Ti vedo

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    Re(gina) dei Pirati

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    Salve, ciurma! Oggi pubblico la fanfiction con cui ho partecipato alla sfida di scrittura indetta qui su ESTEL durante il periodo pasquale. Dovrebbe essere una storia comprensibile per tutti, anche per i non fan della saga di “Pirati dei Caraibi”, ma raccomando comunque la lettura della sinossi.

    Vorrei ringraziare la mia “collega di pirateria” Fanny ( ;) ) per aver accettato di essere la lettrice-beta di questo racconto: i suoi consigli sono stati molto preziosi <3 Il contenuto è rimasto tale e quale a prima, ma spero che la forma sia migliorata ed esprima in maniera più verosimile le emozioni di un marinaio del Settecento ormai vecchio e stanco, logorato dal rimpianto e dai rimorsi. Buona lettura :)




    Ti vedo


    OPERA DI RIFERIMENTO: “Pirati dei Caraibi”
    CATEGORIA: bollino verde (per tutti)
    GENERE: Drammatico con elementi fantasy
    NOTE AGGIUNTIVE: Canon-Fic
    DICHIARAZIONE DI NON RESPONSABILITÀ: “Pirati dei Caraibi” e i suoi personaggi non sono di mia proprietà, ma appartengono alla Walt Disney Company. Questa fanfiction non è stata realizzata a scopo di profitto, ma solo per il piacere di scriverla e di condividerla gratuitamente.


    Sinossi

    Un padre pieno di rimpianti si rivolge al figlio, credendolo perduto per sempre poco dopo averlo ritrovato nella situazione più improbabile, ovvero durante una notte di tempesta sull’Olandese Volante, la nave che dovrebbe trasportare i morti nell’aldilà. Perché anche in un mondo dove esistono i mostri marini, le maledizioni e le navi stregate la forza più potente è quella dei legami umani…


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    All’Olandese occorre un cuore che batta, o non avrà un Capitano.

    Così ha detto ieri notte il vecchio Wyvern, prima che ti aiutassi a fuggire dalla nave. Una nave maledetta, un covo di disgraziati che il dolore e l’infelicità ha trasformato da tempo in mostri deformi, metà uomini e metà creature marine. Sono uno dei pochi ad aver conservato un aspetto più umano, ma ho comunque la faccia coperta di molluschi. Una stella marina, premuta sulla mia guancia, si allunga verso l’occhio come per bloccarmi la visuale. E adesso la mia vista è annebbiata dalle lacrime che non riesco a ricacciare indietro.

    L’Olandese Volante avrà pure un cuore che batte, ma tu non ce l’hai più, perché la tua fuga non è stata perdonata e il Capitano ti ha fatto uccidere senza pietà. Eppure non eri al suo servizio: contrariamente a me, nessun giuramento ti legava alla sua dannata nave. È il modo in cui gli hai tenuto testa, il fegato con cui hai osato sfidarlo e poi ingannarlo che ha risvegliato in lui la rabbia omicida del Diavolo dei mari. Ora il tuo corpo giace sul fondo dell’oceano, senza vita, forse insieme a qualche miserabile resto dell’imbarcazione su cui ti eri rifugiato.

    Perché, mi domando, la tua rotta ti ha condotto fino a me? Un fuorilegge, un pessimo padre, il relitto di un uomo… Sarebbe stato meglio dimenticarmi per sempre! Cosa ti ha fatto voltare le spalle alla sicurezza della terraferma per mescolarti a dei pirati? È stato a causa di quella tua fidanzata, di cui mi hai parlato sottovoce e con gli occhi che brillavano? O hai sentito il richiamo seducente del mare, com’è accaduto a me in passato?

    Qualunque sia il motivo, sei morto e non riesco a perdonarmi per questo. Non è giusto che la tua giovane vita sia stata stroncata, mentre la mia carcassa malconcia continua a trascinarsi di qua e di là. Sono prigioniero, chiuso in una cella per mano dei miei stessi compagni, ma posso respirare. Sono schiavo del mio Capitano e della maledizione che m’incatena alla sua volontà, ma posso ancora muovermi. Sono al buio perché la lanterna si è spenta, ma posso almeno scorgere l’ombra delle sbarre. A te non è rimasto più niente.

    Credevo di averti detto addio da più di quindici anni, quando ti ho lasciato da solo con tua madre per darmi alla pirateria. All’epoca mi sono sentito colpevole, ma il desiderio di libertà era troppo grande… e sapere che tu eri vivo, protetto e guidato da una donna intelligente, che avrebbe fatto di te un individuo onesto, mi ha dato sollievo. È facile smettere di essere un padre se c’è una madre che si sobbarca il peso di ogni responsabilità. Ma ecco che tutti i sensi di colpa ritornano, moltiplicati per dieci, per cento, per mille. Ti ho di nuovo lasciato solo, stavolta per cercare di esserti utile a qualcosa, e sei finito nella peggiore delle compagnie: quella di una bestia assetata del tuo sangue.

    E così non ti ho salutato come avrei voluto, non ti ho chiesto perdono per le mie mancanze, non ti ho detto chiaro e tondo che sei un brav’uomo, forte e leale, migliore di quanto io sia stato o sarò mai. Allora piango per te, aggrappato al muro di questa cella, e nei miei ricordi il tuo volto è sfocato, come se le lacrime inondassero i recessi della mia memoria.

    ***


    Quella notte di tempesta, nel trovarmi faccia a faccia con te dopo tanti anni, ho avuto la sensazione di tornare indietro nel tempo e finire davanti a uno specchio: mi sono rivisto nei tuoi capelli in disordine, nelle tue sopracciglia scure, nella tua impazienza giovanile. Ho capito chi fossi e sono rimasto sconvolto, paralizzato… ma avrei voluto osservarti meglio, più a lungo, alla luce del sole.

    Avrei voluto conoscerti. Ora lo so.

    Ti ho abbandonato quand’eri piccolo, con soltanto una vaga idea di ciò che saresti diventato un giorno. Non pensavo che crescere ti avrebbe reso così simile a me nell’aspetto. Porti il mio nome e hai il mio stesso sangue, ma ti ho sempre considerato figlio di tua madre prima che mio, quasi temessi di affezionarmi troppo a te. E per un attimo, nel bagliore del lampo che ti ha illuminato il volto, ho visto lei guardarmi attraverso i tuoi occhi.

    Credevo che non avrei più dimenticato quell’immagine. Mi sbagliavo di grosso.

    Ho perso me stesso in un mare di angoscia, collera e rimpianto. Ho perso la poca umanità che avevo. I miei ricordi sono scivolati via, uno dopo l’altro, come le lacrime che ho versato per te senza riuscire a trattenerle. Pian piano sono sprofondato nell’oblio e la maledizione dell’Olandese ha preso il sopravvento. Mi sono trasformato in un guscio vuoto, inutile – uno stolto incapace di pensare con la propria testa.

    Un’unica cosa mi era chiara: servivo una sola nave e un solo Capitano. Avrei fatto parte della ciurma fino al mio ultimo respiro. Così ho lottato per difendere L’Olandese, il posto a cui sentivo di appartenere, per liberarla da ogni invasore estraneo. Non mi sono accorto che uno di quegli estranei aveva il volto di mio figlio.

    Scagliandomi su di te, col rischio di ammazzarti, ho commesso il peggiore dei miei peccati. Ah, se mi fossi reso conto prima che non eri morto, se avessi mantenuto un po’ di speranza senza affogare nella disperazione…! D’altro canto, chi potrebbe mai sfuggire alla furia del Capitano dell’Olandese Volante? Ti ho dato per spacciato perché non osavo più credere in una giustizia divina… invece eri vivo e vegeto. E volevi salvare il tuo indegno padre.

    Ti sei battuto con audacia, fino a ricevere un colpo fatale dal mostro che aveva già tentato di ucciderti una volta. È stato allora che la nebbia si è diradata: sapevo istintivamente che qualcosa non andava, sentivo che a mio figlio – perché avevo un figlio, disposto a mettersi in pericolo per me – serviva aiuto immediato.

    In preda alla rabbia più cieca, mi sono rivoltato contro il mio Capitano, colpevole di essersi macchiato del tuo sangue proprio mentre io non ti riconoscevo. La mia mente, non più alla deriva, si è ricordata di te quand’era troppo tardi: avevi già una spada conficcata nel petto. Non potevo proteggerti dal dolore, né impedirti di morire – questa volta davanti a me, sotto il mio stesso naso. Potevo soltanto provare a vendicarti.

    Il Capitano ha combattuto con ferocia, respingendo i miei attacchi. Non sono stato io a finirlo, ma tu. Anche agonizzante, sei riuscito a farcela col sostegno dei tuoi amici. Quell’azione ha determinato l’esito della battaglia e le sorti dei pirati. E poiché all’Olandese occorre un cuore che batta, è il tuo a dover rimpiazzare quello del Capitano morto. Non c’è scelta, o morirai a tua volta. Devi prendere il posto di chi ti ha ferito con quella spada, altrimenti il tuo respiro si fermerà.

    Ti ho visto bambino, ma è passato tanto tempo e i ricordi sono velati. Ti ho visto adulto, ma era buio e avevo una stella marina sul lato dell’occhio. Ti ho visto durante la battaglia, ma è come se non l’avessi fatto perché ti ho assalito. E ora…

    Cavalloni schiumanti si abbattono sulla nave, che precipita negli abissi. Tutti noi della ciurma veniamo sballottati lungo il ponte, alcuni rotolano a faccia in giù fino alle gradinate. Dove sei? Non riesco nemmeno a scorgerti…

    D’un tratto il mare si calma e noi possiamo tirarci su, anche se con difficoltà. Siamo abituati a rimanere sott’acqua, L’Olandese non è certo uguale ad altre navi. Quando risale in superficie, sollevando un’onda violenta che culmina in una serie di spruzzi, ci teniamo stretti al parapetto. Presto il legno sotto di noi diventa più stabile, mentre lo scafo smette di oscillare paurosamente.

    Cominciamo a camminare, lenti e un po’ inebetiti. Ed ecco che, passo dopo passo, perdiamo parte della nostra mostruosità. Spine e scaglie di pesce, molluschi, coralli, alghe… Tutto ciò che non è umano ci abbandona, ogni traccia di deformità scompare. Mi cade in mano la stella marina che era schiacciata sulla mia faccia.

    Stordito dall’enormità di un simile miracolo e dal flusso di energia che mi scorre nelle vene, oso alzare lo sguardo verso la poppa dell’Olandese… e là ci sei tu.

    Ti vedo voltarti in direzione del timone, in procinto di assumere il comando. Hai la bandana da Capitano sulla fronte.

    Ti vedo ordinarci: «Pronti ai cannoni!» I tuoi occhi mostrano che sei deciso, risoluto, padrone di te stesso.

    Ti vedo e sento la tua forza rigeneratrice, come se il tuo cuore giovane e sano avesse ridato vitalità a me e all’intera ciurma. Hai coraggio, fermezza e vigore a sufficienza per guidare il veliero più temuto al mondo.

    Ti vedo, finalmente. E rinasco in te.


    ~ fine ~




    Una chicca dedicata agli amanti della saga:

    Stando al calendario creato per Henry Turner in occasione del quinto film di “Pirati dei Caraibi”, Will salpa per la prima volta con L’Olandese Volante il 16 agosto 1739. Ora, escludendo il fatto che secondo me la battaglia finale contro Beckett è avvenuta il giorno prima della partenza di Will (per ulteriori dettagli leggete la mia fanfiction a capitoli “Tra me e la beatitudine” :D ), ammetto di aver voluto pubblicare oggi perché il 16 agosto, per me, è diventato una data simbolica legata proprio all’universo dei Pirati ;)

    Edited by Elizabeth Swann - 26/12/2023, 12:54
     
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    Ho riletto con molto piacere questa storia e, come ti dissi già qualche mese fa, ti ringrazio di aver approfondito un personaggio tanto controverso, indecifrabile e dolente come Bill Turner, su cui in pochi si soffermano, pur giocando un ruolo non così marginale nella storia.

    Ho trovato ottime le modifiche da te apportate, hai alleggerito un po' il lessico rendendo più scorrevole e credibile la lettura introspettiva del personaggio.

    Per il resto, mi sono emozionata a rivedere le varie scene che hanno visto coinvolti i due Turner, così come il graduale senso di liberazione e forse perdono provato da Sputafuoco quando alla fine si rende conto che suo figlio è la sua copia migliore e lo ha salvato non solo letteralmente ma anche spiritualmente.

    Ps. Il fatto del calendario di Henry, che ci ha permesso finalmente di capire in che data si collocano gli eventi della saga, è forse una delle poche cose buone del quinto capitolo :P
     
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    Elizabeth Swann Ciao! :)
    Mi sono soffermata a rileggere questa tua fan-fiction. :)
    Secondo me, è una delle più belle che hai scritto fino ad ora e credo sia una delle mie preferite: è molto coinvolgente e ti trasporta dentro al personaggio di Bill Turner, a mio sincero parere, forse un po' lasciato da parte... Credo che in lui, in realtà siano nascoste molte emozioni e controversie che pochi, guardando i film, sono riusciti a percepire a sentire, insomma a entrare in empatia con Sputafuoco.
    In questa tua fan-fiction sei riuscita bene, ancora una volta, a far trasparire molto di questo personaggio, forse quasi tutto quello che i film non sono riusciti a raccontare, a spiegare al pubblico. Ci sta! Mi è piaciuta davvero molto, poiché è profonda e scritta bene! Sono riuscita a immedesimarmi in lui e a comprendere chi è e a capire le sue scelte di vita! Diciamo che è una dei personaggi che mi ha fatto provare tanta pena repressa.
     
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    CITAZIONE (Fanny Solomon @ 19/8/2023, 11:47) 
    Ho riletto con molto piacere questa storia e, come ti dissi già qualche mese fa, ti ringrazio di aver approfondito un personaggio tanto controverso, indecifrabile e dolente come Bill Turner, su cui in pochi si soffermano, pur giocando un ruolo non così marginale nella storia.

    Grazie, cara Fanny Solomon ! Credo che Bill sia interessante proprio perché introverso, anche se forse ciò lo rende meno "appariscente" di tanti altri personaggi.

    CITAZIONE (Fanny Solomon @ 19/8/2023, 11:47) 
    Ho trovato ottime le modifiche da te apportate, hai alleggerito un po' il lessico rendendo più scorrevole e credibile la lettura introspettiva del personaggio.

    Speravo proprio che fosse così <3 Voglio sempre dare un'impressione di naturalezza con le mie fanfiction, per cui ho cercato di fare tesoro dei consigli che tu mi avevi dato in questo caso specifico :)

    CITAZIONE (Fanny Solomon @ 19/8/2023, 11:47) 
    Per il resto, mi sono emozionata a rivedere le varie scene che hanno visto coinvolti i due Turner, così come il graduale senso di liberazione e forse perdono provato da Sputafuoco quando alla fine si rende conto che suo figlio è la sua copia migliore e lo ha salvato non solo letteralmente ma anche spiritualmente.

    Felice che la (ri)lettura ti abbia suscitato delle emozioni così belle ^_^ Mi auguro di scrivere altre storie incentrate sul rapporto fra i due William Turner!

    CITAZIONE (Fanny Solomon @ 19/8/2023, 11:47) 
    Ps. Il fatto del calendario di Henry, che ci ha permesso finalmente di capire in che data si collocano gli eventi della saga, è forse una delle poche cose buone del quinto capitolo :P

    Non posso che concordare con te! E mi dispiace, perché potevamo avere di meglio! Ma forse, vista la china che sta prendendo la Disney negli ultimi anni, non dobbiamo stupirci dei risultati... :|



    CITAZIONE (-Laura- @ 21/8/2023, 16:10) 
    Ciao! :)
    Mi sono soffermata a rileggere questa tua fan-fiction. :)

    -Laura- grazie per essere passata! Non è da tutti rileggere una storia che si conosce già; sono lieta che anche tu, come Fanny, abbia voluto dedicarmi una piccola parte del tuo tempo.

    CITAZIONE (-Laura- @ 21/8/2023, 16:10) 
    Secondo me, è una delle più belle che hai scritto fino ad ora e credo sia una delle mie preferite: è molto coinvolgente e ti trasporta dentro al personaggio di Bill Turner, a mio sincero parere, forse un po' lasciato da parte... Credo che in lui, in realtà siano nascoste molte emozioni e controversie che pochi, guardando i film, sono riusciti a percepire a sentire, insomma a entrare in empatia con Sputafuoco.
    In questa tua fan-fiction sei riuscita bene, ancora una volta, a far trasparire molto di questo personaggio, forse quasi tutto quello che i film non sono riusciti a raccontare, a spiegare al pubblico. Ci sta! Mi è piaciuta davvero molto, poiché è profonda e scritta bene! Sono riuscita a immedesimarmi in lui e a comprendere chi è e a capire le sue scelte di vita! Diciamo che è una dei personaggi che mi ha fatto provare tanta pena repressa.

    Bill è un uomo che ha sofferto e, al di là dei suoi errori di padre, ha dimostrato di conoscere la lealtà e la gratitudine. Non mi meraviglia che ti abbia ispirato compassione, anch'io l'ho provata. La cosa bella è che possiamo sperare in una completa riconciliazione col figlio, che con le sue azioni potrebbe aver permesso a Bill di riscattarsi definitivamente e perdonare sé stesso <3
     
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3 replies since 16/8/2023, 19:26   63 views
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