Il Degrado del Cinema e Serialità Televisiva

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    Buongiorno, Esteliani, come avete già intuito dal titolo, vorrei parlare con voi del mondo del Cinema e della Serialità televisiva.

    Avete notato anche voi che ultimamente i prodotti cinematografici e i racconti televisivi sono entrati in un periodo di crisi di qualità?

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    Studiando Storia del Cinema e Storia della Televisione non ho potuto fare a meno di notare questa perdita di qualità! All'inizio, quando ero ancora ferma allo studio del mondo cinematografico, non riuscivo a comprendere a cosa fosse dovuto questo declino, anzi, mi ero persino detta: "Beh, gli sceneggiatori non sanno cosa inventarsi e quindi scrivono ciofeche senza alcun spessore, cosa che invece le serie tv riescono a fare meglio."
    Poi però ho notato, studiando tutti i retroscena del mondo della televisione, che:
    -Alcune delle cose che ritenevo originali erano frutto di remake (l'80% è tutto remake americano di opere della BBC) o addirittura serial basati su format! Es. Ugly Betty oppure Un Medico In Famiglia o anche I Cesaroni!
    -Buona parte delle serie non sono storie originali ma adattamenti di altre opere (che è diverso dai remake o dal format) come opere teatrali (infatti i primi racconti seriali erano presi dal teatro) oppure i soliti romanzi.

    Ma c'è una cosa che accomuna entrambi i linguaggi visivi: la Transmedia Storytelling, tutti sapete cos'è senza nemmeno saperlo e si tratta "semplicemente" di una lunga narrazione che viene diluita su più media, es. Star Wars che ha due saghe cinematografiche e molti serial che approfondiscono certi buchi narrativi e\o espandono il mondo che viene creato; oppure Il Signore degli Anelli che ha correlato una seconda saga cinematografica con Lo Hobbit e una serie tv prequel che purtroppo è canonica.
    Da questo si deduce che tutte le storie sono diventate, ormai, un franchise e un brand dove vige il principio di: creare più affezionati così da guadagnare più soldi con gli altri prodotti correlati. Non ci trovo nulla di male in questo principio e ragionamento, se non fosse che... beh, si vede che stanno spremendo fino al midollo qualsiasi cosa pur di creare profitto... Giusto qualche esempio:

    -La Marvel è il primo caso con una lunghissima narrazione su più media e che non ha intenzione di finire! Sono già 20 anni che la storia continua e a furia di strizzare si vede che alcuni prodotti sono più tirati rispetto ai primi Iron Man, Thor, Captain America - di cui si salva anche il secondo - (anche se ometto la questione del "Deve essere un prodotto anche per bambini, visto che è Disney, e quindi faccio fare battute ridicole che va beh...") E ovviamente non tengo conto dei fumetti e dei film degli X-men degli anni 90\2000! Direi che se continua così ci ritroveremo:

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    Che ancora aspettiamo a una conclusione che non avverrà mai!

    - I Pirati dei Caraibi saga che spiega benissimo questo triste modus operandi! La prima trilogia non è stata creata con l'intento di sviluppare un racconto lungo e su altre piattaforme, visto che era semplicemente nata con l'intento di dare una storia a un'attrazione di Disneyland! Solo quando la strategia di marketing affine alla narrazione trasmediale ha iniziato a essere una prassi si è visto il centrifugato di Pirati, quando di fatto non vi erano buchi narrativi, i personaggi avevano avuto la loro evoluzione e ogni quesito sorto nella prima parte era stato risolto! Ma hanno voluto continuare avvalendosi solamente di una base banalissima: "Il personaggio di Jack è amato e quindi puntiamo su di lui!" E allora sono stati creati altri due film che... beh, non erano necessari! Soprattutto l'ultimo!

    In più fin dagli albori del cinema e della televisione ogni prodotto era sempre contaminato dalla cultura\morale del tempo e quindi conteneva, ovviamente, anche le ideologie\critiche politiche del tempo! L'unico momento in cui il cinema era, per così dire, "puro" era proprio nella fase di precinema: quando ancora si stavano sviluppando le tecnologie al riguardo e le principali registrazioni in pellicola erano solo riprese dal vero e a fini di studi sul linguaggio. Con ciò il politically correct è figlio del nostro tempo... anche se magari fa creare cose che non stanno né in cielo e né in terra! Ma non voglio aprire la parentesi della politica corretta, ma la uso solo come pretesto per collegarmi agli adattamenti di varie opere, visto che le due cose vanno a braccetto.

    Ho notato che una parte del degrado dei due linguaggi audiovisivi è dato da un pessimo adattamento dei vari prodotti! Sono pochi i film e serie tv che ti fanno dire: "Wow! è molto meglio del libro o mi piace come il libro o hanno fatto un bellissimo lavoro!"
    Siamo arriva a un punto dove: la fantasia scarseggia nel cervello degli sceneggiatori e quindi ci si avvale solo della trasnmedia storytelling, remake, film\serie tv su giocattoli (tanto per far pensare che hanno una minima dose di creatività), reboot etc. etc. Ma degli adattamenti sembra che non vi sia alcuna regola e che vi sia anarchia e che possa essere spacciata come creatività degli autori. Si passa ad avere prodotti che distruggono l'opera originale, senza aver alcun rispetto per la fonte, e che vengono scambiati per prodotti rivoluzionari o "una rinfrescata in un opera vecchia come il cuculo" (anche se si tratta di classici letterari o che hanno fatto la storia della letteratura, come il nuovo adattamento di Persuasione o la ciofeca di serie sul mondo di Tolkien Gli anelli del potere); oppure si passa ad adattamenti fin troppo fedeli all'opera originaria che: stona con il linguaggio visivo e\o stona con il linguaggio visivo americano! Es. la nuovissima serie One Piece di Netflix: visivamente è fin troppo fedele all'anime e manga che risulta finto, anche se si tratta di un mondo fantastico è palesemente finto, sembra che i personaggi siano tutti dei cosplayer! Per non parlare proprio del linguaggio del serial americano che ha voluto in tutti i modi sforzarsi di copiare il linguaggio anime e giapponese!

    Loki-Facepalm



    Credo che i due mezzi audiovisivi abbiano bisogno di una bella riforma e una bella regolamentazione per tutelare gli autori e comunque dare libero sfogo agli sceneggiatori, ma soprattutto dare a quest'ultimi la possibilità di lasciare libera la loro fantasia e rischiare con qualcosa di completamente originale!

    Voi cosa ne pensate? Che idee vi siete fatti a riguardo? Pensate che ci siano altri fattori che incidono sulla scarsità dei prodotti?

    Edited by Rue Ryuzaki - 30/9/2023, 13:05
     
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    Cara Rue Ryuzaki sei stata già molto completa ed esaustiva, non ho altro da aggiungere ahimè alla discussione, nel senso che hai fotografato perfettamente la situazione e le sue problematiche (l'avvento del politically correct, che forse meriterebbe un topic a parte, è solo la ciliegina sulla torta di una situazione già complicata). Vedremo se lo sciopero degli sceneggiatori porterà a qualcosa in merito, anche se sì, ci vorrebbe una bella rivoluzione radicale!

    Per quanto mi riguarda, sto recuperando quelle serie che hanno fatto la storia a cavallo dei primi anni novanta e duemila, lì si che c'erano idee valide e spesso anche ben sviluppate! (esempi, Oz, Lost, Six feet under, Breaking bad, Mad men, Twin Peaks, i Soprano...) A vederle oggi sono ancora attuali e in grado di trasmettere emozioni!
    Niente a che vedere con la maggior parte del materiale prodotto oggi, purtroppo...
     
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    Magic_Charly Grazie cara! <3
    A proposito dello sciopero degli sceneggiatori tu sai per cosa scioperano nello specifico? Io non ho avuto modo di informarmi!

    Per quanto riguarda le serie che hai citato: Lost l'ho vista ed è davvero geniale! Anche se il finale devo ancora comprenderlo :XD: potrebbero farci un saggio filosofico! Breaking Bad me ne hanno parlato bene, ma non so se tollero l'argomento anche se mi ha incuriosito sempre ogni volta che ne ho sentito parlare.
    Oz è la prima volta che la sento e sicuramente ci butto un occhio, così come gli altri che hai citato! Twin Peak lo sto giusto studiando in Storia della Televisione e mi ispira parecchio, il primo caso di transmedia storytelling! :XD:

    Per la politically correct... vorrei aprire una discussione, ma è un argomento parecchio delicato e dopo Gli Anelli del Potere ho deciso di limitare il discorso il più possibile perché non voglio vedere fiamme e discordia ^U^
     
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    A proposito dello sciopero degli sceneggiatori tu sai per cosa scioperano nello specifico? Io non ho avuto modo di informarmi!

    Non sono informata nemmeno io a riguardo!
     
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    Magic_Charly Mi sono informata sullo sciopero e non credo che servirà a cambiare qualcosa...
    Le proteste riguardano:
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    rinnovo del loro contratto ormai scaduto, su garanzie riguardo a tutele sanitarie e pensioni, sulle percentuali dei diritti provenienti dalle repliche in streaming (considerati iniqui se non inesistenti) e sul pericolo che l'utilizzo dell'intelligenza artificiale potesse soppiantare il lavoro degli stessi autori

    Fonte Wired.

    Quindi... non ci resta che piangere 🤣
     
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    Rue Ryuzaki intanto ti ringrazio per aver aperto una discussione così stimolante! Poi vorrei farti alcune domande, già che ci sono :D
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    -Alcune delle cose che ritenevo originali erano frutto di remake (l'80% è tutto remake americano di opere della BBC) o addirittura serial basati su format! Es. Ugly Betty oppure Un Medico In Famiglia o anche I Cesaroni!

    Sapevo che queste serie che hai menzionato non erano originali, bensì dei "rifacimenti" di prodotti già esistenti... ma cosa s'intende esattamente per "format"? Potresti spiegarmelo?

    CITAZIONE
    [...] Il Signore degli Anelli che ha correlato una seconda saga cinematografica con Lo Hobbit e una serie tv prequel che purtroppo è canonica.

    In che senso la serie "Gli anelli del potere" è canonica? Contiene dei riferimenti diretti ed espliciti alle due trilogie cinematografiche? Se sì, quali? È quindi necessario aver visto le due trilogie per comprendere gli avvenimenti di questa serie?
     
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    Elizabeth Swann Eccomi a rispondere alle tue domande.

    Per farti capire il concetto di format mi avvalgo dei programmi televisivi. Chi vuol essere milionario è un quiz show realizzato da una casa di produzione per le emittenti televisive di tutto il mondo, quindi cedono i diritti su grafiche, regole, tempistiche, struttura etc. Etc.

    Altro esempio che, magari, tutti hanno idea, anche vaga, di com'è: Il grande fratello, è un format realizzato in Olanda da dei produttori di una casa di produzione. Quindi le emittenti tv comprano il format e lo adattano alla propria nazione.
    Tutta la tv di adesso è basato su format, ogni programma che vedete in tv è probabile al 99% che sia un format.

    Allo stesso modo le serie tv, che a parer mio è ancora più triste. Una casa di produzione realizza la struttura della serie tv per poi venderla all'estero. Es. I Cesaroni è preso dal format Los Serranos da cui è presa tutta la trama, le strategie di marketing, la durata etc. L'unica cosa che cambia sono i nomi dei personaggi e, per forza di cose, il contesto culturale che viene adattato alla nazione che ospita il format. Quindi di base la storia sarà la stessa in tutte le nazioni, al massimo con qualche lieve modifica come per esempio, sempre ne I Cesaroni, le canzoni che sono uscite legate a uno dei protagonisti sono originali, ma volutamente progettate e previste dal format. Spero di essere stata chiara.

    Per quanto riguarda la seconda domanda. La serie di Amazon è un vero dilemma, perché loro dicono che è solo un'opera fantasy che si ispira ai libri di Tolkien, ma di fatto non è così, anche perché fanno riferimento alle Appendici del Signore degli Anelli. Quindi è un BOH assoluto!

    La reputo canonica perché di fatto, per capire alcune cose devi avere una conoscenza di base dell'opera originale, o almeno dei film, e mi sono avvalsa della stessa procedura che utilizzano per Star Wars: è canonico tutto ciò che si lega alla trama originaria e sviluppa dei buchi narrativi o amplia la storia. Ovviamente nel caso di Star Wars c'è una strategia di marketing dietro ben precisa e si conosce se un prodotto è canonico o meno, perché a differenza di Amazon loro sanno cosa vogliono 🤣. Poi vengono comunque prodotte opere che fanno parte di quell'universo, ma non ha richiami a personaggi dell'opera originaria, ma sono solo una specie di fan fiction, o comunque prodotti realizzati per alimentare la passione dei fan.

    Spero di essere stata chiara! In caso mi rispiego meglio 🤗. Comunque per Amazon è davvero più complesso di quello che appare 🤣
     
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    Rue Ryuzaki sul concetto di “format” stata molto chiara, ti ringrazio ^_^
    Per la serie Amazon farei un discorso un po’ diverso. Di veramente canonico ci sono solo i libri, perché l’opera di Tolkien nasce come letteratura. Le trilogie cinematografiche e tutto ciò che vi ruota intorno sono adattamenti; non vanno a intaccare/influenzare il materiale originale (se non nella mente dei lettori/fan), perché in questo senso il materiale originale è intoccabile. Checché se ne dica, per me un’opera appartiene al suo autore per sempre, anche dopo la morte di quest’ultimo (e, nel caso di Tolkien, del suo zelante curatore, il figlio Christopher :) ). E anche dopo che ne vengono realizzati cento adattamenti più o meno “fedeli”.

    Quello che mi disturba della serie Amazon è che, per quanto sono riuscita a capire, sembra seguire lo stesso principio su cui è basato “Lo Hobbit” di Peter Jackson: non è necessario leggere Tolkien per capire la storia, ma i film devi averli visti per forza. Emerge proprio quel tipo di ragionamento di cui parli:
    CITAZIONE
    [...] tutte le storie sono diventate, ormai, un franchise e un brand dove vige il principio di: creare più affezionati così da guadagnare più soldi con gli altri prodotti correlati.

    In altre parole, lo spettatore è obbligato a conoscere “Il Signore degli Anelli” di Peter Jackson per capire bene “Lo Hobbit”, così com’è obbligato a conoscere entrambe le trilogie per capire bene “Gli anelli del potere”. Ma una delle cose belle della prima trilogia di Peter Jackson è che si prefiggeva lo scopo di essere per tutti: non c’era bisogno di conoscere Tolkien e aver letto “Il Signore degli Anelli” per comprendere e apprezzare i film, tant’è vero che molte persone li hanno visti e amati ben prima di leggere il libro!
    Con “Lo Hobbit” poteva essere la stessa cosa, i film potevano essere indirizzati a tutti... ma no! Hanno dovuto per forza inserire riferimenti alla trilogia precedente e ficcarci dentro certi personaggi per creare “effetto nostalgia”. Che esistessero spettatori che non avevano mai visto “Il Signore degli Anelli” non è importato nulla a nessuno: non c’è alcuna forma d’introduzione alla Terra di Mezzo, molto viene dato per scontato, è pieno di aggiunte allunga-brodo che appesantiscono la narrazione (quando nella prima trilogia si puntava a semplificare laddove era possibile)... Insomma, la parte del pubblico che poteva avere delle difficoltà a seguire la vicenda è stata bellamente ignorata. Perché non aver letto Tolkien va bene, ma i film vanno visti per forza, non è vero? -_-
    A ’sto punto, scusate, avrebbero ragione quei fan dei libri che avrebbero voluto un adattamento solo per loro, un film da fan per i fan. Questo viene considerato sbagliato perché il cinema dev’essere per tutti, e non solo per chi legge una determinata opera... ma guai a dire che è un po’ ingiusto realizzare tre film chiaramente indirizzati solo a chi ne ha visti altri tre usciti in precedenza. Hanno praticamente trasformato “Lo Hobbit” in un sequel (anche se racconta avvenimenti che precedono quelli del “Signore degli Anelli”), quando di base era un’opera che stava benissimo in piedi da sé, peraltro perfetta per introdurre nella Terra di Mezzo uno spettatore ignaro :|

    Anche con la serie Amazon mi sembra palese che non si punta a un pubblico generalista né ai lettori di Tolkien, bensì a chi:
    a) conosce i film di Peter Jackson
    b) conosce “Il Signore degli Anelli” come fenomeno di massa, per sentito dire, indirettamente, e magari pensa di guardare i film, non certo di leggere i libri.

    Ovvio, poi ci sono le eccezioni. Non voglio dire che le persone che hanno visto “Gli anelli del potere” siano tutte uguali e abbiano tutte lo stesso tipo di esperienza alle spalle (anche perché so che ci sono grandi appassionati di Tolkien che hanno apprezzato la serie Amazon). Sta di fatto che sono un po’ stufa di vedere imitazioni - o tentativi d’imitare - quello che è stato fatto con l’adattamento cinematografico del “Signore degli Anelli”: nessuno è capace di creare un prodotto su Tolkien senza strizzare continuamente l’occhio a quella trilogia, nessuno è capace di dar vita a una serie/un film che stia in piedi da sé? Ho capito che “Il Signore degli Anelli” è stato un punto di svolta per il cinema, io adoro quei tre film, li rivedo ogni anno, ma a un certo punto basta, bisogna pur andare avanti! Se vogliono ispirarsi a Tolkien va bene, ma che rimangano su Tolkien. Peter Jackson ha dato la sua interpretazione della Terra di Mezzo; non è scritto da nessuna parte che altre interpretazioni debbano ricollegarsi in qualche modo alla sua, dando per scontato che tutti la conoscano e la vedano come l’unica rappresentazione possibile della Terra di Mezzo. La vera Terra di Mezzo è quella di Tolkien, quella dei libri... Poi un regista/produttore/sceneggiatore può darne una propria immagine, anche se è logico che più si allontana dal testo (come sembra essere il caso della serie Amazon) e più critiche riceverà dai lettori...

    Peraltro, “Gli anelli del potere”, pur ricollegandosi ai film, sta alimentando discussioni tra i fan, poiché c’è chi, per difenderla, punta il dito contro le trilogie di Peter Jackson :blink: Ma allora, scusate un attimo: in che modo questa serie segue i film? Cioè, li segue solo fino a un certo punto (magari per risparmiarsi le spiegazioni che andrebbero fornite allo spettatore ignaro), ma poi mostra cose che li contraddicono? Oppure i fan più accaniti di questa serie criticherebbero qualsiasi altro prodotto pur di esaltarla, anche film che sono “in armonia” con essa ed erano apprezzati da loro stessi fino a ieri? Sono un po’ confusa al riguardo...


    Scusate lo sfogo, ma mi sono resa conto che ne avevo particolarmente bisogno! Non mi piacciono le situazioni ambigue e vorrei un po’ di chiarezza in più, ma a quanto pare il mondo dei prodotti audiovisivi è preda di una tale sciatteria che le cose vengono mollate lì e basta, l’importante è guadagnarci su <_<
    Riguardo al resto, direi che il politicamente corretto non è un problema di per sé; il vero problema sta nell’ipocrisia e nella faciloneria che spesso si nascondono dietro di esso. Si vuole far passare il messaggio che non dire certe parole o “ammorbidirne” altre cambi la realtà, quando è tutto molto più complesso di così. Ad esempio, non è che far dire alla gente “persone di colore” cancelli il problema del razzismo contro i neri, dato che il razzismo sta prima di tutto nei fatti (e poi nelle parole). Ovvio che utilizzare un termine connesso allo schiavismo è offensivo, ma non è provando a eliminare quel termine - magari censurando vecchi film e/o libri in cui è stato usato - che si estirpa il razzismo dalla società. Il politicamente corretto dovrebbe servire a farci riflettere sui termini che usiamo senza farci dimenticare che il cambiamento, per essere concreto ed effettivo, deve riguardare soprattutto azioni e atteggiamenti. Invece è diventato un modo per far passare l’idea che il linguaggio plasmi la realtà (il che è tutto da dimostrare!) e perciò basti cambiare le parole per cambiare testa. Ma non è così semplice...

    Poi nel mondo del cinema e delle serie tv si è arrivati al paradosso: tutti a parlare di rappresentazione delle minoranze, di “inclusività” (un termine che inizio a non sopportare più, ve lo confesso), ma poi vengono scritte sceneggiature penose, quindi ’sta rappresentazione come viene fatta esattamente? Perché, mi domando, non raccontare storie che rispondono all’esigenza di rappresentare qualcuno ma al tempo stesso sono coerenti e ben fatte? Le case di produzione americane (il problema c’è soprattutto negli Stati Uniti, diciamocelo chiaro) credono forse che ciò non sia possibile? Ma allora come mai esistono prodotti come “Coco”, dove non ci sono personaggi bianchi e la trama è ben organizzata e funziona perfettamente? (Anche la serie fantascientifica “Dirk Gently” può essere un esempio: nel cast sono presenti attori neri e nella seconda stagione c’è una storia d’amore fra due uomini, senza che la coerenza della storia passi in secondo piano.)
    Io capisco che ci sia una crisi creativa, che sia molto difficile inventare cose nuove, ma ormai nemmeno i riadattamenti vengono realizzati bene! Basta vedere che fine ha fatto la Disney con i vari live action dei classici...

    Edited by Elizabeth Swann - 12/10/2023, 20:19
     
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    Riguardo al resto, direi che il politicamente corretto non è un problema di per sé; il vero problema sta nell’ipocrisia e nella faciloneria che spesso si nascondono dietro di esso. Si vuole far passare il messaggio che non dire certe parole o “ammorbidirne” altre cambi la realtà, quando è tutto molto più complesso di così. Ad esempio, non è che far dire alla gente “persone di colore” cancelli il problema del razzismo contro i neri, dato che il razzismo sta prima di tutto nei fatti (e poi nelle parole). Ovvio che utilizzare un termine connesso allo schiavismo è offensivo, ma non è provando a eliminare quel termine - magari censurando vecchi film e/o libri in cui è stato usato - che si estirpa il razzismo dalla società. Il politicamente corretto dovrebbe servire a farci riflettere sui termini che usiamo senza farci dimenticare che il cambiamento, per essere concreto ed effettivo, deve riguardare soprattutto azioni e atteggiamenti. Invece è diventato un modo per far passare l’idea che il linguaggio plasmi la realtà (il che è tutto da dimostrare!) e perciò basti cambiare le parole per cambiare testa. Ma non è così semplice...

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    Quello che mi disturba della serie Amazon è che, per quanto sono riuscita a capire, sembra seguire lo stesso principio su cui è basato “Lo Hobbit” di Peter Jackson: non è necessario leggere Tolkien per capire la storia, ma i film devi averli visti per forza. Emerge proprio quel tipo di ragionamento di cui parli:

    Tieni conto che la serie tv non si capisce dove vuole andare a parare! All'inizio avevano detto: non è collegato alla trilogia di PJ e poi la chiamano "Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere", tant'è che anche Elijah ha detto: "Ma allora perché chiamarla in quel modo?", in più all'interno della serie si prendono la libertà di copiare paro-paro alcune battute della sceneggiatura di PJ :angry: . Dicono che è una loro versione della storia di Tolkien, qualcosa di completamente nuovo, ma fanno riferimento ai libri e NON alle appendici del Signore degli Anelli ma al Silmarillion senza però spiegare una mazza, perché nemmeno loro sanno di cosa stanno parlando... e mi chiudo qui se no mi sale il crimine e spacco il pc :XD:

    CITAZIONE
    lo spettatore è obbligato a conoscere “Il Signore degli Anelli” di Peter Jackson per capire bene “Lo Hobbit”,

    Ti dirò, ancora ancora Lo Hobbit ti spiega bene quello che ti mostra e quindi non è necessario che tu abbia già visto la trilogia prima, infatti mia madre ha sempre preferito la trilogia prequel, nonostante non avesse mai visto la prima parte! La serie tv è proprio scritta con i piedi e concepita per aver visto almeno i film oppure letto i libri (e in quel caso morire malissimo :XD:)
    Però sono concorde con te quando dici che Lo Hobbit è pieno di cose allunga-brodo! L'ho sempre constatato e ribadito che alcune cose non fossero necessarie.

    CITAZIONE
    Ma allora, scusate un attimo: in che modo questa serie segue i film? Cioè, li segue solo fino a un certo punto (magari per risparmiarsi le spiegazioni che andrebbero fornite allo spettatore ignaro), ma poi mostra cose che li contraddicono? Oppure i fan più accaniti di questa serie criticherebbero qualsiasi altro prodotto pur di esaltarla, anche film che sono “in armonia” con essa ed erano apprezzati da loro stessi fino a ieri?

    Fai conto che i nuovi prodotti fantasy vogliono a tutti i costi superare Il Signore degli Anelli di PJ e anche Il Trono di Spade! Peccato che siano tutte delle ciofeche! Anche la serie The Witcher è pensata per essere superiore, o almeno al pari, delle due opere citate sopra.
    Come detto prima: la serie tv di Amazon segue i film solo per non fornire le spiegazioni, troppo pesante doverlo fare da sé: es. (SPOILER)

    Per far capire che il personaggio "misterioso" è Gandalf hanno ripreso le stesse battute del film di PJ :angry: Senza però dirti "Guarda, Nori (la hobbit stupida), io sono Gandalf", ma solo con la cacchio di battuta.

    E i fan della serie tv criticano qualsiasi altro prodotto, attaccando anche PJ per difendere le loro teorie, solo perché si sentono minacciati da chi non ha apprezzato l'opera di Amazon <_<

    Per quanto riguarda il tuo discorso sul politicamente corretto mi trovi concorde! Non sono capaci di creare qualcosa da zero che parli proprio della minoranza perché vogliono i soldi facili, anche se di fatto il pubblico ha dimostrato di apprezzare di più opere "originali" con protagonisti alcune minoranze (come Coco oppure Moana). Sinceramente non capisco perché si ostinino a cambiare le opere del passato per metterci dentro il contemporaneo... è come se si volesse riprodurre un dipinto di Caravaggio in stile contemporaneo, magari astratto... cioè NO!
     
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    Rue Ryuzaki forse hai ragione su "Lo Hobbit", sono io che esagero *^^* Però una cosa non ho potuto fare a meno di notarla: mentre nel "Signore degli Anelli" si è fatto il possibile per non inserire troppi personaggi secondari (ecco il perché, ad esempio, del ruolo di Glorfindel affidato ad Arwen), con "Lo Hobbit" nessuno si è creato problemi ad aggiungere Galadriel, Legolas, Radagast, ecc. Eppure lo spettatore "profano" deve già tenere a mente che ci sono i tredici nani (ciascuno con la sua caratterizzazione), Bilbo, Gandalf, Thranduil, Azog, il Governatore di Lago Lungo, il Negromante... Insomma, non è che abbiano proprio facilitato le cose a chi si avvicinava alla Terra di Mezzo per la prima volta, eh!
     
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    Elizabeth Swann Su questo mi trovi concorde! Credo che ciò sia dato dall'influenza esercitata dalle Serie serializzate che, ai tempi e anche adesso, stavano avendo/stanno avendo più seguito dei film! Quindi hanno scelto di strutturare i film seguendo un struttura narrativa multistrand (ovvero che segue più archi narrativi concatenati, magari, tra loro per la quantità di personaggi!) Infatti se ci fai caso soprattutto il secondo capitolo (ma anche il primo) si chiudono con un gigantesco cliffhanger stile serie tv!
    Nel primo c'era il tordo che picchia sulla roccia e poi l'occhio di smaug (giusto per farti dire: "Oh, cacchio!"
    Nel secondo c'è Bilbo che dice: "Che cosa abbiamo fatto?" (E tu sei li che dici "Cacchioooo! E adesso?! Devo sapere!)

    Come puoi notare sono tutte reazioni che si hanno principalmente guardando le serie tv.

    Nel primo del Signore degli Anelli, la compagnia si scioglieva ma comunque non c'era tensione: sai che Sam e Frodo continuano il viaggio per l'anello, mentre i Tre cacciatori vanno a caccia di orchi.

    Nel secondo c'è Gollum che fa congetture, però il personaggio è già folle di suo quindi puoi presupporre che è qualcosa di meschino! Ma di fatto Gollum finisce con un "Venite, hobbit, ce n'è di strada da fare! Seguitemi!" E hai il campo lunghissimo su Mordor, la musica orchestrale è tranquilla e non veicola ansia eccessiva (come magari negli esempi su Lo Hobbit). In più i Tre Cacciatori hanno superato il loro momento clou con la battaglia al fosso di Helm, quindi su quel fronte si è tranquilli.

    Inverso, invece, nel caso de Lo Hobbit: nel primo capitolo sei sereno che Thorin è salvo, ma non finisce lì, ti portano a Smaug per farti generare suspance.

    Sono due prodotti simili ma molto, molto diversi perché la struttura è diversa!
    Il Signore degli Anelli ha una scrittura più classicheggiate, mentre Lo Hobbit no.
     
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    Penna d'argento

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    Tutti questi discorsi mi fanno pensare a Rings of Power... l'ho guardata con animo positivo, e devo dire di essere rimasto, come dire... profondamente deluso.
     
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    da qualche parte al fianco di Will Turner ❤

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    fanwriter91 non sei certo l'unico, dato che Rue non l'ha apprezzata proprio :XD:
    Io non l'ho ancora vista (ho riservato i miei strali a un'altra serie prodotta da Amazon, "Carnival Row", non so se la conosci), ma al momento non mi attira, anche perché è stata pubblicizzata fino alla nausea e per contrappasso ho preso le distanze. Di solito non mi avvicino ai "fenomeni del momento", la troppa pubblicità mi fa allergia X) Al massimo recupero più in là, quando i riflettori si sono abbassati, diciamo :lol:
     
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    fanwriter91 C'hai preso 🤣
    Ma non ho intenzione di dire altra roba a meno che non mi viene richiesto!
     
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25 replies since 21/9/2023, 18:52   221 views
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