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    OPERA DI RIFERIMENTO: Marvel, Arco narrativo Thor
    CATEGORIA: bollino arancione
    GENERE: Angst, Sentimentale,
    NOTE AGGIUNTIVE: What if?
    DICHIARAZIONE DI NON RESPONSABILITÀ: "Thor" e i suoi personaggi non sono miei, purtroppo, ma appartengono alla Marvel e Mitologia Norrena!


    Sinossi: Dopo che Loki ha tentato di distruggere e sottomettere gli Umani, è stato processato e imprigionato per volere del dio Odino, suo padre adottivo. Dopo qualche mese di prigionia, è costretto a scappare per non essere giustiziato.
    Dall’altro lato abbiamo Thor, il dio del tuono, fidanzato con l’astrofisica umana Jane, che però non vede da parecchio tempo…

    Ai fini di comprensione: Erik è uno scienziato e amico di famiglia di Jane che era stato manipolato\impossessato da Loki. Darcy è la stagista di Jane.


    Note Autore: Questa fan fiction è molto vecchia, risale a dieci anni fa e contiene MPreg... All'inizio non ero sicura di pubblicarla, ma per fare un piacere a Laura ho preso questa decisione. La storia però era davvero scritta malissimo, i primi due capitoli sono riuscita a sistemarli un po' (ho tentato di fare il possibile) riscrivendo anche alcune parti, mentre gli altri capitoli sono stata costretta a eliminarli del tutto perché: scritti malissimo e lo svolgimento della storia non era più affine a me. Per questo motivo il terzo e ultimo capitolo può sembrare un po' frettoloso nello svolgimento degli eventi, a causa del poco tempo a mia disposizione ho dovuto riscrivere un finale decente e non troppo dettagliato e lungo, omettendo alcuni approfondimenti che magari potevano essere necessari ma che ho deciso di evitare per focalizzarmi sui protagonisti. Spero che il capitolo finale sia soddisfacente lo stesso e che i primi due capitoli non facciano troppo schifo!



    Indice:




    »»————-  ————-««



    Capitolo Uno

    Inverno



    Era notte fonda ad Asgard, una di quelle fredde e gelide nottate che anticipavano la bufera di neve. Nei sotterranei non c'era anima viva, se non le uniche due guardie impegnate a dormire l'uno abbracciato all'altro per riscaldarsi. Fu in quel momento che Loki pensò di mettere in atto il suo piano. Nessuno si sarebbe accorto di nulla fino alla mattina seguente, quindi si sarebbe fatto coraggio e sarebbe scappato da quella prigione, mettendosi in salvo. Doveva farlo, non aveva molto tempo. Aveva programmato tutto nei minimi dettagli, studiando ogni singola mossa alla perfezione. Si mise la coperta addosso, prese il sacco con dentro i libri portatogli dalla Madre degli Dei e scappò. Rapido e svelto come un felino, uscì dalla cella con l'uso del suo abracadabra e corse verso il passaggio segreto che l'avrebbe portato al sicuro da quel posto. Quando lo raggiunse, oltrepassò il portale e si trovò sulla terra. Sperava di sbucare da qualche altro pianeta, ma dopotutto era impossibile giocare con i portali.

    La notte lo aveva accolto anche sul pianeta terreste e il cielo era tinto di un rosso chiaro per la neve che cadeva leggiadra sulla strada. S'incamminò senza meta e senza sapere dove fosse con certezza. Ad ogni passo avanti il pentimento cresceva a dismisura, portandolo quasi a rimpiangere le spoglie pareti della prigione, anche se era stato l'unico modo per potersi salvare la vita. Si guardò intorno e a poco a poco i ricordi incominciavano a riaffiorare. Era a New York, come poteva dimenticarsi di quella città, in fin dei conti l'aveva quasi distrutta! Si fece guidare dall'istinto che lo portò in una zona familiare. Non era una di quelle che aveva preso d'assalto vicino alla Stark Tower, era una vietta isolata dal caos del centro della città. La via che l'aveva condotto presso la casa del dottor Erik.
    Era stanco e il freddo stava diventando sempre più opprimente, insidiandosi fin dentro le ossa. Non riusciva a proseguire, doveva fare una pausa e riposarsi. Senza nemmeno pensarci troppo, si sedette per terra appoggiando la testa contro il muro e, in men che non si dica, si addormentò.

    Dei gemiti echeggiavano per tutta la stanza. Voci appena udibili venivano portate via dal vento, intrufolandosi silente dal balcone. Due corpi si stavano unendo avvolti da un'ardente passione. I loro visi tutti sudati e arrossati, con le labbra che si ricercavano bramose di assaporarsi a vicenda. Dei fili d'oro gli sfioravano il viso, mentre delle mani possenti gli accarezzavano ogni centimetro della sua pelle.
    “Loki...” sussurrò tra gli ansiti.


    Il frastuono della metropoli lo strappato via da quel caldo e piacevole sogno, schiantandolo nella gelida realtà. Ringraziò il cielo per averlo fatto tornare dal mondo dei sogni; se avesse continuato a dormire probabilmente sarebbe morto assiderato. Si alzò e si scrollò di dosso la neve caduta, per poi rimettersi incammino fino a che non riconobbe la casa. Non l'avrebbe mai pensato che, un giorno nella sua vita, sarebbe andato a chiedere aiuto da coloro che, con assoluta certezza, lo odiavano, ma non conosceva altro posto dove recarsi. Non poteva morire. Non ora. Non oggi.
    Con l'aiuto della propria magia, aprì il portone e salì fino alla porta d'ingresso del dottore. Suonò il campanello ed aspettò, appoggiandosi al muro. Riusciva a sentire il proprio corpo cedere sotto il peso della gravità, non gli era rimasto nemmeno un briciolo di forza e di certo avere sulle spalle una trottola impazzita non lo aiutava per niente. Poco dopo la porta si aprì e si trovò di fronte l'ultima persona che avrebbe voluto incontrare in vita sua.

    “Cosa ci fai, tu, qui?” gli chiese la donna con tono acido e perforandolo con uno sguardo accusatorio e severo.
    “So che sono l'ultima persona che vuoi vedere...”
    “Davvero perspicace.”
    Loki abbozzò un piccolo sorriso sarcastico: “L-lo so, ma ho bisogno...” non riuscì a concludere la frase, sconfitto dal vorticoso roteare della testa che lo fece afflosciare per terra.
    “Oddio!” esclamò Jane, cercando di tirarlo su. “Erik, aiuto!”

    “Jane, ma cosa...” disse il dottore, sopraggiungendo di corsa per darle una mano. “Loki?!” Non appena lo vide, rimase per un'istante interdetto prosciugato da qualsiasi pensiero.
    “Aiutami, non possiamo lasciarlo fuori, anche se lo vorrei...” disse Jane, facendo riconnettere il dottore al presente e portandosi un braccio di Loki alle spalle.
    “Sì, scusa...” Erik l'aiutò ad alzarlo e insieme lo trascinarono dentro casa, adagiandolo sul divano.
    “Portami una coperta e dei vestiti asciutti” incitò Jane, togliendo i vestiti fradici al semidio. Non appena gli rimosse gli indumenti, il suo sguardo indugiò per un lungo istante su di lui nel mentre, istintivamente, si rialzava per poterlo guardare meglio. Erik tornò da lei porgendole quanto chiesto e, vedendola imbambolata, si voltò verso Loki.
    “Stai vedendo quello che vedo anche io?” chiese Jane allo scienziato, per essere certa di non essere finita in una qualche assurda allucinazione o sortilegio.
    “Sì...”
    “Ma come...?” mormorò la ragazza alquanto affascinata e incuriosita.
    “Non lo so, ma sarebbe meglio coprirlo al momento, lo scopriremo col da farsi” suggerì Erik incominciando a rivestirlo.

    Un oretta dopo, Loki si svegliò e si ritrovò i due scienziati seduti davanti al divano con i loro occhi fissi su di lui. Rimase in silenzio per un'istante, posando lo sguardo prima su di lei e poi su di lui con il cuore che scalpitava impazzito e guidato dall'imbarazzo.
    “Cos'è...successo?” tentò di rompere quella gelida tensione, mettendosi seduto. Dai due non ebbe alcuna risposta se non i loro occhi penetranti e interrogativi, riusciva a leggere chiaramente sui loro volti quel desiderio di conoscenza, tipica dei scienziati di fronte a una prossima scoperta intergalattica. “Cos-...?” In quel momento notò lo sguardo di Jane abbassarsi di sfuggita, allora chinò il capo per cercare cosa avesse colto l'attenzione di lei. I vestiti erano diversi. “Oddio...” In quel momento capì.
    “Allora?” chiese Jane un po' spazientita.

    “Non credo che io ti debba delle spiegazioni per cose che non ti riguardano” le rispose con tono acido, guardandola con sufficienza.
    “Beh, dato che sei venuto qui a chiedere aiuto direi che la cosa mi riguarda, almeno un po'” gli fece notare la ragazza.
    Loki alzò lo sguardo al cielo e sospirò: “È successo e basta. Sono fatto così, ho questo dono, questa particolarità e non posso farci niente...” Un sorriso amaro si abbozzò sul suo viso. “Sono il Dio del Caos e quindi comprendo che per voi esseri umani io possa sembrare un mostro, un caso degenerativo. E i vostri sguardi scrutatori e analizzatori mi mettono a disagio.” Non riuscì a non farsi scalfire da quella sensazione di imbarazzo che lo stava scuotendo, spingendolo ad abbassare lo sguardo e a stringersi. Si sentiva fin troppo sbagliato, così come non gli capitava da quando era bambino: tutti quegli occhi asgardiani che indugiavano su di lui con diffidenza e che ai tempi non ne capiva il motivo.
    “Scusa...”
    “Come mai sei qui?” chiese Erik.

    “Beh... sono dovuto scappare. Se qualcuno lo scoprisse, me lo porterebbero via e non voglio permetterglielo, devo proteggerlo, quindi sono venuto nell'unico posto che conoscevo...” rivelò continuando a mantenere lo sguardo basso, mentre le sue mani, istintivamente, si posavano sul ventre con fare protettivo. Erik e Jane si scambiarono uno sguardo complice e comprensivo, ritrovarsi nel loro salotto un Dio degli Inganni completamente diverso da come aveva avuto modo di conoscerlo faceva un effetto alquanto strano.
    Poi Jane si voltò verso Loki, nei suoi occhi seri vi era diluito un pizzico di compassione: “Intendi... che lo ucciderebbero?” gli chiese e Loki annuì, mordendosi il labbro inferiore con forza. “E perché lo farebbero? E chi potrebbe fare una roba simile? Ok, non sei tra gli Dei più santi dell'universo, ma... mi sembra alquanto eccessivo prendersela con una creatura che non è nemmeno nata” aggiunse Jane cercando di nascondere il proprio disgusto di fronte a tale verità.

    Sul volto di Loki si dipinse uno sorriso amareggiato, alzò il capo e la guardò. “Chiunque volerlo uccidere, già vogliono farlo con me da quando sono nato, figuriamoci sapere che un tale essere -il sottoscritto- fra qualche mese mette alla luce una creatura, penserebbero che si tratti di un pericolo per il Regno... Eppure non... non dovrebbe, almeno spero...” Posò lo sguardo fuori dalla finestra lasciandosi cullare dai fiocchi di neve che danzavano leggiadri nel cielo. Gli sembrava che, a poco a poco, quei candidi e soffici puntini bianchi riuscissero a portare via ogni pensiero e affanno. “Spero che prenda tutto da lui e non da me...” mormorò sovrappensiero senza accorgersi che le parole gli sfuggirono dalle labbra, avvolgendolo sotto la pesante e familiare malinconia.
    “Chi sarebbe l'altro genitore?” chiese Jane, facendo sussultare Loki che subito tornò a guardarla con il cuore che tamburellava impazzito e il volto pallido quanto la neve.
    “Jane, basta!” s'intromise in dottore. “Direi che per oggi ne ha passate troppe, lasciamolo riposare.”
    “Sì, scusami, hai ragione... riposa bene.” I due si alzarono e lo lasciarono solo.

    Loki si sdraiò e guardò il soffitto, adagiando una mano sul ventre. In quel momento la sua mente lo riportò a quella notte, quando era rinchiuso nella stanza di confinamento e l'interminabile attesa del processo fu allietata dalla sua visita inaspettata. Riusciva a sentire le sue possenti mani sul proprio corpo, mentre i suoi occhi celestiali lo guardavano come mai avesse fatto prima; e poi... quelle parole sussurrate con dolcezza non facevano altro che stravolgergli il cuore e confonderlo. Erano davvero legate ai suoi sentimenti, oppure era solo un effetto dell'atmosfera passionale del momento? Più ci rimuginava e più si sentiva sprofondare nel gelo della tristezza e solo al pensiero di stare lontano da colui che amava, per colpa dei pregiudizi degli asgardiani e per ciò che il Dio del Caos rappresentava, lo trascinava nelle profondità della solitudine. Avrebbe voluto averlo al proprio fianco, avrebbe voluto condividere il segreto che portava in grembo con lui, liberandosi anche di quei sentimenti incendiavano il suo cuore ogni volta che lo vedeva; ma non poteva. Tutto ciò che sognava sarebbe rimasto solo un sogno e nulla di più. Allora chiuse gli occhi, fece un respiro profondo e si focalizzò sulla sua regale e possente figura; se era destinato a stargli lontano nella realtà, almeno lo avrebbe incontrato nel mondo dei sogni.
    “Thor...” sussurrò il suo nome e si addormentò.

    Edited by Elizabeth Swann - 16/6/2023, 11:39
     
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    Capitolo Due

    Regalo di Natale



    Era passato quasi un mese da quando Loki era scappato da Asgard e tutto il regno era in subbuglio. Non appena Odino seppe del reato, fece muovere tutte le truppe che aveva per cercarlo. Aveva affidato a Thor il compito di ritrovarlo e, se avesse portato a termine la missione, Loki non l'avrebbe passata liscia. Il Dio del Tuono si mise a cercarlo ovunque, in tutti i posti che credeva di poterlo trovare, ma senza alcun successo. I giorni divennero settimane e del Dio degli Inganni sembrava proprio non esserci alcuna traccia in nessuno dei mondi a cui aveva fatto visita.

    “Diamine, Loki, dove sei?” pensò Thor con lo sguardo rivolto verso il cielo, quasi in cerca di un idea fulminea su dove potesse trovarlo. Se non fosse stato di indole ostinata e cocciuto quanto i suoi due caproni, probabilmente avrebbe gettato la spugna dichiarandosi sconfitto dall'astuzia del moro; eppure non aveva alcuna intenzione di arrendersi. Non poteva rinunciare, doveva trovarlo a tutti i costi con la speranza di poterlo salvare dal giudizio di Odino.


    Era dicembre inoltrato sulla Terra e già, per le strade, si sentiva l'aria di festa: le luci natalizie pronte a confortare lo spirito, mentre la gente si affaccendava a comprare regali.
    Anche quel giorno era accostato alla finestra intento ad ammirare la neve fioccare leggiadra, ammantando tutta la città di un magico candore. Di tanto in tanto si soffermava a riflettere sulle strane usanze degli umani, cercando di comprendere come potessero festeggiare qualcosa di così tanto ridicolo come il Natale, ritrovandosi molto spesso a commentare: “Sapranno l'origine della loro amata festa, oppure sono stupidi come sembra?” Ma si trattava solo di attimi sfuggenti che illuminavano la sua mente offuscata come lampi in un cielo in tempesta. Per la maggior parte del tempo si ritrovava intrappolato in un continuo rimuginare sul suo futuro, i pensieri non facevano altro che vorticare e martellargli in testa le solite domande: sarebbe stato fortunato ad averne uno? Cosa sarebbe successo l'indomani e quello dopo ancora? La morte lo avrebbe accolto presto nel suo gelido regno? E per quanto provasse a non fissarsi su tali dilemmi negativi per proteggere la creatura che portava in grembo, non riusciva a sottrarsi a quel tagliente e ghiacciato abbraccio oscuro; persino il grigiore e l'umidità della città sembravano rispecchiare il suo mondo interiore dominato dalla solitudine e tristezza.

    “Vorrei che almeno Madre fosse qui...” si ritrovò a pensare. “Lei avrebbe capito...” Posò una mano sul vetro e un brivido gli percorse tutta la schiena, fino a che la mano non incominciò a tingersi di blu ghiacciando la parte a essa circostante. Allora chiuse gli occhi, rievocando nella propria mente l'immagine di Frigga, e fece un respiro profondo cercando di lasciar andare tutta la negatività che aveva in corpo. Non appena incominciò ad alleggerirsi un po' di più, la sua mente lo accompagnò -sempre e solo- a quella notte che, in cuor suo, aveva sognato per troppi secoli. Riusciva a sentire il tocco ruvido e delicato di Thor sul corpo mentre le labbra indugiavano sul suo collo. Solo al ricordo il cuore prese a scalpitare in preda a una cocente passione che quasi gli stritolava lo stomaco fino a farlo scomparire.

    Avrebbe voluto correre da lui, guardarlo in quei suoi occhi cristallini e sussurrargli: “Hai portato la vita nel Caos e presto diventerai padre.”
    Desiderava persino chiedere perdono a Odino stesso e offrire ai suoi due corvi Huginn e Muninn i propri ricordi, cancellando definitivamente dalla propria mente tutti i disastri che aveva combinato, portando solo dolore. Ma per il bene della sua progenie sarebbe rimasto in esilio, accontentandosi dei sogni.
    Riaprì gli occhi, sospirò e andò a sedersi sulla poltrona della sala; afferrò la sacca che si era portato dietro e prese uno dei tanti libri donatogli dalla Madre degli Dei. Solo leggere il titolo del libro, sul suo viso si abbozzò un piccolo sorriso malinconico: Magia e Leggende dei Nove Regni; non v'erano dubbi, Frigga lo conosceva fin troppo bene e, forse, era l'unica asgardiana capace di comprendere ogni sua sfaccettatura e a leggergli nell'animo. Nonostante non fosse davvero sua madre, Loki non poteva considerarla diversamente. Qualsiasi cosa sarebbe accaduto in futuro, Frigga sarebbe rimasta per sempre sua madre e lui l'avrebbe amata incondizionatamente come un figlio.

    “Grazie, Madre...” pensò e incominciò a immergersi nella lettura, pagina dopo pagina, fino a che una fitta al ventre lo costrinse a interrompersi. “Ehi, ehi... vacci piano” mormorò, accarezzandosi la pancia sperando di calmare il tripudio di calci e spinte della piccola creatura. Eppure sembrava che ad ogni tocco, il bambino non faceva altro che agitarsi sempre di più come un piccolo Thor inferocito e pronto a scontrarsi con il prossimo nemico. Allora un sorriso malinconico si dipinse sul volto di Loki, ricordandosi di un Thor bambino scatenato quanto un tornado di fulmini. “Sei proprio uguale a tuo padre... prevedo già che mi farai passare le peggiori pene di Helheimr...” Scosse il capo e incominciò a fare dei respiri profondi per cercare di domare la sua irruenza. “Per favore, rilassati un po'...” A poco a poco il bambino incominciò a calmarsi, nonostante fosse restio a cedere completamente. “Non c'è proprio verso, vero?” Posò lo sguardo sul proprio ventre e aggiunse: “Ho come la sensazione che vorresti che tuo padre fosse qui, vero?” e a quella domanda il piccolo gli rispose con due pugnetti. “Lo so...” Sospirò, appoggiando il capo sullo schienale della poltrona e guardando il soffitto. “Manca anche a me e vorrei che fosse qui con noi... ma... è per il tuo bene...” Sentiva le lacrime desiderose di essere liberate dalla prigionia, così strizzò gli occhi, si passò una mano su di essi e si ricompose. “Andrà tutto bene, spero...”

    In quel momento un rumore di passi lo strapparono dal suo mondo, si voltò verso la sorgente e vide Jane entrare nella sala con un vassoio in mano; non appena incrociò lo sguardo di lui, la ragazza si fermò.
    “Ehm... ti ho... ti ho portato dei pancakes e una tazza di cioccolata calda” tentennò, alquanto imbarazzata, Jane, incominciando ad avvicinarsi. “Pensavo aveste entrambi fame...”
    “Grazie.” Le prese il vassoio dalle mani, accennandole un piccolo sorriso. La tensione si era impadronita dell'intera stanza, schiacciando entrambi sotto il suo peso opprimente e facendogli desiderare di fuggire via il più lontano possibile.

    Per Loki era alquanto strano ritrovarsi ospite della ragazza -se così si poteva ancora dire- di Thor e di certo portare in grembo la progenie del Dio del Tuono, il presunto ragazzo di lei, non rendeva le cose più semplici.
    “Allora... come... ti senti?” gli chiese Jane, sedendosi sul divano e guardandolo nel mentre annusava il dolce profumo della cioccolata. Il moro posò i suoi occhi grigi su di lei, rimanendo per un'istante in silenzio come a voler essere certo di aver recepito bene la domanda.
    “Bene” rispose titubante e lo sguardo penetrante e investigativo di lei lo mise ancora più in soggezione.
    “Mmh... dall'espressione che hai non si direbbe, però capisco che... beh, non è facile.” Loki abbassò lo sguardo con un sorriso amareggiato sul viso. “Però credo che al momento la cosa importante sia la salute di tuo figlio” aggiunse, facendo un cenno con il capo per indicare il ventre. “E credo che, almeno, dovresti farlo sapere all'altro...”
    “Non posso... è meglio per tutti che non si sappia.”

    “Perché? Chi è il padre?” gli chiese alquanto confusa. Non riusciva proprio a comprendere cosa ci fosse di sbagliato nel rivelare una lieta notizia come quella; piuttosto che portare gioia e unione, il concepimento di quella creatura sembrava avesse portato solo infinita tristezza e solitudine. Loki la guardò e solo dal suo sguardo penetrante e dal suo silenzio, Jane capì: “Sì, voglio saperlo!”
    “Ebbene...” Non appena si decise di rivelarglielo, il suono del campanello l'interruppe, costringendo Jane ad alzarsi.
    “Scusami, torno fra un secondo...” si congedò la ragazza, andando ad aprire. “Thor!!!” esclamò di sorpresa e più forte che poteva per farsi sentire da Loki, dandogli il tempo di potersi nascondere.
    Quando udì il suo nome, il Dio degli Inganni si pietrificò e il cuore si schiantò contro il suo petto perdendo un battito. Avrebbe dovuto nascondersi, alzarsi da quella maledettissima poltrona e volatilizzarsi nel nulla dalla stanza, eppure gli sembrava essere sotto l'effetto di qualche incantesimo impedendogli di muoversi.

    “Ciao, Jane. Forse... non sarei dovuto piombare qui dal nulla dopo... parecchi anni...” disse Thor sentendosi un tantino fuori posto.
    “Beh... diciamo che non mi aspettavo di ricevere un tuo preavviso, ma nemmeno di vederti qui, se devo essere sincera.” Sarebbe stava volentieri a travolgerlo con tutto ciò che aveva pensato di lui fino a quel momento, ma le circostanze non erano delle migliori.
    “Scusami...”
    “Come minimo...” mormorò la ragazza, portando per un secondo gli occhi al cielo e poi tornare a guardarlo. “Accetto le tue scuse, anche se ho voltato pagina già da un pezzo” gli rivelò, cogliendolo di sorpresa. “Ad ogni modo, entra...” Lo fece accomodare in cucina, di fronte al salotto, nel mentre con lo sguardo andava alla ricerca di Loki. Di lui non vi era alcuna traccia, solo una cosa la stranì: la presenza di una Darcy incinta di cinque mese e seduta al posto di Loki.
    “Come... come mai sei qui?” gli chiese Jane, sforzandosi di guardarlo negli occhi per non destare sospetti.

    “Hai visto Loki?” le chiese Thor con tono turbato e istintivamente Jane tornò con il proprio sguardo su Darcy -o forse avrebbe dovuto dire Loki.
    “Cosa?” gli rispose qualche attimo dopo, distogliendo lo sguardo dalla sala.
    “Hai visto Loki?”
    “Oh, no... Non... non è passato a distruggere altre città d'America” ridacchiò con l'ansia che cresceva a dismisura e tornando a guardare la finta Darcy. A quel punto Thor non poté fare a meno di voltarsi nella sua stessa direzione.
    “Oh, Darcy!” esclamò il Dio del Tuono dirigendosi verso il salotto.
    “Dannazione!” si ritrovarono a pensare Jane e Loki nello stesso momento.
    “Ehm, ciao...” disse Loki, cercando di mantenersi più calmo possibile.
    “Mi fa piacere vederti dopo tutto questo tempo!” continuò, avvicinandosi sempre di più.

    “Ti prego, resta lì” pensò il moro, sforzandosi di sorridere.
    “Noto che sono in avvicinamento dei cambiamenti importanti!” esclamò il biondo, notando le sue condizioni. “Congratulazioni!” Le posò una mano sulla spalla, rivolgendole un sorriso abbagliante. In quel momento la piccola creatura prese a scalciare e a rigirarsi come colpita da scosse elettriche, sentire la vicinanza e presenza del padre aveva fatto risvegliare il suo indomito animo. Loki si portò una mano sul ventre, piegandosi in avanti e trattenendo i gemiti di dolore; gli sembrava che tutto il corpo fosse trafitto da una moltitudine di saette impedendogli di mantenere l'effetto dell'incantesimo. Così tornò ad essere se stesso, la figura di Darcy svanì lasciando il posto al vero Loki.
    “L-loki?” tentennò il Dio del Tuono. Il moro si alzò dalla poltrona, posando il suo sguardo fiero e composto su di lui.
    “Thor...”
    Nella stanza cadde il silenzio; Jane, rimasta in disparte, li guardava in attesa: Loki con gli occhi fissi su quelli cristallini di lui, intento a mantenersi il più calmo e distaccato possibile, e Thor che contemplava incredulo il suo viso.
    Il tempo sembrava essersi fermato.
     
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    Capitolo Tre

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    La stanza sembrava essersi fatta ancora più stretta e opprimente sotto il peso di quell'atmosfera impregnata di tensione. I due semidei si fissavano negli occhi senza pronunciare alcuna parola come se entrambi avessero il timore di rompere quel silenzio straziante; Jane, invece, si sentiva un pesce fuori dall'acqua -il terzo incomodo nel proprio appartamento.
    Allora fu lei a interrompere quella finta quiete: “Ok, voi due avete bisogno di parlarvi, quindi... vi lascerò da soli...” detto ciò, prese la giacca e si fiondò fuori di casa.
    Non appena furono rimasti da soli, Thor lo guardò da capo a piedi e Loki, sentendosi sempre più in soggezione si strinse il ventre con le braccia temendo una qualche reazione inaspettata; dopo di che lo guardò con tutta la fierezza che lo contraddistingueva.
    “Ebbene... hai intenzione di scrutarmi ancora per molto senza dire nulla?” disse Loki senza battere ciglio.
    “Tu... io non...” tentennò il Dio del Tuono, posando il suo sguardo sulla pancia del moro per poi tornare a guardarlo negli occhi. Sentiva il cuore tamburellargli impazzito nel petto, con lo stomaco che si attorcigliava su se stesso mozzandogli il fiato. Thor, il Dio del Tuono e protettore degli uomini, il più coraggioso fra gli Aesir stava provando un certo timore. Non riusciva a muoversi e nemmeno ad articolare una qualche frase di senso logico, preferiva rimanere in attesa con il timore -e la speranza- di udire quelle parole.

    “A quanto pare sei riuscito a far germogliare la vita persino nel Caos” rivelò il Dio del Caos, posando lo sguardo sul proprio ventre e dando una carezza alla propria creatura.
    “S-stai dicendo che...”
    “Già...” Alzò lo sguardo su di lui, abbozzando un amaro sorriso.
    Thor si avvicinò, mantenendo i proprio occhi limpidi sui suoi e, quando gli fu così vicino da percepire il suo inebriante profumo, lo abbracciò, cogliendolo di sorpresa. Solo allora Loki si lasciò andare del tutto, forse guidato da un eccessiva dose di ormoni o forse, semplicemente per una volta, si lasciò guidare dal proprio cuore abbassando le mille maschere che portava sul volto. Si strinse saldamente alla mantella blu notte del biondo, nascondendo il viso tra l'incavo del suo collo permettendo alle lacrime di scivolargli via lungo il viso.
    “Ho... ho avuto paura e sono scappato... Non volevo che lo scoprissero, non voglio che me lo portino via... è l'unica cosa buona -spero- che sto creando, l'unica cosa che... ho di te” rivelò Loki con la voce rotta dal dolore, mentre cercava in tutti i modi di sopprimere i singhiozzi che, impavidi, desideravano di liberarsi.
    “Loki...” Sciolse l'abbraccio e gli prese il viso tra le mani, asciugandogli le guance dalle lacrime. “Tu... tu hai tutto di me, lo hai sempre avuto e io sono stato cieco a non accorgermene fino a quando non credevo di averti perso. Io sono e sarò sempre con te...” riuscì finalmente ad ammettere il Dio del Tuono, sentendosi subito più leggero e un sorriso gli illuminò il viso. “Dopo tutto quello che abbiamo passato, avresti dovuto capire che... beh, mi hai rubato il cuore, dannato Dio degli Inganni.”

    Nell'udire quelle parole Loki arrossì, sentendo il cuore sballottarsi in ogni angolo del proprio petto e lo stomaco riempirsi di mille farfalle svolazzanti. Gli sembrava quasi di riuscire a toccare il cielo con un dito, di essere il semidio più fortunato e potente dei nove Regni solo grazie all'amore che gli aveva donato il Dio del Tuono. Ma quella sensazione svanì come un fulmine in un cielo in tempesta. La realtà era ben diversa.
    “Anche se mi ami... non posso permetterti di legarti a me...” mormorò il moro, accennandogli un piccolo sorriso frantumato dalle inarrestabili lacrime. “Sarò sicuramente ucciso, se faccio ritorno ad Asgard, e tu... tu dovrai prendere il posto di Odino, non appena il tempo sarà propizio.”
    “No, non m'importa... io starò con te, starò con voi per prendermi le mie responsabilità. Non lascerò che la nostra progenie cresca senza il mio affetto, senza la mia presenza.” Posò la fronte sulla sua, accarezzandogli il viso.
    “Thor...” mormorò il moro dilaniato in due: provava una sconfinata felicità ma allo stesso tempo si sentiva lacerato dal dolore; sapeva che la scelta di Thor era sofferta, nonostante la verità nelle sue parole.
    “Fa silenzio e, per almeno una volta, smettila di tentare di manipolarmi e avere ragione. Ho fatto la mia scelta...” gli sussurrò il biondo per poi annullare i pochi centimetri che li separavano, suggellando il loro legame con un bacio.



    I mesi volarono via come foglie al vento, portando alla nascita di una piccola semidea da finissimi capelli corvini e pelle candida come la luna. Nonostante la gioia dell'evento, Thor e Loki non poterono fare a meno di sentirsi afflitti per l'esilio a cui erano costretti: Thor era sempre solare e raccontava con spensieratezza e malinconia di Asgard alla piccola Isa; mentre Loki non poteva fare a meno di sentirsi in colpa.
    Come una delle tante notti trascorse con lo sguardo perso nella vastità del cielo stellato, Loki si attardò nel raggiungere Thor e Isa in un letto abbozzato nel vecchio laboratori di Erik. La sua figura si ergeva silente sotto i candidi raggi della luna di giugno, sembrava quasi stesse cercando un bisbiglio tra il vento.

    Poco dopo ruppe la quiete, affidando alla brezza quasi estiva le sue parole: “Madre... non so se riesci a sentirmi... ma spero che le mie parole vi giungano ugualmente, magari per mano di Heimdallr. Mi spiace per il male che vi ho causato, ma... come voi potrete capire, per il bene dei propri figli si è costretti a fare scelte inaspettate, anche se non posso nascondervi che, anche senza Isa... probabilmente avrei tentato la fuga” ammise, sentendosi ancora più in colpa all'idea di ciò che avrebbe fatto. “Però non volevo privarvi di Thor e procuravi anche questo dolore, ma per la prima volta in tutti questi secoli non sono riuscito a dissuaderlo. Non ho potuto. Non ho voluto, perché lo amo... Lo amo più di me stesso e...” Chiuse gli occhi e sospirò, scuotendo il capo. “So che in cuor suo stare lontano da voi e dal suo popolo è doloroso, so anche che... sarebbe una sofferenza separarsi da Isa -e forse anche da me- per questo io...” Aprì nuovamente gli occhi, rimase per un'istante ad ammirare le stelle e poi continuò: “Mi affido a voi, sono disposto a tutto per portare ancora più gioia nel suo cuore e donare a Isa una degna esistenza. Qualsiasi sia il prezzo da pagare, lo pagherò senza illusioni, senza inganno.” Abbozzò un piccolo sorriso, portandosi una mano sul cuore. “Vi voglio bene, Madre...” concluse, andando a coricarsi insieme al compagno.

    Quando il sole di metà agosto fece il suo risveglio, brillando alto nel cielo, Frigga gli fece visita portando ciò che Loki sperava.
    La Madre degli Dei era seduta su degli scatoloni tenendo tra le braccia la piccola nipotina, mentre Thor continuava a fare avanti e indietro per la stanza e Loki, con le braccia conserte, ascoltava attentamente la donna.
    “Non mi è stato possibile fare niente di più: vi è concesso tornare ma Loki dovrà dimostrare la propria fedeltà e il proprio cambiamento...” rivelò la donna, guardando il moro con afflizione.
    “E in cosa consiste questa specie di prova?” chiese Thor incapace di trattenere il nervosismo.
    “Verrà legato, a testa in giù, su un ramo di Yggdrasillr per sette notti e sette giorni con catene realizzate dai nani e che... gli prosciugheranno la forza e annulleranno la sua magia, mentre...”
    “Una lancia mi passerà da una parte all'altra...” concluse Loki e Frigga annuì.
    “Ma è assurdo!” esclamò Thor. “Gli fa patire le sue stesse pene, solamente perché è scappato per proteggere nostra figlia?”

    “Non solo...” lo corresse Loki.
    “Non m'importa! Non è giusto!” replicò Thor.
    “In effetti... non avrò nemmeno la consolazione di apprendere il segreto Runico...” tentò di sdrammatizzare il Dio degli Inganni. Poi il silenzio s'intrufolò nella stanza, lo sguardo amorevole di Frigga si posò su Loki.
    “Una volta superata la prova, se la supererai, ti sarà tolta la possibilità di procreare...” aggiunse la donna con voce rotta. Loki sembrò irrigidirsi per un brevissimo istante, mentre Thor lo guardava sconvolto.
    “L'unica cosa positiva che sono in grado di fare mi verrà tolta...” pensò il moro e un sorriso amareggiato si dipinse sul suo viso. “Ci sto” rivelò alla fine e subito Thor gli si avvicinò, prendendolo per le spalle.
    “No, Loki! Non farlo, è la cosa che ti è più cara!”
    “La cosa più preziosa che ho è già qui con me... Siete qui con me...” mormorò Loki con un piccolo sorriso affettuoso.
    “Loki...”
    “Va tutto bene, se ci sei tu andrà tutto bene.” Poi guardò Frigga e annuì con il capo. “Sono pronto.”

    Quei sette giorni e quelle sette notti sembrarono durare infiniti secoli, eppure, quando i raggi dell'ottavo giorno illuminarono il cielo l'incantesimo sembrò spezzarsi. Ancor prima del sorgere del sole, Thor era già lì ai piedi di Yggdrasillr e quando giunse il momento strappò le catene e lo liberò.
    “Loki...” Lo avvolse tra il proprio mantello, scostandogli i lunghi capelli corvini dal viso, reso ancora più pallido dall'eccessiva perdita di sangue e forze.
    “Thor...” mormorò il moro, riuscendo a poco a poco a vederlo chiaramente in volto. “S-sono morto?”
    “No...” Gli sorrise il Dio del Tuono. “Sei libero, ma per tutta la nostra esistenza dovrai sopportarmi.”
    “Mmh... credo che potrò riuscirci... non desideravo altro da tutta la mia vita.”
    “Ebbene, ti meriti tutto il mio amore: Loki, Dio del Caos.”
    “Sono sempre stato solo tuo, Dio del Tuono...”
    A quel punto Thor lo baciò e volò via portandolo il più lontano possibile da lì, pronti ad iniziare una nuova vita insieme.
     
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    Rue Ryuzaki Ciao Rue! Finalmente passo a leggere la tua fan-fiction :)
    Abracadabra X) X) X) che ridere mi hai fatto all'inizio! Adoro :XD: :XD: :XD: Comunque la magia di Loki, non lo so se lo sai, ma si chiama Seidr o seidhr in lingua italiano e inglese. In lingua nordica si scrive in un altro modo...
    Me lo sono sempre chiesta anche io, ma perché non ha mai tentato la fuga? Con la potente magia che ha, può fare di tutto il nostro Loki.
    Ho letto il primo capitolo, intanto, ho percepito il freddo della città. Io odio il freddo. Mi ha fatto una tenerezza assurda Loki che cerca aiuto da chi lo odia...Ma a chi altri dovrebbe rivolgersi?
    Questo capitolo mi è piaciuto molto. :) Ho letto una storia simile pubblicata su AO3, IN CUI Odino voleva portarle (in questo caso) il bambino di Thor. :cry:
    Bella la riflessione finale. molto introspettiva e carica di speranza.
    Spero si risolva al meglio per tutti.
    Ma Jane lo sa che Thor e Loki, hannoavuto una relazione, anche così intima? >_<

    Edited by Laura_Ruetta - 8/1/2023, 16:36
     
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    WOW Laura_Ruetta Sono contentissima che il primo capitolo ti sia piaciuto! Ho sudato sette camice per sistemare i primi due capitoli, se avessi avuto più tempo avrei ampliato meglio la cosa... ma purtroppo non posso fare storie a capitoli (almeno fino ad agosto). E questa avrebbe avuto bisogno di molto più tempo!
    CITAZIONE
    Abracadabra X) X) X) che ridere mi hai fatto all'inizio!

    Contenta per questo! Volevo dare un tocco di leggera commedia per alleggerire il mai una gioia!
    CITAZIONE
    Comunque la magia di Loki, non lo so se lo sai, ma si chiama Sei o seidhr in lingua italiano e inglese.

    Sì, lo so, c'ho fatto un video al riguardo :XD:! Anzi per essere precisi la magia nordica viene chiamata Seidr e legata anche a Freya e Odino! Essendo pagana e legata principalmente agli dei nordici mi sono fatta un po' di studi :XD: anche se della vecchia cultura nordica si sa poco, perché quello che c'era poi si è fuso con il cristianesimo, ma non come da noi... in modo un po' diverso. Ma credo che tu lo sappia ;)
    CITAZIONE
    Me lo sono sempre chiesta anche io, ma perché non ha mai tentato la fuga? Con la potente magia che ha, può fare di tutto il nostro Loki.

    Credo che: 1. Non sia scappato subito perché Frigga gli aveva detto: "Ti prego, Loki, non peggiorare le cose" e 2.Se non fosse successo quanto accaduto, probabilmente poi sarebbe scappato da solo.
    CITAZIONE
    Ho letto il primo capitolo, intanto, ho percepito il freddo della città. Io odio il freddo.

    Wow! Sono molto contenta anche di questo!
    CITAZIONE
    Ho letto una storia simile pubblicata su AO3, IN CUI Odino voleva portarle (in questo caso) il bambino di Thor. :cry:

    OMG! che cosa triste!!!
    CITAZIONE
    Ma Jane lo sa che Thor e Loki, hanno avuto una relazione, anche così intima? >_<

    Tecnicamente no, perché la storia è nel mezzo tra gli Avengers e The Dark World e le cose sono andate leggermente diverse. Non voglio spoilerarti nulla :XD: al massimo ne parliamo con il capitolo successivo!

    Ah! E le prossime storie che scriverò su di loro saranno singole storie, ma che volendo sono collegate le une alle altre, per ovviare al problema di non riuscire a scrivere long-fic
     
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    Rue Ryuzaki Ho letto il secondo capitolo :).
    Che lo beccavano che scapasse era normale. Ovviamente è sempre Thor che lo va a cercare :D
    L'inizio del capitolo mi ha fatto salire una tristezza e una malinconia immensa. Provo troppa pena per Loki ;_;. Bellissima la descrizione di lui che guarda fuori dalla finestra. Davvero toccante.
    Mi sale sempre un magone quando qualcuno inizia o nomina Frigga. Lei si era l'unica che lo capiva e che lo ha considerato come un vero figlio <3 :cry:
    Ho urlato quando Thor ha suonato alla porta di Jane. Finalmente sono di nuovo insieme i due fratellini asgardiani ^_^
    Continua a breve :)
     
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    L'inizio del capitolo mi ha fatto salire una tristezza e una malinconia immensa. Provo troppa pena per Loki ;_;. Bellissima la descrizione di lui che guarda fuori dalla finestra. Davvero toccante

    Aw! Sono contenta che ti sia piaciuta la descrizione!!! E che comunque ti abbia lasciato qualche emozione <3

    CITAZIONE
    Mi sale sempre un magone quando qualcuno inizia o nomina Frigga. Lei si era l'unica che lo capiva e che lo ha considerato come un vero figlio <3 :cry:

    Non me ne parlare... io vorrei tanto che Loki potesse rivederla un'ultima volta... giusto per concludere nel modo migliore, un po' come ha avuto la fortuna Thor.

    CITAZIONE
    Ho urlato quando Thor ha suonato alla porta di Jane.

    :XD: sarei voluta essere lì con te per vederti!

    Spero che il finale ti piaccia! <3
     
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    Rue Ryuzaki Ho concluso anche questa fan-fiction.
    Devo dire che mi è piaciuta tantissimo, troppo. Mi ha emozionato davvero tantissimo. Veramente molto brava. Ti faccio i miei complimenti. Di così ne leggerei altre migliaia <3 3_3
    L'ultimo capitolo è ufficiale: è il mio preferito <3
    L'abbraccio fra Thor e Loki mi ha sciolto il cuore <3 :cry:, poi Loki che singhiozzo tra le braccia del fratello è una scena straziante ;_;, ma allo stesso dimostra che anche Loki ha un cuore, che sa amare e che tiene a Thor.. Che bello che si sono ricongiunti e che abbiano deciso di vivere una vita serena alla fine di tutto.
    Per fortuna che esiste Frigga, quqnto li ha aiutati :cry:
    Isa è una bellissima bambina, scommetto che sarà dolcissima :woot:
    Allora la parte che mi ha un po' devastata e traumatizzata è Loki piccato a testa in giù e legato all'albero. E' una cosa che ti sei inventata? O è successa, o è avvenuta? Perchè Povero Loki, sempre torturarlo :D: Loki senza magia? Mi dovrò abituare...
    Il finale merita tantissimo. Adoro il bacio finale, come nelle favole e vissero per sempre felici e contenti. <3 3_3
     
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    Devo dire che mi è piaciuta tantissimo, troppo. Mi ha emozionato davvero tantissimo. Veramente molto brava. Ti faccio i miei complimenti. Di così ne leggerei altre migliaia

    Woow! Grazie tantissime Laura_Ruetta davvero, è un regalo enorme il tuo apprezzamento perché sta storia era un macello 🤣.
    Ti farà piacere sapere che le prossime saranno piuttosto così ma soprattutto inerenti alla mitologia!
    CITAZIONE
    L'ultimo capitolo è ufficiale: è il mio preferito

    Contenta di sentirlooo! Visto che l'ho scitto di recente 🥺😍
    CITAZIONE
    L'abbraccio fra Thor e Loki mi ha sciolto il cuore , poi Loki che singhiozzo tra le braccia del fratello è una scena straziante , ma allo stesso dimostra che anche Loki ha un cuore, che sa amare e che tiene a Thor.. Che bello che si sono ricongiunti e che abbiano deciso di vivere una vita serena alla fine di tutto.

    Ho voluto dare un tocco meno drammatico rispetto a com'era prima perché era eccessivo, direi che Loki ne ha subite abbastanza! 😉
    CITAZIONE
    Allora la parte che mi ha un po' devastata e traumatizzata è Loki piccato a testa in giù e legato all'albero. E' una cosa che ti sei inventata? O è successa, o è avvenuta? Perchè Povero Loki, sempre torturarlo

    Allora la punizione di Loki non l'ha subita lui, è ciò che si è fatto Odino per conoscere il segreto Runico! Io ho voluto fare qualcosa di simile visto che: Yggdrasirl, in una delle versioni, è stato creato da Odino e Loki e altri giganti, perché legato alla magia e mi piaceva creare il parallelismo distorto: Odino acquisisce il potere runico e Loki perde la sua capacità di procreare.
    CITAZIONE
    Il finale merita tantissimo. Adoro il bacio finale, come nelle favole e vissero per sempre felici e contenti.

    Contenta che ti sia piaciuto 🤗 direi che ci stava qualcosa del genere, per renderlo un po' confortevole

    Spero di riuscire a scrivere altre cose, senza alcun dubbio lo faccio! Però devo prima studiare 🤣
     
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