Dopo la morte..

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    Ciao a Tutti, amici di Estel. Come già accennato nella chat generale, poche settimane fa mio nonno è venuto a mancare. In questi giorni, ora più che mai, nella mia vita, mi sto chiedendo se esista vita dopo la morte. Scusate per il tema "macabro" e poco digeribile, quindi se non vogliate dire la vostra lo capisco.. ma per voi, la morte è davvero, la FINE di tutto ? Esiste la vita dopo la morte? Voi cosa dite? e soprattutto come immaginate, qualora ci credeste, il mondo ultraterreno? Come il concetto cristiano di "paradiso"? oppure più come quello di stampo messicano? Percepite un clima placido e tranquillo, oppure un mondo simile al nostro? Sono davvero curioso di sentire le vostre opinioni a riguardo, sentitevi liberi di esprimere qualsiasi concetto inerente al vostro credo, al vostro modo di pensare, concepire la vita, ecc.
    E' anche un modo per conoscersi meglio non troviate? :]
     
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    Bella discussione, non la trovo troppo macabra... anzi mi pare normale che tu faccia 'sti pensieri visto il periodo che stai affrontando. Ricordo che anche io ho passato due anni a pensare sempre alla morte, quando sono morti i miei nonni, ma in generale mi soffermo un po' a pensarci.
    Per quanto riguarda la mia concezione, io sono cresciuta in una famiglia cattolica ma non ho mai pensato\concepito la vita dopo la morte come il cristianesimo, cioè più o meno... mi ricordo che avevo paura dell'Inferno (proprio da bambina) ma non mi soffermavo mai sul paradiso.

    Da adolescente, con la morte dei nonni, sono arrivata a pensarci seriamente e diciamo che il mio pensiero è un po' eclettico, così come la mia vita spirituale. Per far capire, forse, meglio il mio concetto è giusto precisare che sono una pagana eclettica: credo nell'energia divina che ci circonda e questa energia può essere plasmata e indirizzata dove si vuole e come si vuole, non scendo troppo nel dettaglio perché se no faccio un trattato teologico :XD: . Ad ogni modo, partendo da questa concezione, credo fermamente che ci sia "vita" dopo la morte poiché noi siamo fatti di energia (se no non si spiegherebbe come faccia il nostro cuore a battere e il nostro cervello a creare sinapsi tra i neuroni) e come la fisica quantistica insegna (o la fisica in generale) l'energia non si distrugge ma cambia semplicemente forma.

    Da ciò penso che chi è in pace con sé stesso, al momento della morte, può tornare all'energia primordiale, quella divina, e continuare a vegliare su di noi (magari di tanto in tanto, nei momenti di difficoltà, possono comunque far sentire la loro presenza), mentre chi non è in pace con sé stesso o ha qualche cosa in sospeso rimane più legato a certi posti, nella vita terrena insomma. In più, un po' come Foscolo, penso che i defunti continuino a vivere e essere più presenti (quelli in pace) grazie al ricordo dei vivi: il legame tra le due energie, quello del vivente e quello del defunto, permette a chi non c'è più di riuscire a essere più presente nella vita terrena se è necessario! Quindi un po' come la concezione messicana, mantenere vivo il ricordo dei defunti permette di fargli avere più "forza" per stare vicino ai propri cari.

    E sempre legato al concetto di energia credo anche che (sempre chi è in pace) riesca a reincarnarsi al momento opportuno, almeno fino a che vi sia ancora energia sul pianeta Terra. Quando uno "spirito" si sente pronto può decidere di ritornare sul pianeta, non sarà più accanto ai suoi cari in forma eterea, ma magari lo sarà in forma corporea. Anche se magari non rinasce nella stessa famiglia, prima o poi ci si rincontra (o sulla Terra o nel piano etereo) perché comunque siamo tutti connessi. Ciò spiega, almeno per me, perché ci capitano déjà-vu o perché certe volte ci sembra di conoscere una persona anche se è la prima volta che la vediamo, perché siamo affini a certe culture o perché ci vengono più facili da imparare certe determinate lingue o attività!

    Nel credo pagano tutto è ciclico, così come la natura nasce, cresce, matura e muore per poi rinascere, ricrescere, ri-maturare e morire di nuovo, allo stesso modo anche gli esseri viventi.

    Le mie credenze sono nate dai vari studi teologici\spirituali\filosofici che ho fatto per diletto per poi assemblarli secondo il mio punto di vista e soprattutto secondo le esperienze che ho fatto (di cose bizzarre me ne sono capitate) :XD: .

    Ad ogni modo spero che la mia visione sia stata chiara!

    Edited by Rue Ryuzaki - 23/5/2023, 16:14
     
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    Innanzitutto Tyrus voglio dirti che mi spiace molto per la tua perdita: io ci sono passata già tanti anni fa, ma non ti nascondo che continuo a sentire la mancanza di tutti i nonni, d'altra parte, se c'è un bel rapporto e un legame molto forte sono indubbiamente tra le persone più importanti della nostra vita.

    Riguardo il tema della discussione che hai proposto, è un argomento che mi appassiona molto e anch'io come Rue Ryuzaki (con il cui pensiero mi riconosco molto) l'ho approfondito negli anni e continuo a farlo, per sana curiosità e perché a volte mi capita di avere delle "sensazioni" quando mi trovo in certi posti e penso che ciò sia dovuto a chi li ha vissuti e ha lasciato una parte di sé in essi, sotto forma di energia.
    Mi piace soprattutto - magari anche per la mia formazione da storica/antropologa - conoscere le credenze diffuse tra le varie culture e spesso ritrovare quanto ci sia di simile o al contrario di fantasiosamente molto diverso, soprattutto per quanto riguarda l'immaginario legato all'aldilà.

    Io non pratico né mi riconosco in nessun culto in particolare, ma sono dell'opinione che noi non siamo solo materia (con noi intendo un po' tutti gli esseri viventi) e che perciò dopo la morte fisica lo spirito continui a sopravvivere, in una forma intangibile, forse in una dimensione parallela, ma escludo che si possa scomparire completamente, andrebbe contro gli stessi principi della fisica. Al di là dei culti, esistono anche teorie scientifiche che in qualche modo si sono avvicinate a spiegare questo concetto (per chi non l'ha visto, consiglio a tal proposito il documentario su Netflix "L'infinito esiste?", molto interessante ed esaustivo)

    Credo anche che chi ha vissuto una vita piena, senza rimpianti, né colpe, possa accedere ad un livello superiore di esistenza, più pacifico, senza sofferenza, senza più distinzioni, mentre chi ha subito una morte brutale o di cui non ha avuto piena consapevolezza, o chi non ha saputo comprendere il senso della propria vita, sprecandola e macchiandosi di azioni turpi e violente, stenti a trovare pace e continui a vagare tra noi, in maniera più o meno cosciente.

    Credo anche che occasionalmente chi ci ha amato possa tornare a farci visita, ma che è sbagliato restare noi stessi troppo attaccati a loro, a volte in maniera un po' egoistica, poiché in questo modo li si fa soffrire.

    Sull'ipotesi della reincarnazione nutro invece ancora qualche perplessità, pur trovandola comunque altrettanto affascinante.
     
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    Grazie per le risposte al topic, penso che abbiate centrato in pieno tutto ciò che effettivamente chiedevo. Anche io come voi credo che tutte le forme di energia, cosi come il calore, i processi chimici ecc non possano essere, fini a se stessi, di conseguenza anche un corpo mortale, non può essere ricondotto solo a una serie di organi, cellule, composti organici che lo compongono, ma qualcosa di più profondo. Essere viventi, non significa solo "essere" viventi, per dirla tutta. Il concetto di anima,energia penso che sia innegabile, visto che non si può scomparire del tutto.. Mi rispecchio parecchio nelle vostre esposizioni, mi limito quindi, esclusivamente, a complimentarmi nuovamente con entrambi, per l'impeccabile descrizione che mi avete fornito. Grazie ancora, è sempre bello partecipare a queste discussioni, dove, NESSUNO, ha ragione!! <3
     
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    da qualche parte al fianco di Will Turner ❤

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    Faccio un po' la voce fuori dal coro, però ammetto che fatico a credere spontaneamente alla vita dopo la morte, in qualsiasi forma. Mi piacciono molto i concetti da voi espressi, sono affascinanti e stimolano la voglia di andare oltre ciò che comunemente vediamo e sentiamo, interrogandosi sul senso più profondo dell'esistenza... ma, per onestà, devo confessare che non ho mai percepito alcun "contatto" con le persone a me care dopo che sono morte. Mi è rimasto il ricordo, ma niente di più. Principalmente ho avvertito una sensazione di vuoto, di "silenzio", se così si può dire :? Quindi sì, in questo senso la morte per me può essere considerata la fine...

    Non sto dicendo che non esiste assolutamente alcun aldilà, che io sono certa di questa non-esistenza. In realtà, è più come se una parte di me sperasse/confidasse nella sua esistenza e si rammaricasse di non riuscire a percepirne i segni... Non so se mi spiego! Eppure c'è un'altra parte di me a cui piace andare in chiesa, che è rimasta legata alla religione cattolica e ai suoi riti... quindi in teoria dovrei credere nel Paradiso, no? Ma non riesco ad avere una fede così profonda, così incrollabile... anche se, talvolta, partecipare a certe funzioni religiose (ad esempio quella del Venerdì Santo, in cui si parla proprio della morte) mi fa sentire accolta e amata da Qualcuno (Dio? Gesù? Maria?) che non riesco bene a definire chi sia, ma di sicuro non è accanto a me fisicamente...

    Forse ho fatto un discorso incomprensibile, ma ho difficoltà ad affrontare l'argomento perché la mancanza di risposte certe mi manda un po' in confusione >.< D'altra parte, non possiamo sapere sempre tutto...
     
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    CITAZIONE (Elizabeth Swann @ 4/6/2023, 19:30) 
    Faccio un po' la voce fuori dal coro, però ammetto che fatico a credere spontaneamente alla vita dopo la morte, in qualsiasi forma. Mi piacciono molto i concetti da voi espressi, sono affascinanti e stimolano la voglia di andare oltre ciò che comunemente vediamo e sentiamo, interrogandosi sul senso più profondo dell'esistenza... ma, per onestà, devo confessare che non ho mai percepito alcun "contatto" con le persone a me care dopo che sono morte. Mi è rimasto il ricordo, ma niente di più. Principalmente ho avvertito una sensazione di vuoto, di "silenzio", se così si può dire :? Quindi sì, in questo senso la morte per me può essere considerata la fine...

    Non sto dicendo che non esiste assolutamente alcun aldilà, che io sono certa di questa non-esistenza. In realtà, è più come se una parte di me sperasse/confidasse nella sua esistenza e si rammaricasse di non riuscire a percepirne i segni... Non so se mi spiego! Eppure c'è un'altra parte di me a cui piace andare in chiesa, che è rimasta legata alla religione cattolica e ai suoi riti... quindi in teoria dovrei credere nel Paradiso, no? Ma non riesco ad avere una fede così profonda, così incrollabile... anche se, talvolta, partecipare a certe funzioni religiose (ad esempio quella del Venerdì Santo, in cui si parla proprio della morte) mi fa sentire accolta e amata da Qualcuno (Dio? Gesù? Maria?) che non riesco bene a definire chi sia, ma di sicuro non è accanto a me fisicamente...

    Forse ho fatto un discorso incomprensibile, ma ho difficoltà ad affrontare l'argomento perché la mancanza di risposte certe mi manda un po' in confusione >.< D'altra parte, non possiamo sapere sempre tutto...

    Grazie per la risposta! Direi che il tuo discorso invece è comprensibilissimo.. forse è stato il fatto che tu non riesca a immergerti del tutto in questa nuova concezione che ti ha portato ad essere un pò scettica al riguardo, forse potresti avvertire nuove cose..chissà.. comunque grazie ancora per la risposta, è sempre bello sentire pareri differenti!
     
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    Una domanda antica, forse la più antica, che credo accompagnerà gli uomini per sempre e a cui io mi sono dato questa risposta.
    Mi piace credere che la nostra vita sia una sequenza di biforcazioni. Dalla nascita alla morte il nostro percorso si snoda attraverso una sequenza di bivi ognuno dei quali presuppone una scelta lasciata al nostro libero arbitrio ma il cui esito è comunque segnato. Come in una grande piramide il nostro viaggio inizia dal vertice e, se non finisce prima, si interrompe in uno dei tanti punti alla base tra i due estremi che sono quello che il cristianesimo chiama inferno e paradiso.
    Che succede quando si arriva in fondo?
    A me piace pensare che potremo vedere come sarebbe stata la nostra vita se avessimo scelto diversamente. Ci danneremo nell’eterno rimpianto vedendo come la nostra vita avrebbe potuto essere o ci beeremo (spero si scriva così) nella consapevolezza di aver fatto le scelte giuste.
    E chissà, magari in questo caso torneremo in cima per un altro giro lungo la piramide della vita attraverso vecchi e nuovi bivi.
    O magari forse siamo solo il passatempo di un dio fanciullo che si diverte a guardarci mentre ci affanniamo nelle nostre vite come noi guardiamo le formiche correre sulla terra e ogni tanto, con quella cattiveria innocente che solo i bambini hanno, ne schiaccia qualcuna.
     
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    CITAZIONE (Vlad Valacchio @ 10/7/2023, 19:47) 
    Una domanda antica, forse la più antica, che credo accompagnerà gli uomini per sempre e a cui io mi sono dato questa risposta.
    Mi piace credere che la nostra vita sia una sequenza di biforcazioni. Dalla nascita alla morte il nostro percorso si snoda attraverso una sequenza di bivi ognuno dei quali presuppone una scelta lasciata al nostro libero arbitrio ma il cui esito è comunque segnato. Come in una grande piramide il nostro viaggio inizia dal vertice e, se non finisce prima, si interrompe in uno dei tanti punti alla base tra i due estremi che sono quello che il cristianesimo chiama inferno e paradiso.
    Che succede quando si arriva in fondo?
    A me piace pensare che potremo vedere come sarebbe stata la nostra vita se avessimo scelto diversamente. Ci danneremo nell’eterno rimpianto vedendo come la nostra vita avrebbe potuto essere o ci beeremo (spero si scriva così) nella consapevolezza di aver fatto le scelte giuste.
    E chissà, magari in questo caso torneremo in cima per un altro giro lungo la piramide della vita attraverso vecchi e nuovi bivi.
    O magari forse siamo solo il passatempo di un dio fanciullo che si diverte a guardarci mentre ci affanniamo nelle nostre vite come noi guardiamo le formiche correre sulla terra e ogni tanto, con quella cattiveria innocente che solo i bambini hanno, ne schiaccia qualcuna.

    Condivido alla lettera, il beneficio del dubbio , porta anche benefici .. <3
     
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