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    Conte degli Elfi-Vampiri

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    OPERA DI RIFERIMENTO: The Last Kingdom
    CATEGORIA: bollino verde per tutti
    GENERE: Malinconico
    NOTE AGGIUNTIVE: Canon-Fic
    DICHIARAZIONE DI NON RESPONSABILITÀ: I personaggi della storia purtroppo non mi appartengono, sono proprietà della Netflix e dell'autore Bernard Cornwell con i suoi romanzi The Saxon Stories



    Sinossi:Sono anni di pace nei regni dei Sassoni e Re Alfred del Wessex va in visita a Coccham, nelle terre di Uhtred suo fedele guerriero. La visita del Re non sembra essere come tutte le altre, il solito controllo all'avamposto Nord del Wessex, qualcosa di completamente diverso lo ha spinto a lasciare Winchester per vedere il suo braccio destro.

    Note Autore: La Fan Fiction è leggibile da tutti, presumo. Il nome del villaggio, Coccham, fa riferimento a quello Sassone ai tempi di Alfred. Per chi conosce la storia, forse i personaggi potrebbero essere un po' OOC.

    »»————-  ————-««




    Nelle strade di Coccham si respirava aria di festa: bambini che giocavano qua e là nella piazza principale, mentre le ultime cose venivano preparate per la grande celebrazione di quella sera; ma nonostante ciò la sua inaspettata presenza riuscì a donare ancora più gioia agli abitanti del villaggio, prostrandosi al suo passaggio. Così fu accolto Re Alfred nelle terre che aveva donato al suo leale guerriero.

    “Non mi aspettavo di trovare il villaggio di Coccham in festa...” mormorò il Re, facendo un cenno di saluto con il capo a tutti gli abitanti, mentre i suoi occhi scrutatori indugiavano su ogni dettaglio. “Padre Beocca, sapete dirmi cosa si celebra?” Posò per un'istante lo sguardo sul prete.
    “Penso che si stiano preparando per festeggiare il solstizio d'estate, mio Signore” rispose Beocca.
    “Il Solstizio d'estate...” Alfred alzò appena il mento, gli occhi tornarono a indagare sulle vie e contadini di Coccham sperando di trovare una spiegazione logica dietro a un tale evento.
    Cosa spingeva la gente a onorare una semplice stagione che, come ogni anno, si presentava sempre allo stesso modo e periodo? Cosa c'era di così tanto glorioso dietro a una cosa così comune e semplice? Perché, piuttosto, non si celebrava l'amore e la forza che Dio donava a tutti i Sassoni? O i miracoli che accadevano per Suo volere? Più tentava di capire la logica dietro i pagani e più si sentiva sobbalzare via dalla verità, arrivando a credere che non vi era alcun senso in tutto ciò che non era cristiano, anche se...

    “Dovrei permettere che vengano praticate tali usanze pagane, padre Beocca?” chiese Alfred, quasi a se stesso, senza distogliere lo sguardo dalla popolazione.
    “Sono tutti felici, mio Signore, e voi siete il Re di tutti i sassoni... di tutti gli inglesi, dovete solo avere pazienza e la parola di Dio sboccerà anche nei loro cuori, dopotutto è una festività che può ricordare la gloria e la luce che Nostro Signore ci dona. E poi... qui c'è badessa Hild, sicuramente riuscirà a toccare l'animo di qualcheduno.”
    Re Alfred si voltò appena verso il prete, annuendo con il capo. Beocca aveva ragione, nonostante alcuni continuassero a seguire un sentiero pagano – soprattutto alcuni danesi che vivevano pacificamente con i sassoni – erano pur sempre suoi sudditi; proibire tali usanze avrebbe generato malcontento procurandogli nuovi nemici e questo non doveva accadere, per il bene della sua Inghilterra.
    Lasciati i cavalli nelle stalle e giunti dinanzi alla dimora di Uhtred, Lady Gisela era già lì, pronta ad accoglierli.

    “Signore, è un piacere avervi di nuovo qui a Coccham” disse Gisela, chinando il capo.
    “Lady Gisela...” disse il Re, alzando appena il mento. Poi voltò il viso verso la piazza e subito il suo sguardo cristallino si perse nella gioia che sfavillava in ogni dove.
    “C'è un po' di movimento oggi per la celebrazione di questa sera” aggiunse la signora di Coccham con un luminoso sorriso sulle labbra, ma Alfred sembrò non udirla, fermo e immobile come una statua. L'espressione di Gisela cambiò e il suo profondo sguardo si soffermò su di lui, venendo subito catturato da un semplice e improvviso gesto del Re: la mano destra si adagiò sull'addome, chiuse per un'istante gli occhi e lentamente li riaprì.
    “Signore... state cercando Uhtred?” chiese la donna e ancora una volta le parole scivolarono via, incapaci di raggiungere Re Alfred e richiamare la sua attenzione. Allora si sporse leggermente in avanti con il capo, così da incontrare il suo sguardo e in quel momento vide che qualcosa in lui era cambiato. Guardò di sfuggita Padre Beocca e Steapa, la guardia reale, che erano giunti con lui, nessuno dei due sembrava aver notato nulla di strano, niente di diverso. “Mio Signore...” tentò di richiamarlo nuovamente con tono gentile. “Mio Signore... volete aspettare Uhtred all'interno?”
    A quel punto Alfred si voltò lentamente verso di lei e parlò con tutta la sua cordiale compostezza: “Siete sempre così gentile, Lady Gisela... ma invero preferirei ritirarmi a pregare.”

    “Certo, Signore! Farò chiamare Uhtred e ve lo manderò nella cappella.”
    “Vi ringrazio e non c'è fretta... non vi sono questioni urgenti da discutere, quindi fate pure con calma. Steapa...” Si voltò verso i suoi accompagnatori. “Potete riposarvi insieme ai soldati. Padre Beocca... se volete seguirmi...”
    “Certo, Mio Signore” dissero Beocca e Steapa.
    “Lady Gisela...” Alfred si congedò e se ne andò seguito da Beocca.
    Nel mentre la signora di Coccham mantenne lo sguardo attento sul re: il suo passo sembrava essersi fatto più incerto come se sulle spalle stesse gravando un'ulteriore peso.
    “Fate chiamare Uhtred, è urgente...” disse Gisela alla serva, continuando a osservarlo fino a che non lo perse di vista. “Uhtred, fai in fretta...” mormorò, le mani si cercarono incapaci di stare ferme. Sospirò e si ritirò nella propria dimora dove attese nel grande salone, camminando irrequieta con la mente fissa sull'immagine di Alfred e quel suo sguardo così diverso dal solito.

    Le sembrava di aspettare da lunghissimi e interminabili giorni, come se ogni passo che faceva fosse sotto l'effetto di un qualche sortilegio. Quando udì la porta aprirsi, il tempo si cristallizzò, si voltò verso l'ingresso e, non appena lo vide, l'incantesimo si spezzò.
    “Uhtred!” Gli andò incontro, travolgendolo con il suo sguardo apprensivo.
    “Scusa il ritardo, ho fatto il prima possibile. Cos'è successo?” le chiese alquanto preoccupato, notando il suo animo agitato.
    “Alfred è qui... ti sta aspettando nella cappella.”
    “Ha fatto sapere altro?”
    “No, ha detto che non c'era fretta, però... Uhtred...” Si soffermò per un'istante, i suoi occhi scuri che indugiavano su quelli cristallini di lui in cerca di sicurezza. “Credo che ci sia qualcosa che non va... il Re... non so, è diverso. Penso che abbia bisogno del tuo aiuto...”
    “Ha sempre bisogno del mio aiuto” le fece notare con un amaro sorriso sul viso.
    Gisela scosse il capo: “un altro tipo di aiuto, non so cosa ma... è diverso, lui lo è...” Allora Uhtred si fece più serio e rimanendo in ascolto. “Per favore, cerca di non irritarlo come al tuo solito, evita di discutere con lui...”
    “Va bene, ci proverò” le promise, notando il suo sguardo avvolto dal dispiacere. Con ciò lasciò il proprio ovile e si diresse alla cappella per incontrare Alfred e chiarire i dubbi nati dalle parole di Gisela, ma quando giunse a destinazione non lo trovò.
    “Beocca, Hild, dov'è il re?” chiese Uhtred, sempre più confuso.
    “Era venuto qui a pregare mentre ti aspettava, ma poi ha detto di aver bisogno d'aria ed è uscito. Non ha detto nient'altro” disse Beocca scambiando, di tanto in tanto, qualche sguardo con la badessa.
    “Uhtred...” lo chiamò Hild, notando l'irritazione incominciare a solleticare l'animo dell'amico. “per favore, cerca di controllarti... c'è qualcosa di diverso...” Beocca la guardò un po' confuso e Uhtred annuì per poi mettersi alla ricerca.
    “Dove potrebbe essere? Se fossi in Alfred, dove andrei...” pensò, guardandosi intorno. “Ma certo!”

    A passo svelto si recò nel punto esatto dove era sicuro che lo avrebbe trovato, ed eccolo lì: la sua figura troneggiava, in tutta la sua compostezza e finezza, in mezzo alla radura attraversata dal Tamigi, con le voci degli abitanti che giungevano distanti. Era la posizione perfetta per poter ammirare la maggior parte del villaggio. Poco dopo gli si avvicinò, disturbandogli quell'attimo di quiete: “Credevo di trovarvi nella cappella a pregare...”
    “Infatti intendevo aspettarvi lì, ma... necessitavo di aria e quindi sono venuto qui. Qualche tempo fa un mio leale guerriero mi disse che non aveva bisogno di alcuna Chiesa per sentirsi vicino ai suoi Dei, poiché tutto ciò che abbiamo intorno è creato dal Divino... così ho seguito il suo consiglio e sono venuto a pregare qui...” rivelò Re Alfred con lo sguardo perso tra la gente di Coccham e la mano ferma sull'addome.
    “Il guerriero di cui parlate ha detto parole molto sagge, dev'essere molto intelligente” rispose Uhtred con un sorrisetto beffardo sul volto, nascondendo quel briciolo di stupore che era sorto nel sentirgli pronunciare tali parole. Sapeva che Alfred si stava riferendo a lui, nonostante fossero passati diversi anni ricordava perfettamente quel giorno, anche se non si sarebbe mai aspettato di vederlo seguire quel consiglio.

    Alfred voltò il capo verso di lui per incontrare il suo viso e travolgerlo con i propri occhi freddi e cristallini.
    “Invero è più infantile e insolente” puntualizzò il Re, facendo sorridere ancora di più Uhtred. “Però sì... qualche volta è molto astuto e intelligente” aggiunse, soffermandosi a guardarlo per un'istante per poi voltarsi nuovamente verso Coccham.
    Il cuore di Uhtred sussultò, aggrottò le sopracciglia alquanto incredulo nell'aver udito un sorta di complimento da parte del Re. Forse si stava prendendo gioco di lui? No, non era un'azione da Alfred, se avesse voluto denigrarlo sarebbe stato diretto senza dilungarsi in inutili giri di parole. In quel momento gli tornarono alla mente le parole di Gisela e Hild, se c'era davvero qualcosa di diverso in lui – così come stava incominciando a sospettare – avrebbe scoperto di cosa si trattava.
    “Signore... perché siete qui? C'è qualche urgenza che richiede il mio aiuto?” Le parole di Uhtred volarono via insieme al vento, senza smuovere nemmeno di un centimetro la figura di Alfred. La quiete rimase a fargli compagnia per alcuni interminabili secondi.

    “Devo dirvi la verità, Lord Uhtred, non mi dispiace Coccham. Ogni volta che vengo qui... riesco a vederla chiaramente davanti a me, la mia amata Inghilterra...” Uhtred continuò a rimanere in silenzio, con il capo leggermente spostato per poterlo vedere meglio in volto. “Sassoni e Danesi che vivono in pace, insieme... Certamente non è uguale alla mia Inghilterra, poiché essa sarà la terra benedetta da Dio, però... devo ringraziarvi, Lord Uhtred, la vostra Coccham mi permette di vedere il mio sogno prendere vita, di vedere come sarebbe la mia Inghilterra almeno per una volta...” La voce di Alfred giungeva come una gentile carezza, mentre i suoi occhi cristallini erano offuscati da una pesante nube di sconforto, illuminati solamente da lacrime represse che scintillavano sotto i raggi del sole morente.
    La mente di Uhtred lo riportò indietro ai tempi dell'esilio nelle paludi di Somerset, fu lì che Alfred si mostrò, per la prima volta, senza maschera, e proprio come allora poteva vedere il suo animo incrinato.

    “Signore... perché siete, davvero, qui?” chiese nuovamente Uhtred con tono pacato.
    “Avevo bisogno di allontanarmi da tutte quelle serpi di corte e dai doveri. Avevo bisogno di ammirare il piccolo scorcio della mia Inghilterra, almeno prima della fine...” rivelò il re, cercando di mantenersi il più composto possibile, ma nonostante tutto i suoi occhi erano incapaci di nascondere il dolore che provava, facendo vacillare per un attimo lo stesso Uhtred.
    “Cosa... cosa intendete dire?” gli chiese, sperando di far tacere la verità che aveva intuito dalle sue parole.
    “Credo che Dio abbia in serbo per me altri piani e che mi porteranno lontano dall'Inghilterra. Come direste voi pagani, non è nel mio destino crearla...” Uhtred sentì i propri battiti accelerare con più violenza, quasi temesse di sentire pronunciare altre parole, ma rimase fermo e composto nel silenzio con lo sguardo serio su di lui. “La mia salute è peggiorata...” e a quelle parole il cuore di Uhtred si fermò per un lunghissimo istante, mozzandogli il fiato, mentre la mano di Alfred, adagiata sull'addome, strinse il soprabito. “I medici non sanno come curarmi, quindi sono nelle mani di Dio.”
    Più Uhtred restava a contemplarlo e più notava i primi affanni: il viso appena più scarno e pallido come i raggi della luna.

    “Siete il primo a saperlo, dopo mia moglie ovviamente...” aggiunse Alfred. “Non so perché ve l'ho detto... forse perché siete stato in grado di donarmi lucidità nel momento più disperato, a Somerset, e ora sento che me ne manca... O forse sto cercando un vostro aiuto anche se non so riguardo cosa... L'unica certezza è che vorrei vedere creata l'Inghilterra, vorrei sapere che verrà costituito un unico Regno unito e forte sotto la luce e guida di Dio.”
    Uhtred tacque per un'istante, assimilando le informazioni appena ricevute e poi, come se gli Dei stessi lo stessero guidando, si ritrovò a parlare:“Vi aiuterò a realizzare il vostro sogno finché vivrete, farò quanto posso per proteggere ciò che abbiamo conquistato” disse con fermezza. Nell'udire quelle parole, Alfred si voltò verso di lui alquanto sorpreso, incontrando il suo sguardo deciso che gli donò conforto.
    “Vi ringrazio, Lord Uhtred... Il Wessex vi deve molto.”
    “Confido nel ricevere l'aiuto del Wessex quando andrò a prendermi ciò che è mio di diritto.”
    “La vostra Bebbanburg...” mormorò Alfred, alzando appena il mento.
    “Sì, Signore, quando gli Dei mi porteranno su quella strada.”

    Alfred tornò con lo sguardo verso Coccham, annuendo.
    “Perché non restate per la celebrazione? Di certo non potete mettervi in marcia adesso, Winchester è parecchio distante e voi fareste bene a riposare, anche perché Gisela mi bacchetterebbe se vi lasciassi andare” disse Uhtred con un sorriso divertito sul viso.
    “Mi state invitando a prendere parte a una festività pagana? Volete forse finire in cella per eresia?” disse Alfred, tornando a guardarlo con il suo solito sguardo freddo e composto, mentre Uhtred non poté fare a meno di sorridere ancora di più.
    “Non potrei mai chiedervi una cosa simile, ci sarà Hild che farà qualche preghiera per i cristiani del villaggio” sottolineò, anche se Alfred non sembrava ancora del tutto convinto. “Vi sto solo invitando a godervi un momento di pace e serenità, pregando insieme al vostro popolo per ringraziare Dio.”
    “Potrebbe essere interessante pregare con il popolo, sicuramente potrebbero avere piacere... ed è sempre un buon momento per ringraziare Dio.”
    “Così potrete passare un po' di tempo a vivere dentro al vostro scorcio di Inghilterra e non limitarvi ad ammirarla da lontano, ma viverla a pieno” aggiunse Uhtred, sicuro di convincerlo definitivamente.
    “Invero, mi piace particolarmente l'estate... Ebbene, accetto volentieri, Lord Uhtred, grazie per la vostra offerta.”

    Quando la sera arrivò, tutta Coccham si radunò nella piazza principale dando inizio alle celebrazioni: un'unione di cristiani e pagani intenti a onorare gli Dei e Dio in piena armonia e fratellanza. Quella sera Alfred vide il seme dell'Inghilterra deporre le proprie radici, sentendola pulsare di vita in quello scorcio sbocciato a Coccham.
     
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    da qualche parte al fianco di Will Turner ❤

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    Mi è molto piaciuta questa storia! Anche senza conoscere tutti i retroscena e i personaggi dell'opera originale, è davvero godibile... e l'idea di una sorta di celebrazione comune per pagani e cristiani è splendida <3
    Ho apprezzato particolarmente questo passaggio:
    CITAZIONE
    “Perché non restate per la celebrazione? Di certo non potete mettervi in marcia adesso, Winchester è parecchio distante e voi fareste bene a riposare, anche perché Gisela mi bacchetterebbe se vi lasciassi andare” disse Uhtred con un sorriso divertito sul viso.
    “Mi state invitando a prendere parte a una festività pagana? Volete forse finire in cella per eresia?” disse Alfred, tornando a guardarlo con il suo solito sguardo freddo e composto, mentre Uhtred non poté fare a meno di sorridere ancora di più.
    “Non potrei mai chiedervi una cosa simile, ci sarà Hild che farà qualche preghiera per i cristiani del villaggio”

    Mi piace come l'apertura di Uhtred riesca a "bilanciare" l'atteggiamento regale e altero (o forse un po' altezzoso?) di Alfred :) Fra le altre cose, ci dimostra che la convivenza con il "diverso" è possibile solo se si rispettano le reciproche differenze... Un concetto che personalmente apprezzo molto! Bella anche la parte in cui Alfred riconosce le qualità di Uhtred :b: nonché la breve descrizione della figura del re, nella sua solennità:
    CITAZIONE
    [...] la sua figura troneggiava, in tutta la sua compostezza e finezza, in mezzo alla radura attraversata dal Tamigi, con le voci degli abitanti che giungevano distanti. Era la posizione perfetta per poter ammirare la maggior parte del villaggio.

    *_* *_*

    Riguardo allo stile, mi permetto di segnalarti due apostrofi di troppo:
    CITAZIONE
    Nel mentre la signora di Coccham mantenne lo sguardo attento sul re: il suo passo sembrava essersi fatto più incerto come se sulle spalle stesse gravando un'ulteriore peso.

    CITAZIONE
    Uhtred tacque per un'istante, assimilando le informazioni appena ricevute e poi, come se gli Dei stessi lo stessero guidando, si ritrovò a parlare

    Ah, e poi mi piacerebbe conoscere il significato del titolo della fanfic, se puoi spiegarmelo! ;)
     
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    Elizabeth Swann Aaw! Sono contenta che ti sia piaciuta! Avevo anche un po' paura che non fosse ben comprensibile per chi non conosce l'opera originale, ma per fortuna ci sono riuscita.
    CITAZIONE
    l'idea di una sorta di celebrazione comune per pagani e cristiani è splendida

    Grazie e sono contenta che ti piaccia, è uno dei sottotemi della serie che adoro! Per questo volevo rappresentarlo.
    CITAZIONE
    Mi piace come l'apertura di Uhtred riesca a "bilanciare" l'atteggiamento regale e altero (o forse un po' altezzoso?) di Alfred Fra le altre cose, ci dimostra che la convivenza con il "diverso" è possibile solo se si rispettano le reciproche differenze...

    Anche questa è una delle cose belle mostrate nella serie, quindi sono molto contenta di averlo reso bene, anche perché di solito non sono brava a rappresentare fedelmente le opere di riferimento! Però con The Last Kingdom mi riesce particolarmente, sarà che l'amministrazione medievale la sento familiare e vicina.
    E sono anche contenta che ti sia piaciuta la descrizione di Alfred 😍.

    Grazie per le annotazioni! Al pc le correggo!

    Per quanto riguarda il titolo è preso da una canzone della serie tv, solitamente è usata per cose abbastanza toccanti. Significa "I fili della vita". Se vuoi leggere la traduzione: https://lyricstranslate.com/it/livstraedri...della-vita.html è ispirata a un racconto mitologico scandinavo.
    E questa è la musica se vuoi sentirla https://youtu.be/T7VqRWD9mKE
     
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2 replies since 24/3/2023, 13:01   46 views
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