Il Gatto con gli Stivali - L'ultimo desiderio

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    Penna d'argento

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    Vorrei analizzare per voi questo bellissimo film, che è un ottimo esempio di buona scrittura!

    Sì, ci saranno spoiler, ma ormai dovreste aver visto questo film, e, in caso negativo, rimediate e poi tornate qua!

    Partiamo dal protagonista, il Gatto con gli Stivali: segue una vita sconsiderata, facilmente associata all’enneatipo 7, e “divora” continuamente le più spettacolari esperienze. Nel farlo, muore ben otto volte. Questo suo modo di vivere si collega al voler essere una leggenda immortale, concetto ben chiarito dalla canzone che ama cantare, “La leggenda non muore mai”. Il suo quindi è un continuo fuggire dalla consapevolezza che morirà. Al tempo stesso non vuole stringere legami profondi (come sposarsi con la gatta ladra Kitty Zampe di Velluto) per paura di essere “bloccato”. Forse per alleggerire questo tema, viene usata la frase

    “Il Gatto con gli Stivali è un solitario. La leggenda era così grande che non c’era posto per nessun altro.”

    Questo suo atteggiamento suscita le ire della Morte in persona, che si presenta come un lupo antropomorfo: non è solo adirata perché il Gatto “ride in faccia alla morte”, ma perché, sprecando le varie vite, ha mancato di rispetto a chi ne ha solo una.

    “Io ero lì, a testimoniarle tutte quante, a ogni tua FRIVOLA fine!”

    “Lo sai, non amo molto i gatti, io trovo che quest’idea delle nove vite sia assurda, e tu non ne hai APPREZZATA neanche una!”

    Si vede quindi il punto di vista dell’antagonista principale del Gatto: la sua non è solo una ripicca personale, è un volerlo punire per il suo comportamento.

    Questo mette in moto gli eventi: il Gatto, dopo essere fuggito abbandonando la sua identità per ritirarsi a vivere la vita di un gatto normale (in una scena che risulta inquietante, perché il Gatto rischia il deterioramento cognitivo in una sorta di ospizio per gatti, dove i felini passano il tempo a mangiare e dormire, privi di stimoli e senza provare particolari piaceri di sorta – tutto l’opposto delle vite precedenti del nostro protagonista) parte alla ricerca della Stella dei Desideri, con cui vuole riavere indietro le otto vite.

    Nella ricerca sarà ostacolato da alcuni criminali: Big Jack Horner e Riccioli d'Oro.

    Nel finale, grazie alle esperienze, supera la paura della Morte, l’affronta e, pur sapendo di non poter vincere, riesce ad atterrarla, per poi dichiarare che non smetterà mai di lottare per quell’unica vita che ha imparato ad amare veramente.

    Ci mancava giusto la frase "cosa diciamo al Dio della Morte? Non oggi!"


    Da notare che la scelta è… davvero una scelta! La Morte blocca il Gatto tra le fiamme per obbligarlo a decidersi, ma è lui a scegliere tra il raccogliere la sua spada (che il Mietitore gli ha lanciato) o esprimere il desiderio (e quindi sfuggire alla paura senza affrontarla).
    La Morte, riconoscendo la sua maturazione, decide di ritirarsi, dopo aver messo in chiaro che s’incontreranno ancora.

    Possiamo quindi riassumere così l’evoluzione del Gatto con gli Stivali:
    -Fatal flaw: non accettare l’idea di morire;
    -Che si esprime: sprecando ciò che aveva (le otto vite, l’amore di Kitty…) e vivendo in modo sconsiderato;
    -Conseguenza: suscita le ire della Morte;
    -Evoluzione: il Gatto capisce l’importanza di quell’unica vita;
    -Conclusione interna: il Gatto instaura dei legami profondi (con Kitty e Perrito) e smette di vivere in quel modo;
    -Conclusione esterna: la Morte si ritira con rispetto.

    Passiamo agli altri due antagonisti: Riccioli d’Oro e Big Jack Horner.

    Jack Horner è caricaturale al punto da risultare divertente: pur avendo sempre avuto genitori accorti e affettuosi, un impero economico in eredità, sicurezza e tanto altro, veniva messo in secondo piano dalle creature magiche, per cui ha sviluppato una vera ossessione per la magia. Il suo disprezzo per le vite umane lo porta a far morire inutilmente i suoi uomini, e il Grillo Parlante, che stava cercando di redimerlo, nel finale gli si rivolta contro, facendogli perdere l’occasione di realizzare il suo desiderio. Tal desiderio era “avere per sé tutta la magia del mondo, senza lasciarne a nessun altro”.

    Quindi, Jack Horner:
    -Fatal flaw: ossessione per la magia (narcisismo);
    -Che si esprime: cercando di rubarla tutta;
    -Conseguenza: massacro/abbandono di sottoposti e alleati;
    -Evoluzione: non impara nulla e viene abbandonato;
    -Conclusione: anziché cercare di salvarsi, tenta di realizzare il desiderio, ma il Grillo Parlante ruba un pezzo della mappa, fermandolo; Jack viene inghiottito dalla Stella dei Desideri, che lo uccide.

    Nota: come in un arco di salita, anche nell’arco di discesa servono delle alternative.

    Jack aveva le seguenti:
    godersi il suo impero finanziario;
    -raccogliere solo una parte della magia;
    -trattare con rispetto i suoi uomini, che altrimenti sarebbero stati ancora vivi per assisterlo;
    -pensare a scappare anziché cercare di ricostruire la mappa fatta a pezzi.


    Riccioli d’Oro fa parte di una famiglia criminale assieme ai Tre Orsi: Papà, Mamma e Baby. Benché questi siano molto affettuosi con lei e la considerino una di loro, lei si sente un’estranea e il suo desiderio è avere una “famiglia perfetta”, ossia umana. Un po’ per riflessione, un po’ per via delle esperienze del viaggio, al momento della scelta (salvare Baby o esprimere il desiderio) abbandona la mappa e salva il “fratello”.
    Nel corso della storia ha mostrato un forte perfezionismo (“Troppo morbido! Troppo duro!”) in riferimento al racconto originale.

    Quindi, Riccioli d’Oro:
    -Fatal flaw: incapacità di capire che ha già la famiglia perfetta (è deviata da un perfezionismo che la inganna);
    -Che si esprime: cercando di realizzare il desiderio e sostituire la sua famiglia adottiva;
    -Conseguenza: ferisce i sentimenti degli orsi, che sono comunque pronti ad aiutarla, e Baby rischia la morte;
    -Evoluzione: rinuncia al desiderio e salva il fratello adottivo Baby;
    -Conclusione: capisce di avere già la famiglia perfetta.

    Questi sono gli archi narrativi e le evoluzioni principali: come potete vedere, in tutti i casi riguardano l’accettazione o il rifiuto di ciò che i personaggi avevano già, e che era ciò che davvero desideravano, perché prima avevano inseguito un autoinganno.

    Nello specifico:
    • Gatto: rifiuto dei legami profondi con conseguente accettazione;
    • Riccioli d’Oro: rifiuto della famiglia adottiva con conseguente accettazione;
    • Jack Horner: rifiuto di accontentarsi di tutta la ricchezza che già ha.

    Possiamo quindi affermare che il macrotema conclusivo della storia sia accettare e apprezzare ciò che si ha nella propria vita, e ciò è espresso dalla seguente frase simbolo: ciò che desideri è sempre stato con te.

    Ciò risulta evidente con Perrito, che fa sia da spalla comica che da Mentore: lui non ha bisogno di nulla, perché ha già appreso la lezione.

    In conclusione, un film da vedere!
     
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    da qualche parte al fianco di Will Turner ❤

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    Ehm... non ho visto il film! :D Però ne ho sentito parlare bene, quindi forse a questo non ho visto si può aggiungere un "ancora" (sottintendendo che prima o poi vedrò)...
     
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    CITAZIONE (Elizabeth Swann @ 29/2/2024, 21:47) 
    Ehm... non ho visto il film! :D Però ne ho sentito parlare bene, quindi forse a questo non ho visto si può aggiungere un "ancora" (sottintendendo che prima o poi vedrò)...

    Te lo consiglio sinceramente. è davvero bello.
     
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2 replies since 28/2/2024, 17:52   18 views
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