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    La Scelta




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    OPERA DI RIFERIMENTO: Animali Fantastici
    CATEGORIA: bollino verde per tutti
    GENERE: Malinconico
    NOTE AGGIUNTIVE: Canon-Fic
    DICHIARAZIONE DI NON RESPONSABILITÀ: I personaggi della storia sono frutto della testolina di J.K. Rowling




    Sinossi: Gellert Grindelwald, il mago oscuro più potente del Mondo Magico, vuole sottomettere tutti i non-maghi per evitare che la sua gente, i maghi, siano costretti a nascondersi. Inizia così la Guerra Mondiale dei Maghi. Al suo fianco, un tempo, vi era anche Albus Silente, il mago più potente del Mondo Magico e suo migliore amico\amante. Albus, però, a seguito della morte di sua sorella (legata alla sua difficoltà ad accettare la magia che scorreva dentro di lei), decide di allontanarsi da Gellert e tentare una via più pacifica. Quando scopre i piani violenti di Grindelwald, Silente tenta di ostacolarlo, fino all'arrivo dell'ultima grande battaglia tra i due...

    Note Autore: Tengo a precisare che non ho mai scritto una fan fiction legata al mondo creato da Rowling, quindi chiedo venia se la storia risultasse scadente!


    »»————-  ————-««




    “Albus... cosa avete intenzione di fare?” chiese Newt all'affezionato professore, i quali rimase per dei lunghissimi secondi in silenzio, lo sguardo perso oltre la finestra del suo ufficio a Hogwarts. “Albus...” mormorò il giovane, sporgendo il busto di lato così da poter guardare meglio il suo viso.
    Silente fece un respiro profondo, chiuse le palpebre e, poco dopo, la voce gli uscì dalle labbra come un delicato soffio di vento autunnale: “Deve essere fermato... Non possiamo più restare fermi a guardare mentre... mentre uccide senza alcuna pietà.” Aprì gli occhi e li posò sul suo vecchio allievo, che abbassò lo sguardo per un istante giocherellando con le mani.
    “Deduco che avete un piano...” disse Newt, tornando a guardare il professore.
    “Sì...” Gli occhi sembrarono perdersi nel vuoto, velati da una lieve malinconia che non passò inosservata al giovane. “Lo fermerò io...” gli rivelò e la voce lo tradì appena, mentre la mano si strinse a pugno.
    “Professore...”
    Albus tornò sul suo viso: la fronte appena increspata e le labbra sottili leggermente schiuse; fu allora che l'insegnante riuscì ad abbozzare un piccolo sorriso.
    “Va tutto bene, Newt.”


    Quando Silente, Newt e una manciata di Auror arrivarono presso il castello di Nurmengard la morte regnava sovrano: decine e decine di maghi giacevano sul campo di battaglia, macchiato dal loro sangue che impregnava tutta la terra circostante, mentre il freddo pungente rendeva lo scenario ancora più desolato.
    “Maledizione, Gellert...” mormorò Albus; un brivido freddo gli percorse tutta la schiena, aggrottò le sopracciglia e strinse le mani, mentre si guardava attorno in cerca del rivale.
    “Alla fine eccoti qui, Albus” la voce di Grindelwald squarciò la funerea quiete e richiamò l'attenzione su di sé, mentre scendeva i gradini del castello con le braccia allargate e un sorriso malizioso sul viso serafico, seguito dagli ultimi maghi oscuri. “Cosa ti ha condotto da me?”
    “Lo sai benissimo, Gellert...” gli rispose Albus con tono deciso.
    Grindelwald sospirò. “Speravo in un ritrovo più piacevole. Non è troppo tardi, Albus... puoi ancora unirti a me.”
    A quelle parole Newt guardò il professore, mentre il fiato incominciava a morirgli in gola e la mano si stringeva saldamente attorno alla bacchetta. Albus scosse il capo e, avvertendo lo sguardo del proprio vecchio allievo su di sé, si voltò appena verso di lui. Senza nemmeno aver bisogno di alcuna parola, Newt comprese l'espressione seria e decisa dell'altro, quindi, con un rapido cenno di mano, si smaterializzò insieme agli altri Auror, seguiti dagli ultimi maghi oscuri di Grindelwald.


    “Pensi davvero che io possa unirmi a te dopo tutto questo?” disse Albus, dando una rapida occhiata tutt'intorno, seguito da un cenno con le mani.
    “Una manciata di sacrifici per un bene più grande, per la libertà.”
    “Questa non è libertà, Gellert, è solo un'inutile spargimento di sangue, non lo capisci?” cercò di fargli notare la gravità delle sue azioni, ma Grindelwald scosse il capo e sorrise beffardo. “Non posso permetterti di uccidere altri innocenti, altri maghi innocenti...”
    “Ebbene, hai scelto, Albus...” detto ciò, mosse la bacchetta verso il vecchio amico che prontamente rispose al suo attacco, dando inizio all'ultimo scontro, l'ultima battaglia che avrebbe deciso le sorti del Mondo Magico.


    Una pioggia di scintille colorate illuminava tutta la vallata ai piedi di Nurmengard, ammantata dall'oscurità e da una lieve nebbiolina, da cui filtravano gli argentei raggi della luna piena – l'unica testimone del loro ultimo duello. Nel mentre, poco distante dalla diroccata dimora, Newt e gli Auror tennero testa ai maghi oscuri che, a poco a poco, incominciarono a cadere uno alla volta.
    Dopo una buona ora, Grindelwald, con estrema destrezza di polso, scaraventò Silente contro le mura del castello, e lo immobilizzò; così gli si avvicinò con passo sicuro, la bacchetta puntata sul suo petto e lo sguardo malizioso. Non appena gli fu abbastanza vicino lo guardò: il viso pallido e la fronte bagnata da piccole gocce di sudore e increspata, la mascella serrata e il respiro affannoso.
    “Avresti dovuto unirti a me, Albus. Insieme avremmo potuto guidarli per ergerci sopra gli inutili babbani e, finalmente, avremmo potuto assaporare insieme la libertà dal timore...” gli sussurrò Gellert con un tono di voce melodioso e sicuro.
    “V-vuoi donare libertà a quelli come noi, ma... n-non hai avuto alcuna... pietà a sbarazzarti di chi ti si o-opponeva...” gli rispose tra un affanno e l'altro, il peso dell'incantesimo contro il petto che gli mozzava il fiato.


    “Credi che mi faccia piacere macchiarmi le mani del loro sangue?” disse Gellert, per poi rimanere in silenzio per un breve istante, mentre il suo sguardo serio, velato da un pizzico di rammarico, indugiava su quello celeste dell'amico-rivale. In quell'attimo di tesa quiete i ricordi riaffiorarono nella mente di entrambi: la vita li aveva allontanati, eppure i loro cuori continuavano a sentire l'uno la vicinanza dell'altro. “Lo faccio per evitare che le nuove generazioni di maghi e streghe diventino come lei, diventino come Ariana... Nessun altro si trasformerà in Obscuriale” gli confidò e questa volta la voce gli si addolcì, incrinandosi appena nel pronunciare il nome della ragazza.
    Albus aggrottò le sopracciglia e, poco dopo, abbassò lo sguardo e chiuse le palpebre. Nonostante fossero passati diversi anni dalla morte della giovane sorella, il ricordo continuava a persistere e portava con sé il peso dell'impotenza e del fallimento; eppure non credeva che tale sofferenza macchiasse anche l'animo dell'amato rivale.
    Poco dopo Silente riportò gli occhi su quelli dell'altro, schiuse le labbra e parlò: “Non capisci, Gellert? Tutto questo non impedirà che altri... facciano la fine di Ariana...” gli rivelò, la fronte increspata e lo sguardo intenso e travagliato, mentre Grindelwald aggrottò le sopracciglia e scosse appena il capo. “Genererai solo altro odio, altra diffidenza nel nostro mondo, che spingerà altri a rinnegare ciò che sono per non essere legati a tutto questo.”
    “Ti sbagli, Albus” e detto ciò mosse appena la bacchetta e un nuovo incantesimo si scagliò contro Silente, che gemette nel sentirsi la gola stringere sempre più. “Mi rincresce essere dovuto arrivare a tanto, avrei preferito averti al mio fianco...”
    Gellert aumentò la potenza dell'incanto e Albus urlò, strinse gli occhi e, facendo appello a tutta la forza di volontà che aveva in corpo, serrò la presa attorno alla propria bacchetta, quindi la puntò contro l'avversario, che venne scaraventato via in un istante. Allora il professore cadde per terra, ormai libero dalla magia dell'altro, tossì e riprese fiato, rialzandosi il più lesto possibile.


    Lo scontro continuò, mentre la notte s'incupiva sempre più e il freddo si faceva più tagliente e penetrante. In un momento di stallo, si erano ritrovati entrambi coperti da un riparo: Albus dietro una statua marmorea, Gellert dietro un rimasuglio delle mura del castello.
    Albus si guardò per un attimo intorno, degli Auror e degli altri maghi non vi era alcuna traccia, solo un lontano scoppiettio si perdeva nella vastità deserta nei pressi di Nurmengard.
    “Newt...” pensò e in un lampo il cuore gli prese a scalpitare ancora più veloce, il respiro corto e lo stomaco attorcigliato. La paura stava tentando di sottometterlo al suo volere, grazie al dubbio che gli tartassava la mente. Aveva condannato il giovane e sincero amico alla morte? Scosse il capo e strinse con forza la bacchetta. Non avrebbe ceduto. Non poteva permetterselo. Perciò fece un respiro profondo e schiuse le labbra: “Ti prego, Gellert, arrenditi!”
    Grindelwald rimase in silenzio per un lungo secondo, la testa appoggiata al muro e lo sguardo perso nella luna.
    “Ti prego, Gellert...”
    Udì ancora la voce di Silente, che questa volta si fece più delicata e impregnata di supplica. Un brivido gelido gli investì tutto il corpo, abbassò il capo e chiuse gli occhi: “No, Albus. Non mi arrenderò mai, non è nel mio stile, ricordi?” Sul viso di Grindelwald si abbozzò un piccolo sorriso, la cui malizia era contaminata da una traccia di malinconia.


    A quelle parole, il cuore del professore sussultò, strizzò gli occhi e colpì la statua con il lato del pugno. “Mi dispiace, Gellert...” sussurrò e, come se le loro menti fossero state connesse, entrambi uscirono dai rispettivi ripari e prontamente le scintille delle loro bacchette si scontrarono.
    La forza di volontà di Grindelwald gli rafforzò l'incantesimo, ma Albus non cedette, afferrò la bacchetta anche con l'altra mano e si focalizzò solo sull'amico, ormai avversario.
    “Perdonami, mio amato amico...” pensò Silente e, aggrappandosi a un piacevole ricordo, che lo legava a lui, riuscì a potenziare l'effetto della propria magia, quindi sovrastò quella dell'altro e lo colpì alla spalla destra, scaraventandolo per terra.
    “Gellert...” mormorò, tra un ansito e l'altro, per poi correre da lui. Allora s'inginocchiò al suo fianco e lo prese tra le proprie braccia, mentre gli occhi gli caddero subito sulla spalla destra sanguinante.
    “H-hai... v-vinto...” mormorò Grindelwald, trattenendo a stento i gemiti del dolore.
    Albus lo fulminò con lo sguardo, spegnendo all'istante il sorriso affaticato dell'altro. Senza ulteriore indugio, puntò la bacchetta sulla ferita dell'amato amico e sussurrò con decisione l'incantesimo: “Epismendo”, usando l'ultimo granello di energia che gli era rimasta in corpo. Una volta rimarginata la ferita, lasciò cadere la mano sul suo petto, il capo chino e gli occhi lucidi fissi sulla chiazza di sangue. “Mi... mi dispiace, Gellert... Non... non volevo che finisse così...” gli rivelò con voce rotta, la fronte aggrottata.
    “N-nemmeno io, ma... sono contento che... sia stato tu...”
    Solo grazie a quelle parole Albus trovò il coraggio di incrociare il suo sguardo: era sereno e il viso pallido era illuminato da un sorriso sincero. In quel momento il tempo sembrò cristallizzarsi, mentre la delicata e piacevole calma li avvolgeva, dissipando ogni traccia di affaticamento dal loro spirito e fisico. Poco dopo Gellert prese la propria bacchetta e posò la mano sinistra su quella di Albus, catturando l'attenzione di quest'ultimo che abbassò lo sguardo e sussultò.


    “La bacchetta di Sanbuco non mi appartiene più... è tua” disse Grindelwald, stringendogli l'arto.
    “Gellert, io... non...” incespicò senza parole, tornando a guardare l'amato amico.
    “Voglio che la custodisca tu. Sarei felice di sapere che è sempre con te...” mormorò Gellert, poi un piccolo sorriso malizioso gli si dipinse sul viso e continuò: “Almeno mi avrai sempre al tuo fianco.”
    Albus scosse il capo e sorrise divertito, poi si soffermò sui suoi occhi celesti mentre la giocosità del momento incominciò a disperdersi, lasciando solo un velo di serenità. Allora Silente fece intrecciare le dita delle loro mani, insieme alle bacchette di entrambi, e annuì con il capo.
    “Usala per cambiare il mondo, per rendere il Mondo Magico un posto migliore per quelli come noi... Fa ciò che io non sono riuscito a portare a termine” gli mormorò Gellert, stringendogli la mano.
    Albus si avvicinò e gli baciò la fronte, “Farò quanto è in mio potere...” gli sussurrò a pochi centimetri dal viso e Gellert gli sorrise sereno.
    Rimasero per alcuni minuti in silenzio, affidando il compito di comunicare ciò che avevano nel cuore ai loro sguardi persi l'uno nell'altro, fino a che Newt e gli Auror non tornarono con un paio di prigionieri.
    “Professore!” esclamò il ragazzo, avvicinandosi di corsa al grande maestro.
    Albus immobilizzò Gellert con un rapido gesto di polso e si voltò verso Newt. “È finita...”



    Il raggi del sole filtrarono dalla finestra, adagiandosi sulle spalle, appena ricurve, di un Albus ritto dinanzi l'unico oggetto presente all'interno della stanza deserta.
    “Non dovresti essere qui, davanti a questo specchio, Albus...” udì la sua voce nella propria testa e un brivido gli percorse la schiena. Sapeva che lo avrebbe rimproverato, se lo avesse trovato lì dentro, eppure... non riusciva a distogliere lo sguardo dalla sua figura ritratta, in tutto il suo fascino e malizia, nella superficie riflettente. Quel suo sorriso sicuro e furbo, quei suoi occhi cerulei pieni di passione e conoscenza lo richiamavano sempre, e lui, Albus, non voleva opporre alcuna resistenza. Per questo si trovava lì, in una stanza sperduta di Howgarts, davanti allo specchio delle brame. Voleva solo vederlo, senza doversi recare ogni volta in quella dannata prigione, che gli rimembrava la realtà dei fatti: lo aveva vinto e per questo avrebbe passato il resto dei suoi giorni in una misera cella, mentre Albus avrebbe continuato la sua vita attraverso un grigio sentiero, fatto di assenze e giochi di abilità e astuzia.
    Lo vide, all'interno dello specchio, scuotere il capo, con il suo solito sorriso malizioso e i suoi occhi sereni. Allora Albus abbassò per un istante il capo, le labbra appena all'insù. “Mi spiace, Gellert, ma... non riesco proprio a farne a meno...” mormorò, come se avesse l'amato proprio davanti a sé. Poi posò lo sguardo malinconico su quello finto dell'altro, “non voglio rinunciare a questo... anche se non è reale. Sai... sento un po' freddo...” gli rivelò, posando una mano all'altezza del cuore. “Quindi... perdonami, per favore, se voglio stare un po' con te...”

    Edited by Rue Ryuzaki - 27/11/2023, 16:40
     
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    da qualche parte al fianco di Will Turner ❤

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    Ancora una volta inizio con la parte meno simpatica del commento; poi passerò al resto :*:

    CITAZIONE
    “Albus... cosa avete intenzione di fare?” chiese Newt all'affezionato professore, i quali rimase per dei lunghissimi secondi in silenzio, lo sguardo perso oltre la finestra del suo ufficio a Hogwarts.

    Il quale, singolare.

    CITAZIONE
    Albus tornò sul suo viso: la fronte appena increspata e le labbra sottili leggermente schiuse; fu allora che l'insegnante riuscì ad abbozzare un piccolo sorriso.

    Questo è un personalissimo parere, quindi sei libera di non seguire il suggerimento: trovo che sia meglio sostituire la e congiunzione con la virgola e poi il punto e virgola con il punto ^_^
    Ah, e puoi togliere “l’insegnante”, perché il soggetto è chiaro.

    CITAZIONE
    Quando Silente, Newt e una manciata di Auror arrivarono presso il castello di Nurmengard la morte regnava sovrano

    Sovrana :)

    CITAZIONE
    “Maledizione, Gellert...” mormorò Albus; un brivido freddo gli percorse tutta la schiena, aggrottò le sopracciglia e strinse le mani, mentre si guardava attorno in cerca del rivale.

    Anche qui ti do un semplice suggerimento basato sui miei gusti (perciò puoi tranquillamente soprassedere):
    “Maledizione, Gellert...” mormorò Albus, e un brivido freddo gli percorse tutta la schiena. Aggrottò le sopracciglia e strinse le mani, mentre si guardava attorno in cerca del rivale.

    CITAZIONE
    “Alla fine eccoti qui, Albus” la voce di Grindelwald squarciò la funerea quiete e richiamò l'attenzione su di sé, mentre scendeva i gradini del castello con le braccia allargate e un sorriso malizioso sul viso serafico, seguito dagli ultimi maghi oscuri.

    Idem come sopra.
    “Alla fine eccoti qui, Albus.La voce di Grindelwald squarciò la funerea quiete e richiamò l’attenzione su di sé, mentre lui scendeva i gradini del castello con le braccia allargate e un sorriso malizioso sul viso serafico, seguito dagli ultimi maghi oscuri.

    CITAZIONE
    A quelle parole Newt guardò il professore […]. Senza nemmeno aver bisogno di alcuna parola, Newt comprese l'espressione seria e decisa dell'altro

    Direi che utilizzare sia “nemmeno” che “alcuna”, in questo caso, rende la frase ridondante. Scegli uno fra i due termini.

    CITAZIONE
    “Pensi davvero che io possa unirmi a te dopo tutto questo?” disse Albus, dando una rapida occhiata tutt'intorno, seguito da un cenno con le mani.

    Se “seguito” si riferisce a “occhiata”, allora va al femminile.

    CITAZIONE
    “Ebbene, hai scelto, Albus...” detto ciò, mosse la bacchetta verso il vecchio amico che prontamente rispose al suo attacco

    Mi conosci, tendo sempre a esprimere il soggetto! X) Qui personalmente lo aggiungerei.

    CITAZIONE
    Dopo una buona ora, Grindelwald, con estrema destrezza di polso, scaraventò Silente contro le mura del castello, e lo immobilizzò

    Credo che scrivere un’ora buona renderebbe il passaggio più fluido.

    CITAZIONE
    “Avresti dovuto unirti a me, Albus. Insieme avremmo potuto guidarli per ergerci sopra gli inutili babbani e, finalmente, avremmo potuto assaporare insieme la libertà dal timore...”

    “Babbani” va in maiuscolo :)

    CITAZIONE
    “Credi che mi faccia piacere macchiarmi le mani del loro sangue?” disse Gellert, per poi rimanere in silenzio per un breve istante, mentre il suo sguardo serio, velato da un pizzico di rammarico, indugiava su quello celeste dell'amico-rivale. In quell'attimo di tesa quiete i ricordi riaffiorarono nella mente di entrambi: la vita li aveva allontanati, eppure i loro cuori continuavano a sentire l'uno la vicinanza dell'altro. “Lo faccio per evitare che le nuove generazioni di maghi e streghe diventino come lei, diventino come Ariana... Nessun altro si trasformerà in Obscuriale” gli confidò e questa volta la voce gli si addolcì, incrinandosi appena nel pronunciare il nome della ragazza.

    Penso che la ripresa del discorso da parte di Grindelwald (“Lo faccio per evitare…”) sia meglio collocarla a capo. Una pausa un po’ più lunga, infatti, potrebbe dare più enfasi anche al periodo precedente.

    Più avanti, invece, usi due volte nello stesso rigo il pronome “gli” per riferirti a due personaggi diversi. Meglio evitare, non trovi? ;)
    Ecco come formulerei il tutto:
    “Credi che mi faccia piacere macchiarmi le mani del loro sangue?” disse Gellert, per poi rimanere in silenzio per un breve istante, mentre il suo sguardo serio, velato da un pizzico di rammarico, indugiava su quello celeste dell'amico-rivale. In quell'attimo di tesa quiete i ricordi riaffiorarono nella mente di entrambi: la vita li aveva allontanati, eppure i loro cuori continuavano a sentire l'uno la vicinanza dell'altro.
    “Lo faccio per evitare che le nuove generazioni di maghi e streghe diventino come lei, diventino come Ariana... Nessun altro si trasformerà in Obscuriale” confidò Gellert. Questa volta la voce gli si addolcì, incrinandosi appena nel pronunciare il nome della ragazza.


    CITAZIONE
    Lo scontro continuò, mentre la notte s'incupiva sempre più e il freddo si faceva più tagliente e penetrante.

    Per me “sempre più” puoi toglierlo, visto che usi il termine “più” subito dopo. Il concetto verrebbe reso bene comunque.

    CITAZIONE
    Albus si guardò per un attimo intorno, degli Auror e degli altri maghi non vi era alcuna traccia, solo un lontano scoppiettio si perdeva nella vastità deserta nei pressi di Nurmengard.

    Che ne dici di mettere i due punti al posto della virgola?

    CITAZIONE
    “Newt...” pensò e in un lampo il cuore gli prese a scalpitare ancora più veloce, il respiro corto e lo stomaco attorcigliato. La paura stava tentando di sottometterlo al suo volere, grazie al dubbio che gli tartassava la mente.

    Ho l’impressione che questo passaggio sia un po’ “zoppicante” (ricordi che ti avevo parlato del mio modo di utilizzare questa parola in relazione alla scrittura?) :=/:
    Puoi lasciare tutto così com’è, ovviamente; però, se fossi in te, apporterei qualche leggera modifica. Esempio:
    “Newt...” pensò, il respiro corto e lo stomaco attorcigliato. In un lampo il cuore prese a scalpitargli ancora più veloce. La paura tentava di sottometterlo al suo volere e il dubbio gli tartassava la mente.

    CITAZIONE
    A quelle parole, il cuore del professore sussultò, strizzò gli occhi e colpì la statua con il lato del pugno.

    Penso che inserire il punto e virgola al posto della virgola renda più chiaro che il soggetto di “strizzò gli occhi” non è il cuore ;)
    Magari puoi scrivere così:
    A quelle parole, il cuore del professore sussultò; lui strizzò gli occhi e colpì la statua con il lato del pugno.

    CITAZIONE
    “H-hai... v-vinto...” mormorò Grindelwald, trattenendo a stento i gemiti del dolore.

    Credo che “di” suoni meglio di “del”.

    CITAZIONE
    “La bacchetta di Sanbuco non mi appartiene più... è tua” disse Grindelwald, stringendogli l'arto.

    Sambuco, con la m.

    CITAZIONE
    Albus scosse il capo e sorrise divertito, poi si soffermò sui suoi occhi celesti mentre la giocosità del momento incominciò a disperdersi, lasciando solo un velo di serenità.

    Penso che coniugare il verbo “incominciare” all’imperfetto renderebbe il periodo più scorrevole.

    CITAZIONE
    “Usala per cambiare il mondo, per rendere il Mondo Magico un posto migliore per quelli come noi... Fa ciò che io non sono riuscito a portare a termine”

    In questo caso stai utilizzando un troncamento, quindi scrivi fa’, con l’apostrofo :)

    CITAZIONE
    Albus si avvicinò e gli baciò la fronte, “Farò quanto è in mio potere...” gli sussurrò a pochi centimetri dal viso e Gellert gli sorrise sereno.

    Elimina il secondo “gli” che ho evidenziato, altrimenti si verifica lo stesso problema che ti ho già segnalato in un’altra occasione.

    CITAZIONE
    Il raggi del sole filtrarono dalla finestra, adagiandosi sulle spalle, appena ricurve, di un Albus ritto dinanzi l'unico oggetto presente all'interno della stanza deserta.

    I raggi. Errore di battitura.
    Poi penso sia preferibile scrivere dinanzi all’unico invece che dinanzi l’unico.

    CITAZIONE
    […] Per questo si trovava lì, in una stanza sperduta di Howgarts, davanti allo specchio delle brame. Voleva solo vederlo, senza doversi recare ogni volta in quella dannata prigione, che gli rimembrava la realtà dei fatti: lo aveva vinto e per questo avrebbe passato il resto dei suoi giorni in una misera cella, mentre Albus avrebbe continuato la sua vita attraverso un grigio sentiero, fatto di assenze e giochi di abilità e astuzia.

    “Specchio delle Brame” deve avere le iniziali maiuscole. Ah, e hai invertito la g e la w in Hogwarts

    Per quanto riguarda la parte dopo i due punti, ti consiglio di rendere più chiari i soggetti delle azioni… ma non necessariamente specificando i nomi propri, come ti suggerisco di solito ;)
    Voleva solo vederlo, senza doversi recare ogni volta in quella dannata prigione, che gli rimembrava la realtà dei fatti: lo aveva vinto e perciò condannato a passare il resto dei suoi giorni in una misera cella, mentre a lui non restava che continuare la sua vita attraversando un grigio sentiero, fatto di assenze e giochi di abilità e astuzia.

    Adesso posso finalmente dedicarmi al commento vero e proprio rm_daisy
    È stata una lettura sorprendente e ho percepito le emozioni che hai cercato d’infondere nell’animo dei personaggi. Si sente la tua impronta personale, se capisci cosa intendo! Penso che tu ti sia ispirata più alla saga cinematografica di “Animali fantastici” che a quella letteraria di “Harry Potter”, com’è normale che sia per il tipo di fanfiction che hai scritto. C’è un non detto fra Silente e Grindelwald – un non detto che, personalmente, non ho mai percepito in HP – e che tu riesci a far avvertire, grazie alla cura con cui gestisci il loro dialogo/confronto verbale. Anche il finale commovente è piuttosto evocativo in questo senso.
    A dirla tutta mi aspettavo maggior distacco o rabbia durante il duello, ma il modo in cui hai voluto rappresentarlo è molto bello, quasi dolce nonostante le inevitabili amarezze (un esempio emblematico è la scena del bacio sulla fronte). Insomma, hai dato vita a una storia tenera e malinconica, davvero apprezzabile. Brava thumbsup e non avere timore d’immergerti nel magico mondo di J.K. Rowling quando ne senti l’esigenza, perché queste tue “incursioni” non sono affatto male!


    P.S. Mi è piaciuta tantissimo la breve comparsa di Newt, dato che ho un debole per lui e per il suo doppiatore italiano cupidarrow

    Edited by Elizabeth Swann - 22/2/2024, 20:47
     
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    Elizabeth Swann Non capisco perché non mi è arrivata la notifica quando mi dice che sono iscritta alla discussione... va beh!
    Grazie per la revisione, poi vedrò di correggere appena sono al pc! 😉

    Per il commento generale, sono contenta che ti sia piaciuta! La storia è assolutamente frutto dei film 😆
    Quando ho letto i libri ho percepito un po' di questa cosa... poi i film sono stati più espliciti. Ad ogni modo volevo proprio che fosse detto e non detto, anche per l'epoca in cui ci troviamo! Chissà, magari scriverò altro sul fandom!
    E sono contenta che ti sia piaciuta l'introduzione di Newt!
     
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    Questa dinamica mi ricorda moltissimo quella di Gojo e Geto di Jujustu Kaisen e per questo l’ho amata profondamente. Ideali diversi che spingono due amici, due amanti a lottare l’uno contro l’altro. Concordo con Elizabeth, ho percepito le loro emozioni ed il finale è stato molto dolce, malinconico, commovente. Insomma, la storia mi ha letteralmente rapita! Complimenti <3
     
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    shady Grazie mille! Sono contenta che la storia ti sia piaciuta 🤗
     
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    Rue Ryuzaki Che bello leggerti su questo fandom! :wub:
    Ti dico subito che la storia è scorrevole e ben scritta, a parte qualche refuso che Ellie ti ha già indicato.
    Il rapporto tra Silente e Grindelwald, con l'uscita della saga di "Animali fantastici", è senza dubbio la parte che mi ha intrigato di più. Tutto sommato, trovo il tuo Albus credibile, fortemente turbato dall'essere costretto ad affrontare colui che è stato un amico e un amante, essendo lui l'unico che può sconfiggerlo così da riportare la pace nel mondo magico. Non a caso, il titolo del tuo racconto è proprio "La scelta", un tema caldissimo della saga. Per quanto riguarda Grindelwald, ho trovato alcuni passaggi un po' forzati: dubito che abbia mai provato rimorso per ciò che è successo ad Ariana, dato che era proprio lei l'ostacolo maggiore ai suoi sogni di grandezza con Albus, lui sì, distrutto e perseguitato dalla sorte della sorella, probabilmente ciò che gli ha fatto aprire gli occhi su quel "per il bene superiore", avendone pagato il prezzo. Dubito anche che Grindelwald si dimostri pentito una volta sconfitto da Albus; solo più avanti, nella storia, quando si rifiuterà di dire a Voldemort dove si trova la bacchetta di sambuco, ridendogli in faccia, sappiamo che Silente vede l'accaduto come un possibile ravvedimento. Scusa se mi dilungo, ma credo sia una relazione ricca di sfumature la loro e potrebbe nascerne una bella discussione. Tornando al tuo testo, mi è piaciuto il fatto che effettivamente nessun altro avrebbe potuto fronteggiare Grindewald se non Albus e lui, questo, lo riconosce. Bella anche l'idea che Gellert sia contento che ora la bacchetta di sambuco appartenga proprio a Silente. Sono passaggi che fanno capire, anche se non esplicitamente, come il legame fosse reciproco. Ecco, la scena che mi è piaciuta di più è senza dubbio quella finale, con Silente che vede Gellert nello Specchio delle Brame (ne sono convinta anche io), davvero straziante. Scusa la lungaggine, spero di rileggerti su altri aspetti della saga!
     
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    Magic_Charly Aaah, Charlie! Sono contenta che la storia ti sia piaciuta 😍 Ammetto che ho avuto difficoltà a scrivere su questo fandom, però poi il risultato non mi è dispiaciuto!
    Albus mi è venuto molto spontaneo e semplice da fare (quello anziano non sarei capace di farlo, forse 😆)
    Per Grindelwald ammetto che ho messo molto di mio, o meglio... ho voluto che Grindelwald si pentisse sul finale proprio come avviene anni dopo, volevo che fosse prima perché lo ritenevo più giusto (anche perché capisco il suo punto di vista, soprattutto visto che ho studiato bene il contesto storico e capisco la mentalità), quindi volevo che si pentisse prima di andare in prigione. Per quanto riguarda Ariana... non so 🤔 quando ho letto la storia ho avuto l'impressione che Grindelwald avesse preso malissimo la sua morta e quindi ha accentuato di più il suo astio nei confronti dei Babbani. Ho pensato: sicuramente gli sarà dispiaciuto che Ariana fosse morta perché sapeva che avrebbe perso Albus, in più vedere morire una giovane strega (che conosceva) che rifiutava il proprio potenziale magico deve aver influito sul suo odio e desiderio di supremazia... non so se ha senso!
    Comunque non mi è dispiaciuto scrivere di questo fandom! Ma prima ho una long da iniziare e finire!
     
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    Rue Ryuzaki Interessante chiave di lettura a cui non avevo mai pensato! Siccome la Rowling non ci ha detto molto a riguardo, è bello scervellarsi e fare ipotesi! ;)
    Buona fortuna con la tua long allora e alla prossima!
     
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    da qualche parte al fianco di Will Turner ❤

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    *s'intrufola*
    Devo dire che, riguardo a Grindelwald, tendo a concordare col punto di vista di Charly: non mi è mai parso che gli importasse granché della vita di Ariana. Anzi, a dire il vero, prima che cominciasse la saga di "Animali fantastici", ero convinta che la sua amicizia con Silente fosse dettata principalmente dall'interesse e basata sul fatto che entrambi erano intelligenti, ambiziosi e dotati nelle arti magiche... Non credevo, insomma, che gli fosse così profondamente affezionato, tant'è che davo per scontato un amore non corrisposto da parte del povero Albus :?
    Però è proprio da Rue cercare di andare in profondità e offrire una versione più "umana" del personaggio! :)
     
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    Elizabeth Swann 🙈 tendo a psicanalizzare tutti e a trovare il buono in ognuno (ma non in tutti o comunque non giustifico nulla, solo per capire).
    Però anche io, leggendo i libri, ho pensato che Silente non fosse corrisposto e che Grindelwald lo trattasse con freddezza o comunque lo considerasse solo perché potente mago! E io ho letto HP nel 2020, quindi erano già usciti i due film di Animali Fantastici. Solo dal secondo, di Animali fantastici, che ho percepito qualcosa di diverso (tipo che erano davvero amici, soprattutto per il patto che hanno stretto), ma comunque il terzo ha fatto tantissimo!
     
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    Rue Ryuzaki
    Premetto che non ho visto la serie cinematografica di animali fantastici, né ho letto il libro, sebbene ho intravisto qualche piccola scena grazie a una parodia e mi viene naturale accostare Gellert all'immagine di JohnnyDepp ( per me resta solo lui il vero protagonista). Parlando della tua storia, credo che per quel poco che ho capito dell'originale, sia ben concepita, specie riguardo il rapporto odio/amore tra Silente e Grindelwald: una relazione strana da concepire dall'esterno, eppure così profonda. Mi piacerebbe leggere altre tue storie su questi personaggi. P.S: la scena finale mi ha fatto ricordare il film di HP in cui Silente dice a Harry di non perdersi nel guardare quello specchio e che mi ha sempre fatto credere che parlasse per esperienza personale
     
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    Nancy Cuomo ammetto che mi piace il rapporto tra questi due personaggi, però non so se riuscirei a scrivere su di loro (anche se mi piacerebbe, perché mi stimolano tantissimo). Non sono molto ferrata sul mondo di Harry Potter (anche perché non ne vado matta), quindi sarebbe proprio tutto non canonico! 🤣
    Per la scena finale, ho preso spunto proprio proprio da lì! Anche io ho sempre pensato che fosse una frase detta per esperienza.
     
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