Diari di Alfred

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    Diari di Alfred


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    OPERA DI RIFERIMENTO: The Last Kingdom
    CATEGORIA: bollino verde per tutti
    GENERE: Diario personale, Storico, Malinconico, Drammatico
    NOTE AGGIUNTIVE: Canon-Fic
    DICHIARAZIONE DI NON RESPONSABILITÀ: I personaggi della storia purtroppo non mi appartengono, sono proprietà della Netflix e dell'autore Bernard Cornwell con i suoi romanzi The Saxon Stories

    Indice:
    -22 Martii 871
    -2 Aprilis 871
    -23 Aprilis 871
    -3 Aprilis 878
    -14 Maius 878
    -5 Maius 886
    -26 September 899
    -24 October 899



    Sinossi: Dai diari di Alfred il grande, del casato del Wessex e re del Wessex, si ripercorrono alcuni momenti della sua vita, in chiave intima e personale, con le sue riflessioni su quanto ha dovuto affrontare: la perenne minaccia dei danesi, l'incontro con Uhtred di Bebbanburg (metà sassone e metà danese), su come è diventato re e le vicissitudini con Uhtred.

    »»————-  ————-««



    Parte Prima: 22 Marzo 871


    22 Martii 871

    Anche oggi il tempo ha continuato a scorrere, imperturbabile come il fluire delle acque del Tamigi, senza portare alcun cambiamento. Sono passati tre lunghi anni e nonostante tutto la piaga pagana minaccia ancora le nostre terre e il sangue di innocenti cristiani viene versato ogni giorno, a causa della ferocia di questi danesi che conoscono solo violenza. Credevo che la mia unione con Ælswith avrebbe portato qualche beneficio ai nostri due regni, speravo che il nostro legame avrebbe rafforzato la Mercia – la sua terra natia – e il Wessex dandoci la forza di respingere, una volta per tutte, gli invasori, eppure...
    I mesi passano e nulla si muove, la speranza vacilla e un altro anno volerà via senza portare qualcosa di nuovo. Lo vedo nello sguardo serio di Ælswith, che tenta di nascondere il dolore nel vedere la terra dei suoi padri venire distrutta, ma soprattutto lo noto su mio fratello Æthelred: gli affanni che invecchiano il suo volto e gli occhi spenti, che celano l'angoscia che cresce nel suo animo. Più lo osservo e più mi accorgo che, a ogni witan*, il peso della guerra e della corona si aggrava sempre di più, conducendolo sulla tetra via del pessimismo privo del calore della fede.
    E come biasimarlo? Tutto ciò che nostro padre, e i suoi avi prima di lui, hanno costruito e reso forte, rischia di essere spazzato via da un momento all'altro; il futuro sembra farsi sempre più fragile e per giunta, se il peggio dovesse verificarsi, i suoi figli sono troppo giovani per succedergli e io... troppo fragile per una tale responsabilità...

    Vorrei poterlo aiutare. Vorrei che Dio gli donasse un briciolo di speranza per farlo andare avanti, dargli la forza di affrontare ancora un'ultima battaglia e, questa volta, vincente.
    Non comprendo questi pagani, questi danesi, che si ostinano a combattere e che bramano la guerra e il sangue più della vita stessa, come se fosse la morte ciò che desiderano più di ogni altra cosa. Eppure sembra così logico e naturale tentare di far vivere e prosperare la propria gente, e l'unico modo con cui lo si può fare è la pace, servendosi della diplomazia per convivere serenamente. Forse non lo capiscono perché nella loro vita non vi è Dio a guidarli. Forse ciò che gli manca è proprio la mano e luce di Dio a condurli sulla retta via, a fargli aprire gli occhi e la mente e permettergli, così, di vedere davvero ciò che può rendere grande e prospero un popolo. Forse è Dio che ci sta guidando in questa guerra per portare la Sua Luce Divina a questi pagani? No, non posso crederci... Dio non può desiderare una cosa del genere. Il Diavolo guida questi eretici e noi dobbiamo debellare la minaccia, prima che il Male possa portare l'Oscurità perpetua nei nostri Regni.
    Che Dio possa portarci una luce di speranza e possa donarci la forza che ci condurrà alla vittoria e alla pace.
    Deus benedicta regnum nostrum, Deus benedicta Westsaxonum.

    *witan:consiglio degli Aldermanni del Wessex e Mercia

    Edited by Elizabeth Swann - 20/9/2023, 19:25
     
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    Parte Seconda: 2 Aprile 871



    2 Aprilis 871

    Credo che Dio abbia ascoltato le mie preghiere, anche se... non mi aspettavo nulla del genere. Questa mattina Padre Beocca mi ha presentato una sua vecchia conoscenza, un ragazzo, un guerriero, che dice di essere l'erede di Bebbanburg e che è intenzionato a reclamare ciò che è suo di diritto, ma non è un semplice sassone poiché è stato cresciuto dai danesi. A quanto sembra, Dio mi ha portato una luce di speranza avvalendosi di un... pagano. Uhtred è il suo nome. Nato nella fortezza di Bebbanburg, nella Northumbria, e ceduto ai danesi da suo zio per diventarne sovrano, quindi cresciuto con coloro che minacciano le nostre terre e che l'hanno convertito al loro inspiegabile culto. Sostiene di poterci aiutare a sconfiggere quelli che, nemmeno due settimane fa, considerava parte del suo popolo, con la speranza di ricevere in cambio un nostro contributo per spodestare l'usurpatore. La logica suggerirebbe di sfruttare questo vantaggio, avvalendosi di tutte le sue conoscenze sui danesi, le loro usanze, abitudini e stile di combattimento, ma come fidarsi? Come posso riporre la mia fiducia a un giovane uomo che, sembra, stia tradendo quelli che lo hanno accolto come uno di loro? Stando alle sue parole un clan danese ha ucciso tutta la sua famiglia adottiva e hanno sparso la voce che sia stato lui stesso a farlo, quindi non ha più nulla che lo lega a quei pagani, gli interessa solo Bebbanburg per mantenere la promessa fatta a suo vero padre. Ma anche se ciò dovesse essere la verità – cosa probabile conoscendo la natura vile e irrazionale dei danesi - come posso fidarmi di qualcuno che, nonostante il battesimo, ha voltato le spalle a Dio per abbracciare gli Antichi Dei? I lunghi anni di guerra rendono ancora più difficile la decisione: dalla mia scelta potrebbero dipendere le sorti delle prossime battaglie, in base a ciò che potrei suggerire a mio fratello. Se rifiutassi il suo aiuto potrei condannarci tutti ad altri anni di battaglia; se accettassi potrei dare maggior sostegno a mio fratello e alleviargli qualche affanno dall'animo, ma se ci tradisse?

    Ciononostante gli occhi di questo Uhtred esprimevano sincerità e onestà, c'era desiderio di vendetta, ovviamente, tanta rabbia che ribolliva nel suo animo eppure lo spingeva verso la volontà di riscattare il suo nome. E poi... non riesco a togliermi dalla testa la sua reazione nel sentirmi parlare del mio sogno dell'Inghilterra: il suo sguardo sembrava essersi illuminato - oserei dire di speranza ma non ne sono certo. Riuscivo a vedere che qualcosa dentro di lui si era acceso, come se davanti a sé avesse proprio l'immagine della mia Inghilterra e, soprattutto, credesse anche lui nel mio sogno. Forse Dio mi ha condotto da lui per qualcosa di molto più grande, non solo per portare la pace nel Wessex e Mercia. Forse Uhtred è guidato da Dio per aiutarmi a creare l'Inghilterra: un unico regno dove tutti i Sassoni – tutti i popoli della Bretagna – e cristiani possano vivere in pace, sotto la guida e amore del Nostro Signore.
    Potrei decidere di fidarmi, con le dovute precauzioni ovviamente, e avvalermi delle sue conoscenze e abilità – se è riuscito a scampare ai danesi, sicuramente dev'essere un abile guerriero – così potremmo sperare di avere anni di pace e prosperità.
    Æthelred, prometto che ti aiuterò ad alleggerire il peso del fardello che porti da parecchi anni, ormai; che tu possa trovare un po' di speranza, fratello mio, grazie a questo Uhtred di Bebbanburg.
    Grazie, Dio, per aver ascoltato le mie preghiere. Grazie, per avermi mandato questo Uhtred.
    O Inghilterra, riesco a sentirti un po' più vicina, adesso, non sei più un semplice e irraggiungibile sogno...
    Laudandus sit Deus et benedicat Westsaxonum

    Edited by Rue Ryuzaki - 17/6/2023, 20:12
     
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    Parte Terza: 23 Aprilis 871



    23 Aprilis 871

    Credevo, speravo, che questa volta le cose sarebbero andate diversamente. Ero quasi certo che l'arrivo di questo Uhtred avrebbe portato uno spiraglio di vento positivo, grazie alle sue utili informazioni sui modi di fare e ragionamenti dei danesi, invece...
    La Battaglia di Marton, nel Dorset, è stato un disastro... Riesco ancora a udire nelle mie orecchie il clangore delle spade scontrarsi l'una contro l'altra, le grida dei soldati sassoni morti e il loro sangue che impregnava la terra e macchiava la fine erba verdeggiante appena rinata. Non riesco a togliermi dalla testa tutti quei corpi caduti, quell'orrore devastante che infrangeva il dolce profumo primaverile contaminandolo con quello della morte; gli occhi di quei guerrieri pagani accecati dal desiderio di togliere la vita ai miei soldati, le risate sadiche di alcuni di loro, mi rabbrividisce ancora adesso. E poi... c'è la sua immagine impressa nella mia mente: Æthelred, il mio amato fratello, ricoperto del suo stesso sangue, il viso pallido e la luce nei suoi occhi che, via via, si stava affievolendo. Pensavo che la battaglia avrebbe risollevato il Wessex e la Mercia, invece ha distrutto ogni cosa, ha portato via Æthelred, mi ha privato di mio fratello... Non volevo che finisse in questo modo. Non volevo che mio fratello perisse, non dopo tutta la fatica che ha dovuto sopportare.

    O Æthelred, vorrei che fossi qui a posto mio, sarei dovuto andare io con Dio e non tu... Non ho alcuna utilità da vivo, non con questo mio corpo così fragile. Se potessi supplicherei Nostro Signore per prendermi con sé al tuo posto, per far di nuovo ardere il fuoco della vita dentro di te. Avrei voluto farti assaporare un po' di pace, alleviare quell'affanno che pesava nel tuo cuore ogni giorno. Avrei voluto vederti regnare su un regno sereno e prospero, invece Dio ti ha chiamato a sé prima del previsto.
    Mi ricordo ancora la settimana prima di partire per la battaglia. Lo witan era finito da poco e, nella sala del trono, c'eravamo solo noi due. Ti guardavo con la coda degli occhi, mentre fingevo di meditare su qualche strategia bellica, per cercare di capire cosa avesse il tuo sguardo, il tuo viso, di diverso, poi la tua voce ruppe il silenzio:
    “La tua mente è molto brillante, Alfred, sei molto più saggio e intelligente di me... Saresti un buon re.”
    In quel momento non mi erano chiare quelle tue parole, ma adesso so... capisco cosa il tuo sguardo, unito al tuo commento, stava cercando di dirmi. Mi stavi dando la tua benedizione per prendere il tuo posto, quando l'inevitabile momento sarebbe giunto. Stavi lodando i miei pregi per far dissipare dalla mia mente le insicurezze e timori legati alla mia salute cagionevole, così da donarmi la forza necessaria per affrontare il peso della corona. E ora mi domando: lo sapevi, caro fratello, che sarebbe finita così? Sentivi che questa sarebbe stata la tua ultima battaglia?

    Forse il tuo cuore ti stava mettendo in guardia per preparati alla fine e, indirettamente, preparare anche me. Eppure non mi sento per niente pronto. Non sono adatto a fare il re, Æthelred. Non ho la tua stessa forza e tenacia di affrontare un tale peso. Per quanto la mia mente sia così brillante – come hai detto tu stesso – non credo che il mio corpo riuscirebbe a sopportare lo stesso fardello, che hai portato tu per tutti questi anni. Non ho mai bramato la corona, ho sempre e solo voluto essere la tua spalla e mettere a tua disposizione tutto il mio sapere, la mia conoscenza. Ma non credo che io abbia molta scelta. Non ho scelta, quindi ti chiedo, fratello, di darmi la forza per sostenere questo importante dovere, in cambio io ti prometto che porterò la pace nel Wessex. Anche se abbiamo perso molti uomini e le provviste scarseggiano, riuscirò a disfarmi dei danesi e di tutto questo odio e sangue che corrode le nostre terre.
    Ora più che mai, il giovane Uhtred di Bebbanburg può essermi utile: per poter sconfiggere il nostro nemico devo conoscerlo a fondo, riuscire a comprendere la sua mentalità e i suoi ragionamenti. In questi pochi giorni non abbiamo avuto modo di sfruttare al meglio le sue conoscenze – anche perché volevo essere certo di potermi fidare, anche se Padre Beocca affiderebbe la sua stessa vita a lui – e ora che entrambi abbiamo perso molti uomini, posso concedermi del tempo per apprendere quanto possibile. Lo devo fare per il Wessex e per dare un futuro all'Inghilterra.

    Non credo che Dio mi abbia mandato Uhtred per portare ancora più disperazione e privarmi di mio fratello. Qualcosa di molto più profondo si cela dietro a questo incontro. E per quanto io non riesca a tollerare, accettare e capire il suo legame con gli Antichi Dei – e per quanto questo possa incutermi un po' di timore – il mio intuito mi dice che Uhtred è degno di fiducia, è leale e con una mente astuta e brillante in fatto di battaglie. Spero che insieme riusciremo a portare la pace, anche se prevedo molti scontri per diversità di vedute.
    O Æthelred, ti prometto che non ti deluderò e cercherò di essere una guida giusta per il Wessex e di portare prosperità
    O Dio, se mi avete scelto per guidare questo popolo, vi prego di aiutarmi a essere degno della corona.
    Sono pronto per essere il nuovo Re del Wessex. Sono pronto per essere la guida del mio amato popolo, perché so che mio fratello e Dio sono con me.
    Deus te benedicta, Æthelred et benedicta regnum nostrum.
     
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    Rue Ryuzaki la prima parte di questi diari è riuscita. Mentre leggevo, come mi capita sempre quando leggo qualcosa che mi piace, la mia mente ha cambiato qualcosa, solo per renderla più scorrevole al mio orecchio, mentre guardava l'immagine evocata dalle tue parole ovvero Alfred seduto a un vecchio scrittoio di legno davanti a una finestra chiusa su una fredda notte senza luna, intento a scrivere i suoi pensieri alla luce di una tremolante lampada a olio.

    Anche oggi il tempo continua ha continuato a scorrere, imperturbabile come il fluire delle acque del Tamigi, senza portare alcun cambiamento.
    Sono passati tre lunghi anni e nonostante tutto la piaga pagana minaccia ancora le nostre terre: e il sangue di innocenti cristiani viene sprecato versato ogni giorno, a causa della barbara ferocia barbarie di questi danesi che conoscono solo violenza. Credevo che la mia unione con Ælswith avrebbe portato qualche beneficio ai nostri due regni, speravo che il nostro legame avrebbe rafforzato la Mercia – la sua terra natia – e il Wessex dandoci la tenacia forza di contrastare respingere, una volta per tutte, gli invasori, eppure...
    I mesi passano e nulla si muove, la speranza vacilla e un altro anno volerà via senza portare qualcosa di nuovo. Lo vedo nello sguardo serio di Ælswith, che tenta di nascondere il dolore nel vedere la terra dei suoi padri venire distrutta, ma soprattutto lo noto su mio fratello Æthelred: gli affanni che deteriorano invecchiano il suo volto e gli occhi spenti, che celano l'angoscia che accresce cresce sul nel suo animo. Più lo osservo e più mi accorgo che, a ogni witan*, il peso della guerra e della corona si aggrava sempre di più, guidandolo conducendolo sulla tetra via del pessimismo privo del calore della fede.
    E come biasimarlo? Tutto ciò che nostro padre, e i suoi avi prima di lui, hanno costruito, e reso forte, rischia di essere spazzato via da un momento all'altro; il futuro sembra farsi sempre più fragile e per giunta, se il peggio dovesse verificarsi, i suoi figli sono troppo giovani per succedergli e io... anche se vorrei poterlo aiutare sono troppo fragile per una tale responsabilità.
    Vorrei poterlo aiutare. Vorrei che Se solo Dio gli donasse un briciolo di speranza per poterlo fare farlo andare avanti e dargli la forza di affrontare ancora un'ultima battaglia e, questa volta, vincente.
    Non comprendo perchè questi pagani, questi danesi che si ostinano si ostinino a combattere, che bramano la guerra e il sangue più della vita stessa, come se fosse la morte ciò che desiderano più di ogni altra cosa. Eppure sembra così logico e naturale tentare di far sopravvivere, vivere e prosperare, la propria gente, e l'unico modo con cui lo si può fare è la pace, avvalersi servendosi della diplomazia per convivere serenamente.
    Forse non lo capiscono perché nella loro vita non vi è Dio a guidarli. Forse ciò che gli manca è proprio la mano e luce di Dio a condurli nella sulla retta via, a fargli aprire gli occhi e la mente e permettergli, così, di vedere davvero ciò che può rendere grande e prospero un popolo.
    Forse è Dio che ci sta guidando in questa guerra per portare la sua Luce Divina a questi pagani? No, non voglio posso crederci... Dio non può desiderare qualcosa una cosa del genere. Il Diavolo guida questi eretici e noi dobbiamo debellare la minaccia, prima che il Male possa portare l'Oscurità perpetua nei nostri Regni.
    Che Dio possa portarci una luce di speranza, e possa donarci il seme la forza che ci condurrà alla vittoria e alla pace.
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    Grazie Vlad Valacchio per aver letto questa storia! E mi piace la visione che ti ha mostrato la lettura della prima parte dei diari! Spero che la comprensione sia stata facile, se magari non conosci l'opera! Ho cercato di scrivere in modo più chiaro possibile per tutti! :)

    Grazie anche per la premura nell'avermi segnato le parti che ti suonano meglio. Rileggendo alcune parti mi sono suonate meglio, in effetti! Quindi ho modificato come hai suggerito, altre parti però vorrei sapere qualche cosa in più sulla tua annotazione, se non ti spiace ^_^

    CITAZIONE
    se il peggio dovesse verificarsi, i suoi figli sono troppo giovani per succedergli e io... anche se vorrei poterlo aiutare sono troppo fragile per una tale responsabilità.

    Qui mi hai suggerito di aggiungere la parte in grassetto... mi sembra, però, che cambi il significato: la frase, com'era messa, intendeva dire "i figli di Æthelred sono troppo giovani e Alfred troppo fragile fisicamente per diventare re". Se mettessi il "vorrei poterlo aiutare" non sembra allontanarsi dal significato :=/: . Come mai ti suona meglio l'aggiunta di quella frase?

    CITAZIONE
    Non comprendo perché questi pagani, questi danesi che si ostinano si ostinino a combattere, che bramano la guerra e il sangue più della vita stessa, come se fosse la morte ciò che desiderano più di ogni altra cosa.

    Questa frase, invece, mi piace come l'hai suggerita, però anche qui mi sembra che cambi il significato :XD: : Con l'aggiunta del perché sposta l'attenzione sul motivo che c'è dietro alle azioni dei danesi, quindi -> Non capisco Perché agiscono in questo modo?
    Mentre evitando l'uso del perché l'attenzione si sposta sui pagani\danesi stessi, quindi -> Non capisco questi pagani che agiscono in questo modo (disprezzato da Alfred perché legato alla morte).
    Cambia poco, diciamo, è solo questione più filosofica :XD: che dipende dalla psicologia del personaggio e quello che si vuole far risaltare. Tu come mai hai suggerito in questo modo? ^_^

    Comunque grazie di cuore per aver letto e per i suggerimenti! Sono molto utili!
     
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    Rue Ryuzaki certo che non mi dispiace spiegarti i contorti ragionamenti della mia mente malata di cinema.
    Ho cambiato la tua versione:

    "E come biasimarlo? Tutto ciò che nostro padre, e i suoi avi prima di lui, hanno costruito e reso forte, rischia di essere spazzato via da un momento all'altro; il futuro sembra farsi sempre più fragile e per giunta, se il peggio dovesse verificarsi, i suoi figli sono troppo giovani per succedergli e io... troppo fragile per una tale responsabilità...
    Vorrei poterlo aiutare. Vorrei che Dio gli donasse un briciolo di speranza per farlo andare avanti, dargli la forza di affrontare ancora un'ultima battaglia e, questa volta, vincente."

    solo per evitare la ripetizione ravvicinata del vorrei e lasciandone uno mi sembra più scorrevole scritto in questo modo:

    "E come biasimarlo? Tutto ciò che nostro padre, e i suoi avi prima di lui, hanno costruito, e reso forte, rischia di essere spazzato via da un momento all'altro; il futuro sembra farsi sempre più fragile e per giunta, se il peggio dovesse verificarsi, i suoi figli sono troppo giovani per succedergli e io... anche se vorrei poterlo aiutare sono troppo fragile per una tale responsabilità.
    Se solo Dio gli donasse un briciolo di speranza per farlo andare avanti e dargli la forza di affrontare ancora un'ultima battaglia e, questa volta, vincente."

    Nell'altra frase invece ho lasciato solo il termine pagano e inserito quel perchè proprio per sottolineare il fatto che i pagani, in quanto tali e non perchè danesi, sembrano amare la guerra e la violenza mentre i cristiani la usano quasi a malincuore solo come extrema ratio. Un falso storico ma ci può stare come convinzione di un sincero idealista.
     
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    Vlad Valacchio Ok, allo poi cambio la seconda parte che hai detto, mi sembra sensato!
    Per la prima, la ripetizione di Vorrei è voluta 🤣
     
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    Quarta Parte: 3 Aprilis 878




    3 Aprilis 878

    Ti ho deluso, Æthelred e con te anche tutto il Wessex. Ho perso il cuore del nostro regno, Winchester, credendo di essermi sbarazzato dei danesi, capitanati da quel Guthrum, con diplomazia e invece... sono stato uno sciocco. Non sono più un Re. Come potrei esserlo? Non ho più un regno, ho perso tutto ciò che i nostri avi avevano costruito con tanta fatica e per giunta ho condannato molti Sassoni del Wessex alla morte. Non ho alcun diritto di indossare la corona, essere definito Re e di essere seguito dal mio popolo. Sono un Re esiliato da mesi nelle Paludi del Somerset, un Re del Nulla; questa è la punizione che mi merito per averti deluso, caro fratello, e per aver deluso tutta la nostra casata, ma soprattutto per aver usurpato il trono di tuo figlio Æthelwold, che ha rivendicato come suo di diritto, non appena ha raggiunto la maggiore età. Da quando sono finito in queste umide terre, mi chiedo se nelle sue parole vi sia un briciolo di verità, se la tua scelta di nominarmi tuo successore è stata giusta, visto che la mia sicurezza inizia a vacillare. Nelle poche ore di sonno che riesco a concedermi, i sogni mi portano in una Wessex distrutta dalle fiamme di quei pagani, che per anni ci hanno spinto a spargere sangue di preziosi Sassoni e Cristiani, e al risveglio... la speranza si affievolisce sempre di più.
    O Æthelred, vorrei che tu fossi qui al mio fianco. Vorrei poter sentire la tua voce per sapere cosa hai visto in me, oltre la mia intelligenza, per scegliermi come erede, così da riuscire a sentire di nuovo la fermezza dentro di me.

    So cosa dovrei fare: spingere i danesi e Guthrum a una battaglia decisiva, un solo scontro definitivo per evitare che il Wessex si rompa ancora di più, pezzo dopo pezzo, e le fiamme si espandano su tutto il territorio, soprattutto ora che è così fragile. Vorrei radunare tutti gli aldermanni e i loro guerrieri per affrontare, una volta per sempre, questi eretici pagani così da liberare Winchester e riprendermi ciò che mi hanno portato via. Ma con che diritto ho di convocare tutti i signori sassoni per aiutarmi nella mia impresa? Il giovane Uhtred ha speranza. Ho visto l'impavido fuoco del guerriero sfavillare nei suoi occhi nel sentire le mie parole e, con sincerità, dirmi che potrebbero esserci buone speranze di spingere i nostri nemici a una battaglia conclusiva. In quel momento gli ho creduto. Ora però sento la fiducia abbandonarmi e il desiderio di combattere venire meno.
    Il piccolo Edward... sta molto male e io...

    Io e Ælswith abbiamo passato queste ultime due settimana a sperare che le preghiere dei preti riuscissero a farlo stare meglio. Abbiamo pregato ogni giorno, ogni ora, ma niente è cambiato, anzi la sua salute è peggiorata... Il respiro si è fatto sempre più affannoso e con la fronte cocente. Non trova pace, nemmeno tra le braccia della madre, neppure tra le mie, solo fugaci attimi che... mi fanno sempre presagire il peggio. Quando dorme ho il timore che possa non risvegliarsi e quasi sono tentato di disturbare il suo sonno. Prego Dio di non portarmelo via, di non privarmi di questa gioia, ma ho paura che non gli sia concesso, poiché la giovane Iseult, una guaritrice pagana, ci ha rivelato che... potrebbe non farcela.
    La mia adorata Ælswith è distrutta, il suo animo è spezzato e il viso è deturpato da lacrime infinite. La mia piccola Æthelflead è silente, così come lo sono le piccole gocce salate che le rigano le guance, soggiogata dal terrore di perdere il fratello.
    E io... L'ultima volta che ho potuto tenerlo stretto a me, a stento riuscivo a sentire il suo cuore battere e con esso anche il mio. Più i minuti passano e più la mia voglia di lottare si affievolisce, divorata dall'oscura visione di un futuro senza il mio adorato figlio. Non riesco a vedere altro che buio, sono finito in una tetra via a causa dei miei peccati. Per colpa mia molte persone che amo e il mio popolo stanno soffrendo e ciò spezza ancora di più il mio cuore. Cerco di aggrapparmi con tutte le forze alla mia fede in Dio e alle parole di conforto del giovane Uhtred, che si è rivelato essere i miei occhi e la mia mente lucida, in questo ultimo periodo in cui mi sento perso nel vuoto.

    Sono impotente dinanzi al volere di Dio, che ha tra le mani la vita di tutti e, in questo momento, sta decidendo le sorti di Edward attraverso la guaritrice Iseult. Sì, ho affidato la vita di mio figlio, il mio erede, nelle mani di una pagana perché l'unica in grado di salvarlo con il suo dono, ma soprattutto - come mi ha ricordato Uhtred - perché Dio agisce attraverso tutti quanti gli uomini poiché tutti sono nati dal Suo volere, così anche i pagani. Allora, nella mia impotenza, non mi resta che pregare in attesa che, superata questa umida e fredda notte, buone notizie possano giungere.
    O Dio, Vi prego di darmi la forza di affrontare qualsiasi notizia portata dal nuovo mattino.
    Ma dal profondo del mio cuore, O Dio, Vi prego di risparmiare la vita di mio figlio, di guidare la giovane Iseult affinché il suo dono possa salvare il mio piccolo Edward.
    E Vi ringrazio, Nostro Signore, per aver portato Uhtred sulla mia strada, di averlo condotto nella mia vita, senza di lui non sarei mai riuscito ad avere lucidità, speranza e il desiderio di combattere per riprendermi il Wessex, in tutti questi mesi passati in esilio.
    Grazie, Dio. Grazie, Uhtred di Bebbanburg, vi devo molto, così come il Wessex.
    Deus benedicta Uhtred et Iseult. Deus, da mihi fortitudinem ante noctem.

    Edited by Rue Ryuzaki - 27/6/2023, 15:37
     
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    Quinta Parte: 14 Maius 878





    14 Maius 878


    Sono passati due giorni dalla Battaglia di Ethandun e ancora faccio fatica a crederci... Mi sembra quasi di essermi addormentato e finito in un sogno, uno di quelli piacevoli e che rinvigoriscono lo spirito, senza essermi ancora destato. Eppure è tutto vero e se solo mi guardo indietro, faccio fatica a capacitarmi di come sia potuto accadere tutto questo! Solo un mese addietro sentivo il mio cuore e l'animo spezzati, lo sconforto mi aveva prosciugato tutta la voglia di combattere e riconquistare ciò che i danesi mi avevano portato via. Ero perso nel buio più totale, tra l'esilio nelle Paludi Somerset e il piccolo Edward morente, facevo fatica a trovare uno spiraglio di speranza. Mi sforzavo di andare avanti aggrappandomi a quella flebile luce che riusciva a infondermi il giovane Uhtred, forza che veniva dalla mia fede in Dio e che sapevo esserci Lui dietro a tutto questo. E poi... è incominciato il primo miracolo, seguito da tanti altri piccoli: il mio amato Edward si è ripreso grazie alla cure di Iseult e ora è sano e forte; gli aldermanni hanno risposto alla mia chiamata, alla chiamata di un Re senza terra e vissuto per mesi in una palude; in fine l'unione dei Sassoni Cristiani ha sconfitto i danesi, la luce che ci ha conferito Nostro Signore ha sbarazzato via tutta l'oscurità di quei pagani!

    Il Wessex è stato liberato. Wichester è tornata ad essere il cuore del regno costruito dai miei avi. Si narrerà della Battaglia di Ethandun negli anni a venire come l'unione di diversi signori Sassoni per fronteggiare il loro unico nemico. Le croniche racconteranno le gesta non di Alfred, Re spodestato e costretto alla fuga, ma di tutti i Cristiani riuniti per sconfiggere la minaccia pagana; di come il Wessex è risorto dalle ceneri diventando più forte. Credo, però, che verranno ricordate soprattutto le impavidi gesta del guerriero Uhtred – l'ormai Ammazza Danesi – e di come il fuoco della disperazione l'abbia spinto oltre il muro di scudi dei nemici e abbia sconfitto il suo obiettivo: colui che l'ha privato della sua amata, la guaritrice Iseult... La sua impresa passerà alla storia, magari diverrà leggenda, ma sono certo che i soldati narreranno di quanto è riuscito a fare quel giorno. Sono convinto che Dio lo abbia guidato e protetto, gli abbia dato la forza, agilità e prontezza per scavalcare la difesa dei nemici, rimanere illeso dagli attacchi avversari – abbattendone molti – e arrivare alla sua meta. Ciò mi fa credere ancora di più che Uhtred non sia capitato nella mia vita per puro caso, ma che dietro a tutto questo ci sia il Volere di Dio, forse proprio per portare la pace in queste terre e magari... dare vita all'Inghilterra, un giorno.

    Quanto a Iseult... Prendere la sua vita è stato un atto ingiusto, troppo giovane per spegnere il fuoco del suo cuore e troppo dotata per privare il mondo di una tale conoscenza. Mi rincresce che sia finita così. Le dovevo molto, dall'aver alleviato i dolori del mio fragile corpo all'aver salvato la vita di mio figlio... Non potrò mai ricambiare per quanto ha fatto per me e mia moglie, avrei voluto ringraziarla a dovere, ma a quanto pare l'unica cosa che posso fare è pregare per la sua anima. Spero che possa trovare pace tra i suoi Dei – nel salone di... Odino, credo, stando a quanto detto da Uhtred – e che l'anima del giovane Uhtred possa trovare un po' di sollievo. Non la dimenticherò mai.
    Questa vittoria la dedico a te, caro Æthelred, e a tutti i nostri avi. Dalla Battaglia di Ethandun nascerà una nuova Wessex: più forte, decisa e salda; si metteranno solide radici per far crescere il sogno dell'Inghilterra, con la diplomazia, il buon senso, la fede e l'unione.
    Nuovi giorni ci attendono e spero che possano essere sempre benedetti dalla pace e prosperità.
    Laudandus sit Deus et benedicat Westsaxonum, nunc et perpetuum.
     
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    Sesta Parte: 5 Maius 886




    5 Maius 886


    Non mi pare vero che è già passato un mese e mezzo da quando la mia adorata Æthelflead è diventata donna a tutti gli effetti e ha lasciato il suo ovile di Winchester, compiendo il suo dovere di Principessa del Wessex.
    Ricordo ancora il giorno in cui Ælsiwth si è presentata nello scriptorium, che avevo fatto allestire nel nostro palazzo reale, con a seguito nostra figlia: era bellissima in quel suo semplice abito rosa e azzurro e i capelli intrecciati, abbelliti da una coroncina di fiori, sul suo viso dolce e gentile brillava un piccolo sorriso. Solo a vederla mi sentii ancora più diviso di quanto non lo fossi prima, sapevo che aveva il suo onere da portare a termine, eppure il mio cuore soffriva all'idea di doverla lasciare andare, vederla affidata a un altro che, con molta probabilità, non l'avrebbe mai amata, trattata e protetta come solo un padre può fare. Quando la vidi in quel momento, rimasi per un lunghissimo istante ad ammirarla, come a voler imprimere nella mia mente l'ultima immagine di Æthelflead nei panni della mia bambina cordiale e delicata, per poi permetterle di diventare una donna e spiccare il volo. Ammetto che, se avessi potuto, avrei voluto mandare a monte la sua unione con Lord Æthelred di Mecia, per poterla avere ancora al mio fianco e insegnarle tutto ciò che conosco – e magari concederle il permesso di sposarsi per amore. Tuttavia il nostro ruolo ci impone obblighi precisi e per quanto desideriamo qualcosa, anche se puro e sincero, dobbiamo sempre mettere al primo posto ciò che è giusto per il nostro regno, ciò non toglie che, assistere al suo matrimonio non è stato privo di dolore. La piccola Æthelflead del Wessex, in poche ore, non c'era più, lasciando il posto alla signora Æthelflead di Mercia, pronta ad abbandonare la sua casa d'infanzia e costruirsi una nuova vita. Eppure la sofferenza data dalla separazione, per vederla seguire il suo consorte, non è paragonabile a quella che affligge ora il mio cuore. Sapere che mia figlia è in mano a quei danesi privi di Dio e guidati dai fratelli Erik e Sigefrid... non mi da pace.

    Sento il senso di colpa accrescere dentro di me, con i pensieri che, quasi, mi convincono che non avrei dovuto cederla in moglie, non così presto. Ho paura che la follia pagana possa prendere la vita di Æthelflead in qualsiasi momento. Ho il terrore di non poterla mai più rivedere e pensare che ciò possa avvenire senza che abbia avuto qualcuno di a lei caro vicino, nel suo ultimo respiro, mi spezza ancora di più il cuore. Ci sono attimi in cui mi sento impotente, legato dalla spinosa situazione in cui lo stolto Lord Æthelred ci ha intrappolati, mentre in altri mi sento sopraffatto dal peso dei miei obblighi, che mi rendono confuso sulla strada da intraprendere.
    Cosa dovrei fare? Lasciare che mia figlia venga uccisa per essermi rifiutato di pagare il riscatto? No, non potrei mai voltarle le spalle, nemmeno se il Wessex fosse totalmente assediato dai miei nemici, piuttosto continuerei a cercare una soluzione.

    Dovrei spingerla a togliersi la vita e acclamarla come martire? La logica potrebbe indurmi a pensare che è la scelta più sensata: la mia immagine non risulterebbe compromessa, a differenza della prima soluzione, e il Wessex, i Sassoni, non dovrebbero pagare un prezzo così alto e rischiare di indebolirsi mentre Æthelflead si eleverebbe a martire e adorata, ma... come potrebbe un padre chiedere alla propria figlia, la sua unica figlia, di compiere un atto così vile e ingiusto, quando la sua prigionia è stata causata dalla stoltezza di suo marito? Un padre non dorrebbe mai essere costretto a pensare alla prematura morte dei suoi figli, non potrebbe mai desiderare la loro morte per convenienza, anche se ciò potesse compromettere la salvezza di un bene più grande...?
    Oppure dovrei pagare il riscatto così da riaverla a casa? Il prezzo sarebbe davvero molto, molto alto e i regni dei Sassoni sarebbero indeboliti, ma la dignità e l'integrità del Wessex, e della Mercia, rimarrebbero intatti e immacolati. Æthelflead è il simbolo della purezza del Wessex e della forza del nostro legame con la Mercia, ancora una volta rinnovato. Con lei in vita, sana e salva, potremmo sperare di creare un grande e unico regno per tutti i sassoni e cristiani, il sogno dell'Inghilterra potrebbe concretizzarsi sempre di più... Potrebbe essere un rischio troppo elevato da compiere – dopotutto chi mi assicura che Earl Erik e Earl Sigefrid la lasceranno andare dopo aver ottenuto il loro compenso? - ma la prospettiva di ciò che potrebbe sorgere grazie a Æthelflead vale la pena tentare un tale pericolo.

    Anche se sono, quasi, sicuro sulla strada da prendere, mi sento allo stesso tempo bloccato. Il peso della corona porta ad avere tanti, troppi, dubbi e interrogativi. Non vi è solo una vita in gioco, ma molte e tutte legate alle mie scelte, la loro sopravvivenza è data in gran parte da me.
    Avvolte mi sento perso come quei mesi in esilio nelle Paludi Somerset e ammetto che... vorrei Lord Uhtred al mio fianco, ma la nostra diversità di vedute ci ha separati ancora una volta. Non riesco a fidarmi totalmente di lui a causa della sua scelta spontanea di seguire gli Dei Antichi, di rinnegare l'Unico Vero Dio, e ciò mi destabilizza poiché le sue doti di guerriero, la sua mente stratega e brillante sono davvero preziose... Eppure alle volte mi sorge il dubbio che, tutte queste disavventure, queste minacce al Wessex, sia una punizione per avvalermi del consiglio di un pagano. E allora mi chiedo: se così fosse, perché è capitato nella mia vita? Perché mi ha sempre aiutato nel salvare il Wessex? Può essere solo ed esclusivamente per riprendersi la sua Bebbanburg? Dopo tutti questi anni, ci dev'essere qualche altro motivo che lo trattengono qui. Non lo so, non lo comprendo e ciò mi spinge a essere cauto. Forse non lo capirò mai, né lui e nemmeno il nostro legame... Però da semplice essere umano e, soprattutto, da padre vorrei che fosse qui per avere una sua opinione, sapere come agirebbe lui e se ci fosse “l'alternativa di Uhtred di Bebbanburg”.
    O Dio, vi prego di vegliare sulla mia amata figlia e di non lasciarla mai da sola... Portatele tutto l'affetto mio, di mia moglie e di suo fratello Edward. Vi prego, Nostro Signore, di guidarmi nella scelta giusta e che possa portare beneficio a Æthelflead e al mio popolo.
    Laudandus sit Deus
     
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    Settima Parte: 26 Septemper 899





    26 Septemper 899


    Il peso della corona si sta facendo sempre più grave con il passare dei mesi. I danesi continuano a giungere sulle nostre terre e a portare distruzione e morte con il loro passaggio, mentre la mia corte è contaminata da serpi viscide e voraci, pronte a colpirti alle spalle o a sussurrarti frasi amichevoli per ottenere ciò che vogliono. Ho nemici ovunque, che sembrano moltiplicarsi a vista d'occhio, con molta probabilità, a causa del mio aspetto. La mia mente è lucida e attiva, ma intrappolata in un corpo sempre più in declino, la cotta di maglia sembra essere fatta di gigantesche pietre d'acciaio e, certe volte, anche il peso delle vesti si fa eccessivo da sopportare. Li vedo, i miei falsi alleati e consiglieri, vorticare intorno al mio trono come avvoltoi in attesa che il mio fisico mi tradisca del tutto. Vedo il fuoco dell'avidità bruciare nei loro occhi, diluita nella speranza di poter ottenere ciò che bramano... lo osservo nello sguardo di mio nipote Æthelwold impaziente di vedermi morto così da poter indossare la corona, convinto di averla con facilità visto la mia apparente vulnerabilità: l'assenza di Lord Uhtred nella mia cerchia di fidati consiglieri e guerrieri.

    Ho dovuto cacciarlo a causa delle sue azioni, ma... Ho fatto la scelta più giusta e logica, uccidere un prete non è cosa da niente e quindi è stato giusto esiliarlo, anche se ora in molti mi vedranno come una facile preda. Non avranno questa soddisfazione, devo resistere il più possibile per guidare Edward, anche se per pochi giorni... Ancora non comprende – non riesce ad accettare a pieno – il significato di essere Re. Ogni volta che lo guardo, mi sembra di rivedermi, di ritornare indietro nel tempo quando avevo la sua età: essere costretto a sposarmi contro la mia volontà con una persona sconosciuta, distruggendo il mio desiderio – molto spesso peccaminoso – di libertà e passare la mia vita al servizio di mio fratello, così d'avere la possibilità di impegnarmi solo sull'accrescere la mia conoscenza e dedicarmi a Dio. Eppure niente è andato come sperava il mio cuore; diventare il successore di Æthelred non è stato facile da accettare, ma alla fine ho avuto l'opportunità, almeno spero, di realizzare qualcosa di più grande e di migliorare la vita del mio popolo: concedere ai poveri promettenti di essere istruiti, rafforzare le difese contro i danesi grazie alle flotte navali, istituire riforme giuridiche così che tutti possano essere giudicati equamente per i loro crimini, intraprendere rapporti diplomatici con i paesi stranieri – specie qui in Bretagna con la speranza di realizzare la mia Inghilterra... Ho fatto quanto ho potuto in questi anni di servizio verso il mio popolo, adesso spero che Edward riesca ad accogliere il fardello che gli dovrò affidare. Capisco il suo desiderio di una vita più tranquilla e normale, evitare di guardarsi sempre le spalle e poter dormire tra le braccia della serenità, senza che il sospetto deturpi i sogni; eppure deve accettare la realtà: io sto morendo e lui sarà il mio successore.

    Ammetto che più volte mi sei tornato in mente tu, Æthelred, mi sono chiesto spesso come tu abbia deciso di farmi tuo erede senza troppi indugi. Non hai mai avuto dubbi? La mia salute fragile non ha mai insidiato qualche incertezza dentro di te? Che speranze avevi riposto in me, nominandoti tuo successore? Pensi che Edward sia adatto a prendere il mio posto? Dovrei affidargli quanto ha costruito la nostra casata?
    Confesso che certe volte... ho qualche tentennamento. Ho paura che Edward possa lasciarsi influenzare con tanta facilità, farsi guidare dalle persone sbagliate perché troppo insicuro di sé e quindi portare alla disfatta di tutto ciò che abbiamo creato. Ho persino il timore che... la scelta di nominarlo mio erede possa portarlo a una morte certa, so che la mia fine creerà scompiglio, lo sento già nell'aria. Temo che il peso della corona possa farlo soccombere, che la sua insicurezza lo porti alla sua prematura dipartita a causa delle vili arpie assetate di potere. Sarei quasi tentato di donargli ciò che desidera, di permettergli di vivere una vita normale e serena con la donna che ama per poterlo sapere al sicuro, concedergli una vita lunga e prospera – con la benevolenza di Dio. Forse i miei timori sono solo quelli di un padre troppo vicino alla morte e angosciato di non poter essere al fianco del proprio figlio nei suoi primi giorni da sovrano... Vorrei che il mio corpo mi donasse un po' di forza per stargli ancora vicino. Vorrei avere più tempo per poterlo istruire e guidare al meglio, così da fargli uscire tutta la sua tenacia e sicurezza. Vorrei che Lord Uhtred...
    O Dio, Vi prego di darmi ancora qualche giorno di vita per guidare e istruire Edward in vista del suo compito. Vi supplico, Nostro Signore, di vegliare su mio figlio e di aiutarmi a ideare un piano che possa proteggerlo quando sarò al Vostro fianco.
    O Dio, donateci un po' di speranza in questi giorni così cupi...
    Deus protegas filium meum, Deus protegas Edward et Westsaxonum

    Edited by Rue Ryuzaki - 4/7/2023, 10:07
     
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    Ottava parte: 26 October 899






    24 October 899



    E così domani Edward si sposa... Non mi aspettavo che sarei riuscito a resistere tanto a lungo da istruirlo per un altro mese e, per giunta, veder celebrare le sue nozze. Ma non credo che vivrò ancora per molto... Sento il mio corpo trascinarsi ogni giorno senza energia e imprigionato nel gelido abbraccio della perenne stanchezza, che mi chiama a sé per lasciarmi cadere nel Riposo Eterno. Eppure c'è qualcosa che mi spinge a perseverare ancora e ancora; forse l'aria tesa che aleggia per tutto il Wessex, avvolto dall'angoscia dell'incertezza verso il futuro - il popolo che teme di perdere quella stabilità che a fatica sono riuscito a costruire e con esso ogni punto di riferimento. Oppure, ciò che mi trattiene, è il desiderio di vedere mio figlio al sicuro sul trono con la certezza di non aver privato Ælswith anche del suo secondogenito, oltre che di suo marito.

    O Ælswith, il mio cuore piange insieme al tuo nel vederti soffrire in questo modo. Mi duole doverti lasciare sola così presto e non essere al tuo fianco ancora per qualche anno. Ammetto che speravo non ti legassi a me quando ci sposammo, che il tuo affetto lo riservassi a qualcuno più robusto e forte di me, poiché sapevo che il mio fisico mi avrebbe tradito, causandoti dolore. Eppure il tuo cuore si è aperto al mio, hai scelto di donarmi il tuo amore che mi ha preso per mano e mi ha condotto sulla via della rettitudine. Ti sei sempre presa cura di me con dolcezza, soprattutto in questi ultimi anni in cui la malattia si è fatta più insidiosa e ostinata; sei stata la mia consigliera e la mia ancora, specialmente nei miei primi giorni da Re – ancora confuso sul nuovo ruolo che mi era stato affidato e riluttante ad accettarlo. Sei stata al mio fianco in ogni momento, anche nei periodi più difficili ci siamo sempre sostenuti a vicenda... Come dimenticare l'esilio nelle Paludi Somerset e il piccolo Edward ammalato? E tu eri lì che continuavi ad avere fiducia in me e in Dio. Sono grato a Dio di avermi condotto da te; sono grato di aver passato la mia vita con te, di aver ricevuto il tuo amore. Mi hai reso una persona migliore, un sovrano migliore di quello che sperassi, e il mio profondo affetto sarà per sempre tuo, anche quando non sarò più al tuo fianco. Spero che tu possa trovare conforto nella preghiera e nei nostri figli, che ti siano sempre vicini.

    O Æthelflead, mia adorata, spero che potrai perdonarmi per la sofferenza che ti ho causato nel cederti a Æthelred. Forse avrei dovuto fare la scelta da padre e non da sovrano... magari ora saresti felice e serena. Ciononostante mi allieta vedere che sei diventata una donna forte, decisa e sicura di te, ma senza aver perso la tua gentilezza, il tuo altruismo e compassione. Il tuo animo puro mi dona speranza e un senso di pace, ancora di più in questo ultimo periodo cupo e faticoso. Sei sempre stata la luce dei miei occhi, il dono più bello e prezioso che Dio mi ha concesso e spero che Nostro Signore possa vegliare sempre su di te. Ti prego, amata figlia, porta conforto nel cuore di tua madre con la tua dolcezza, così come hai fatto con me; sii una guida per tuo fratello, stai al suo fianco e insegnagli quanto io non ho potuto, non lasciate che il vostro legame sacro venga spezzato dalle serpi che fingono di esservi amici. Siate saldi e leali l'uno all'altro sempre. Quanto a me... io vi guarderò dall'alto dei Cieli, sarò accanto a voi in ogni istante per non lasciarvi mai da soli.

    Ora spero che la mia scelta sulla consorte di Edward sia stata giusta... ma il cuor mio mi mette in guardia. Che tu possa perdonarmi, figlio mio, se ti ho condannato a una vita infelice e ingiusta, prego tutt'ora che tu possa trovare nella tua sposa ciò che io ho condiviso con tua madre; ma non è solo per questo che devo chiedere il tuo perdono. Ti ho privato dell'affetto paterno troppo presto per diventare la tua guida autoritaria, non sono stato per te un padre, ma un Re severo e distaccato. Ho preteso troppo da te, specie in questo ultimo anno con l'aggravarsi della mia salute. Volevo che fossi pronto per il ruolo che sto per cederti; volevo che, almeno tu, avessi più tempo per prepararti ad accettare il fardello della corona, così da dissipare le tue insicurezze e dubbi prima dell'incoronazione; ma nel fare ciò... mi sono riversato su di te con troppa freddezza e serietà. La paura mi aveva fatto suo prigioniero, facendomi sentire il peso dello scorrere del tempo sulle mie spalle e prendere le distanze da te. E adesso, che la mia vita sta per spegnersi, rimpiango di non averti concesso un po' di gentilezza, di quell'amore paterno di cui avevi bisogno... so che lo desideravi perché i tuoi occhi mi imploravano di donartene un po'. Spero che tu, con gli anni avvenire, riuscirai a capire cosa si celava dietro il mio comportamento, così da ricordare questi ultimi mesi trascorsi insieme con più indulgenza. Ad ogni modo, anche se non sono mai riuscito a dirtelo apertamente, sono molto fiero di te, figlio mio... So che ciò che ti sto chiedendo di affrontare è un onere così grande che può incutere timore; so che non ti sentirai mai all'altezza e che sarai tormentato da dubbi e incertezze – e molte volte desidererai di arrenderti e cedere alle insidie, alle sconfitte –, ti chiederai spesso perché ti abbia scelto come erede, così come io mi sono ritrovato a fare con mio fratello Æthelred, quindi voglio che tu sappia che ho deciso di farlo perché sei l'unico che ritengo degno di guidare il nostro amato Wessex. Hai molta forza, coraggio e intelligenza dentro di te, Edward, li ho visti brillare nei tuoi occhi, devi solo avere fiducia in te stesso. Ci saranno momenti in cui ti sentirai perso, non riuscirai a vedere il cammino davanti a te, allora lasciati guidare dal tuo buon cuore, dalla fermezza e buon senso e, soprattutto, dalla fede in Dio, così da ritornare alla luce e a sentire la speranza. Ora che il mio tempo sta per scadere, ho timore di lasciarti solo... Ho paura che le serpi di corte possano prendere la tua vita per la loro avidità e sete di potere. Confesso che... avrei voluto che Lord Uhtred fosse al tuo fianco...

    Lord Uhtred... Lord Uhtred... a un passo dalla morte un uomo è costretto a ripensare alla propria vita per sperare che Dio gli conceda la Grazia, per le azioni che ha compiuto in vita. Io ho commesso molti errori, specialmente con voi, Lord Uhtred: mi avete dato la vostra lealtà e io vi ho ripagato con il sospetto; mi avete offerto la vostra spada e io, con astuzia, vi ho rubato tempo per usarvi quando era necessario; siete stato al mio fianco nei momenti più bui e difficili e io, molto spesso, vi ho allontanato spingendovi in esilio, così come vi ho condannato mesi addietro. Non vi ho mai ringraziato a dovere per tutto ciò che avete fatto per me, per il Wessex, per mio figlio... ma, anzi, vi ho inflitto solo sofferenza con il mio ostinato dubbio. Eppure, se davvero siete stato un dono di Dio, avrei dovuto considerarvi di più, avrei dovuto trattarvi con più indulgenza e al pari degli altri aldermanni, invece ho solo sputato su ciò che mi era stato concesso dal Nostro Signore. Sono stato accecato dal timore che dinanzi a me vi fosse una prova da superare, una tentazione che il Male mi aveva versato su un piatto d'argento: la soluzione ai miei problemi, la possibilità di conoscere il mio nemico e entrare nella sua mente così da riuscire a portare la pace. Ahimè, sono stato uno sciocco... quando la morte è vicina ci si rende conto di ciò che si è perso e della verità che non si è riusciti a vedere. Siete stato un ottimo guerriero e un Lord dal cuore sincero – anche se alle volte eravate un po' infantile e insolente – un uomo d'onore che avrei dovuto trattare con rispetto e lealtà. Dopo la battaglia di Ethandun, credevo che il nostro destino – come siete solito chiamarlo voi – fosse quello di creare insieme l'Inghilterra, riunire tutti i sassoni, i cristiani e tutti i popoli inglesi in un unico grande regno. Ero certo che avremmo portato la pace perpetua così da abbattere le barriere e favorire l'unione di tutti gli uomini, permettendo alla parola e amore di Dio di proliferare. Tuttavia... la realtà si è rivelata alquanto diversa da ciò che speravo, ma almeno mi avete aiutato a instaurare anni di prosperità e serenità, a rendere forte il mio regno e a contrastare i miei nemici. Vorrei potervi chiedere scusa per i miei errori e ringraziarvi di persona per i vostri servigi, il vostro rispetto nei miei confronti e soprattutto... per aver salvato la vita a mio figlio, non l'ho mai fatto come dovevo e di questo mi pento, ma non credo che il tempo sia dalla mia parte, questa volta. Il nostro legame si spezzerà dividendoci con ostilità... il mio più grande rimpianto: non potermi separare da voi con il rispetto che meritate. Posso solo sperare che queste mie parole e preghiere arrivino a voi, permettendovi di conoscere ciò che vi ho sempre tenuto nascosto.
    Vi ringrazio, Lord Uhtred di Bebbanburg, per tutto ciò che avete fatto per me, che Dio possa guidarvi a riconquistare ciò che vi appartiene.
    O Dio, Vi prego di vegliare sulla mia famiglia e di portare a Lord Uhtred le mie parole, così da poter morire senza alcun rimpianto.
    Deus protegas familia mea, Deus protegas Westsaxonum
     
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    Ho letto la prima parte del diario e sei stata così brava a immedesimarti in Alfred che mi sembrava di riuscire a vederlo con quel suo sguardo che sembra sospeso nel mezzo (tra il cielo, verso il suo dio e la terra, verso gli avvenimenti degli uomini). Mi è piaciuta molto la sua riflessione dualista sull'arrivo dei danesi (erano stati mandati per poter essere redenti, o erano una piaga da debellare?). Il suo carattere è stato mostrato pienamente e in più la situazione che si ritrova a vivere. Non vedo l'ora di proseguire con la lettura :]
     
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    Leggendo mi è venuto alla mente ogni momento della storia e la sua capacità di ragionare in una maniera tanto speciale, cosa che lo ha reso più che degno della corona (non si è fermato all'apparenza, ma è riuscito a scavare nella vera natura di quel ragazzo che si era presentato ai suoi occhi).

    Ho letto di come Alfred ha affrontato un momento tanto triste nella 3° pagina di diario: non si è lasciato andare allo sconforto e ha trovato la forza di reagire, riuscendo a trovare in un evento pieno di mistero (ovvero l'incontro con Uhtred) il lato positivo. E' riuscito a trovare la forza di intraprendere un percorso tanto complesso già oggettivamente, ma considerando poi la sua condizione di salute, la cosa risulta ancora più speciale.

    Un nuovo momento nel 4° foglio di Diario di Alfred molto commovente e triste. Eppure è magnifico vedere come la sua fede non viene meno, ma soprattutto il fatto che riconosce che Dio "agisce attraverso le persone, siano cristiani o pagani"..... mi sarebbe piaciuto in realtà che avessi rinchiuso anche il momento precedente questo avvenimento e soprattutto che si riuscisse a scandire meglio il tempo (magari chiudendo in un solo racconto delle "sottosezioni" con date diverse, riportandole in corsivo). La descrizione degli avvenimenti, però, è veramente magnifica e riesce a coinvolgere completamente chi legge.
     
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    Arrivata alla 6° parte ed è bello vedere come hai descritto i sentimenti di un padre, che però è anche un re e quindi si ritrova dinanzi una scelta agghiacciante. E' stata fantastica la contrapposizione tra la felicità ( nel vedere la sua bambina crescere, diventare donna e avere la forza di compiere il suo dovere) e la tristezza (perché questo la allontanerà da lui.
    Bello anche come viene approfondita in maniera indiretta la sua "amicizia" con Uhtred e il suo rispetto verso il suo modo di ragionare, tanto che vorrebbe avere un suo parere per una situazione tanto delicata.
    Penso che anche qui, però, sia stato troppo precipitoso descrivere in così poche righe così tanti eventi, perché (specie per chi non ha visto la serie) il senso va scemando.

    La 7° parte mi è piaciuta molto, forse per la sensazione di angoscia che ha provato e che sei riuscita a trasmettere pienamente: il timore di un padre verso un figlio che non solo non ha chiesto tutto questo, ma anche che corre vari pericoli, visti i pericoli e le insidie delle persone che li circondano. Molto bello anche il modo in cui pensa a Uhtred e il fatto che pensi a lui in quel momento, sottolinea quanto in realtà si fidi di lui, ma il dovere di apparire risoluto dinanzi agli altri lo spinge ad agire anche contro la sua volontà. Vedremo come si concluderanno le sue pagine
     
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