NEL BOSCO (A Cena Col Vampiro)

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    NEL BOSCO


    A CENA COL VAMPIRO



    Categoria: bollino arancione. Contiene scene di violenza
    Genere: Dark Gothic Romantic Fantasy

    Sinossi:

    Clarissa è una giovane fanciulla che vive in un paesino sperduto tra le montagne. Possiede un'anima ribelle e avventuriera: ama inoltrarsi ed esplorare i boschi oscuri della Transylvania.
    È promessa sposa al giovane più ricco e importante del villaggio in cui è nata e cresciuta.
    Suo padre non vede l'ora di celebrare le nozze che garantiranno all'intera famiglia della protagonista una vita più agiata.
    Clarissa, invece, non vuole sposare un uomo che non ama. Lei desidera la libertà e aspira a realizzare i suoi sogni.
    Ha paura di rimanere infelice per il resto della sua vita.
    Lei crede nel vero amore.
    Durante il ballo del suo debutto in società, il suo futuro sposo si inginocchia davanti a lei e le fa la proposta di sposarlo con un prezioso anello.
    Clarissa ha un furioso attacco di panico, non vuole legarsi a una persona che non ama per il resto della sua vita per interesse solo di suo padre e della sua famiglia, così il giorno del matrimonio, prima di prestare il solenne giuramento, fugge via dal paese e scappa nel bosco. Vaga molto fino a perdersi, quando una sera si ritrova davanti ad un castello abbandonato. Incuriosita decide di entrare al suo interno.
    Ad assisterla una scena terrificante che le farà scoprire l'esistenza di una creatura mostruosa e oscura.


    Premessa Dell'Autrice
    Cari lettori,
    Questa che verrà narrata sarà una storia che avrete già letto, sentito, visto e forse già raccontato a qualcun altro.

    Alcuni di voi si ricorderanno "Romeo e Giulietta"
    Altri di voi si ricorderanno "La Bella e la Bestia"
    Altri di voi si ricorderanno "Il Gobbo di Notre Dame"

    Spero che voi, invece, ricorderete questa di storia.
    Voi appassionati delle storie romantiche!

    Sarà la seconda fiaba di una serie di altri racconti ambientanti nel magico bosco di montagna di cui sono follemente innamorata.

    Buona Lettura



    Capitoli:
    1. #entry460857003
    2. #entry460857003
    3. #entry461002137
    4. #entry461240143
    5. #entry462489169

    PROLOGO



    UNA TRAGICA NOTTE SANGUINARIA



    Nella profonda, oscura e macabra notte era giunta la morte.
    Nell'aria permeava un forte odore di sangue e di putrefazione.


    La pioggia cadeva a cascata dal cielo tenebroso, avvolto da minacciose dense nuvole nere, illuminate e squarciate da bagliori di fulmini che emettevano fragorosi tuoni e rimbombavano come colpi di cannone fin dentro alle viscere della vallata, dove nel villaggio di Biertan era scoppiata una terribile guerra.

    L'Inferno era sceso in terra. Il Male aveva risucchiato la vita di ogni abitante umano del villaggio.
    Ormai da mesi si susseguivano morti inspiegabili.
    Durante il giorno qualcuno spariva, mentre nella notte molti raccontavano di sognare terribili incubi, sempre più brutali e ricorrenti.
    Nessuno più riusciva a vivere nell'ignoto, in mezzo alle creature della notte.
    La paura e il terrore pervasero ben presto il villaggio: tutti vivevano segregati in casa, lontano perfino dagli sguardi dei vicini. Erano intimoriti dal fatto che potessero diventare le prossime vittime.

    Da giorni i Vampiri si erano insediati nel villaggio, provocando morti e scomparse sospette.
    Nel bosco vennero rinvenuti molti corpi di vittime dissanguate e squarciate che appartenevano ad alcune famiglie aristocratiche del paese. Erano stati prosciugati della loro preziosa linfa vitale: il sangue.

    Sangue che andò pagato con altro sangue.

    Gli uomini del villaggio condannarono a morte i vampiri.

    Nella tempesta furiosa si lottava con bastoni, spade e forconi appuntiti.

    I Cacciatori combatterono con coraggio e forte ardore contro intere famiglie di Vampiri. Diedero fuoco alle loro abitazioni; non risparmiarono nessuno, nemmeno le donne e i bambini. Tutti bruciarono vivi, perché loro erano i mostri della notte, i figli del Demonio.

    Fu una notte da dimenticare, per sempre.
    Si assistette a un vero e proprio tragico massacro che rimase impresso nella storia degli abitanti del villaggio, nascosto tra le alte e impenetrabili montagne della Transylvania.

    ~᯽᯽᯽~



    In una casa sigillata, un padre Vampiro tentava di proteggere la sua piccola famiglia dalle ingiustizie umane.

    Sua moglie sentiva la terra tremare sotto i piedi. Era spaventata, teneva stretto in braccio un fagottino di lana con avvolto dentro il suo piccolo bambino che non smetteva di urlare e di dimenarsi infastidito e affamato. La madre cercava invano, nella sua agitazione, di cullarlo e rassicurarlo.

    L'uomo sbirciò per un secondo fuori dalla finestra.

    I Cacciatori stavano correndo verso la loro dimora.

    «Tesoro rifugiati di sopra con il bambino.» Le disse con occhi lucidi e disperati.

    «No, io non ti lascio solo.» Lo implorò addolorata.

    «Ascoltami, per favore», disse supplichevole.

    «No, ti prego.» Lo pregò, quasi in ginocchio, con voce rotta e il viso rigato di lacrime.

    Il marito le prese il volto fra le sue grandi e fredde mani. «Nasconditi, poi fuggi via da questo villaggio. Sai cosa devi fare.»

    «Ti amo tanto amore mio.» Gli stampò un dolce bacio d'infrenabile passione sulle labbra.

    «Ti amo anch'io tesoro mio», rispose ricambiando il suo forte sentimento.

    «Io ritornerò indietro, te lo prometto.» Le tremò la voce.

    «Vai!» Le ordinò infine il marito. Non sopportava più vederla patire tutta quella sofferenza.

    La donna corse su per le scale, si precipitò nella stanza matrimoniale e con una mano aprì la finestra e saltò giù.

    Fuggì nell'oscurità e si addentrò nella foresta con in braccio il piccolo che ancora strillava.

    ~᯽᯽᯽~



    I Cacciatori giunsero alla porta di legno e bussarono con insistenza.

    Il Vampiro si parò davanti all'uscio come da scudo.

    Tentò di bloccare la porta con il peso del suo corpo, ma gli umani riuscirono a fare irruzione lo stesso.

    La creatura notturna cadde a terra e si ritrovò faccia a faccia con un gruppo di umani che tenevano in mano dei forconi.

    Il Vampiro notò subito i crocifissi appesi ai loro grossi e rugosi colli sudati, mentre nei loro volti erano impresse furiose emozioni di rabbia e vendetta.

    «Che volete da me? Non ho niente», provò a pronunciare il povero Vampiro.

    Il più tozzo e robusto dei Cacciatori fece un passo in avanti e gli sputò in faccia. «Maledetto vampiro! Brucerai anche tu come tutti gli altri!»

    Indifeso si tolse la saliva con la manica della giacca e alzò le mani in segno di resa. «E se adesso io me ne vado dal villaggio e dimentichiamo tutto?»

    «Voi siete solo dei luridi demoni. Dovete patire e soffrire la morte come tutti gli altri vampiri.» L'uomo si guardò intorno. «Dove sono loro? Dove li tieni nascosti.»

    «Loro chi?» Tentò di sembrare confuso.

    Il Cacciatore prese per il collo il Vampiro «Come chi! La tua famiglia! Dove li hai nascosti! Dimmelo!»

    «So...no scap...pa...ti.», confessò balbettando, mentre l'umano lo stava lentamente soffocando nella sua solida presa.

    ~᯽᯽᯽~



    La madre, con in braccio il suo piccolo figlio, uscì dalla tenebrosa foresta, percorse un ponte in pietra grigia e giunse, a perdifiato, davanti a un imponente portone in legno d'ebano.

    Si inginocchiò di fronte a esso.

    Baciò con delicatezza il bambino sulla fronte e lo adagiò a terra.
    Prese a piangere e a singhiozzare: era distrutta dal dolore e dal pentimento di dover allontanarlo per il bene della sua fragile e tenera vita. «Addio tesoro mio. Cresci buono, forte e coraggioso. Credi sempre nell'amore e ascolta sempre il tuo cuore.»

    Si rialzò e lo abbandonò davanti a un oscuro castello.

    La donna prese di nuovo a correre verso il bosco, verso la sua dimora, per salvare dalla morte il suo amato marito.

    ~᯽᯽᯽~



    «Lasciatemi andare, per favore.» Lo implorò il Vampiro.

    «Quando sarai morto», sibilarono all'unisono i Cacciatori.

    All'improvviso dal piano di sopra dell'abitazione sentirono tutti un rumore di passi veloci e in un attimo la moglie del Vampiro piombò nel salotto.

    Davanti a lei si presentò una tragica e raccapricciante scena: vide suo marito, disteso sul pavimento impolverato, bloccato nella stretta di un umano.

    Spalancò gli occhi e si precipitò a soccorrerlo.

    Si chinò vicino a lui. «Vi prego non fategli del male. Vi prego non uccideteci come avete fatto con gli altri. Noi siamo innocenti!»

    Un Cacciatore sbucò fuori dal gruppo. Guardò la donna dritta negli occhi carichi di disprezzo e vendetta.

    «Tu...», pronunciò appena la donna incredula. «Ti prego non farci del male», aggiunse supplichevole.

    L'uomo si acquattò davanti alla coppia di Vampiri, ma guardando solo la donna. «Come hai potuto farmi questo? Come hai potuto scegliere di amare un demone, invece che un uomo sano e forte come me? Potevamo essere felici insieme, ma hai scelto le tenebre. Guardati, ti sei trasformata in un mostro proprio come lui!» Le urlò in faccia, poi ringhiò e spostò l'attenzione verso il marito, guardandolo dritto negli occhi. «Il vostro tempo qui sulla terra è scaduto.» Affondò il forcone nel petto del Vampiro.

    «No!» Gridò la donna scioccata e terrorizzata.

    L'umano si eresse in piedi. «Mi dispiace.» La guardò triste e sconfortato in viso un'ultima volta. «Addio Ariana.»

    Infine le voltò le spalle e scomparve fuori nella notte buia e sanguinaria.

    «Bruciate questa casa!» Sbraitò un Cacciatore.

    Gli altri membri del gruppo uscirono e appiccarono il fuoco intorno al perimetro dell'abitazione e prima di fuggire via sigillarono la porta intrappolando i due Vampiri tra le fiamme.

    La donna straziata e sofferente stava annegando nei suoi lamenti e singhiozzi. «Amore mio, mi dispiace tanto. Non ci meritavamo tutto questo male.»

    Il marito debole e sempre meno cosciente le premette l'indice sulle labbra. «Tranquilla tesoro mio. Abbiamo fatto del nostro meglio.» Le sussurrò prima di chiudere gli occhi. «Per favore, scappa finché sei ancora in tempo.» La supplicò, mentre il suo corpo diventava sempre più debole.

    «No, non ti lascio morire da solo.» Lo prese in braccio.

    «Tuo figlio ha bisogno di te», disse in un sospiro.

    «È al sicuro adesso, in un luogo lontano da qui. Vedrai nessuno lo troverà mai, nessuno gli darà mai la caccia.»

    «Non può vivere senza l'amore di sua madre...» Esalò il suo ultimo respirò e si abbandonò all'eterna e infernale morte.

    La donna cacciò un urlo straziante. Il suo cuore si sgretolò in mille pezzi. Lo strinse fra le braccia, gli donò un ultimo bacio sulla fronte e gli accarezzò il volto freddo ed esangue, per poi abbandonarlo per sempre.

    Edited by -Laura- - 25/9/2023, 17:33
     
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  2. TheMemesQueen
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    Chi pensa al bambino? D:
     
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    TheMemesQueen Lo scoprirai molto presto. :) Grazie per aver iniziato a leggere il mio nuovo racconto. <3
     
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    All'inizio, da com'è scritta la storia, credevo che i Vampiri fossero i cattivi della situazione :lol: Interessante il "ribaltamento" che hai fatto!
    Aspetto i prossimi capitoli per saperne di più e lasciare un commento più dettagliato :)
     
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    WOW!!! Il titolo della storia mi aveva già incuriosito dal titolo e l'avevo puntato subito, ne ho approfittato adesso che ho un po' di tempo e visto che ancora è un solo capitolo ;)
    L'inizio è interessante, mi è piaciuta la scelta di mettere l'avvertenza al lettore! Me la sono immaginata scritta con il carattere gotico :wub: e con i vari ghirigori.
    Il primo pezzo mi è piaciuto tanto, l'atmosfera era proprio tipica dei vampiri! e io adoro i vampiri, ho una certa ossessione :XD: e anzi la tua storia mi ha posto un quesito: di solito i vampiri si uccidono con il paletto di legno al cuore o, in alcune varianti, un pugnale d'argento, ma se invece venissero trafitti da altro? è possibile oppure no? cioè ovviamente dipende tutto dallo scrittore e come concepisce il proprio vampiro, però sarebbe interessante sapere cosa ne pensavano gli scrittori dell'800 :=/:
    E ad ogni modo la coppia di vampiri è stata fin troppo gentile e cordiale, volendo con la loro superforza potevano anche sbarellarli via tutti! Ma mi piace la scelta che hanno fatto di mostrarsi diversi dagli altri. Mi hanno ricordato, all'inizio, un po' Dracula e sua moglie in Hotel Transylvania, tanto tenerini e finiti in tragedia :(

    Comunque in questo pezzettino ti sei mangiata "un"
    CITAZIONE
    Si assistette ad vero e proprio tragico massacro

    Per il resto aspetto di vedere come continua, sono troppo curiosa!!! E concordo con Ellie, è sempre bello vedere magari i vampiri non cattivi ma piuttosto gli umani, ma io sono di parte :XD:
     
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    Rue Ryuzaki Sono contente che l'inizio ti abbia già così tanto coinvolto. Diciamo che ho una sui vampiri molto ottocentesca, molto alla Bram Stoker. Ho letto il suo romanzo "Dracula" e si ho guardato anche Hotel Transilvanya. Credo sia uno dei mie film-cartone animato preferiti. Io sono appassionata di vampiri ormai da anni, poiché è grazie a loro che sono riuscita ad appassionarmi alla lettura. Secondo me un vampiro si può uccidere in tre modi. 1. Con un paletto conficcato nel cuore. La punta deve contenere del veleno. Bruciarlo vivo o tagliargli la testa. =)
    Sì un vampiro può sconfiggere benissimo un umano e trasformarlo a sua volta in un vampiro, ma non tutti i vampiri sono cattivi...il perché lo scoprirai presto.
     
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    Anche io condivido il tuo modo per uccidere un vampiro! E adoro anche io Il Dracula di Stoker, gli dobbiamo tanto 🤣
    Sono troppo curiosa di scoprire di più 😍
     
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    Laura_Ruetta
    Il racconto è stato molto bello, specie per il capovolgimento dei ruoli. Certo non mi sarei aspettata che il vampiro potesse essere sconfitto tanto facilmente, però certo questa è una scelta personale e probabilmente sarà interessante vedere il seguito. Per quanto riguarda i vampiri non so se hai mai letto l'argomento "vampiro" di wikipedia... è lungo ma piuttosto interessante. Non vedo l'ora di leggere il seguito
     
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    C’era un volta…



    In cima a un roccioso monte dei Carpazi, avvolto da una coltre di nebbia, sorgeva un gotico castello scolpito nella roccia, dall'aria solitaria e spettrale. Era imponente ed era costruito in mura solide e massicce, velate da sfumature perlacee, in cui erano incastonate piccole oscure finestre rettangolari. Era circondato da otto torri dal tetto cremisi e dalla punta aguzza. La più alta di esse sorgeva nel cuore della fortezza ed era di dimensioni maggiori, si innalzava nel cielo cupo e triste, coperto da nuvole cenerine. Uno stretto ponte dal viale erboso e ciottolato collegava il castello alla foresta brulicante e smeraldina della Transylvania.

    In questo castello dimorava un illustre, benestante e ormai anziano Vampiro. Al crepuscolo si ridestava dal sonno profondo delle tenebre e usciva fuori dalla sua bara color ebano. Andava ad aprire la grande vetrata per ammirare i colori dorati del tramonto e il sorgere di una nuova notte. Chiudeva sempre gli occhi e traeva un profondo respiro. Il profumo di pino inebriava la sua anima morta. Il suo volto, dalla fronte alta, aveva le mascelle infossate ed era cereo, solcato da rughe profonde e molto evidenti. I suo occhi, azzurro ghiaccio, sprofondavano in due cerchi tenebrosi. Il suo naso era piccolo e le sue labbra erano sottili e velate di rosa, serrate per non mostrare mai i suoi affilati e marmorei canini da predatore. I capelli serici erano bianchi come la neve, nascondevano le sue orecchie elfiche. Gironzolava per il castello e tra i boschi con un'ampia vestaglia porpora, ricamata da fili color oro che si intrecciavano fra loro per disegnare maligne creature orientali. Era sempre stato un nobile gentile, umile e ammirevole. Lui era il Re Vlad III, ma riconosciuto come Dracula.

    Viveva in confortevole compagnia di un giovane quasi adulto: il suo unico nipote maschio. Era un fanciullo alto e longilineo. Il suo viso pallido aveva le guance infossate e gli zigomi pronunciati. I capelli lucidi e corvini gli ricadevano in morbide ciocche ondulate fin sotto le spalle. I suoi occhi erano due luminosi zaffiri circondati da un'aura scura. Le labbra erano sottili e vellutate di un tenue rosa pesca, inarcate appena in un sorriso malizioso, rivelavano una piccola e buffa fossetta sul lato sinistro del volto. Percorreva i corridoi della fortezza con eleganza e superiorità nelle sue vesti pregiate e scure. Era colto di sapere, amava leggere e suonare il pianoforte. Il suo adorato nonno lo aveva allevato come un figlio, anche se la sua educazione non gli era stata per niente utile. Era sempre stato un ribelle introverso e serbava in sé molto rancore; detestava la sua oscura natura di vampiro, tanto meno adesso che si avvicinava alla maggiore età e soprattutto odiava essere un orfano che non conosceva la sua famiglia e il motivo per cui l'aveva abbandonato.
    Lui era il Principe Dorian I, che si prestava a diventare il nuovo Re del Regno di Valacchia.

    Edited by -Laura- - 26/9/2023, 17:35
     
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  10. TheMemesQueen
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    HAI AGGIORNATO YEEEEEE

    Speriamo che Dorian non si faccia dipingere un quadro
     
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    Il primo capitolo è senza dubbio promettente: con poche parole hai tratteggiato un'immagine affascinante e suggestiva, capace di stuzzicare la curiosità di chi legge. Complimenti! :b:
     
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    IL PRINCIPE DORIAN I DI VALACCHIA



    All'imbrunire mite di quella sera, il cielo sereno era velato di nuvole rosa screziate di viola. I neri corvi sorvolavano le imponenti e rocciose vette frastagliate dei Carpazi. Una fresca folata di vento fece turbinare delle foglie in aria e rabbrividire le fronde degli abeti. L'infinita selva smeraldina si stava lievemente addormentando in un manto caldo e vaporoso dalle mille sfumature del tramonto. In Transylvania stava giungendo il malinconico autunno. Quella stagione che precedeva la morte e il buio delle tenebre.

    Nel castello di Dracula, un giovane fanciullo vampiro dormiva nelle sua ampia stanza, immerso nei suoi sogni più quieti e profondi. Era adagiato beato sopra un letto a baldacchino in legno massello, intarsiato in oro da motivi gotici floreali. Quattro sinuosi e morbidi drappi di tende cremisi scendevano eleganti dal soffitto ed erano legate con un gonfio fiocco intorno alle colonne arrotondate. La coperta rossa di broccato e le candide lenzuola di lino avvolgevano in un tiepido torpore il corpo del principe Dorian. I suoi boccoli corvini erano sparsi e adagiati sopra i soffici cuscini, gli incorniciavano il viso marmoreo che celava un'insolita espressione serena. Gli occhi erano chiusi, le folte ciglia nere gli accarezzavano la pelle e le labbra sottili erano vellutate di rosso.

    L'ambiente era avvolto nella tetra penombra. Le grandi tende, color crema, coprivano la grande finestra dalla quale filtravano gli ultimi raggi dorati del sole che rivelavano i minuscoli batuffoli di polvere vorticare nell'aria.

    Regnava un pacato silenzio. Nella stanza si poteva solo percepire il respiro rilassato del giovane vampiro riposare tranquillo.

    Nella sua camera, le pareti ebano erano affrescate da macabri dipinti oscuri: nascondevano figure di demoni maligni che si celavano solo al calar della notte.

    Al centro c'era un tondo tavolo in legno, decorato, lucido e massiccio, circondato da tre comode sedie con lo schienale e la seduta imbottite da una soffice fodera color rosso porpora. Il muro, vicino alla porta, era soffocato da un enorme e vecchio armadio color castagno, mezzo coperto da un drappo di tessuto. A fianco al letto matrimoniale c'erano due comodini pregiati e intarsiati. Sopra a quello rivolto verso il principe, c'era un candelabro argenteo con posizionate delle nere candele dalla cera gocciolante. Davanti alla finestra, c'era una scrivania scura, macchiata d'inchiostro. Sopra c'erano appoggiati un calamaio con una penna bianca, dei fogli scarabocchiati e mezzi sbavati, una pila di libri dalla copertina smeraldina e dalle pagine venate e ingiallite e una rosa nera appassita dentro a un vasetto in ceramica tinto di pervinca.

    Il fanciullo dormiva ancora sereno, quando qualcuno entrò di soppiatto. Una figura andò a scostare con le braccia le pesanti tende e aprì la grande finestra. Una ventata d'aria fresca colpì la stanza e l'ultima luce del giorno illuminò le inquietanti pareti.

    «Buongiorno, Principe Dorian», disse una tenera voce. Era una donna anziana e robusta. I suoi capelli scuri erano legati e stretti in uno chignon coperto da un copricapo con frontino in stile vittoriano, decorato in pizzo nero. Vestiva un lungo abito gotico scuro. Il corpetto era stretto e attillato, chiuso sul centro davanti da una serie di bottoni in tessuto, provvisto di un colletto alto e di maniche arricciate a sbuffo, chiuse da un polsino, dal quale fuoriusciva del candido merletto floreale. La gonna a ruota pieghettata cadeva liscia fino a toccare terra.

    La governante si avvicinò al corpo dormiente del giovane. «È il tramonto, signorino, è ora di levarsi.»

    Dorian strizzò gli occhi ed emise un gemito mentre si muoveva da sotto le lenzuola. Si rigirò sul materasso, voltò le spalle alla donna e si coprì la testa con tutte le coperte che aveva.

    La cameriera sbuffò alterata e con le mani provò a scuoterlo con agiata delicatezza.

    «Principe Dorian, non vorrà far aspettare il suo istruttore anche oggi.»

    «Non m'interessa», digrignò i denti rabbioso.

    «Oggi ha le sue ultime lezioni, deve concludere gli studi prima...»

    Il vampiro gettò le lenzuola all'aria e si destò. Lanciò irritato un cuscino in faccia alla domestica.

    «Signorino! Ma che modi sono questi!» Lo sgridò scioccata.

    «Io voglio solo dormire! Lasciatemi in pace!» Le urlò contro, mostrando i sui affilati canini. I suoi occhi si tinsero di rosso mentre guardava in collera la sua povera governante. «Se ne vada subito. Non la voglio mai più vedere. Non sono più un bambino!»

    Lei si avvicinò di nuovo al fanciullo e gli posò una mano sulla spalla. «Ne è sicuro? Perché in questo momento si sta proprio comportando come...» Non fece in tempo a finire di parlare che il giovane le saltò addosso afferrandola per il collo. «Come osa!» Ringhiò forte. Nei suoi occhi ora divampavano le fiamme dell'Inferno.

    «Prin...ci...pe Dorian!» Si portò una mano al petto, molto provata e spaventata. I suoi occhi nocciola divennero lucidi e le sue labbra rosse fremettero. Tossì e si ricompose acquistando di nuovo coraggio. «Che le stia bene o meno, domani a mezzanotte verrà incoronato Re di Valacchia. Deve ultimare i suoi studi, esercitarsi ancora al pianoforte e infine ancora provare il vestito per la cerimonia. Il suo caro nonno sta ultimando gli ultimi preparativi, non vorrà di certo deluderlo. Quindi mi dovrà sopportare ancora per queste due ultime notti, poi sarà ufficialmente un vampiro adulto e maturo.» La governante faticava a trattenere le lacrime. «Dopodomani io non ci sarò più...»

    Dorian vedendola in pena, cambiò atteggiamento e si addolcì. «Mi scusi, Signorina Dragomira.» Si alzò dal letto.

    «E non avrai più bisogno di me», irruppe alla fine in un pianto disperato.

    Il vampiro la prese e l'abbracciò forte. Lei ricambiò altrettanto.

    «Grazie per esserci stata quando nessun altro voleva prendersi cura di me.»

    Nel frattempo, un'altra domestica irruppe a passo svelto nella camera del giovanotto. In mano teneva piegata della biancheria pulita. «Principe Dorian, ecco a voi i vestiti che indosserete oggi.»

    Il fanciullo si voltò e la cameriera gli accennò un lieve inchino, poi si dileguò in fretta.

    Dorian lasciò andare Dragomira e si sedette sul letto. Lei estrasse dall'abito un fazzoletto bianco ricamato e si asciugò le lacrime. «Vostro nonno desidera cenare con voi all'alba nella grande sala da pranzo.»

    Il fanciullo roteò gli occhi al cielo e sbuffò. «Va bene, ditegli che ci sarò...»

    «Molto bene, principe.» Gli rivolse un lieve e dolce sorriso. «Prima di presentarvi a lezione vi inviterei a fare un caldo e rilassante bagno, sapete dopo la scappatella non riuscita di ieri in mezzo al bosco, sarete piuttosto sporchi...»

    Il vampiro la guardò impassibile e la squadrò nella sua altezza. «Come volete voi...», affermò severo.

    «Se ha bisogno di me, io sarò qui fuori ad attenderlo», disse la Governante, dopodiché si dileguò.

    Dorian la seguì con lo sguardo, finché un'altra donna bassa e minuta, arrivò nella stanza con in braccio un vassoio d'argento con sopra una teiera nera in porcellana e un calice in vetro trasparente. Lo andò a posizionare sopra al comodino di fronte al giovane. «Ecco a voi la vostra colazione», elargì inchinandosi davanti a lui per poi congedarsi come tutte le altre inservienti, chiudendo la porta.

    Il vampiro rimase solo nella camera da letto. Spostò il suo sguardo verso il mondo esterno. Gli ultimi raggi dorati del sole, scaldavano la sua pelle pallida, tingendola di un lieve arancio.

    Dorian si levò e andò verso la finestra aperta. Vide l'ultimo spicchio di sole scomparire dietro le montagne.

    Sospirò pesantemente e si strinse a sé. Venne colpito da uno strano dolore al petto. Si tastò. Era il suo cuore. Aveva mancato un altro battito.

    Una lacrima rigò la sua guancia sinistra.

    A capo chino si ritirò nella sua stanza. Guardò la caraffa esitante e indeciso.

    Infine sospirò e andò verso il muro, lo premette con una mano e una porta segreta lo fece entrare in una stanza nascosta.

    Si fece un bel bagno ghiacciato e si ridiede una sistemata.

    Prese con sé i suoi libri e uscì.

    «Eccovi qui, Principe Dorian», irruppe la Signorina Dragomira. «Era di vostro gradimento la colazione?» Gli rivolse un gentile e premuroso sorriso.

    «Non ho fame questa sera», tagliò corto lui. «Ci vediamo più tardi.» Le voltò le spalle e si incamminò con eleganza e superiorità su un rosso tappeto, lungo il corridoio ombroso, illuminato solo dalla luce fievole di alcuni candelabri dorati fissati al muro di pietra.

    «Buona nottata, Principe Dorian.» Lo salutò con aria assai preoccupata.

    Edited by -Laura- - 30/8/2023, 16:38
     
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    Povero Dorian-
     
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    Letto anche il secondo capitolo. Mi piace l'umanità che attribuisci al personaggio di Dorian, nonostante sia un vampiro! Si vede che ci tieni particolarmente a rappresentare i vampiri come esseri molto simili a noi umani :)
     
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    Ho letto gli ultimi due capitoli. La descrizione di Dracula mi ha ricordato la versione del Conte nel film "Dracula di Bram Stoker" con i fini capelli bianchi, le rughe e la pelle trasparente, con sopra un vestito scarlatto.

    Sono curiosa di sapere come andrà la storia con Dorian, vedere la notte dell'incoronazione e la sua trasformazione definitiva a vampiro... sarà straziante e dolorosa, ma sono tanto curiosa ^_^ Ammetto che all'inizio mi ha stranito la cosa, sentire il cuore che batte e il sole sulla pelle, però poi l'hai reso chiaro e anche interessante.

    Ti consiglio una rilettura dell'ultimo capitolo perché ci sono degli errorini sul genere dei sostantivi con gli articoli\aggettivi.
    Es:
    CITAZIONE
    alcune candelabri

    CITAZIONE
    Il fanciullo rotea gli occhi al cielo e sbuffa.

    Qui invece sei passata al presente.

    Aspetto di vedere come andrà la cena con Dracula e l'evolversi della storia!
     
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