Lettere a Will

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Re(gina) dei Pirati

    Group
    Elfa della Luce
    Posts
    3,828
    Reputation
    +1,631
    Location
    da qualche parte al fianco di Will Turner ❤

    Status
    Offline
    Buonasera! Finalmente trovo il momento giusto per pubblicare una storia scritta mesi fa, nata come seguito della “fanfiction di anniversario” sui miei amati Pirati, “Il cigno selvatico” (qui il link).

    Da tempo penso che i dieci anni trascorsi fra la “fine” del terzo film e la scena successiva ai titoli di coda possano trasformarsi in una miniera d’idee per scrivere fanfic :D Dopotutto, si tratta di un periodo considerevolmente lungo, in cui Elizabeth può aver fatto qualunque cosa (a parte tradire suo marito, s’intende! X) )
    All’inizio, ovviamente, c’è stata la gravidanza a tenere occupata la nostra piratessa... ma, poiché lei non può aver scoperto subito di aspettare un bambino, ho scritto “Il cigno selvatico” lasciandola nell’ignoranza della bella novità :lol: Nella storia che leggerete qui di seguito, invece, Elizabeth sa già di essere incinta e deve decidere dove trascorrere la sua dolce attesa. Il resto è spiegato nella sinossi, a cui vi consiglio di dare uno sguardo prima di passare alla lettura effettiva della storia.

    Due ultime precisazioni. Questa fanfiction è un unico, lungo racconto, ma l’ho diviso in due parti per non rischiare di scoraggiare eventuali lettori con la lunghezza, quindi per ora pubblicherò soltanto la prima parte ;) Inoltre, sappiate che ho inserito un accenno all’esistenza del razzismo, dato che compare un personaggio nero
    si tratta di Anamaria, la piratessa del primo film interpretata da Zoe Saldana

    ma non mi sono soffermata sulla cosa perché ai fini della trama non ha importanza. Certo, il razzismo esisteva eccome nel XVIII secolo, però la saga di “Pirati dei Caraibi” non affronta in maniera diretta questa tematica, dunque non mi sembrava il caso di farlo in una mia fanfiction, per di più incentrata su altri temi. Quindi non preoccupatevi, Elizabeth non avrà problemi o scontri con questo personaggio, né questo personaggio ne avrà con lei
    anzi, vivranno nella stessa casa e andranno d’accordo :)

    Bene, credo di avervi dato tutte le informazioni necessarie! Vi lascio alla sinossi e poi alla storia :*:


    Lettere a Will

    R4uspXm


    OPERA DI RIFERIMENTO: “Pirati dei Caraibi”
    CATEGORIA: bollino verde (per tutti)
    GENERE: Sentimentale con elementi fantasy
    NOTE AGGIUNTIVE: Canon-Fic
    DICHIARAZIONE DI NON RESPONSABILITÀ: “Pirati dei Caraibi” e i suoi personaggi non sono di mia proprietà, ma appartengono alla Walt Disney Company. Questa fanfiction non è stata realizzata a scopo di profitto, ma solo per il piacere di scriverla e di condividerla gratuitamente.


    Sinossi

    Reduce da una disavventura con alcuni pirati spagnoli che hanno attaccato L’Imperatrice, tratta in salvo in extremis dall’Olandese Volante inviata da Calipso in suo soccorso, Elizabeth ha l’occasione di accertarsi che è incinta e di dare la bella notizia a suo marito.

    Ma cosa la aspetta subito dopo? Riuscirà a trovare una sistemazione abbastanza tranquilla per trascorrere il periodo della gravidanza? E come potrà mantenersi in contatto con Will?




    Legandosi una fascia di seta intorno alla vita, Elizabeth lanciò un’ultima occhiata allo specchio che rifletteva parte della sua figura. Udiva già i primi rumori della festa provenire dal ponte dell’Imperatrice: i suoi uomini dovevano essere molto impazienti di cominciare a ballare, a cantare e a bere in allegria.

    Erano trascorsi alcuni giorni da quando i pirati di Singapore, grazie all’aiuto provvidenziale dell’Olandese Volante, avevano respinto l’assalto di una nave spagnola. La navigazione era stata tranquilla, senza incidenti, perciò alcuni membri dell’equipaggio avevano deciso di festeggiare la vittoria ottenuta e il miracoloso salvataggio del loro Capitano.

    Elizabeth aveva accolto la proposta con sentimenti contrastanti. Da un lato l’idea di una festa non le dispiaceva, poiché avrebbe contribuito a mantenere alto il morale della sua ciurma; dall’altro il commiato da Will l’aveva resa malinconica e scoraggiata. Il loro primo decennio di separazione era appena cominciato, eppure lei non lo sopportava già più. Come sarebbe andata avanti negli anni a venire?

    Con un sospiro, Elizabeth posò una mano sul suo ventre. Dall’esterno nulla era visibile – non ancora. Ciononostante, Calipso aveva confermato i suoi sospetti, dicendole che portava in grembo il figlio di Will. Era stata una fortuna, le aveva permesso di dargli l’annuncio di persona… ma la felicità di quel momento era svanita.

    Non che Elizabeth non si sentisse emozionata all’idea di essere in dolce attesa. All’inizio c’erano stati i dubbi, le domande e le incertezze, com’era normale che fosse; tuttavia, scoprire che lei e Will sarebbero diventati genitori poteva solo rivelarsi fonte di immensa gioia. Sebbene non avesse programmato la gravidanza – poiché troppo sopraffatta dall’enormità degli eventi accaduti dopo il matrimonio – e avvertisse appena un vago sentore della presenza del bambino, Elizabeth era certa di amarlo già. Il suo corpo si stava preparando ad accoglierlo e così anche la sua mente. Il problema era che le mancava Will da impazzire.

    Provò a distogliere i suoi pensieri dal marito e rifletté per l’ennesima volta sull’eventualità di dire all’equipaggio del suo stato. I suoi uomini sapevano che lei era la moglie dell’immortale traghettatore delle anime, ma nessuno era al corrente della sua condizione attuale. Prima o poi avrebbero dovuto esserne informati, se non altro perché Elizabeth cercava una sistemazione temporanea a terra. Malgrado Calipso le avesse assicurato che il mare era il luogo ideale per trascorrere la gravidanza, non intendeva mettere in pericolo il bambino. Aveva già rischiato grosso durante l’attacco da cui era stata tratta in salvo dall’arrivo dell’Olandese.

    C’era poi il suo rifiuto di abbracciare in tutto e per tutto lo stile di vita dissoluto dei pirati – un rifiuto che la consapevolezza di essere incinta rafforzava molto. Lei desiderava che suo figlio o sua figlia conoscesse il significato della libertà, per mare e per terra, e al tempo stesso che avesse una casa, un saldo approdo a cui ritornare. Si aspettava che amasse le leggende e i tesori, ma non le depredazioni e i bagni di sangue. Per questo motivo voleva un posto tranquillo dove soggiornare, senza troncare in via definitiva i suoi legami con l’oceano.

    Alla fine capì che non avrebbe rimandato oltre il grande annuncio. Forse la maggioranza dell’equipaggio sarebbe rimasta scettica finché la sua gravidanza non fosse diventata evidente; l’importante, però, era non venir considerata fragile o incapace di badare a sé stessa. In fondo, i pirati dell’Imperatrice avevano imparato a proprie spese quanto lei potesse essere risoluta…

    ***


    La festa fu gradevole.

    Elizabeth non bevve alcol, ma mangiò con gusto e si unì al canto della ciurma. Si assicurò di fare la sua rivelazione in un momento in cui erano tutti abbastanza lucidi da capire quello che diceva, enfatizzando le sue parole con una serie di carezze sull’addome. Alcuni uomini assunsero sguardi sospettosi, eppure non osarono esprimere le loro perplessità ad alta voce. Altri levarono i boccali per brindare alla salute del nascituro. Altri ancora confessarono i propri dubbi sulla capacità del traghettatore dei defunti di generare una vita.

    «Non è come se fosse morto?» fu l’obiezione più frequente. Elizabeth spiegò con fermezza – e non senza una certa dose di fastidio – che suo marito era uguale a qualsiasi uomo nel fiore della gioventù, con la differenza che non poteva invecchiare né morire. Inoltre, precisò, era al corrente della gravidanza e voleva che madre e bambino fossero al sicuro. Si sarebbe arrabbiato molto se così non fosse stato.

    «La nostra progenie è sotto la protezione di Calipso» proseguì Elizabeth. «La dea dei mari ha benedetto la nostra unione. Non dimenticatelo!»

    E nessuno lo dimenticò. Nei giorni successivi Tai Huang s’incaricò di discutere con Elizabeth la questione dello stanziamento a terra, dimostrandosi intenzionato a garantirle una buona sistemazione. Si consultarono per scegliere, fra alcune piccole isole, quella che per lei poteva costituire la meta ideale; dopo una sosta a Tortuga che permise loro di acquisire varie informazioni fondamentali, optarono per Athol Island. Lì una vecchia conoscenza di Elizabeth, Anamaria, aveva una casa, sebbene negli ultimi anni si fosse fermata in tanti altri posti, a cominciare da Tortuga. Anamaria aveva un’imbarcazione tutta sua, un equipaggio – ridotto ma efficiente, stando alle sue parole – e poca voglia di condurre un’esistenza sedentaria. Lei ed Elizabeth riuscirono ad accordarsi per abitare insieme, almeno fino al primo mese di vita del bambino.

    A Tortuga c’era anche il signor Gibbs, non ancora convinto di voler tornare da Jack. Riferì a Elizabeth e al suo primo ufficiale che la Compagnia delle Indie si stava riorganizzando, in seguito al trambusto causato dalla morte di Beckett, e che i pirati avrebbero dovuto ricominciare a guardarsi le spalle. Questo motivò ulteriormente Tai Huang a tornare nella zona di Singapore, dove lui e gli altri membri dell’equipaggio si sarebbero sentiti più protetti.

    Elizabeth era d’accordo, purché la ciurma mantenesse i contatti con lei e L’Imperatrice facesse rotta verso i Caraibi in caso di necessità. Disse addio ai suoi uomini sulle coste di Athol Island, con la promessa che, un giorno non tanto lontano, si sarebbero rivisti.

    ***


    Anamaria era a casa di rado. L’abitazione che occupava, appartenuta a suo padre, era abbastanza grande per due persone: aveva due camere da letto, la cucina e un minuscolo ripostiglio. Si ergeva solitaria a nord-ovest dell’isola, ai piedi di un basso promontorio verdeggiante. Era distanziata dal centro, che invece, insieme con il porto, costituiva il cuore pulsante di Athol Island.

    A Elizabeth spettava il compito di tenere le stanze pulite e in ordine, affinché la casa risultasse un luogo confortevole, sia agli occhi della proprietaria che ai suoi di futura madre. Forse era strano, per lei che era figlia di un rispettabile aristocratico inglese, occuparsi delle faccende domestiche per conto di una donna non bianca, priva di qualsiasi titolo nobiliare e colpevole di chissà quanti reati contro la Corona; del resto, fra i pirati certe differenze perdevano di significato. Essendo stata lei stessa dalla loro parte, contro la cosiddetta giustizia, Elizabeth non pretendeva certo di fare la morale a qualcuno. Inoltre, sull’isola vigeva uno stile di vita alquanto semplice e spartano.

    La maggior parte degli abitanti si guadagnava da vivere con la pesca o con la vendita di materie prime al mercato, benché alcuni, negli anni, fossero ricorsi più volte alla pirateria e al contrabbando. Negli ultimi dodici mesi, quasi tutti i pirati avevano progressivamente abbandonato la zona, troppo occupati a sfuggire alla rappresaglia di Beckett e desiderosi di trovare rifugio il più lontano possibile da Port Royal. Così Athol Island si era ridotta a una comunità sparuta e dimenticata di gente umile che tirava avanti con poco.

    Per Elizabeth non fu facile adattarsi a un’esistenza modesta, priva di lussi come di avventure: nelle settimane iniziali le toccò prendere confidenza con i “lavori di casa”, soprattutto in cucina, e le capitò spesso di bruciare il cibo. Scoprì di odiare il lavaggio delle stoviglie, sudò sotto il sole per stendere il bucato, sfregò pavimenti e mobili finché non le venne il mal di schiena.

    Se non altro, la sua situazione economica non era cattiva: le restava una discreta quantità del tesoro recuperato con Tai Huang, e già prima di trasferirsi aveva venduto gli abiti più costosi contenuti nel suo baule. Qualche altro soldo, utile per le piccole spese quotidiane, le veniva in tasca dalla vendita di fazzoletti orlati. Poche persone a Port Royal avrebbero gradito un ricamo scarsamente elaborato come il suo, ma le donne di Athol Island avevano imparato ad accontentarsi.

    Una parte dei suoi profitti venne spesa per riorganizzare il suo guardaroba. Elizabeth acquistò soprattutto gonne e camicie, insieme con qualche abito semplice e privo di fronzoli, senza però rinunciare agli indumenti maschili che possedeva. Nel frattempo, decise di prendere contatti con la più rinomata levatrice dell’isola, affinché controllasse l’andamento della gravidanza: voleva essere sicura che non ci fossero delle anomalie e sperava di prepararsi al parto nel miglior modo possibile.

    Con suo enorme sollievo, la levatrice si rivelò una donna affidabile e scrupolosa nel proprio mestiere. Si chiamava Letty e riceveva le pazienti in una stanza che odorava di cera d’api e olio di cocco, munita di due enormi finestre affacciate sulla baia meridionale di Athol Island, da cui si poteva ammirare il porto. Alla vista di un ambiente così allegro, del pavimento tanto immacolato da potercisi specchiare, degli occhi grandi e limpidi di Letty, Elizabeth si sentì subito incoraggiata: se le premesse erano quelle, pensò, non le sarebbe affatto dispiaciuto tornare per altre visite.

    A dispetto dei suoi timori, inoltre, la levatrice non le fece alcuna domanda imbarazzante. Non chiese come si chiamasse suo marito o dove si trovasse, né ebbe da ridire sull’assenza di una fede nuziale al suo anulare. Non volle nemmeno sapere chi o cosa l’avesse portata a stabilirsi su Athol Island. Invece, propose di tagliarle i capelli e le spiegò che di tanto in tanto, in cambio di un paio di monete in più, offriva questo servizio alle future mamme.

    «Maternità e chiome non vanno molto d’accordo, me l’ha insegnato la levatrice di cui ero apprendista» sentenziò in tono sbrigativo. «A volte bisogna intervenire con le forbici.»

    Elizabeth accettò, poiché il lungo periodo trascorso in mare le aveva rovinato i capelli, rendendo le punte secche e fragili. Peraltro, impiegare meno tempo per lavarli e pettinarli sarebbe stato un vantaggio. Disse che voleva un taglio corto e pratico, del tutto inusuale per una donna; Letty non si scompose ed esaudì la sua richiesta.

    ***


    Spesso gli incubi sulla morte di Will tornavano a perseguitare notti altrimenti tranquille. Quando succedeva, Elizabeth si svegliava di soprassalto, con le palpitazioni e la fronte madida di sudore, la paura che le schiacciava il petto. In quei frangenti solo la presenza del Forziere riusciva a calmarla: lei si alzava su gambe malferme e correva ad aprire l’armadio, dov’era nascosta la cassa contenente il prezioso scrigno. Allora lo tirava fuori, per tenerlo in grembo dopo essersi seduta sul letto. Il battito del suo cuore pian piano rallentava, sincronizzandosi con quello calmo e regolare del marito.

    La chiave era nelle mani di Will, perciò il Forziere non poteva essere aperto, ma a Elizabeth non importava. Le bastava tenerlo al sicuro ed essere certa che nulla avrebbe danneggiato il tesoro custodito dentro. Nei momenti di malinconia estrema chiudeva gli occhi e parlava a bassa voce, quasi il cuore di Will riuscisse a sentirla e trasmettesse i suoi messaggi al proprietario. Non diceva granché, a parte “ti amo”, “mi manchi” e “il nostro bambino cresce”… ma ne traeva consolazione, sebbene fosse conscia che il marito non poteva udirla.

    Una notte non fu sufficiente la vicinanza del Forziere per rasserenarsi e riprendere sonno. Elizabeth si alzò, si vestì e uscì di casa per andare in spiaggia, improvvisamente desiderosa di raggiungere il mare.

    Preferì recarsi sul lato ovest dell’isola, dove di tanto in tanto aveva guardato il tramonto. Da quelle parti non passava mai nessuno e la costa era ripida, frastagliata, con chiazze d’erba selvatica disseminate nella parte superiore. Tenendo sollevato l’orlo della gonna, Elizabeth camminò a passo svelto verso la striscia di sabbia lambita dalle onde.

    Tolse le scarpe e le calze, immerse i piedi nell’acqua. Guardò le stelle che splendevano nel limpido cielo notturno, bianche e luminose, chiedendosi se quelle che Will vedeva nel regno dei morti fossero le stesse. Poi pensò a suo padre e si augurò che fosse davvero in pace, come aveva detto Tia Dalma tanti mesi prima. Peccato non aver avuto alcuna possibilità di dirgli che era riuscita a sposarsi e aspettava un bambino… anche se lui non avrebbe approvato la cerimonia officiata da Barbossa…

    Un sorriso triste si dipinse sul volto di Elizabeth. Le mancavano tutti così tanto – perfino i simpatici mascalzoni della ciurma della Perla. Chissà se Jack era riuscito a convincere Barbossa a ridargli la nave, oppure stava ancora solcando le acque insieme con Teague, alla ricerca della Fonte della Giovinezza? O magari entrambi erano intenti a sfuggire agli artigli della Compagnia delle Indie…

    Anche Tai Huang poteva aver avuto qualche problema con le autorità, ma se non altro Elizabeth sapeva che L’Imperatrice era giunta sana e salva a Singapore, grazie a una lettera che il suo primo ufficiale si era premurato di farle recapitare. Perlomeno le era concesso mantenersi in contatto con lui. Se solo fosse stato possibile dire altrettanto di suo marito!

    Aveva immaginato più volte di scrivere a Will, solo che non c’era modo di inviargli delle lettere. L’unica soluzione che le fosse venuta in mente era quella di lasciare messaggi nelle tasche dei cadaveri abbandonati sui relitti, ma non era sicura che avrebbe funzionato. Eppure la sua esigenza di ricevere notizie da lui diventava ogni giorno più forte. Voleva che fosse informato della sua situazione attuale, che si tranquillizzasse con la certezza che lei era in buona salute. E desiderava raccontargli le cose più banali della vita quotidiana, dai pasticci combinati in cucina – sempre più di rado, per fortuna! – alla sua accresciuta abilità nel ricamo. Invece…

    Passeggiò a lungo sulla sabbia, respirò l’aria salmastra a pieni polmoni. Alla fine, quando si sentì un po’ meno oppressa dal dolore della nostalgia, rientrò a casa. Non si coricò di nuovo, ma cercò carta e inchiostro. Sedette al tavolo della cucina, a lume di candela, e posò la punta della penna sul foglio.

    Caro Will, scrisse di getto. Si fermò un istante, poi lasciò correre mente e mano a briglia sciolta. Non aveva importanza se e come la lettera sarebbe stata spedita; lei diede forma ai suoi pensieri, espresse i suoi sentimenti e mise tutto nero su bianco, poiché ne aveva un assoluto bisogno. Quando ebbe finito, soffiò sull’inchiostro per asciugarlo e rilesse il testo.


    Caro Will,

    non so se leggerai mai queste parole. Da parte mia trovo che scriverti sia un conforto: mi aiuta a sentirmi vicina a te e a sopportare la lontananza. Non ho di che lamentarmi della mia condizione, avendo un tetto sopra la testa e denaro a sufficienza, ma sarebbe sciocco negare quanto mi manchi.

    Mi sono trasferita sulla terraferma da parecchie settimane, dopo aver dato la mia benedizione a Tai Huang affinché navigasse per conto suo, almeno per qualche tempo. Vivo con Anamaria – te la ricordi? – perché è stata abbastanza generosa da ospitarmi.

    La casa è graziosa, ti piacerebbe. La stanza dove dormo è grande quasi il doppio di quella che avevi alla fucina, con una finestra d’angolo che dà sul lato ovest. Ho un armadio tutto per me e un tavolino su cui appoggiare le candele. L’unica cosa di cui sono sprovvista è una specchiera.

    Anamaria è gentile con me, nonostante il suo carattere scontroso. Purtroppo non c’è quasi mai: è via molto spesso col suo piccolo equipaggio, torna ogni volta per cinque o sei giorni soltanto. Non ho idea di dove vada, poiché non me lo dice. Di conseguenza mi sono dovuta abituare a una vita solitaria e, come puoi immaginare, non ho incontrato nessuno dei nostri vecchi amici. Ho visto solo Gibbs, tempo fa, e mi ha fornito qualche ragguaglio poco rassicurante sulla Compagnia delle Indie, che è di nuovo a caccia di pirati. Spero che Jack non si sia messo nei guai e sia riuscito a rimanere in libertà…

    Stare in isolamento è snervante, ma si tratta di una decisione consapevole che ho preso io stessa e sono convinta che sia la scelta più giusta. Un giorno tornerò a solcare i mari; è questione di tempo e pazienza.

    Suppongo che tu sia ansioso di conoscere i progressi della gravidanza. È ancora presto perché il bambino faccia sentire la sua presenza, però posso vedere che sta crescendo. Ho iniziato a metter su un po’ di peso e ho un’eccellente dose di sano appetito. La levatrice da cui sono andata, riconosciuta da tutti come la più competente dell’isola, mi ha trovata in buone condizioni. È una donna sulla trentina di nome Letty e pare che vada sempre di corsa, invece è molto attenta anche all’igiene, più dei medici che ho incontrato in passato. La stanza dove riceve le sue pazienti è uno specchio! Devo dire che ne ho avuto un’ottima impressione.

    A tal proposito, sappi che sono una perfetta padrona di casa. Qualche volta mi capita di bruciare la colazione – e non posso dire che mi piaccia lavare i piatti o fare il bucato, ma me la cavo egregiamente rispetto ai primi tempi. Quando è cominciata la mia permanenza a terra, non sarei stata in grado di preparare un pasto degno di questo nome! Ho bruciato le aringhe, lo sformato di verdure e persino il pane. Avessi visto quanto fumo è uscito dalla cucina!

    Non ti preoccupare, ho arieggiato a lungo e ho cercato di respirare il fumo il meno possibile. Poi sono andata a passeggiare in spiaggia per calmarmi, poiché sul momento ero molto arrabbiata per il danno causato.

    Faccio spesso delle camminate, di solito nella zona occidentale dell’isola, selvaggia e incontaminata. Vengo proprio adesso da una camminata – notturna però, non diurna. A volte, lo confesso, sento che vedere il mare è l’unico modo per colmare in minima parte il vuoto della tua assenza.

    Qualche ora del mio tempo la dedico al ricamo, allo scopo di guadagnare qualcosa. Sì, ti suonerà strano, immagino! Se, durante la mia giovinezza, mi avessero detto che sarei finita a vendere fazzoletti orlati, avrei risposto che era un’assurdità. Ora non mi dispiace questo diversivo. Dubito che mi appassionerò davvero a simili lavori… eppure mi rende felice che la gente compri i miei fazzoletti.

    Con quasi tutto il ricavato ho ordinato degli abiti dalla sarta. Spero di utilizzarli il più possibile, ma me ne serviranno un paio in più per quando aumenterò ancora di peso. Letty ha detto che dovrei ingrassare poco, data la mia costituzione, però potrebbe aver preso un abbaglio. Sono appena all’inizio del quarto mese di gravidanza…

    Per ora il mio aspetto non differisce molto dall’ultima volta che ci siamo visti. Suppongo che ad attirare l’attenzione siano i capelli: Letty si è offerta di tagliarmeli per qualche soldo in più e io ho acconsentito. Non li ho mai avuti così corti, mi arrivano giusto sotto la mandibola! Ma l’idea è stata mia. Perdevo troppo tempo per lavarli e asciugarli; il mare li aveva resi ruvidi, stopposi. Adesso va notevolmente meglio, anche se forse il risultato non ti piacerebbe. So quanto ami i miei capelli.

    Mi chiedo quando riuscirò a rivederti. Penso a te ogni mattina, ogni sera prima di addormentarmi e spesso anche nel pomeriggio. Sei nel focolare che ravvivo, nelle coperte in cui mi avvolgo durante le notti più fresche, nel profumo dell’oceano che accompagna le mie passeggiate. Il destino è stato crudele a separarci…

    Spero che tu stia bene, che la tua vita non sia sempre tetra e che la presenza di tuo padre ti sia di sostegno. Posso solo immaginare le difficoltà e le inquietudini a cui ti sottopone il tuo nuovo ruolo. Non trascurare il riposo, te ne prego: non ne hai meno bisogno di un qualsiasi uomo mortale. Il tuo cuore, intanto, rimarrà sotto la mia protezione, come promesso.

    Tutto il mio amore,

    Elizabeth


    Bene, almeno si sentiva meglio dopo aver ultimato la lettera! E magari avrebbe trovato un sistema per mandarla al destinatario, prima o poi…

    ***


    Il giorno seguente, di mattina presto, Elizabeth si concesse un’altra passeggiata sulla spiaggia. Si era alzata una brezza fresca e insistente, perciò lei si avvolse in uno scialle leggero, per proteggere le spalle e il collo scoperto.

    Le onde s’infrangevano sulla battigia, spruzzando goccioline salate sui suoi abiti. Elizabeth notò una bottiglia trasportata dalla corrente, che veniva spinta verso la riva. Accorgendosi che conteneva un foglio di carta, sorrise e tentò di prenderla. Le ricordava le storie di pirati lette negli anni dell’infanzia, popolate di mappe che conducevano a un antico tesoro e di misteriosi messaggi in codice, custoditi proprio all’interno di bottiglie lanciate nell’oceano.

    Tuttavia, quando ebbe estratto e spiegato il foglio, le mancò il respiro alla vista dei caratteri che lo ricoprivano fittamente. Si stropicciò gli occhi per assicurarsi che non si trattasse di un sogno. Quella era la scrittura di Will!

    Poteva riconoscere le esse strette e sottili, le effe sinuose, le a un po’ allungate… e in basso c’era la firma. La vista di quelle ultime quattro lettere fece sbocciare un dolce tepore nel petto di Elizabeth. Calipso era stata comprensiva ancora una volta: che dono meraviglioso e inaspettato aveva riservato alla moglie del suo traghettatore!

    Mia cara Elizabeth, affido questa missiva all’oceano perché so che Calipso sarà abbastanza indulgente da permettere che giunga fino a te e nessuno la danneggi

    Forse il destino non era così crudele, dopotutto.

    ***


    Elizabeth lesse il messaggio di Will dopo aver asciugato le lacrime d’incredula felicità che le avevano bagnato il viso. Da quando era incinta le veniva da piangere con molta più frequenza che in passato. Sebbene ciò l’avesse infastidita, col tempo si era abituata a quella nuova versione di sé stessa. Forse era diventata più vulnerabile, ma – nonostante l’assenza di Will – iniziava a sentirsi anche più forte, pronta a occuparsi del loro bambino appena fosse venuto al mondo.

    Rientrata a casa, preparò una colazione veloce, malgrado fosse troppo emozionata per mangiare. Infine, tirò fuori la lettera di suo marito per rileggerla, mentre si accarezzava la pancia con movimenti delicati.


    Mia cara Elizabeth, affido questa missiva all’oceano perché so che Calipso sarà abbastanza indulgente da permettere che giunga fino a te e nessuno la danneggi. Sei sempre nei miei pensieri, sin da quando mi alzo dal letto. Faccio il mio lavoro giorno per giorno e mi rincresce vedere tutte quelle povere anime alla deriva, specie le più giovani… ma il mio cuore non è quaggiù, in nessun senso. È lì con te.

    Calipso mi ha detto che non stai più navigando, però si è rifiutata di fornire altri dettagli. Dove ti sei fermata? Hai trovato una buona sistemazione? Sei al sicuro? La gravidanza come va? Sei riuscita a farti visitare da qualcuno?

    Perdonami per questa lunga serie di domande. Non ti nasconderò che sono in ansia. Nessuno meglio di me sa che sei in grado di badare a te stessa, ma ciò non m’impedisce di preoccuparmi per te. La Compagnia delle Indie è ancora in giro, purtroppo. Immagino che entrambi restiamo dei fuorilegge agli occhi della società di Port Royal, per cui dobbiamo essere molto cauti.

    Mio padre sostiene che i pirati se la cavano sempre, in un modo o nell’altro, e che devo stare tranquillo. Ah, non ti dispiace se è a conoscenza delle tue condizioni, vero? Solo lui, agli altri membri della ciurma non ho detto nulla. Mi è sembrato giusto avvisarlo che diventerà nonno. Ne è felice.

    C’è un’altra cosa che devo riferirti. È molto importante. Avrei voluto raccontartela quando Calipso mi ha avvisato che L’Imperatrice era in pericolo, ma la tua bella notizia inattesa mi ha impedito di prendere in mano la situazione. Ho taciuto per non rattristarti, anche se hai ogni diritto di sapere. Vedi, subito dopo aver preso servizio come Capitano, mi è toccato far salire sulla nave tutti i morti della battaglia, a cominciare da Beckett. Non solo: lungo la strada che conduce dall’altra parte mi sono imbattuto in Norrington e in tuo padre, che aspettavano di essere accompagnati alla destinazione finale.

    Ho parlato un po’ con entrambi prima che ci salutassimo. Hanno chiesto di te, naturalmente. Ho detto che sei sana e salva e stai bene. Tuo padre era preoccupato all’idea che non fossi al tuo fianco, perciò ho cercato di rassicurarlo. Ha insistito per conoscere i dettagli relativi alla morte di Beckett, quindi l’ho informato anche che ci siamo sposati. Mi è parso contento, forse perfino sollevato. Mi ha raccomandato di mantenere i contatti con te in ogni maniera possibile ed è sicuro che noi due, nei prossimi dieci anni, riusciremo a incontrarci per mare.

    Quanto a Norrington, ha chiesto soltanto di salutarti. Non era in vena di chiacchiere e immaginarti da sola deve averlo intristito. Non so dirti cosa pensi del nostro matrimonio, ma era deciso a farmi promettere di aver cura di mia moglie. Mi ha detto proprio così, “tua moglie”. Poi ha borbottato che capisce quant’è difficile compiere sacrifici per amore. Avrà pensato che non lo sentissi, invece si è sbagliato. Comunque, non volevo causargli disagio e l’ho lasciato in pace.

    Spero, Elizabeth, che riuscirai a consolarti con la certezza che entrambi ti hanno amata e ti augurano il meglio, anche se non sempre sono stati in grado di capirti. Volevano che tu fossi felice, per cui cerca di esserlo per loro, oltre che per me, per te stessa e per il nostro bambino. Anzi, la nostra bambina. Scommetto, infatti, che sarà una femmina, audace e appassionata come sua madre.

    Abbi cura di te e della nostra piccola. Se dovessi avere bisogno di me, mandami un messaggio con lo stesso sistema che ho utilizzato io. Non temere, Calipso lascerà che lo trovi. È piuttosto accomodante nei miei confronti, nonostante tutto. Dice che la sto servendo bene e un giorno potrò essere ricompensato. Spero solo che questa ricompensa si estenda a te, altrimenti avrebbe scarso valore.

    Adesso devo scappare, il dovere mi chiama. Aspetterò la tua risposta e sento che non tarderà ad arrivare. Ti amo,

    Will

    ***


    Nella tarda mattinata, prima di preparare il pranzo, Elizabeth tornò in spiaggia per lanciare in mare la stessa bottiglia che Calipso le aveva permesso di trovare. Dentro c’erano la prima lettera per Will e un altro messaggio, sempre indirizzato a lui, scritto in un secondo momento. Diceva così:


    Will,

    non immagini quale gioia mi abbia suscitato rinvenire questa bottiglia sulle rive del mare! Proprio stanotte sono stata sulla spiaggia e ho avuto un gran desiderio di scriverti, ma non immaginavo che avrei ricevuto tue notizie tanto in fretta!

    È una fortuna che Calipso ci dia questa possibilità di tenerci in contatto. Come ti ha accennato, ho smesso di navigare per qualche tempo. Mi sono trasferita su Athol Island, un posto sperduto ma sicuro. Forse c’è troppo silenzio, eppure mi sono ambientata bene. Leggerai qualche particolare in più nell’altra lettera.

    Grazie per avermi dato notizie di mio padre e di James. A mio padre penso spesso: vorrei che potesse vedermi e tranquillizzarsi sulla mia sorte, vorrei dirgli che sono in attesa di un figlio… Sì, un figlio, Will. Non che non mi piaccia l’idea di avere una bambina, al contrario; resto comunque convinta che si tratti di un maschio.

    Sono davvero grata che mio padre sia riuscito a incontrare almeno te un’ultima volta. Non dubitare, l’annuncio che ci siamo sposati l’avrà allietato: ti era più affezionato di quanto volesse ammettere. Riguardo a James, temo stia ancora soffrendo a causa mia. Ciò mi addolora e finalmente gli ho perdonato di essersi alleato con Beckett. La mia speranza è che riesca a trovare al più presto la sua pace.

    Quanto a tuo padre, invece, non mi dispiace che sia stato informato della gravidanza, poiché era giusto che tu lo mettessi a parte di questa novità. Non avevo dubbi che si sarebbe congratulato con te. Quello che ti raccomando è di non stare in ansia: ti garantisco che qui non mi manca nulla! E ora che so come raggiungerti, prometto che ti scriverò di frequente.

    Tua moglie

    Elizabeth

    ***


    Link seconda e ultima parte

    Edited by Elizabeth Swann - 28/12/2023, 16:28
     
    Top
    .
  2.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Anima Sola e Incompresa

    Group
    Signori di Andúnië
    Posts
    691
    Reputation
    +639
    Location
    Multiverso, insieme a Loki, il Dio delle Storie

    Status
    Offline
    Elizabeth Swann Ciao. :) Ho letto intanto la prima parte, perché ero curiosa...
    Intanto mi è piaciuto tantissimo come hai descritto queste vicende e sopratutto le lettere.
    Che bello che sei riuscita ad immaginare come sarebbe stata la vita di Elizabeth e quella di Will dopo la fine del terzo film.
    il testo è molto ricco e molto dettagliato di descrizioni e azioni. La parte più bella e quella più "romantica" è Elizabeth che passeggia lungo la spiaggia durante la sera tardi, sotto le stelle.
    Le lettere sono molto intense e profonde. Ricche di amore. Molto premurose. :]
    Che bello che riescono a mantenere almeno una corrispondenza via lettera.
    Sono in pena per i capelli di Elizabeth. :cry:
     
    Top
    .
  3.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Re(gina) dei Pirati

    Group
    Elfa della Luce
    Posts
    3,828
    Reputation
    +1,631
    Location
    da qualche parte al fianco di Will Turner ❤

    Status
    Offline
    CITAZIONE (Laura_Ruetta @ 27/12/2022, 15:48) 
    Ciao. :) Ho letto intanto la prima parte, perché ero curiosa...
    Intanto mi è piaciuto tantissimo come hai descritto queste vicende e sopratutto le lettere.

    Grazie mille, Laura_Ruetta ! Spero di non tardare troppo con la pubblicazione dell'altra parte della storia.

    CITAZIONE (Laura_Ruetta @ 27/12/2022, 15:48) 
    Che bello che sei riuscita ad immaginare come sarebbe stata la vita di Elizabeth e quella di Will dopo la fine del terzo film.
    il testo è molto ricco e molto dettagliato di descrizioni e azioni. La parte più bella e quella più "romantica" è Elizabeth che passeggia lungo la spiaggia durante la sera tardi, sotto le stelle.
    Le lettere sono molto intense e profonde. Ricche di amore. Molto premurose. :]

    Grazie ancora ^_^ Mi ci è voluto un po' di tempo per immaginare una trama, ma alla fine ci sono riuscita. "Il cigno selvatico" ne è il primo frammento, questa fanfiction è il secondo. E diciamo che anche "Maternità" può considerarsi un pezzetto del puzzle che ho ideato...

    CITAZIONE (Laura_Ruetta @ 27/12/2022, 15:48) 
    Che bello che riescono a mantenere almeno una corrispondenza via lettera.

    L'idea dei messaggi nella bottiglia me l'ha data un racconto in inglese che ho letto. Ai bei vecchi tempi, sui siti internazionali di fanfiction, c'erano diverse storie belle e ispiranti su Will ed Elizabeth :) Qualche volta "attingo" dalle intuizioni degli altri, pur mantenendo sempre un mio tocco personale.

    CITAZIONE (Laura_Ruetta @ 27/12/2022, 15:48) 
    Sono in pena per i capelli di Elizabeth. :cry:

    E pensa che nella prima bozza della trama si tagliava i capelli per venderli e racimolare soldi X) Poi ho cambiato idea e ho deciso di darle un po' di sicurezza economica in più.
    Comunque ti capisco, perché porto i capelli lunghi, cerco di curarli e non amo affatto la prospettiva di tagliarli!
     
    Top
    .
  4.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Re(gina) dei Pirati

    Group
    Elfa della Luce
    Posts
    3,828
    Reputation
    +1,631
    Location
    da qualche parte al fianco di Will Turner ❤

    Status
    Offline

    vxt9UnO


    Nelle settimane che seguirono, Calipso non smise di favorire lo scambio di messaggi fra Elizabeth e Will. I due ebbero la possibilità di raccontarsi le proprie giornate ed esperienze, sentendosi più che mai vicini dall’ultima volta che si erano visti di persona.

    Nel frattempo, Elizabeth continuò la sua vita su Athol Island. Il suo umore fu variabile, specie con l’approssimarsi dell’inverno, ma lei riuscì a mantenere un sostanziale ottimismo, che riversò nelle lettere destinate a Will.

    Durante i suoi primi giri al mercato dell’isola, nei pressi del porto, era stata guardata con sorpresa o con diffidenza, poiché considerata alla stregua di una forestiera. Tuttavia, nessuno l’aveva insultata o apostrofata con cattiveria. Anzi, un ragazzo alto e smilzo dal viso abbronzato e sorridente, che era il figlio minore del venditore della frutta, aveva un debole per lei. Faticava a staccarle gli occhi di dosso a ogni occasione d’incontro; forse dipendeva dal fatto che, malgrado l’insolito taglio di capelli, bastavano le gonne indossate sempre più spesso e i cambiamenti fisici dovuti alla gravidanza a renderla molto femminile.

    Dapprincipio Elizabeth si finse inconsapevole dei suoi sguardi. Lui era timido, al di là della giovialità che ostentava, perciò lei non si aspettava che le facesse apertamente la corte. Per di più, nel caso si fosse deciso a prendere l’iniziativa, era sicura di riuscire a rifiutarlo con la giusta dose di gentilezza e fermezza. Non prevedeva che sarebbe stato suo padre a intervenire nella questione.

    Ted, il venditore della frutta, era un omone alto e massiccio, dalle spalle ampie, le braccia muscolose e la faccia truce. Di solito era cortese con i clienti, ma chiunque cercasse d’imbrogliarlo, o di rubare le prelibatezze che vendeva, non la passava liscia. Una sola occhiata bastava a congelare sul posto l’incauto individuo – e un minaccioso schiocco delle nocche completava l’opera. Elizabeth aveva assistito di persona a un tentato furto e ricordava bene l’aria spaventata del ladro, le mani sollevate come per proteggersi, la bocca che tremava balbettando invano delle scuse.

    Con lei Ted era distaccato, quasi formale, anche se non sgradevole o intimidatorio. Un giorno, a un paio di settimane di distanza da Natale, la squadrò da capo a piedi non appena la vide avvicinarsi alla sua bancarella. Storse le labbra, gli occhi socchiusi in un’evidente e inaspettata espressione di disprezzo.

    Elizabeth sussultò, strinse i denti e sostenne a testa alta lo sguardo dell’uomo. Era sul punto di chiarire quali frutti intendesse comprare quando lui disse in tono rude: «Stai lontana da mio figlio, hai capito?»

    «Non so di cosa parlate» rispose lei, fredda. Nonostante la mole possente dell’uomo, era decisa a non lasciarsi intimorire.

    «Lo sai benissimo, non mentirmi! E su quest’isola non siamo stupidi» sbottò il venditore. «Se credi di menarci per il naso, ti sbagli di grosso. Non puoi più nasconderti.» Le indicò lo stomaco con un gesto brusco.

    Elizabeth accusò il colpo e abbassò la testa per un attimo. L’aveva attraversata più volte il pensiero di essere guardata male dalla gente, ma fino a quella mattina non era successo. Una simile fortuna, unita all’atteggiamento amichevole di Letty e Anamaria, l’aveva indotta a sottovalutare il problema. Non credeva che da un giorno all’altro sarebbe stata trattata in modo così sprezzante… Dedusse che in precedenza nessuno si fosse accorto che lei era incinta, o quasi. Ora che la crescita della pancia iniziava a notarsi, l’intera isola sarebbe venuta a conoscenza della sua condizione.

    «Chi ti ha ingravidata prima di arrivare qui?» incalzò Ted. «Un delinquente o qualcuno che hai sedotto?»

    La rabbia infiammò le guance e l’animo di Elizabeth. Come si permetteva quel maleducato di fare volgari insinuazioni su Will e su di lei?

    A Port Royal era già stata vittima di malelingue, quando aveva rifiutato James nel clamore generale, ma all’epoca era ancora la figlia del Governatore della città e questo l’aveva rassicurata. Su Athol Island il suo titolo non contava, poiché nessuno poteva sospettare la verità sulle sue origini. Solo Anamaria sapeva tutto e manteneva il segreto. Elizabeth era sempre stata certa che i pettegolezzi sulla sua gravidanza l’avrebbero messa alla prova, in modo assai peggiore rispetto al passato, eppure ciò non l’aveva preparata alla collera bruciante accesa in lei dalle parole del venditore. L’impulso di schiaffeggiarlo l’assalì.

    «Mio marito è una persona perbene» replicò, raddrizzando la testa. Serrò i pugni lungo i fianchi. «Sono una donna sposata e presto diventerò madre, ma questi non sono affari vostri… né di vostro figlio, il cui interesse nei miei confronti non è mai stato incoraggiato.»

    «Quindi saresti sposata, eh?» la sfidò Ted. «Dimmi un po’, allora: tuo marito dov’è?»

    «Per mare.»

    «Non ci credo, sei una bugiarda.»

    «Smettetela di rivolgervi a me con tale sfrontatezza. Chi vi credete di essere?!»

    «Sono un uomo onesto, io. Non vendo niente a quelle della tua risma» dichiarò Ted, secco. Allungò le mani, come per proteggere le cassette deposte sulla bancarella. «Va’ a cercare qualcun altro disposto a servirti… o che accetterebbe i tuoi servizi.»

    Elizabeth era così furiosa che il cuore pareva sul punto di esploderle nel petto. Desiderò avere con sé la sua spada, per puntarla contro la gola di quello svergognato.

    «Un uomo onesto?!» ribatté, stringendo il bordo di legno di una cassetta. «Non sei altro che un borioso arrogante che lancia giudizi orribili!»

    «Ti avverto, non toccare…»

    «Via, Ted, via! Che cosa succede?»

    Elizabeth e l’omone si voltarono. A parlare era stata una donnina esile e bruna, sulla quarantina d’anni, con indosso un abito blu dagli orli sdruciti e un vecchio scialle sfilacciato. Tre passanti, uno dei quali intenzionato a comprare della frutta, si erano fermati ad assistere alla scena, incuriositi dalla lite improvvisa fra il vecchio Ted e la ragazza forestiera, ma il resto del mercato era il consueto brulichìo di voci, chiacchiere e risate. Ogni venditore badava ai fatti propri, ogni cliente altrettanto.

    «Non c’è bisogno di bisticciare» proseguì la nuova arrivata, affabile. «Qual è il problema? Dovete accordarvi su uno sconto, forse?»

    «Non faccio sconti a certa gente» borbottò Ted, corrucciato.

    La donnina avanzò. Era alta la metà di lui e i suoi passi erano minuscoli, anche se affrettati. «Teddy, Teddy. Tu gli sconti non li fai a nessuno, di’ la verità.» Sorrise con indulgenza.

    «Di sicuro non a lei! È una poco di buono che insidia mio figlio minore.»

    «Sono una donna perfettamente rispettabile! E non accetterò altre accuse ai danni della mia integrità» gridò Elizabeth, gli occhi fiammeggianti.

    Come se fosse la cosa più naturale del mondo, la sconosciuta la prese sottobraccio.

    «Via, cara, non agitarti, o il tuo bambino potrebbe sentirsi male» la blandì. «Comprerò io quel che ti serve.»

    «Grazie, ma non posso accettare.»

    «Niente scuse, hai bisogno di mangiare sia per te che per il tuo piccolo!» esclamò la donnina con enfasi. «Ted, mio marito vorrebbe delle noci di cocco, puoi aggiungere… A proposito, tu che frutta vorresti, cara?»

    Disorientata, Elizabeth sbatté le palpebre. A che gioco stava giocando quella signora?

    Ted, dal canto suo, era riluttante a rifiutarne le richieste. Consegnò le noci di cocco e, quando Elizabeth disse che avrebbe voluto comprare manghi e avocado, permise che la donnina ordinasse anche quelli. Non protestò nemmeno nel vedere che le due si allontanavano insieme, benché il suo viso restasse torvo.

    «Sei la ragazza ospitata da Anamaria?» chiese a Elizabeth la signora bruna e minuta, mentre si lasciavano il mercato alle spalle.

    Lei assentì.

    «Lo immaginavo. Su quest’isola basta poco per sapere le cose, perfino se si fa una vita ritirata come la mia.»

    «Neanch’io esco molto. Non in compagnia perlomeno» ammise Elizabeth. «In ogni caso, vi ringrazio per essere intervenuta in mia difesa. Ora permettetemi di ridarvi i soldi della frutta.»

    «Certo, cara, certo. Però non c’è bisogno di convenevoli. Qui siamo tutti un po’ in confidenza e non ci preoccupiamo delle cosiddette buone maniere, ci accontentiamo di essere brave persone.»

    Elizabeth ripensò ai discorsi di Ted e non trattenne una smorfia.

    «Oh, Ted non è così male, puoi credermi» disse la donnina, intuendo al volo il suo stato d’animo. «A volte gli uomini sono semplicemente duri di comprendonio, non cattivi. Troppo abituati a prendersela con le donne, ecco qual è il problema.»

    «Eppure sembra che vi rispetti. Perché?»

    «Mio marito gli ha fatto un grosso favore, anni fa. Inoltre, mia madre era la levatrice migliore dell’isola, ha aiutato sua moglie a partorire tutti i figli che ha avuto… e ne ha avuti nove!»

    D’istinto, Elizabeth si sfiorò la pancia. La sua interlocutrice le rivolse un sorriso comprensivo, tipico di chi conosce gioie e dolori della gravidanza.

    «Come vi chiamate, signora?» domandò allora Elizabeth, decidendo che era giunto il momento delle presentazioni. Ormai avevano imboccato la strada principale dell’isola.

    «Bertha» fu la risposta. «Sono sposata con il guardiano del faro, il signor Lucas. E dimmi, esattamente da quant’è che stai a casa di Anamaria? Suo padre era di qui, ma non sua madre… però tu e lei non sembrate parenti. Qual è il tuo nome?»

    «Mi chiamo Elizabeth Turner. No, non sono parente di Anamaria, soltanto una sua… amica. Non è da molto che ci conosciamo.»

    «E ti trovi bene su Athol Island?»

    «Sì, non mi manca l’indispensabile. Il fatto è che attualmente non c’è mio marito; ho dovuto cercare una sistemazione modesta, per me sola.»

    «Ah, ma non sei sola, mia cara» corresse Bertha in tono gentile. «C’è il tuo bambino con te. Quindi sei sposata? Non da tanto, credo.»

    «Sì, meno di un anno» rispose Elizabeth, evasiva. «Purtroppo, mio marito è stato costretto a partire poco dopo il nostro matrimonio… La sua nave non poteva aspettare.» Si adombrò al ricordo, la voce che si riduceva a un sussurro.

    «Capisco, tesoro, capisco. Dev’essere dura per te. Anche il signor Lucas è stato in mare per qualche tempo, sai. È naturale avere nostalgia di quelli che amiamo: ci sembra che si portino via un pezzo del nostro cuore.»

    Elizabeth annuì, un nodo che le stringeva la gola.

    «Su, via la tristezza!» esclamò Bertha, sollecita. «Vorrai tornare a casa con la tua frutta, non è vero?»

    «Sì, dovrei anche preparare il pranzo» rammentò Elizabeth. «Sarà meglio che mi sbrighi… Grazie ancora di tutto.» Depose i soldi nella mano sinistra di Bertha.

    «È stato un piacere» disse quest’ultima. «Arrivederci, cara.»

    «Arrivederci.»

    Dopo un ultimo sguardo a Bertha, Elizabeth svoltò in una via secondaria. Non voleva essere affrettata nel valutare la situazione, ma un sesto senso le suggeriva che si era appena fatta un’amica.

    ***


    In capo a due giorni, Elizabeth scrisse una nuova lettera da spedire via mare.


    Carissimo Will,

    come stai? È tutto tranquillo laggiù? Sei molto indaffarato?

    Ho sempre nostalgia di te e non so cosa darei perché fossimo insieme, anche solo per un istante. Talvolta le giornate sono interminabili, perciò mi siedo accanto alla finestra e ascolto il tuo cuore a lungo, pensando a te e a nostro figlio. A proposito, sta bene. Ho l’impressione che cresca a vista d’occhio, però non si è ancora mosso. Non dovrebbe mancare tanto e sono impaziente che arrivi l’ora. Se la prende un po’ troppo comoda questo piccolino! Deve aver ereditato la natura flemmatica di mio padre e forse anche la tua discrezione. Dubito che sarà un chiacchierone rumoroso, almeno a giudicare dall’andazzo attuale…

    Qui sull’isola qualcuno si è finalmente accorto che aspetto un bambino. A parte un brevissimo episodio spiacevole, risalente ad alcuni giorni fa, nessuno mi ha infastidita. Fra l’altro, persino quell’inconveniente si è rivelato utile, poiché mi ha permesso di fare una nuova conoscenza.

    Adesso ti racconto. Dunque, in via eccezionale Anamaria è rimasta a casa per un paio di settimane, durante le quali è stata lei a occuparsi della spesa, mentre io badavo perlopiù alle pulizie. Non sono uscita molto, solo per andare in spiaggia. Siccome ho l’abitudine di passeggiare vicino al mare negli orari più inconsueti, quando in giro non c’è nessuno, si può dire che negli ultimi tempi gli abitanti di Athol Island non mi abbiano notata. Quando, invece, sono stata al mercato due giorni fa, dopo la partenza di Anamaria, il venditore della frutta si è comportato da villano, perché ha intuito che aspetto un bambino e si era convinto che non fossi sposata. Ero fuori di me per la rabbia, ma in quel preciso momento è arrivata una donnina ciarliera e tutta pimpante, che è riuscita a mettere pace e al ritorno mi ha accompagnata per un pezzo di strada.

    Si chiama Bertha, è la moglie del guardiano del faro dell’isola, il signor Lucas. Se la vedessi, Will! Ha la statura di una fata bambina e cammina a passettini. Però è piena di energia. È stata così generosa da pagarmi la frutta – poi le ho restituito il denaro – e ho capito di potermi rivolgere a lei in caso di bisogno.

    Ancora la conosco poco e non le ho detto molto di me. Men che meno di te, o del nostro coinvolgimento con i pirati. Non ha idea di quale sia il mio nome da nubile, o del genere di vita che conducevo prima di arrivare su Athol Island. In compenso, ho scoperto che è figlia della levatrice che ha fatto da maestra a Letty, morta da una decina d’anni.

    Era una donna, questa levatrice, tenuta in grande considerazione, nonostante l’estrazione sociale umile, poiché la maggior parte delle madri è stata assistita da lei e innumerevoli parti sono andati a buon fine. Le si è rivolto lo stesso venditore della frutta, che ha avuto nove figli. La moglie li ha partoriti tutti sani, anche se ormai tanti di loro hanno lasciato l’isola per cercare fortuna altrove, quindi lui nutre un certo rispetto nei confronti di Bertha, in onore della memoria di sua madre. Oltre a ciò, pare che abbia un debito nei confronti di suo marito.

    Ora il signor Lucas è malato e Bertha trascorre le sue giornate ad assisterlo. Avevo sentito parlare già da mesi della malattia del guardiano del faro, ma non immaginavo che avrei incontrato sua moglie mentre stavo litigando al mercato! È stata una fortuna. Spero che Bertha e io avremo occasione di stringere amicizia, perché le premesse sono ottime.

    Questa mattina sono andata a passeggiare nei pressi del faro e ci siamo riviste. Abbiamo avuto una breve conversazione e così ho appurato che lei è figlia della maestra di Letty. Le ho detto che Letty in persona ha accennato di sfuggita a questa levatrice, nel corso della mia prima visita, solo che all’epoca ignoravo tutto su Bertha o su sua madre. Adesso il mondo è diventato proprio piccolo!

    Non ci sono altre novità particolari. Sto ricamando i miei fazzoletti e, prima che venga Natale, mi auguro che Letty possa visitarmi una seconda volta. Di Tai Huang non mi è arrivata nessuna notizia, ma è possibile che gli scriva io con l’avvento dell’anno nuovo.

    Mi manca la vita in mare aperto. Athol Island mi piace, non lo nego, però restare qui non è la stessa cosa che navigare. D’altronde, il nostro bambino è la priorità e il ruolo di madre comporta delle rinunce. Intanto, ho il vantaggio di essere in salute e ben nutrita, nonché di avere un tetto sopra la testa. Dispongo dei soldi necessari per pagare la levatrice, in casa c’è abbastanza spazio per provvedere alle esigenze di un neonato. Se penso a quante povere donne riescono a malapena a sfamare i propri figli…

    Cos’altro posso aggiungere? Confido in un’opportunità di passare del tempo con te, prima o poi. So che, se mai dovessi venire da queste parti, m’informeresti seduta stante. Attenderò quel momento con trepidazione.

    Ti bacio,

    Elizabeth


    La lettera venne arrotolata, in attesa di essere infilata nella bottiglia l’indomani. Elizabeth si strinse la vestaglia intorno al busto e fissò la finestra buia. A suo marito dipingeva sempre gli eventi sotto una luce positiva, per non dargli preoccupazioni, ma in verità la sua situazione le pesava. Non che le mancassero gli impegni quotidiani… però l’assenza di Will, specie col Natale dietro l’angolo, le causava una profonda malinconia. Inoltre, non era stato solo Ted a guardarla male: in seguito all’incontro con Bertha, le era capitato d’imbattersi in qualcuno che le aveva lanciato occhiate colme di sdegno o di disgusto, oppure aveva borbottato qualcosa fra i denti vedendola passare per strada. Non era facile che una donna incinta e sola restasse al di sopra delle chiacchiere malevole.

    Elizabeth si toccò il ventre sporgente. Amare il suo bambino con tutta l’anima non le impediva di soffrire la solitudine; forse per questo era più facile che la ferisse la malignità della gente, malgrado lei avesse affrontato avversità di gran lunga peggiori. E benché nessuno fosse stato esplicito quanto Ted, non si poteva escludere che altri si comportassero come lui. La gravidanza sarebbe durata circa altri quattro mesi e mezzo…

    Solo a Bertha non sembrava importare nulla. Era venuta incontro a una donna in difficoltà senza sapere se fosse sposata o meno, l’aveva trattata con affetto e simpatia fin dall’inizio. Elizabeth si augurò che in futuro diventasse davvero un’amica fidata, su cui contare in caso di necessità.

    Soffiò sulla candela sopra il tavolino e, dopo un ultimo sguardo alla lettera per il marito, andò a letto con la speranza che la fortuna continuasse a sorriderle di tanto in tanto.

    fine




    Qualche precisazione…

    Athol Island esiste per davvero: è un’isola delle Bahamas, solo che secondo Wikipedia inglese è disabitata. L’ho scelta come approdo per Elizabeth perché mi è piaciuto il nome… Non so nulla della sua geografia né della sua storia, però credo che un vantaggio delle fanfiction (specie quando l’opera originale è romanzata e storicamente non attendibile) sia quello di poter giocare un po’ con la realtà ;) :D Non troppo, certo, ma almeno un po’!

    Quanto alla corrispondenza “via bottiglia” ( :lol: ) fra Will ed Elizabeth, ne avevo già parlato nel mio racconto Maternità (dove racconto l’incontro fra i due sposi dopo la scoperta della gravidanza), perché le mie fanfiction sono tutte più o meno collegate fra loro. Ad ogni modo, l’idea non è mia, bensì dell’autrice di una storia in inglese, “Breathing Underwater” (sarò felice di mandare il link a chiunque sia interessato). Mi è successo più di una volta di ispirarmi alle fanfiction altrui; credo non ci sia niente di male, fintanto che ogni fan-writer riesce a mantenere la propria originalità.

    Spero che la trama che ho messo su possa piacere almeno a qualcuno *^^*
    Qui sotto lascio una specie di sorpresa!

    Due lettere riportate nel racconto, una di Will, l’altra di Elizabeth.
    Volevo mostrare i diversi caratteri di scrittura che ho associato ai personaggi!

    ~ <3 ~ <3 ~

    Immagine%202023-12-28%20160941
    Immagine%202023-12-28%20161002
    Immagine%202023-12-28%20161022
    Immagine%202023-12-28%20161037

    ~ <3 ~ <3 ~

    Immagine%202023-12-28%20161054
    Immagine%202023-12-28%20161111



    Edited by Elizabeth Swann - 28/12/2023, 16:38
     
    Top
    .
  5.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Anima Sola e Incompresa

    Group
    Signori di Andúnië
    Posts
    691
    Reputation
    +639
    Location
    Multiverso, insieme a Loki, il Dio delle Storie

    Status
    Offline
    Elizabeth Swann Ciao :) Ho concluso queste due lettere. Sinceramente sarebbe bello che le continuassi, almeno fino all'arrivo del piccolo. Mi piacerebbe, ma sarà una decisone tua.
    Povera Elizabeth mi ha fatto un gran pena nel vederla essere trattata così di malo modo :cry:
    Già è difficile tirare avanti da sola, più le danno della bugiarda! Ah gli uomini...
    Comunque sono contenta che alla fine sia arrivata Bertha a salvare la situazione. Una personcina troppo carina e tenera. :]
    Bella la lettera dove racconto tutto a Will, non vuole proprio nascondergli nulla ;)
    Mi sono piaciute molto queste due lettere.
    Sono state molto belle, scritte con parole profonde, ricche di pensieri e di emozioni, scritte molto bene e per nulla scontate! :)
     
    Top
    .
  6.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Re(gina) dei Pirati

    Group
    Elfa della Luce
    Posts
    3,828
    Reputation
    +1,631
    Location
    da qualche parte al fianco di Will Turner ❤

    Status
    Offline
    CITAZIONE (Laura_Ruetta @ 5/1/2023, 15:15) 
    Ho concluso queste due lettere. Sinceramente sarebbe bello che le continuassi, almeno fino all'arrivo del piccolo. Mi piacerebbe, ma sarà una decisone tua.

    Laura_Ruetta ammetto di aver pensato a un'altra storia epistolare, però ambientata più avanti nel tempo, quando il bambino è già grandicello. Non so se la scriverò mai... Se non altro, ho raccontato il momento del parto in "Maternità", facendo anche rivedere brevemente Will ed Elizabeth di persona ;)

    CITAZIONE (Laura_Ruetta @ 5/1/2023, 15:15) 
    Povera Elizabeth mi ha fatto un gran pena nel vederla essere trattata così di malo modo :cry:
    Già è difficile tirare avanti da sola, più le danno della bugiarda! Ah gli uomini...
    Comunque sono contenta che alla fine sia arrivata Bertha a salvare la situazione. Una personcina troppo carina e tenera. :]

    Sì, Bertha è davvero in gamba! Vede sempre il bicchiere mezzo pieno, come si suol dire.

    CITAZIONE (Laura_Ruetta @ 5/1/2023, 15:15) 
    Bella la lettera dove racconto tutto a Will, non vuole proprio nascondergli nulla ;)
    Mi sono piaciute molto queste due lettere.
    Sono state molto belle, scritte con parole profonde, ricche di pensieri e di emozioni, scritte molto bene e per nulla scontate! :)

    Wow, grazie mille! La corrispondenza fra Elizabeth e Will è il cuore di questo racconto, quindi ho fatto del mio meglio ^_^ A proposito, hai visto le immagini con le lettere, vero?
     
    Top
    .
  7.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Smile like you mean it

    Group
    Signori di Andúnië
    Posts
    283
    Reputation
    +365
    Location
    Winona Forever

    Status
    Offline
    Sai che ho amato come hai delineato la quotidianità di Elizabeth? Con descrizioni semplici, ma che rendono molto bene l'idea.
    La capisco quando dice che non ama molto fare la casalinga, Elizabeth, siamo in due! :D
    Inoltre, difendo il taglio corto di capelli. ;)
    Povera, certo non è facile sola e con un figlio in grembo stare lontano da cattiverie e pettegolezzi, meno male che ci pensa Bertha (che avevo già incontrato in "La vera essenza", giusto?). Le lettere poi le ho trovate in linea con i caratteri dei rispettivi coniugi, carinissima anche l'idea di dare loro una grafia!
    Complimenti ancora cara!
     
    Top
    .
  8.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Re(gina) dei Pirati

    Group
    Elfa della Luce
    Posts
    3,828
    Reputation
    +1,631
    Location
    da qualche parte al fianco di Will Turner ❤

    Status
    Offline
    Grazie mille! Mi piace descrivere la quotidianità, quindi spero di aver fatto un buon lavoro ^_^
    Sì, Bertha compare nel racconto natalizio "La vera essenza", ma quando ho scritto quello avevo già pianificato di farla entrare in scena in questa storia ;) Anche perché le mie fanfiction sono un po' tutte collegate...
     
    Top
    .
7 replies since 24/12/2022, 19:33   121 views
  Share  
.