Il ciclo dell'invasione

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    Penna d'argento

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    Cosa succederebbe se gli alieni, precisamente dei rettili (da me chiamati rettiliani), invadessero la Terra durante la Seconda Guerra Mondiale?


    La premessa, in apparenza tamarra, apre interessanti possibilità, che si muovono attraverso personaggi storici e immaginari.

    In primo luogo, parliamo dei membri della Razza (così viene chiamato il popolo degli invasori alieni): molto diversi dagli umani dal punto di vista biologico e psicologico, si evolvono molto lentamente, perché terrorizzati dalle innovazioni e dal cambiamento (ci sono varie spiegazioni scientifiche a riguardo). Se in molte opere di fantascienza gli alieni sono spaventosi invasori senz’anima, più simili a demoni, tra i membri della Razza c’è sgomento nel vedere la rapidità con cui i terrestri si evolvono (per loro 1000 anni terrestri non sono niente), il pianeta Terra, così diverso da quelli visitati, suscita in loro paura e nostalgia di casa. La morte dei loro compagni infligge dolore e spinge alcuni di loro a mettere in dubbio le proprie convinzioni, a chiedersi se abbiano il diritto di invadere quel mondo capace di trasformare l’inconcepibile in realtà.

    Una scena che mi ha molto colpito è quella in cui Atvar, Signore della Flotta aliena, scopre che i russi hanno ucciso il loro imperatore. Per la Razza non esistono altre forme di governo al di fuori della monarchia dinastica e quindi ciò causa un violentissimo shock culturale, che spinge l’alieno a voler vendicare l’imperatore umano e a provare solidarietà per una creatura che fino al giorno prima avrebbe considerato alla stregua di un selvaggio da sottomettere.

    D’impatto è anche il momento in cui il generale analizza le foto dei lager nazisti, restandone disorientato, perché la Razza non fa quelle cose nemmeno ai popoli alieni che ha conquistato, quindi perché gli umani rinchiudono i loro simili in posti del genere?

    La sequenza migliore, però, è quella in cui un alieno, vedendo un umano che sta salvando un compagno ferito da un edificio in fiamme, si rifiuta di sparargli e lo incita a uscire.

    Questo, più tanti elementi culturali, finiscono per tracciare una civiltà a tutto tondo: schematica, stabile, spaventata dal diverso, ma con forti ideali che spingono a empatizzare.

    I rettili non sono comunque fieri e onesti cavalieri: a loro volta, sono capaci di subdoli inganni e attacchi a tradimento.
    Loro malgrado, scopriranno che esiste un nemico ben più insidioso delle armi… ma che aprirà altri sviluppi psicologici.

    Gli umani mostrano il meglio e il peggio a loro volta: abbiamo una pilota russa pronta ad affrontare pericolose missioni, partigiani ebrei che preferiscono allearsi con gli alieni per scacciare i nazisti ma non sono disposti a barattare un tiranno per un altro, e un generale che fa di cognome Jäger (il testo precisa che vuol dire cacciatore) che sconfigge i rettiliani perché ha l’high ground. O ancora, altri partigiani ebrei che si ritrovano a collaborare coi nazisti, nonostante il profondo odio. Un altro militare, invece, è il primo a fare prigionieri degli alieni e a trattarli civilmente, scoprendo che i terribili mostri non sono davvero demoni, ma soldati con una vita al di fuori della battaglia che vogliono tornare a casa coi loro compagni.

    Le battaglie, frequenti, sono quasi sempre incentrate sulla strategia, in cui gli alieni sono carenti: attaccare i carri armati ai lati, usare animali per far avvicinare le mine, creare diversivi e colpire alle spalle, volare basso su vecchi modelli per sfuggire ai radar, sfruttare il tempo atmosferico. In particolare, possiamo leggere la frase “Nessuno amava la logistica, ma gli eserciti che ignoravano la logistica facevano una brutta fine”, che pare perfetta per questi episodi. Gli alieni devono fare anche i conti con la rasputitsa, la stagione del fango russa, rispettivamente alla fine dell’inverno e a metà dell’autunno.

    Tra le figure storiche, mi soffermo su un piacevole dettaglio: mentre tutti i paesi del mondo si apprestano ad affrontare la minaccia aliena, l’Italia in mano a Mussolini alza immediatamente bandiera bianca, ottenendo perfino il disprezzo di Hitler.

    Nonostante tutti questi begli elementi, non si tratta di un’opera perfetta: al secondo libro, Invasione Fase Seconda, si percepisce un senso di monotonia, alcuni capitoli danno l’idea di inutili riempitivi. L’autore, purtroppo, ha deciso di aggiungere lo scontatissimo triangolo amoroso, di cui ormai sono davvero stufo. La saga si protrae per quattro libri, a cui se ne aggiungono altri quattro. Capite che, se la monotonia inizia già al secondo, non si è incentivati a proseguire.


    Inoltre il finale... non conclude tutto, perché ci sarà un ciclo successivo.
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    Sembra davvero interessante.
     
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    Non è un capolavoro, ma è caruccio.
     
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    CITAZIONE (fanwriter91 @ 22/11/2023, 17:50) 
    Non è un capolavoro, ma è caruccio.

    Beh, non tutte le storie possono essere capolavori epici.
     
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3 replies since 19/11/2023, 19:23   24 views
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