L' ARRIVO DELLA PRIMAVERA

racconto del contest primaverile

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    Penna d'argento

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    CATEGORIA:bollino giallo


    GENERE:narrativo/simbolico


    L'ARRIVO DELLA PRIMAVERA



    Sinossi:

    il racconto, a prima vista, potrebbe sembrare una semplice storia di guerra, una guerra tra due popoli non ben identificata e al centro della quale ritroviamo i sentimenti dei soldati: la paura, la follia, la disperazione, il rimpianto. La svolta viene collegata a una figura, quella di un uomo, ovvero il capitano Riv, che riesce a mantenere la calma e trasmettere questo senso di pace nei suoi soldati e così riesce a vincere questa guerra. Il vero protagonista di questo racconto, alla fine, si rivela essere l'unico soldato che viene presentato: il più giovane, Joe, che viene presentato come un ragazzo che ha tutta la vita davanti e un progetto nel breve tempo (il matrimonio con la sua dolce Mary)
    Ma questo racconto ha un significato ben più profondo, che vi invito a leggere alla fine del racconto, così da non influenzare il vostro giudizio e lasciarvi la possibilità di ritrovare vari simbolismi e significati allegorici. Vi ringrazio per la possibilità che darete a questo racconto.



    -Capitano, cosa facciamo?-
    domandò con una voce forte, eppure tremante il tenente Roman.
    -Mantenere la posizione!-
    esclamò senza un minimo di timore nella sua voce, riuscendo a trasmettere una specie di pace nei suoi soldati: era proprio per questo che aveva meritato il suo grado il capitano Riv.
    Il silenzio aleggiava dalla loro linea difensiva, mentre i nemici, imbracciate le armi e proseguendo nel loro percorso, avanzavano, incutendo paura in chi li circondava.

    La paura si diffondeva sempre più nel cuore dei soldati, tanto che il silenzio permetteva di far sentire i loro battiti accelerati, accompagnati improvvisamente da un temporale di quell'inverno che tardava a volgere a termine.

    Improvvisamente un fulmine, quasi un segnale divino che dava l'ordine di avanzare, colpì un albero abbattendolo e portando con sé una vita.
    La pioggia iniziò a scendere copiosa e accompagnava le lacrime dell'ultimo soldato in fila: era il più giovane fra tutti e al suo ritorno si sarebbe dovuto sposare.

    -Soldati, concentrati!-
    urlò nuovamente il capitano, risvegliando anche quel ragazzo da quel sogno ad occhi aperti.
    Il ragazzo si girò verso il suo capitano e lo vide sorridere e poi quel sorriso divenne una risata a squarciagola. Chiunque lo avesse visto in quel momento avrebbe potuto pensare che fosse l'inevitabile morte che si avvicinava ad averlo spaventato tanto da ridurlo in quello stato, eppure Roman aveva capito che le cose stavano per volgere a loro favore.
    -Questa pioggia era proprio quello che ci voleva- disse poi, osservando gli occhi tremanti dei suoi uomini.
    -Ti prometto che presto la ritroverai!-
    disse improvvisamente, rivolgendosi all'ultimo soldato della fila.
    -Tenente-
    -Sì signore!-
    -Portami tutte le granate che abbiamo a disposizione e qualche bottiglia di whisky. Voi altri ragazzi, cercate di coprirmi il più possibile-

    I soldati si scambiarono un'occhiata confusa, ma subito fecero il possibile per coprire dalla loro postazione il capitano, che dopo aver preso con sé 4 granate e 2 bottiglie di whisky si allontanò in sella al suo cavallo.

    -Capitano!-
    urlò il tenente Roman, quando vide il cavallo del capitano imbizzirsi e disarcionarlo, proprio mentre il nemico avanzava.
    Quel terribile momento, accompagnato da quelle nuvole che sembravano quasi nebbia per quanto fossero dense e facessero rattristare i soldati, col pensiero fisso sulla sorte che sarebbe presto toccata anche a loro.... improvvisamente uno sparo e un secondo dopo si vide solo un colore rosso vivo in una coltre di nebbia.

    -Capitano!-
    urlò nuovamente il tenente, mentre il cavallo, spaventato, corse verso di lui.
    Fu questione di qualche momento e si sentì la terra tremare leggermente, poi un sasso rotolare e infine quella che sembrava una colata di fango.

    -Io vado verso di lui-
    disse il tenente, mentre guardava negli occhi i suoi sottoposti.
    -Voi intanto restate qui!-

    Nessuno osò discutere quegli ordini e ognuno cercava di tenersi pronto per far fronte a un nuovo attacco.

    Improvvisamente si sentirono dei passi nella pioggia, poi a poco a poco la figura di un cavallo al cui galappo c'era un uomo si faceva largo in quella nebbia .

    I soldati erano pronti con le proprie armi, quando sentirono anche la voce dell'uomo che chiedeva aiuto, mentre trasportava sulla sella, disteso lateralmente, il capitano Riv.

    -Cosa è?...-
    chiese uno dei soldati, ma il tenente cercò di richiamare la loro attenzione su quello che c'era da fare: bisognava aiutare il capitano.
    La pioggia iniziò poco a poco a diminuire e ora i capelli spettinati del capitano iniziavano quasi ad alleggerirsi di un peso, mentre nelle sue orecchie riecheggiavano i ricordi di quelle grida che aveva sentito poco prima.
    Fu proprio quel ragazzo ad avere il compito di riaccompagnarlo alla tenda medica, dove il dottore si rese conto pienamente della sua condizione: era ustionato su buona parte del suo corpo e qualche detrito della frana che si era verificata gli aveva trapassato alcuni punti del corpo.
    -Non so se riuscirò...-
    stava per dire il dottore, ma non ebbe il coraggio di terminare la frase.
    -Dottore, lei faccia il possibile. Il resto dipenderà da lui-
    disse in risposta quel ragazzo.

    -Joe... sfrutta la primavera finché c'è tempo.... lascia quest'inverno-.
    -Con queste ferite è più che normale che dica frasi un po' scollegate-
    disse il dottore, prima di somministrargli un sedativo.

    Joe, però, sapeva che quelle parole avevano un senso sebbene non potesse comprenderlo ancora. In ogni caso era certo di una sola cosa: avrebbe finalmente sposato la sua Mary.
    Un mese dopo
    -Aspetta ti aiuto io-
    -Posso ancora muovere la mano- sorrise Riv, mentre Joe cercava di aiutarlo a indossare la cravatta.
    -Lo so, ma dato che ci sono io...-
    -Non un'altra parola soldato! Gli ordini non si discutono!-
    Joe si rassegnò a lasciare che Riv, colui che era stato il suo capitano fino a un mese prima, desse il suo ultimo ordine come capitano, prima di accettare la sua meritata promozione.

    -So che vuoi chiedermi qualcosa..... riesco a leggertelo in faccia-
    disse improvvisamente Riv, catturando l'attenzione di Joe.

    -In effetti c' è una cosa... anche se potrebbe sembrare un po'... strana....-
    -Chiedi e non ti preoccupare-
    disse con tale calma Riv, sebbene i tentennamenti non gli fossero mai piaciuti.
    -Quando abbiamo vinto la nostra ultima battaglia grazie alla tua calma e alla tua saggezza, mi hai detto una frase nella tenda medica e io cerco di comprenderne il significato fin da allora-.
    -Dovrai essere un po' più esplicito, perché non ricordo molto di quel giorno-

    -sfrutta la primavera finché c'è tempo.... lascia quest'inverno-.

    Un sorriso affiorò sul volto di Riv, che con un certo sforzo riuscì ad alzarsi da quella poltrona e si avvicinò alla finestra che dava sul giardino, dove i vari invitati attendevano solo l'arrivo degli sposi per dare inizio alla cerimonia e qualcuno cercava di trovare un breve momento di ristoro in qualche colpo di ventaglio. Qualcuno ancora cercava di ripararsi dal sole, spostando la sedia sotto il tendone.

    -Cosa vedi lì fuori?-
    chiese improvvisamente Riv, non distogliendo mai lo sguardo da quella splendida vista.

    -Un giardino in cui ci sono tutte le persone a cui voglio bene-.

    -E com'è il tempo?-
    A questa domanda, Joe si ritrovò un po' interdetto, ma comunque decise di rispondere:
    -Il sole splende nel cielo e la temperatura dovrebbe essere perfetta... ma perché me lo chiedi?-
    -Ecco, è arrivata la primavera per te... e cosa provi ora?-
    Joe fece un sospiro, quasi come volesse respirare a pieni polmoni la sensazione che aleggiava nell'aria
    -Pace-
    rispose il ragazzo, prendendosi ancora un momento per osservare quello spettacolo.

    -Ora dobbiamo andare-
    gli disse improvvisamente Riv, attento a prendere gli anelli che poco dopo gli avrebbe dovuto porgere in quanto suo testimone.
    Si ritrovarono nel giardino, sotto un arco fiorito che terminava il suo percorso arrivando a un altare, dove presto si sarebbe unito in matrimonio con la donna che era tutto per lui.

    Nonostante la presenza di così tanti ospiti, per un momento si sentì solo, specie notando il ritardo della sposa. In quel momento gli sovvenne quella paura che aveva pervaso il suo animo al fronte, specie quando non riusciva a vedere il capitano Riv tornare.
    Proprio nel momento in cui pensò al suo passato che non era poi tanto lontano nel tempo, incrociò lo sguardo di Riv e comprese che dopo tutta quella paura, finalmente poteva godere di una pace che non sarebbe stata piena se non si fosse sperimentata quella paura; se non avesse attraversato quel freddo, glaciale, spaventoso inverno da paura, non avrebbe potuto assaporare il caldo e la pace che prometteva la primavera.
    Tutti questi dubbi e quella paura si dissiparono nel momento in cui iniziò il suono del violino che annunciò l'arrivo della sposa: era finalmente arrivata la pace nel suo cuore; finalmente era arrivata la primavera.

    SIGNIFICATO ALLEGORICO
    1)
    In queste prime righe, c'è l'idea che di fronte a qualsiasi sia il "pericolo" da affrontare, agitarsi non aiuta certamente a risolverlo, ma bisogna riuscire a restare calmi (cosa che rappresenta in pieno il capitano Riv, che diventa quindi la rappresentazione della "pace", della "calma"). Quante volte si è sentito dire "se sorridi alla vita, la vita ti sorride"? Questo personaggio è proprio l'incarnazione (in una maniera forse un po' distorta) di quest'idea, tanto che riesce ad arrivare lontano.

    2)
    nel rigo successivo, si parla di "nemici indistinti" ( non hanno una nazione, non combattono per una causa).... questa scelta, non è casuale: perché :
    -spesso chi è responsabile delle nostre sofferenze, appartiene a una schiera diversa di persone. Infatti possono essere nemici, ma anche amici o familiari. (Suona un po' forse triste o tragico, ma sfortunatamente è così)
    -il nemico possiamo essere noi stessi (o meglio il nostro inconscio, che spesso ci paralizza e non ci permette di essere felici)

    3) Del fulmine (che io stessa ho descritto come segnale divino)posso dire che si adatta alla descrizione citata, ma rappresenta anche quella parte della nostra coscienza che ci spinge a non arrenderci. Bisogna trovare dentro sé stessi la forza per reagire, altrimenti non si potrà mai superare quella difficoltà se non prendiamo alcuna iniziativa.

    4) Il capitano che si lascia andare a quel sorriso, raffigura un cambiamento nella condizione di calma e si passa all'azione: dopo aver riflettuto sulla strategia da adottare, lui agisce, ben sapendo che questo comporta dei rischi. La decisione, tuttavia, non è figlia di istinto, ma di sana considerazione, per cui sa che comunque andrà, la sua squadra ce la farà. La squadra (anch'essa non ben distinta, se non per il tenente e il giovane Joe), rappresenta ovviamente:
    - sia le persone che incontriamo nella vita quotidiana (quelli non descritti sono persone con cui non c'è un vero e proprio legame; il tenente rappresenta quindi le persone che si preoccupano e per le quali ci preoccupiamo e il capitano, la persona per cui daremmo la vita, ma che altrettanto farebbe lei)
    -sia (da una lettura invece interiore): Capitano=cervello; Tenente= Istinto; Joe=cuore.


    5) Alla fine della storia, sorge poi che effettivamente sia arrivata anche per lui la primavera. Quello che però deve essere inteso è il fatto che lui non dimentica quello che è successo al fronte: quando non vede arrivare la sua dolce sposa, ci ripensa e inizia a temere. Tuttavia, quello che lui alla fine fa (e questo è un altro passo importante nella sua vita) non è dimenticare quanto successo, ma accettarlo. Accetta dunque il suo passato e lo usa come base per riuscire ad affrontare meglio il suo futuro (da un'esperienza tanto negativa, lui guadagna qualcosa di positivo).

    Quindi in definitiva, il racconto poteva essere visto sia come un viaggio introspettivo, sia come un racconto di relazione con gli altri.

    Edited by Nancy Cuomo - 17/7/2023, 20:45
     
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    da qualche parte al fianco di Will Turner ❤

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    Penso che tu abbia fatto bene ad aggiungere la spiegazione sul significato da te attribuito alla tua storia. Spero che in futuro la leggano utenti che non la conoscono; potrebbe nascere una bella discussione costruttiva :) Nel frattempo, ci tenevo a dirti che rileggerti è stato piacevole e che apprezzo sempre la tua inventiva :*:
     
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    Mi piace moltissimo il significato allegorico che hai dato al racconto. In generale, leggendo dell'atmosfera della guerra,dei sentimenti dei soldati ho pensato al libro"Il Segno Rosso del Coraggio"di Stephen Crane,che ti consiglio perché sono sicura che potrebbe piacerti. È bello vedere come il protagonista accetti il passato,perché appunto non lo si può rinnegare. Ho ammirato il tenente per la serenità che emana,anche in quella situazione,e spinge i suoi a non arrendersi. Trovo vera la metafora dei nemici(nel mio caso molte volte sono io stessa la mia nemica,e le lotte interiori sono peggio di quelle esteriori)e mi è piaciuto il cielo rosso nella nebbia,comeun qualcosa che stia per cambiare. Il finale è stupendo,sono felicissima che per loro la primavera e la pace che porta con sé,sia arrivata🌸❤
    Un duplice significato,la scoperta di sé stessi e la relazione con gli altri,che tu hai spiegato benissimo. Complimenti anche per la sinossi,mi ha incuriosita di più e mi ha spinta a proseguire la lettura📖😄

    Edited by ~Sweet Dreamer~ - 3/5/2024, 17:55
     
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