventre, nel momento in cui si era alzato dalla sedia e si era avvicinato ai due nuovi arrivati.
Re Guthred sorrise di rimando, mentre Ragnar inarcò il sopracciglio: temeva che Alfred avesse avuto un motivo per essere giunto lì prima di loro e Brida che era al suo fianco traspose in parole quelli che erano i pensieri di suo marito:
B: -Di cosa stavate parlando, se posso chiedere?-.
Alfred fece un sorriso e Uthred si alzò dal suo trono per avvicinarsi:
U: -Ricordavamo i vecchi tempi, quando ancora ero al suo servizio-
disse poi con un tono che sembrava essere tra lo sfacciato e il rispettoso.
A: -E' strano pensare a quanto la sorte di un uomo può cambiare... ma del resto toccare il fondo può portare ad avere la saggezza e la forza necessaria per riuscire a costruire un futuro migliore!-
aggiunse Alfred, invitando con un gesto della mano tutti a sedersi.
Uthred notò nello sguardo di Ragnar e Brida una certa disapprovazione e ne capì i pensieri: nonostante fosse lui il signore di Bebbanburg, stava permettendo ad Afred di comportarsi come se fosse ancora un suo sottoposto e come se fossero nel suo palazzo a Winchester.
Uthred avrebbe certamente voluto mettere in chiaro che non era così, ma sapeva che quella non era la cosa più importante in quel momento e per una volta cercò di comportarsi come un ardermanno: non poteva lasciarsi provocare in maniera infantile e non poteva lasciar vincere il suo carattere impulsivo.
P.S: in pratica, essendo un what if, parte dall'idea che dopo Ethandun (come vedi Ragnar e Brida erano prigionieri) Uthred avesse liberato Guthred, che diviene il re, ma in questo caso non lo vende come schiavo, perché lo zio di Uthred (come hai suggerito) si schiera coi danesi, dopo che Guthred era già stato riconosciuto re..... in questa storia quindi muovono guerra a Bebbanburg, per l'importanza strategica della roccaforte e in altre zone; Ragnar accetta di stare al fianco di Alfred solo per esigere una ricompensa: una terra che verrà data ai danesi, che vogliono vivere in pace con il re.... ma ovviamente i piani di Alfred sono sempre oscuri e misteriosi, quindi chissà....
|
|