Il terzo anniversario

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    Re(gina) dei Pirati

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    da qualche parte al fianco di Will Turner ❤

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    Il 23 maggio è l’anniversario dell’uscita del terzo film di “Pirati dei Caraibi” nei cinema italiani; che altro potevo fare se non provare a celebrarlo con una fanfiction? ;)
    Sono riuscita a ultimare la prima parte a tempo di record, più o meno (anche se qualcosa mi dice che sarà necessaria un’ulteriore revisione prima di pubblicare la seconda!) X) Spero sia gradita a tutte voi che siete fan della saga come me!

    La storia è ambientata non molto tempo dopo la conclusione del terzo film, ma prima della scena finale che segue i titoli di coda, e l’ho classificata come “Canon-Fic”; considerate, però, che ho reso Jack di nuovo Capitano della Perla, quindi c’è almeno un elemento da fanfiction “what if”. Inoltre, viene menzionato il personaggio di Bertha, creato da me, così come un veloce incontro fra Will ed Elizabeth – avvenuto in occasione della nascita del figlio – che è una mia invenzione.
    Altrettanto inventate sono le ragioni dietro la scelta del nome del piccolo Turner. Nessun film le chiarisce, nemmeno il quinto, perciò ho pensato di fare le cose a modo mio :) Ringrazio Fanny Solomon per aver suggerito come possibile ispirazione per mamma Elizabeth il nome di uno degli autori del Codice Pirata.

    Vi lascio una sinossi che potrà aiutarvi con la lettura. Se volete approfondire alcuni aspetti che qui sono semplicemente accennati, vi consiglio le mie precedenti fanfiction: Maternità, Il cigno selvatico e Lettere a Will ^_^



    Il terzo anniversario

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    OPERA DI RIFERIMENTO: “Pirati dei Caraibi”
    CATEGORIA: bollino verde (per tutti)
    GENERE: Sentimentale, Fantasy, Avventura
    NOTE AGGIUNTIVE: Canon-fic, What if
    DICHIARAZIONE DI NON RESPONSABILITÀ: “Pirati dei Caraibi” e i suoi personaggi non sono di mia proprietà, ma appartengono alla Walt Disney Company. Questa fanfiction non è stata realizzata a scopo di profitto, ma solo per il piacere di scriverla e di condividerla gratuitamente.


    Sinossi

    Sono trascorsi quasi tre anni esatti dal matrimonio di Elizabeth con Will. I due coniugi si tengono in contatto via lettera, grazie all’aiuto provvidenziale di Calipso.

    Elizabeth, separatasi da Tai Huang e dal resto della sua ciurma, si è trasferita su un’isoletta, pur senza rinunciare al titolo di Re del Consiglio della Fratellanza, né ai rapporti amichevoli con Jack e Teague. Nella casa di Anamaria conduce una vita semplice e ritirata, prendendosi cura di suo figlio ancora piccolo.

    Questa situazione è destinata a durare a lungo? O qualcosa cambierà dopo un inaspettato attacco pirata a Port Royal?





    «Yo-ho, yo-ho, la spada, il corvo e il mare…»

    Era passato più di un decennio dalla prima volta che quella canzone era uscita dalla sua bocca, cantata a bassa voce a bordo dell’imponente imbarcazione che aveva lasciato l’Inghilterra per dirigersi in Giamaica. Eppure, mentre le sue dita erano intente a maneggiare ago e filo, le parole le affioravano alle labbra con naturalezza, poiché non erano mai state dimenticate.

    Elizabeth non poté trattenere un sorriso. Le sue conoscenze piratesche sarebbero rimaste sbalordite nel vederla ricoprire il ruolo di donna di casa, seduta nell’angolo di una stanza a ricamare, ma chi sapeva leggerle dentro avrebbe capito come stessero realmente le cose. L’amore per il mare e per l’avventura era ancora vivo in lei, malgrado si fosse stabilita sulla terraferma da più di due anni; se aveva privilegiato una vita sedentaria ed era riuscita ad adattarvisi, aveva avuto un’ottima ragione.

    Lanciò uno sguardo al viso paffuto e placido del bambino che riposava accanto alla sua sedia. Un tempo era sembrato piccolissimo dentro quella culla spaziosa, che ormai lo conteneva a malapena, tanto era cresciuto! Stava diventando così grande… Di lì a una settimana avrebbe festeggiato il suo secondo compleanno.

    Elizabeth gli passò le nocche della mano sulla guancia morbida, facendolo sorridere nel sonno. Lo aveva chiamato Henry William; un compromesso fra gusto personale e tradizione. Rifiutato il primo dei quattro nomi di suo padre, che non piaceva molto neanche a lui stesso, aveva scelto il terzo. Del resto, “Henry Turner” suonava piuttosto bene alle sue orecchie e le era parso subito perfetto, oltre a ricordare il leggendario Henry Morgan del Codice dei Pirati. Infine, si era assicurata di completare l’opera omaggiando a dovere suo marito.

    Will non aveva mai preteso che il figlio si chiamasse come lui, però si era dichiarato d’accordo con la decisione della moglie. Purtroppo, aveva visto Henry in un’unica occasione: all’approssimarsi dell’alba dopo la sua nascita. In una lontana mattina di primavera, una Elizabeth vistosamente incinta era salita a bordo di una nave – non una nave qualsiasi, bensì quella del famigerato Capitano Jack Sparrow – per salutare alcuni vecchi amici, ma non aveva fatto in tempo a scendere ed era entrata in travaglio proprio lì, con nove giorni d’anticipo rispetto al previsto. Henry era venuto al mondo sulla Perla Nera, perciò Will, al quale era stata permessa una breve apparizione nella terra dei vivi, aveva avuto l’opportunità d’incontrarlo.

    Al ricordo del tumulto di emozioni sul viso del Capitano dell’Olandese Volante, quando aveva preso il figlio neonato fra le braccia prima di ripartire, un’ombra scese sul viso di sua moglie e lei depose l’ago da cucito. Da quel giorno, per ordine di Calipso, Will non aveva più lasciato il mare dei morti. I contatti con Elizabeth si erano limitati alla corrispondenza via mare consentita dalla dea, tramite una bottiglia magica che proteggeva i messaggi affidati alle onde. Elizabeth sospettava che Calipso, fatte alcune concessioni speciali al suo traghettatore e alla donna da lui amata, stesse cercando in tutti i modi di mettere alla prova entrambi, per verificare quanto fosse saldo il sentimento che li univa. Era una condizione frustrante, ma che alternativa c’era se non sopportarla, finché Will restava alle sue dipendenze? Non era certo una mossa saggia inimicarsi la divina sovrana dei mari.

    In ogni caso, Elizabeth non aveva intenzione di arrendersi. Se Calipso si fosse incaponita ancora per molto, sarebbe stato Will a doversi aspettare una visitina! Anzi, se il pensiero di tenere al sicuro il figlio non l’avesse tenuta a freno, Elizabeth sarebbe già andata ai confini del mondo almeno una volta.

    Henry si agitò nella culla, quasi fosse disturbato dal dilemma segreto della madre. Lei si chinò a baciargli la fronte, respirando il suo caratteristico odore infantile, più dolce e confortante di una carezza. I capelli, tirati indietro con un nastro, le ricaddero ai lati del viso, col risultato di solleticare la pelle del bambino, che sbatté le palpebre e arricciò il nasino delicato. Le sue manine grassocce si tesero verso Elizabeth, che mise da parte il lavoro di ricamo per regalargli un po’ di coccole.

    Chiunque lo vedesse in braccio a lei diceva che le assomigliava da morire, ma per Elizabeth – malgrado rilevasse nei suoi tratti vari aspetti di sé stessa – era una sorta di Will in miniatura: ne aveva ereditato gli occhi espressivi, la forma decisa della bocca, l’indole sensibile e ostinata insieme. Senza dubbio sarebbe diventato forte, gentile e bello, proprio come suo padre.

    Will chiedeva costantemente di lui nelle lettere mandate da Calipso. Voleva sapere tutto: quali erano i suoi giochi preferiti, quando aveva mosso i primi passi e gli erano spuntati i denti da latte, se era mattiniero o dormiglione, se gli piaceva l’acqua, cosa lo spaventava e cosa lo allietava, le parole che era già in grado di pronunciare bene… Non era mai sazio dei racconti di Elizabeth sul figlio. Lei si prodigava volentieri nei dettagli, eppure doveva sforzarsi di non rimuginare troppo sulla separazione tra suo marito e il loro bambino, altrimenti si sarebbe arrabbiata – e non era giusto che scaricasse la sua insofferenza su Will. Lo conosceva abbastanza da sapere quanto lo addolorasse quel distacco prolungato; aggiungere sale sulle ferite sarebbe stato crudele.

    Esisteva una possibilità di spezzare la maledizione dell’Olandese, affinché Will potesse tornare a casa? Elizabeth se lo augurava di cuore. In quegli anni aveva provato a raccogliere informazioni al riguardo, ma i suoi spostamenti erano limitatissimi a causa della tenera età di Henry. Ciononostante, era convinta che un giorno avrebbe ottenuto i risultati che cercava. Inoltre, attendeva il momento propizio per ricominciare a navigare. Chissà, forse la vecchia canzone sui pirati sarebbe stata di buon auspicio e l’avrebbe guidata verso Will – un po’ com’era accaduto ai tempi del loro primo, indimenticabile incontro…

    ***


    Meno di una settimana dopo il compleanno di Henry, Elizabeth ricevette una visita.

    Mastro Gibbs, che da circa un anno era rientrato nella ciurma di Jack, saltuariamente si concedeva dei periodi di pausa sulla terraferma, a Tortuga ma non solo. Già altre volte era passato a trovare Elizabeth su Athol Island, portandole notizie fresche sul mondo della pirateria. Inoltre, si era affezionato a Henry al punto da proporgli di giocare con lui di tanto in tanto.

    Quel giorno Elizabeth lo invitò a rimanere per pranzo e gli offrì da bere. Gibbs accettò, mentre osservava con simpatia i suoi tentativi di convincere il figlio a mangiare seduto composto.

    «Prende un sacco da te» le disse. «Ti somiglia sempre di più!»

    «Lo so.» Elizabeth accarezzò la testa del bambino. Quand’era nato aveva i capelli scuri del padre, ma col tempo si erano trasformati in una zazzera castano chiaro con riflessi biondi. «Dovrei tagliarglieli» aggiunse divertita, sollevando un paio di ciuffi disordinati. Henry emise un verso di protesta e tentò di allontanarle la mano. Gibbs rise sotto i baffi.

    «Allora, che novità ci sono? Come stanno Jack e gli altri?» chiese lei. «E hai per caso visto Anamaria? Mi ha affidato la casa e non torna qui da parecchio. Comincio a preoccuparmi.»

    «Stanno tutti bene» rispose Gibbs, prima di tracannare un lungo sorso di birra. A differenza di quanto avrebbe fatto Jack, aveva scelto di non lamentarsi dell’assenza di rum sulla tavola di Elizabeth. «Di Anamaria non posso dirti niente di preciso, non mi è capitato d’incontrarla… però ti assicuro che il vento sta cambiando. Hai sentito dei disordini a Port Royal?»

    Elizabeth aggrottò le sopracciglia. «No. A che ti riferisci?»

    «Alcuni gruppi di pirati si sono messi d’accordo per assaltare la città. Corre voce che vogliano trasformarla in un porto simile a Tortuga! E pare che il Governatore in persona sia rimasto ucciso in una serie di scontri» rivelò Gibbs in tono concitato.

    Elizabeth sgranò gli occhi. Henry si accorse dello stupore della madre e le rivolse uno sguardo incuriosito.

    «Persino la Compagnia delle Indie è in difficoltà» continuò Gibbs. «Sai che attualmente non ha un capo molto abile… Non mi stupirei se ci lasciasse la pelle anche lui! Forse i pirati avranno via libera sui mari, almeno per qualche tempo.»

    «Anamaria potrebbe ricavare qualche vantaggio da una situazione simile» rifletté Elizabeth, ricomponendosi. «E per te e Jack le cose andrebbero meglio.»

    Gibbs annuì con vigore. «Ci puoi giurare, ragazza! Da parte mia ci spero.»

    Lei non si sbilanciò su quel discorso, anche perché suo figlio aveva iniziato a battere il cucchiaio sul tavolo mentre la chiamava, nel chiaro intento di attirare la sua attenzione. Tuttavia, qualcosa le suggeriva che l’attacco a Port Royal fosse un buon segno. Certo, lei era un po’ in ansia per gli abitanti: nonostante la sua fuga e gli anni trascorsi su Athol Island, pensava ancora a loro come suoi concittadini. Malgrado ciò, voleva scoprire i piani dei pirati e ottenere un tornaconto personale, se fosse stato possibile.

    Al termine della conversazione con Gibbs un’idea prese forma nella sua mente. Non le restava che definire i dettagli, poi sarebbe passata all’azione. D’altronde, gli assi nella manica non le mancavano.

    ***


    L’Imperatrice fece rotta verso i Caraibi non appena giunse a Singapore il messaggio perentorio del suo Capitano. Tai Huang mantenne il comando fino all’arrivo su Athol Island; dopodiché, come promesso, lo cedette a Elizabeth. Salparono per Port Royal il giorno seguente.

    Entusiasta di trovarsi di nuovo al timone di una nave, lei non volle esternare le sue difficoltà nel riprendere confidenza con la navigazione, men che meno i sensi di colpa causati dalla lontananza da suo figlio. Era la prima volta che si separava da Henry per più di qualche ora: anche se la fida amica Bertha si sarebbe presa cura di lui, le si spezzò il cuore a lasciarlo indietro. Per un attimo si sentì una madre egoista e snaturata, ma la visione dell’orizzonte illuminato dal sole, del mare azzurro e delle vele spiegate al vento le restituì lucidità e determinazione. Non si trattava di un addio, solo di un arrivederci. Sarebbe stato troppo pericoloso coinvolgere il bambino nei suoi piani: su Athol Island poteva stare tranquillo e al sicuro fino al suo ritorno. Quanto al Forziere Fantasma, era altrettanto ben custodito, nascosto dentro l’armadio chiuso a chiave della sua stanza. Non c’era nulla da temere, disse Elizabeth a sé stessa.

    Una volta che L’Imperatrice fu arrivata a Port Royal, ciurma e comandante si prepararono ad affrontare i pirati che avevano preso il controllo della città. Elizabeth indossava con fierezza la sua tenuta da Capitano; non aveva mai voluto venderla perché, oltre a conferirle un aspetto importante e un’aria autoritaria, era stata il suo abito nuziale. Portava un nuovo cappello fornitole da Tai Huang, simile a quello andato perduto poco prima dello scontro finale con Beckett, e i suoi capelli erano raccolti in un alto chignon. Con la sua spada in mano e l’altra regalatale da Will appesa al fodero, si recò alla villa del Governatore. Fin dalla conversazione con Gibbs, infatti, si era messa in testa di appropriarsi dell’eredità di famiglia, sfruttando la confusione in cui versava Port Royal dopo l’attacco. A spalleggiarla non c’era solo la maggioranza dei suoi uomini: era presente anche Jack e, giunto a sorpresa all’ultimo momento, perfino il Capitano Teague. Quando Elizabeth irruppe nel salotto, era affiancata da entrambi.

    «Chi siete? Che cosa volete?» domandò un pirata stravaccato in poltrona e coi piedi sul tavolo. Bevve un sorso da un boccale sbeccato e si asciugò il mento con la manica logora della camicia. Aveva una chioma lunga e sporca, bionda ma striata di grigio, stivali bucati e un cappello sformato in testa. Elizabeth ringraziò il Cielo che il suo povero padre non potesse vedere quell’individuo occupare la loro casa, trattandola alla stregua di una bettola.

    «Non sai chi sono… voglio dire, chi siamo?» esclamò Jack. «Mi deludi, amico.»

    Il pirata biondo lo fissò con occhi socchiusi, nello sforzo di ricordare qualcosa. «Jack Sparrow?» borbottò infine.

    «Capitan Jack Sparrow, prego.»

    «Ho sentito parlare di te. C’è una bella taglia sulla tua testa.»

    Jack alzò le spalle. «Quale famoso pirata non ha una taglia sulla testa?»

    «E quegli altri chi sono? Membri della tua ciurma?»

    «Capitano Edward Teague, Custode del Codice» si presentò il padre di Jack senza cordialità.

    «E il ragazzo?» chiese il pirata, additando Elizabeth con l’indice sudicio. «Da quando in qua i mozzi hanno vestiti sfarzosi?»

    Lei storse la bocca. «Non sono un mozzo. In effetti, hai di fronte la persona con più influenza sui sette mari.» Scrutò con crescente antipatia l’espressione beffarda del suo interlocutore. «Sono Elizabeth Swann, Re dei Pirati, eletta tre anni fa durante l’ultimo Consiglio della Fratellanza. Ho guidato la battaglia decisiva contro Cutler Beckett. Coloro che mi accompagnano fanno parte del mio equipaggio, a eccezione dei due Capitani accanto a me, che sono qui con le loro navi.»

    «Il Re dei Pirati? Una donna? Lo avevo sentito dire, ma non ci credevo» fu la replica sprezzante. Al contrario, gli altri pirati presenti nel salotto lanciarono a Elizabeth occhiate di approvazione o di riconoscimento.

    «Io c’ero» affermò uno di loro, aggiustandosi il colletto. Somigliava vagamente a Ragetti, ma era un po’ più in carne. «È davvero il Re del Consiglio. Ha gli stessi vestiti di quel giorno.»

    «E con questo? I titoli non contano, la riunione di tre anni fa è finita da un pezzo. Quanto al Codice, quell’anticaglia…» Il pirata biondo stava per dire qualcosa di sgradevole, ma uno sguardo omicida e spietato di Teague lo persuase a lasciar perdere. «Che volete?» si accontentò di ripetere, stavolta con meno boria.

    «Le mie fonti mi hanno riferito delle vostre intenzioni di trasformare questa città in un porto pirata» dichiarò Elizabeth. «Ciò non mi disturba; tuttavia, non desidero che vengano arrecati danni ai civili. Conosco la popolazione di Port Royal ed è gente perlopiù onesta, sebbene non manchino i ricchi approfittatori o i delinquenti di strada. Dunque chiedo che gli innocenti non subiscano torture, che la situazione generale sia mantenuta pacifica e che eventuali furti all’aristocrazia siano condotti con la minor violenza possibile.»

    «Ma è ridicolo!» protestò un pirata sdentato dalla schiena curva. «Che ci guadagneremmo noi?»

    «Salvereste la pelle» ribatté Elizabeth, schietta. «La Giamaica appartiene alla Corona inglese e, se credete che la Compagnia delle Indie rinuncerà al controllo su questa città, vi sbagliate di grosso. Appena si sarà riorganizzata, la Marina non vi darà tregua. Io posso avviare delle trattative per agevolare un compromesso fra le parti.»

    «E perché mai la Marina dovrebbe ascoltare te?» Il pirata biondo fece una smorfia di disprezzo. «Agli occhi della cosiddetta società civile, sei feccia come qualsiasi altro pirata. La tua posizione di Re e Capitano è la migliore garanzia per spedirti al fresco in una cella!»

    «È probabile» convenne Elizabeth, «ma non se ho L’Olandese Volante al mio servizio, come adesso.»

    Calò un silenzio sbigottito e i complici del pirata biondo si coprirono la bocca con le mani. Lui sbottò: «È la più grossa stupidaggine che potevi inventarti, donna! Non credo a una sola parola.»

    «Questo non è un mio problema. Ho sposato il nuovo Capitano dell’Olandese e l’equipaggio della Perla Nera può testimoniarlo. Ciò significa che, se soltanto volessi, potrei avere l’intero controllo dei mari. Ho una ciurma al mio comando, altre due disposte ad affiancarmi» Elizabeth scoccò uno sguardo d’intesa a Jack e poi a Teague, «la nave più potente del mondo a mia completa disposizione e un marito che tratta tutti i giorni con la morte. Non augurerei a nessuno di mettersi contro di me.»

    Scese di nuovo il silenzio.

    «Il mio consiglio è di essere ragionevoli e accettare le mie condizioni. Mi adopererò affinché ai pirati sia concesso soggiornare qui a Port Royal senza essere perseguiti dalla legge, a patto che lascino in pace le brave persone che si guadagnano da vivere col proprio lavoro. Se poi c’è chi preferisce penzolare da un cappio, si accomodi.» Il Re dei Pirati sorrise, ma era un sorriso cupo e minaccioso. «Non sarò io a negargli l’occasione di conoscere personalmente mio marito, traghettatore delle anime defunte, nonché Signore degli Oceani e protetto della dea Calipso.»

    «Che… che il Cielo ci salvi» balbettò lo sdentato. «Qui la faccenda è seria!»

    Il pirata biondo si alzò e sputò per terra, ma c’era un lampo di paura inequivocabile nel suo sguardo. «Strega» ringhiò. «Ci hai messi nel sacco, non è così? Eppure la marea cambierà, un giorno o l’altro, e ti pentirai della tua arroganza.»

    Elizabeth si strinse nelle spalle, per nulla impressionata da lui. «Desidero effettuare un giro di ricognizione per la casa» lo informò per tutta risposta. «Non hai niente in contrario, vero?»

    ***


    La cassaforte di Weatherby Swann era ancora al suo posto. Dopo Beckett, forse anche il nuovo Governatore si era permesso di sottrarre qualcosa, ma nessuno dei due l’aveva svuotata. Con il denaro e i gioielli rimasti, uniti ai soldi depositati in banca da suo padre, Elizabeth avrebbe potuto disporre di una considerevole fortuna… e aveva già un’idea su come farla fruttare.

    L’uccisione del successore di Beckett durante il saccheggio di Port Royal aveva gettato nel caos la Compagnia delle Indie, senza contare che c’era bisogno di un altro Governatore. Se da un lato non era possibile lasciare che la città diventasse monopolio pirata, dall’altro la debolezza della Compagnia offriva a Elizabeth uno spiraglio per agire, in qualità di mediatrice fra gli interessi contrastanti delle parti in causa. La sua posizione di Re del Consiglio della Fratellanza, grazie anche all’appoggio esplicito di Jack e Teague, le conferiva un po’ di prestigio presso i pirati, mentre la paura dell’Olandese Volante era l’unico argine possibile allo strapotere degli ex seguaci di Beckett. I soldi avrebbero fatto il resto.

    Il negoziato non fu facile e richiese lunghe trattative. Elizabeth non menzionò mai il Forziere, sapendo che erano in pochi a conoscerne l’esistenza; di certo tutti ne ignoravano l’ubicazione. In compenso, sottolineò quanto fosse stato decisivo l’intervento di Calipso per la distruzione dell’Endeavour. La dea, spiegò, era capace di punire i suoi nemici grazie a violenti uragani e aveva come braccio destro l’immortale Capitano dell’Olandese. Quest’ultimo era in costante contatto con la sua sposa, di cui condivideva gli scopi, perciò tentare di ostacolare lei equivaleva a mettersi contro di lui. Quanto all’assurdità di inimicarselo direttamente, era una dichiarazione di guerra a sua moglie, alla ciurma dell’Olandese e alla dea dei mari stessa!

    Andò a finire che Port Royal rimase senza Governatore… perlomeno in apparenza. Fu Elizabeth ad assumere quell’incarico, seppure in via ufficiosa. In particolare s’impegnò a garantire il pagamento delle tasse da parte degli abitanti, ma l’influenza della Compagnia delle Indie sugli scambi commerciali diminuì, perciò i pirati furono liberi di andare avanti e indietro da Tortuga, a condizione che i loro traffici non alimentassero disordini e malcontento in città.

    Nelle settimane che seguirono, Elizabeth si spostò più volte da Port Royal ad Athol Island e viceversa. Non avrebbe organizzato alcun trasloco senza sincerarsi che le acque si fossero calmate e nessuno rischiasse di far del male a Henry: l’ultima cosa che voleva era mettere in pericolo l’incolumità di suo figlio. Fu per questa ragione che il bambino, prima dell’inizio del mese d’agosto, non ebbe la possibilità di girare per Port Royal.

    Quando la situazione si stabilizzò abbastanza da rasserenare Elizabeth, lei prese l’abitudine di portare Henry a passeggio lungo la costa, in una zona riparata e lontana dal molo. Fu proprio lui, un pomeriggio, ad avvistare qualcosa fra le onde, mentre al suo fianco la madre aveva chiuso gli occhi e respirava a pieni polmoni l’aria salmastra, come amava fare sulla spiaggia di Athol Island.

    «Mamma!» Henry mollò la mano di Elizabeth, le strattonò la gonna e gesticolò verso un familiare oggetto di vetro in balìa della corrente.

    Col cuore che le martellava nella gabbia toracica, lei fissò la bottiglia portentosa, che scivolò sull’acqua fino ad atterrare dritta ai suoi piedi, dove le dita vivaci di suo figlio la afferrarono.

    «Su, tesoro, dammela» esortò Elizabeth. «Vediamo cosa dice il messaggio.»

    Una volta che ebbe preso la bottiglia, tolse il tappo di sughero con un energico plop. Henry si aggrappò alla sua gonna con entrambe le mani, il viso luminoso per la curiosità e l’allegria, malgrado tradisse quel pizzico di timore reverenziale che di solito gli ispirava la figura del padre.

    Trepidante, Elizabeth lisciò il foglio di carta, gli occhi che scorrevano rapidi su ogni parola, ogni frase, ogni macchia d’inchiostro accidentale.


    Carissima Elizabeth,

    perdonami per aver tardato tanto a scriverti, ma sono stato parecchio indaffarato e le tue ultime notizie mi hanno colto di sorpresa.

    Ti conosco da sempre e non mi hai mai nascosto di avere dentro di te il richiamo dell’avventura. Non ho intenzione di biasimarti per le tue scelte, benché qualcuno possa definirle avventate. Quello che ti chiedo è di stare attenta: la Compagnia delle Indie è un nemico potente e potrebbe causarti seri problemi anche senza Beckett.

    Sono contento, ad ogni modo, che sei riuscita a entrare in possesso della tua legittima eredità. È giusto che sia tu ad amministrare il patrimonio della famiglia Swann, invece di lasciarlo in mani estranee, e tuo padre sarebbe orgoglioso di sapere che ti sei esposta per proteggere la brava gente di Port Royal… Solo che, conoscendolo, avrebbe giudicato poco ortodosso consentire ai pirati di scorrazzare per la città!

    A proposito, ringrazia Jack per mio conto. È stato molto leale da parte sua accettare di aiutarti nella tua impresa. E quando vedi il Capitano Teague, per favore, di’ che gli sono riconoscente e mi sento in debito con lui, sia per l’appoggio che ti ha dimostrato in quest’occasione, sia per tutto ciò che ha fatto tre anni fa, dopo che io e te siamo stati costretti a separarci.

    Passiamo alle novità di cui desidero metterti subito al corrente. Ho parlato con Calipso l’altro giorno e… indovina un po’? Verrò da te a Port Royal, all’alba del nostro terzo anniversario di matrimonio! Direi che il mio arrivo casca a fagiolo, considerata la tua situazione attuale: chiunque vedrà L’Olandese vicina all’Imperatrice avrà una prova del nostro legame. Naturalmente non attraccherò, ma dal porto avvisterai la mia nave e potrai raggiungerla con la tua.

    Mio padre manda i suoi saluti sia a te che a Henry. Vi darà il benvenuto sull’Olandese, casomai vorreste salire, ma non ho ancora capito se è disposto a spostarsi da voi sull’Imperatrice oppure no. È diventato un po’ taciturno dal mio ultimo incontro con Calipso… Immagino che ci toccherà attendere il nostro incontro per sapere cos’ha deciso.

    Aspetto con ansia di poterti guardare negli occhi e di sentire la tua voce. Aspetto di scoprire quant’è cresciuto Henry e di vedere per la prima volta il suo sorriso. Digli che non passa giorno senza che io pensi a lui, che lo immagino sano, forte e felice, che è la persona più importante per me assieme a sua madre. Se la mia condizione mi permettesse di starvi accanto, non rimarrei neppure un istante lontano da voi.

    Tieni gli occhi piantati sull’orizzonte, Elizabeth, e sarò lì non appena il sole sorgerà sul nostro terzo anniversario. Con amore, sempre,

    Will


    La moglie del Capitano dell’Olandese s’inginocchiò per attirare a sé il figlio. «Tuo padre sarà qui! Potrete rivedervi!» annunciò, tremante per l’emozione. Se prima aveva i battiti a mille, dopo aver letto il messaggio le esplodeva il petto dalla gioia! «Ti ho raccontato che è venuto a trovarci quando sei nato, ma presto potrai parlargli, abbracciarlo e… Oh, Henry, ho ricevuto il miglior regalo del mondo! Tuo padre viene da noi, finalmente.»

    «Pade?» Lo sguardo del bambino divenne un tripudio di felicità e d’impazienza. «Qui?»

    Elizabeth annuì, radiosa come non lo era da tempo. Di solito le difficoltà di Henry con l’articolazione della lettera erre – o di altri suoni complicati per un bimbo della sua età – le strappavano un leggero sorriso affettuoso, ma stavolta era troppo euforica: scoppiò in una risata spumeggiante e strinse di nuovo il figlio a sé. Henry le avvolse le piccole braccia intorno al collo.

    «Tuo padre arriverà con la sua nave e il suo equipaggio» aggiunse Elizabeth, staccatasi da lui quel tanto che bastava per guardarlo in faccia. «Dovremo alzarci prestissimo per salire sulla nostra nave e andare da lui, perché non scenderà a terra. Farai il bravo e ti alzerai?»

    Henry drizzò la schiena, quasi volesse mettersi sull’attenti, e le rivolse un energico cenno di assenso. «Bavo» disse mentre indicava sé stesso.

    «Meraviglioso, tesoro» lo elogiò Elizabeth. Gli diede un bacio sulla guancia, si tirò su e sollevò i palmi per contare sette dita. «Tuo padre arriva fra sette giorni» chiarì. «Ricorda, mi raccomando: sette.» Si spazzolò la gonna e prese la mano del figlio nella sua. «Adesso andiamo. È quasi ora di cena, per oggi la passeggiata è finita.»

    Henry oppose resistenza, affondando i piedi nella sabbia. «Tonniamo?»

    I suoi occhi da cerbiatto, teneri e supplichevoli, lo rendevano più simile che mai a Will da ragazzino. Il cuore di sua madre si sciolse a quella vista. «Vuoi tornare qui sulla spiaggia?»

    Il bambino confermò con un altro cenno.

    «Veniamo» lo rassicurò lei. «Domani al tramonto. Non ti preoccupare.»

    Sul volto di Henry scese una strana solennità, che Elizabeth non aveva mai notato prima. Fu come scorgere l’ombra dell’uomo che sarebbe diventato un giorno, in un lontano futuro.

    «Stai bene, tesoro?»

    Henry puntò un dito verso l’oceano. «Piate» si limitò a rispondere, come se questo fosse sufficiente a spiegare tutto.

    Elizabeth emise un sospiro comprensivo. «È lo stesso per me» confidò, accarezzando il dorso della sua manina. «Mi piace moltissimo il mare…»

    fine prima parte




    Link seconda e ultima parte

    Edited by Elizabeth Swann - 1/1/2024, 20:08
     
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    Ciao e ben tornata nel fantastico mondo dei pirati :woot:

    Non puoi immaginare quanto mi abbia fatto piacere scorgere una tua nuova fanfiction sulla saga e devo dire che come altre volte, sei riuscita a tenermi incollata allo schermo, grazie alla tua capacità di introspezione e alla tua narrazione sempre molto scorrevole.

    Apprezzo come riesci a centrare benissimo il personaggio di Elizabeth, anche immaginandola nella sua nuova dimensione di mamma, senza trascurare il suo spirito più indomito e battagliero, tanto nel crescere da sola un figlio, quanto nel rivendicare il suo titolo e la sua eredità, decidendo di tornare a Port Royal (che in effetti divenne realmente un porto di pirati, al pari di Tortuga :D ) e affrontare a testa alta gli "usurpatori", con fermezza e sprezzo, ma anche con il buon senso e la diplomazia che la contraddistinguono.

    Mi sarebbe piaciuto che nel quarto e quinto film vi fosse stato almeno un piccolo accenno alla situazione sorta dopo la sconfitta della Compagnia delle Indie Orientali, ma purtroppo sappiamo bene quanto deludenti siano state le scelte di sceneggiatura fatte da quei film >_<

    E dunque ho trovato la tua ipotesi ben pensata e raccontata.

    Avendo letto altri tuoi lavori da te citati, ho colto i riferimenti ad altri personaggi e vicende e posso dire che stai riuscendo a creare poco a poco una sorta di universo alternativo post-saga che va a colmare le tante lacune in maniera credibile, senza tradire lo spirito dei personaggi: Jack, Gibbs e Teague, anche se fanno una breve apparizione li ho trovati tutti IC, e il piccolo Henry è tenerissimo :wub:

    Sono molto curiosa di scoprire come andrà l'atteso incontro tra i nostri amati Capitani e cos'altro racconterai.

    Alla prossima!)
     
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    CITAZIONE (Fanny Solomon @ 27/5/2023, 17:41) 
    Ciao e ben tornata nel fantastico mondo dei pirati :woot:

    Non puoi immaginare quanto mi abbia fatto piacere scorgere una tua nuova fanfiction sulla saga e devo dire che come altre volte, sei riuscita a tenermi incollata allo schermo, grazie alla tua capacità di introspezione e alla tua narrazione sempre molto scorrevole.

    Fanny Solomon wow, quanto entusiasmo! Mi fai arrossire *^^*

    CITAZIONE (Fanny Solomon @ 27/5/2023, 17:41) 
    Apprezzo come riesci a centrare benissimo il personaggio di Elizabeth, anche immaginandola nella sua nuova dimensione di mamma, senza trascurare il suo spirito più indomito e battagliero, tanto nel crescere da sola un figlio, quanto nel rivendicare il suo titolo e la sua eredità, decidendo di tornare a Port Royal (che in effetti divenne realmente un porto di pirati, al pari di Tortuga :D ) e affrontare a testa alta gli "usurpatori", con fermezza e sprezzo, ma anche con il buon senso e la diplomazia che la contraddistinguono.

    Non immagini quanto m'incoraggino queste parole! Il mio obiettivo principale era proprio dimostrare che Elizabeth è "rimasta sé stessa", per così dire: mi hanno sempre infastidita i commenti di chi sostiene che il suo personaggio sia stato rovinato dal finale del terzo film. Solo perché la vediamo da sola su un'isola per due secondi, dopo che Will parte, non significa che sia diventata di colpo una donna debole, priva della libertà di forgiare il proprio destino! Purtroppo, temo che anche il fatto che ha avuto un figlio sia malvisto da qualcuno, nel senso che viene considerato un sistema degli sceneggiatori per farla rientrare nei ranghi di donna che può soltanto essere moglie e madre, rinunciando al resto della sua vita :|
    Personalmente non credo affatto che sia così. Non sappiamo niente di quei dieci anni trascorsi fra la partenza di Will e il suo sbarco a terra - ed Elizabeth, fino a prova contraria, era Capitano di una nave e Re della Fratellanza. Non ci sono prove che abbia smesso di esserlo quando Will è andato via: tutto ciò che ci viene mostrato, dopo i titoli di coda del terzo film, è lei che aspetta il marito la sera del suo ritorno, in compagnia del figlio, in un luogo diverso da quello del saluto con Will. Può aver fatto mille giri in un decennio...

    Mi piaceva l'idea di mettere alla prova la sua intelligenza e la sua abilità "politica" di negoziare, per cui mi sono inventata una situazione che le desse questa possibilità, senza però toglierle l’opportunità di dimostrarsi anche una madre affettuosa, che ama prendersi cura del suo bambino ^_^

    CITAZIONE (Fanny Solomon @ 27/5/2023, 17:41) 
    Mi sarebbe piaciuto che nel quarto e quinto film vi fosse stato almeno un piccolo accenno alla situazione sorta dopo la sconfitta della Compagnia delle Indie Orientali, ma purtroppo sappiamo bene quanto deludenti siano state le scelte di sceneggiatura fatte da quei film >_<

    E dunque ho trovato la tua ipotesi ben pensata e raccontata.

    Grazie <3 Avevo paura di aver messo su una vicenda con troppe forzature (anche se si tratta pur sempre di una fanfiction su un'opera non realistica, quindi non è necessario essere storicamente accurata). Sono molto contenta che tu abbia gradito le mie scelte di trama!

    CITAZIONE (Fanny Solomon @ 27/5/2023, 17:41) 
    Avendo letto altri tuoi lavori da te citati, ho colto i riferimenti ad altri personaggi e vicende e posso dire che stai riuscendo a creare poco a poco una sorta di universo alternativo post-saga che va a colmare le tante lacune in maniera credibile, senza tradire lo spirito dei personaggi: Jack, Gibbs e Teague, anche se fanno una breve apparizione li ho trovati tutti IC, e il piccolo Henry è tenerissimo :wub:

    In effetti, come ho ammesso tempo fa, le mie fanfiction sono un po' tutte collegate; in qualche modo voglio provare a raccontare la mia versione dei fatti, senza tradire quanto ci viene detto e mostrato nei primi tre film. (Dei successivi non mi preoccupo più di tanto, lo ammetto, però diciamo che finora sto cercando di non contraddirli in maniera troppo palese X) )

    Scrivendo mi sono resa conto che il personaggio di Teague mi viene abbastanza naturale da rappresentare, quindi sono stata ben felice di inserirlo... Mentre Jack e Gibbs non potevano mancare, poiché sono convinta che Elizabeth abbia mantenuto i contatti con loro, anche se in maniera sporadica, durante la crescita del figlio.
    A proposito, lieta che ti piaccia il piccolino :] Lo vedrai maggiormente in azione nella seconda parte e spero che continuerà a piacerti!

    CITAZIONE (Fanny Solomon @ 27/5/2023, 17:41) 
    Sono molto curiosa di scoprire come andrà l'atteso incontro tra i nostri amati Capitani e cos'altro racconterai.

    Alla prossima!)

    Mi auguro di soddisfare al più presto la tua curiosità :) Grazie ancora per i complimenti - e, in generale, per lo splendido commento!
     
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    Tenendo in braccio suo figlio sovreccitato, Elizabeth guardò la sagoma dell’Olandese Volante ingrandirsi sempre di più, intanto che L’Imperatrice veniva manovrata da Tai Huang. Lui e il resto degli uomini erano sulle spine all’idea di avvicinare la nave maledetta appartenuta a Davy Jones, ma non avevano avuto altra scelta che obbedire agli ordini imperiosi del loro comandante. Per fortuna l’aspetto dell’Olandese era molto migliorato dopo la morte del vecchio Capitano: scomparsi i molluschi, le alghe e varie forme di vita marina, il legno marcescente dello scafo era tornato all’antico splendore, conferendo al mitico veliero l’eleganza e la solidità di un tempo lontano e leggendario, quando ancora nessuno sottostava alla tirannia di Jones. Le vele, di un tenue color verde acqua, si gonfiavano orgogliose al vento, non più lacere né sporche. A coronare il tutto, la ciurma non aveva sembianze mostruose, bensì umane e pienamente riconoscibili come tali.

    Al timone c’era Will in persona. A quella vista il cuore di Elizabeth prese a battere con tale veemenza da rimbombarle nelle orecchie. I suoi occhi seguirono i movimenti del marito, mentre lui cedeva il posto a un altro membro dell’equipaggio, ordinava di far calare una scialuppa e vi saliva sopra. Avrebbe potuto materializzarsi sul ponte dell’Imperatrice, ma era probabile che non volesse spaventare Henry e turbare i pirati di Singapore, perciò era ricorso a un mezzo di trasporto più ortodosso.

    Non appena Elizabeth poté andargli incontro, si precipitò da lui alla massima velocità che le consentivano le gambe. Sembrava identico all’ultima volta che Calipso gli aveva concesso di lasciare il mondo dei morti, tranne per la fascia che gli cingeva la vita, grigio chiaro anziché colorata, e per la camicia, verde acqua come le vele dell’Olandese, che ben si sposava con la bandana da Capitano. Elizabeth era così ansiosa di stargli accanto, toccarlo e parlargli che le mancava il fiato e le vacillavano le ginocchia.

    «Will!»

    In due passi il marito la raggiunse. Si trovarono faccia a faccia e, per un attimo, fu come se non si fossero mai lasciati, malgrado l’emozione di rincontrarsi rischiasse di paralizzarli, tanto era difficile da contenere. Elizabeth lesse nelle iridi scure di Will la stessa traboccante esultanza che le erompeva dentro: con lo sguardo assorbì ogni dettaglio della sua figura familiare e del suo viso amato, consapevole che lui stava facendo lo stesso con lei, senza minimamente sorprendersi di vederla in abiti maschili.

    «Elizabeth.» La voce di Will si mantenne bassa, eppure la sua espressione raggiante tradì il suo stato d’animo. «Sei venuta… Siete venuti.» Il suo braccio tremò appena, animato dal desiderio irresistibile di avvolgersi intorno al corpo di lei… ma c’era Henry da considerare, dunque Will tentò un approccio diverso. Prese una ciocca dei capelli sciolti della moglie, svolazzante nella brezza estiva, e gliela sistemò dietro la spalla; poi si focalizzò sul figlio.

    «Abbiamo un piccolo marinaio qui, vero?» esclamò in tono giocoso.

    Aggrappato al collo e al panciotto di Elizabeth, Henry non aveva spiccicato verbo da quando la scialuppa si era accostata al fianco dell’Imperatrice. Non diede segno di voler rispondere alla domanda. Will provò a sfiorargli una guancia e lui seppellì il viso nella lunga chioma della madre, col risultato che gli cadde il cappello, un po’ troppo grande per la sua testa. Suo padre si chinò subito a raccoglierlo.

    «Gliel’ho cucito assieme a Bertha» disse Elizabeth con una punta d’ilarità. «Solo che, a quanto pare, non abbiamo preso le misure con la dovuta precisione.» Incitò Henry a voltarsi, dandogli un colpetto sulla schiena. «Di solito non è così timido» assicurò al marito. «Mentre venivamo qua non ha smesso un attimo di cantare la mia canzone preferita sui pirati! Ancora non l’ha imparata per intero, ma…»

    Will sorrise con indulgenza. «Ti avevo detto di non insegnargliela prima dei cinque anni.»

    Henry continuava a tacere, quasi fosse intenzionato a non aprire più bocca. «Su, tesoro, girati. Non vuoi salutare?» lo incalzò Elizabeth. Con l’intento di strappargli una risata, soffiò via dal suo orecchio un ciuffo ribelle. Il bambino ridacchiò piano, ma non si mosse e preferì rannicchiarsi contro di lei, come se il calore materno fosse il suo rifugio da una tempesta.

    «Che ti prende?» si stupì Elizabeth. Quella riservatezza era in netto contrasto con la loquacità mostrata da Henry fin dall’arrivo della lettera di Will. «Perché non ti comporti bene con tuo padre? Non è carino, sai. L’abbiamo aspettato tanto e adesso tu non lo guardi nemmeno?»

    «Lascia stare, Elizabeth» intervenne Will. Si adombrò, pur sforzandosi di parlare con leggerezza. «Immaginavo che sarebbe accaduto. Non può certo ricordarsi la mia faccia.»

    «Non ho idea di cosa gli succeda. Giuro che era al settimo cielo per il tuo arrivo.»

    «Devi solo dargli tempo. Io… io lo capisco.»

    «Ehm, Capitano Turner?»

    Era Tai Huang. Elizabeth e Will si voltarono nello stesso istante.

    «Sì?» replicarono in coro.

    «Chiedo scusa, ma è a lui che mi riferivo» specificò Tai Huang, impacciato come il suo Re e comandante non l’aveva mai visto. Fece un cenno a Will. «In qualità di primo ufficiale dell’Imperatrice, desidero porgervi i miei ossequi e quelli dell’equipaggio» aggiunse, fissandolo con malcelata soggezione mista a timore.

    «Grazie. Lo apprezzo» rispose Will. La cerimoniosità l’aveva preso in contropiede, dato che nessun membro della ciurma si era ancora arrischiato a dargli il benvenuto… ma lui riuscì comunque ad assumere un tono fermo, solenne quanto quello usato dal pirata di Singapore.

    «Volete visitare la nave, scendere sottocoperta? So che il nostro Capitano sarebbe felice di accompagnarvi» garantì Tai Huang.

    «Volentieri. Mi piacerebbe fare un giro.»

    Elizabeth scosse la testa, divisa fra l’esasperazione e il desiderio di lanciare una battuta sarcastica. Non c’era dubbio che i suoi uomini cercassero di tenere Will il più lontano possibile da loro – neanche fosse la malasorte in persona! Quell’atteggiamento pavido e superstizioso cominciava a urtarle i nervi. Fortuna che lei non se ne lasciava influenzare.

    «Andiamo nei miei alloggi» propose al marito. «Lì potremo stare per conto nostro.»

    Lui fu d’accordo e la seguì fino alla sua cabina. «Pensavo fossi il Capitano Swann» esclamò durante il tragitto.

    Henry gli diede una sbirciata di sottecchi, oltre la cortina di capelli della madre. Lei rise. «Ogni tanto al mio equipaggio non dispiace ricordarmi che sono una donna sposata.»

    Will ammiccò. «Spero che si tratti di un promemoria gradevole.»

    «Solo se mi viene in mente la mia luna di miele» lo stuzzicò sua moglie, mentre varcava la soglia della cabina.

    Stavolta fu lui a ridere. Questo attirò l’attenzione di Henry, che alzò la testa per guardarlo meglio. Elizabeth si rivolse al figlio con sollecitudine: «Ti va di dire ciao?»

    In silenzio, lui sollevò una manina e la agitò in direzione di Will.

    «Ciao anche a te.» Il saluto di Will fu amabile e caloroso. «La mamma mi ha raccontato un sacco di belle cose su voi due. Dice sempre che sei un bimbo intelligente e che lei ti vuole un mondo di bene. È la verità?»

    Henry annuì. Contemplava il viso del padre con l’interesse di un fisionomista. Un po’ a disagio, Will giocherellò con la tesa del cappello del bambino; eppure, malgrado fosse dubbioso sul comportamento da adottare, non smise di mostrarsi amichevole.

    «Mi raccomando, continua così. Quando giochi con la mamma, o quando passeggiate insieme sulla spiaggia e cantate la canzone dei pirati, so che lei è contenta; contenta di stare con te come tu di stare con lei. Questo è molto importante.»

    «Certo che sono contenta.» Elizabeth strizzò l’occhio a Henry, che nascose di nuovo il viso contro la sua spalla. «Tutto grazie al mio piccolo pirata dal cuore d’oro.» Invitò Will a prendere posto al tavolo, accanto a lei, e a deporre il cappello del figlio sopra le carte nautiche. Fu allora che le venne in mente un passaggio dell’ultima lettera ricevuta via mare.

    «Dov’è tuo padre, Will? Non l’ho visto in mezzo ai tuoi uomini.»

    «Ha detto che è meglio se stiamo un po’ da soli. È rimasto sottocoperta, immagino si farà vivo più tardi.»

    «Pensi che abbia paura di darci fastidio?» chiese Elizabeth.

    Will appoggiò i gomiti sul tavolo e intrecciò le dita. «Probabile. Si sente ancora in debito – e in colpa verso di me. Me ne sono accorto, anche se non discutiamo mai di quest’argomento.»

    Elizabeth gli massaggiò il braccio in segno di conforto. «Non potrà mai recuperare il tempo perduto, ma suppongo che voglia essere un buon padre per te, almeno nella vecchiaia. Del resto, la lealtà che gli hai dimostrato non è cosa da poco.»

    «Ho fatto ciò che ritenevo giusto. Mi dispiace solo di aver perso il controllo della situazione» ammise Will. «Avrei dovuto avere i riflessi più pronti e maggiore buonsenso. Forse a quest’ora…»

    «Non badarci» tentò di consolarlo Elizabeth. Con una mano tenne Henry stretto a sé, mentre allungava l’altra per posarla su quelle del marito. «Ormai quel che è stato è stato.»

    Will si girò e inclinò il capo verso il basso. La sua fronte rivestita di stoffa strusciò su quella scoperta di Elizabeth. «Mi dispiace» ripeté lui. «Se avessi potuto, sai che…»

    «Shh. Sei con me, adesso» gli sussurrò lei. «E non hai nulla di cui rimproverarti.»

    Le loro labbra si sfiorarono, titubanti e incerte, quasi avessero dimenticato come unirsi in un bacio. Il tocco reciproco fu morbido, lento, carezzevole. Gli innamorati assaporarono la riscoperta di un piacere del quale erano stati privati per più di due anni.

    Quando Elizabeth dischiuse la bocca, per rendere più eccitante la sensazione, Will reagì d’impulso, il braccio che si protendeva ad afferrarle la vita… ma Henry saltò su come punto da una zanzara e non mancò di ricordare la sua presenza ai genitori: lanciando un gridolino irritato, agguantò le estremità della bandana del padre.

    Con un misto di allegria e riluttanza, Will interruppe il bacio. «Sembra che abbiamo disturbato qualcuno» constatò.

    «Henry, tesoro, lascia andare» ammonì Elizabeth.

    Il bambino parve non sentirla. Era affascinato dai motivi scuri che punteggiavano il tessuto grigioverde e vi passava le dita sopra, a più riprese. Will piegò la testa nella sua direzione, dandogli piena libertà di agire.

    Elizabeth era sul punto d’intervenire, ma una sorta di presentimento la spinse a non farlo e lei s’impose di restare immobile. Un minuscolo palmo premette sul nodo della bandana di Will, poi si spostò verso l’orlo che gli copriva la parte bassa della fronte.

    «Pade?»

    Benché Henry avesse parlato piano, la sua vocina esile parve riempire l’intera cabina.

    «Cosa c’è, figliolo?» chiese Will, con una dolcezza che si estendeva ai suoi occhi. Era intenerito, sorpreso, speranzoso. Lui ed Elizabeth si scambiarono uno sguardo d’intesa, amando più che mai quel momento di condivisione. Il fatto che Henry, nel rinunciare definitivamente al suo insolito mutismo, si fosse rivolto proprio al padre era una benedizione meravigliosa, nonostante la causa sembrasse banale.

    Il bambino toccò di nuovo la bandana, gli angoli delle labbra che si tendevano all’insù. «Piate.»

    Allora Will sciolse il nodo e gli porse il rettangolo di stoffa. «Ecco qua. Prendi pure.»

    Emettendo un versetto compiaciuto, Henry strinse la bandana con entrambe le mani. Subito dopo la sventolò e rise di gusto.

    «A volte basta pochissimo per restituirgli il buonumore» disse Elizabeth.

    «Mi chiedo cosa farebbe se si avvicinasse a Jack, che ha in testa tutti quei gingilli!» esclamò Will. «Non l’ha incontrato di recente, giusto? Ricordo che su Athol Island, a un certo punto, non è venuto più.»

    «Già. E ultimamente non è stato nemmeno a Port Royal.»

    «Se si fa vivo, salutamelo. Scommetto che non ci vorrà tanto tempo perché passi in zona.»

    «D’accordo.» Elizabeth tacque per un attimo, distratta da Henry che strapazzava il tessuto della bandana. «Quanto ti fermi?» si arrischiò a domandare al marito. Non voleva rovinare l’atmosfera, però aveva bisogno di sapere quali erano i limiti imposti da Calipso.

    «Fino alle nove circa» rispose Will. «Poi devo ripartire.»

    Elizabeth fu travolta da un’ondata di sollievo. «È molto di più rispetto all’ultima volta! Calipso ha voluto premiarti per qualche motivo in particolare?»

    Will scrollò le spalle. «Non ne ho idea. Ho sempre cercato di svolgere il mio lavoro con regolarità, fin dall’inizio.»

    «Mi auguro che lei non pretenda da te una permanenza prolungata dall’altra parte, senza mai lasciarti tornare qui.»

    «Non ho garanzie da offrirti, purtroppo. Possiamo soltanto goderci le ore che abbiamo a disposizione stamattina.»

    Elizabeth scostò un ricciolo dal lato del viso di Will. «È quello che faremo» promise.

    Lui le si accostò per baciarla, ma Henry s’intromise di nuovo nell’idillio: fra uno sbuffo e l’altro, stava tentando d’indossare la bandana che rischiava di coprirgli metà faccia. Allora sua madre gliela portò via e il bambino strillò, indispettito all’idea che gli venisse sottratto il suo “giocattolo”.

    «Devi stare attento, o ti farai male» ribatté lei, perentoria. Restituì la bandana a Will. Deluso, Henry scoppiò a piangere.

    «Oh, no, non è il caso… Vieni qui.» Elizabeth iniziò a cullare il figlio, mentre Will la osservava, diviso fra il dispiacere per quelle lacrime inattese e l’ammirazione per la prontezza con cui lei aveva agito. In quel frangente doveva sentirsi un genitore inadeguato, realizzò sua moglie con tristezza.

    Il pianto di Henry, nel frattempo, non accennava a placarsi. «Su, su» tubò Elizabeth, strofinandogli la schiena. «È solo un fazzoletto, nient’altro…» Aveva appena terminato la frase quando Will le porse la bandana piegata a metà.

    «Forse così gli starà bene… Che ne pensi?» le suggerì esitante.

    Henry cominciò a divincolarsi, determinato a impadronirsi del pezzo di stoffa. «Un momento, tesoro» lo frenò Elizabeth. «Siccome ti piace così tanto questo fazzoletto, ora te lo lego in testa io, va bene?»

    Lui la fissò, le lacrime che brillavano sulle ciglia. Assentì col capo. Elizabeth depose un bacio sui suoi capelli e gli avvolse con cura la bandana intorno alla fronte.

    «Finito. Come si dice a tuo padre?»

    Will era silenzioso, le mani abbandonate in grembo. Il suo desiderio di abbracciare il figlio era evidente, ma lui non mosse un muscolo. Elizabeth ebbe una fitta al cuore.

    Ignaro dei sentimenti degli adulti, Henry si rivolse al padre. «Gatie» proclamò.

    «Io… Prego» riuscì a rispondere Will.

    Soddisfatto, il bambino si abbandonò contro il petto di Elizabeth, tastandosi il capo semicoperto.

    «Ci sarebbe dell’altro» rivelò Will, frugando nella tasca dei suoi calzoni neri. Tirò fuori una conchiglia a spirale, di una sfumatura che andava dal rosa tenue al marroncino. «Mi hai raccontato che conserva tutto quello che il mare lascia sulla riva» disse alla moglie. «Non è un gran regalo e sono molto in ritardo per il suo compleanno, ma… può essere un’aggiunta alla sua collezione.»

    «Prova a chiederglielo, no?» lo spronò lei.

    Will porse il suo dono a Henry. Quando parlò, c’era una traccia di nervosismo nella sua voce: «So che a casa hai già quattro conchiglie. Questa ti piace?»

    Il viso del bambino s’illuminò. «Bella conchìa

    Elizabeth fece l’occhiolino al marito. Rincuorato, Will sorrise a Henry. «Sono felice che ti piaccia» dichiarò. «Tienila, è per te.» Frugò di nuovo in tasca e stavolta ne estrasse un sacchetto di tela ruvida, che consegnò alla moglie. «Questo è per te, invece. Aprilo.»

    Lei tirò i laccetti della chiusura. Dentro il sacchetto c’era una perla bianco-argentea, perfetta per realizzarvi un gioiello.

    «Un orafo può usarla per farci una collana» spiegò Will. «Si adatterebbe alla Governatrice di Port Royal, credo.»

    Elizabeth gli diede un colpetto scherzoso sull’avambraccio, ma era commossa dal regalo. «Somiglia alla perla che ho indossato quando avremmo dovuto sposarci» mormorò. «Quella non ho potuto conservarla. Mi è dispiaciuto disfarmene…» Il suo tono mesto alludeva a memorie lontane, sogni naufragati e separazioni forzate. Will le lanciò un’occhiata carica di comprensione.

    «Grazie» soggiunse Elizabeth, prendendogli la mano.

    Lui strinse delicatamente la sua, prima di portarsela alle labbra e posare un lieve bacio su una nocca. Avvicinò le labbra al suo orecchio. «Buon anniversario di matrimonio, Elizabeth.» Quel bisbiglio le causò un piacevole brivido lungo la spina dorsale – e lei fu lieta che il figlio non se ne rendesse conto.

    ***


    Henry tenne la bandana per tutto il tempo.

    Trascorse buona parte della mattina con i suoi genitori, in braccio alla madre o trotterellandole al fianco. Intanto che il giro sull’Imperatrice proseguiva, divenne quasi ciarliero: additava le vele, il timone, l’albero maestro, il sartiame e qualsiasi altra cosa risvegliasse la sua attenzione, dandosi arie da esperto marinaio. Sua madre gli aveva insegnato quali fossero i componenti fondamentali di una nave, durante la loro prima traversata insieme da Athol Island a Port Royal; i nomi che lui ricordava vennero ripetuti davanti a Will, che poté lodare le competenze del figlio, mentre per quelli dimenticati fu richiesto l’intervento di Elizabeth. Successe perfino che i due Capitani pronunciassero in coro lo stesso termine, suscitando nel loro bambino una reazione di gaio stupore.

    Quando venne il momento di usare la scialuppa per spostarsi sull’Olandese, Henry era abbastanza a suo agio col padre da farsi aiutare da lui a salire sulla nave. Una volta a bordo, insistette per essere presentato a ogni singolo membro della ciurma, con grande imbarazzo degli uomini di Will, poco avvezzi a una presenza infantile.

    Anche Bill Turner, giunto sopracoperta all’arrivo di Henry, non era disinvolto. Indirizzò al nipote e alla nuora un goffo cenno del capo, le mani affondate nelle tasche del cappotto. Di fronte all’aperta curiosità che il bambino mostrava nei suoi confronti, arrossì e distolse gli occhi da lui, lasciandosi sfuggire un incomprensibile borbottio. Tuttavia, non appena Henry riprese il suo giro sul ponte principale dell’Olandese, Elizabeth si accorse che Bill gli gettava una serie di sguardi furtivi, come a volerne studiare le fattezze senza essere notato. Con una strana luce nelle iridi azzurre, il nonno non perse mai di vista il nipotino, che rideva spensierato, puntava il dito per indicare vari elementi della costruzione navale, tirava il braccio della madre affinché camminasse più svelta, alzava la testa verso il padre…

    Lo stesso Will fu oggetto di contemplazione. Pareva che Bill scorgesse in lui qualcosa di diverso dal solito: era la meraviglia, intuì Elizabeth, a rischiarare i suoi lineamenti segnati dalle intemperie e dalla prigionia nelle grinfie di Jones. Forse era il caso di dirgli chiaro e tondo che doveva considerarsi parte della famiglia, rifletté lei. Non lo conosceva bene – anzi, per la verità non lo conosceva affatto, se non tramite ciò che il marito le raccontava – e ne capiva la riluttanza ad aprirsi, considerate le azioni deplorevoli da lui commesse, ma era più che disposta a dimenticare ogni rancore, perlomeno in un momento speciale come l’incontro fra Henry e Will. E dopotutto, non gli aveva già rivolto la parola in passato, seppure in un’occasione spiacevole?

    «Bill!» chiamò, gioviale. «Unisciti a noi.»

    Lui trasalì, ma non osò rifiutare. Con andatura tentennante raggiunse il figlio e la nuora.

    «Ho pensato che potessimo ammirare il panorama insieme» chiarì lei. Sollevò Henry e si mosse in direzione del parapetto, mantenendosi comunque a distanza di sicurezza. Will le si affiancò, non prima d’incoraggiare il padre a fare altrettanto.

    «Hai visto quella nuvola lì in basso nel cielo?» chiese Elizabeth a Henry. «Sembra una delle tue conchiglie… Di’ a tuo nonno quante conchiglie hai a casa.»

    Il bambino agitò quattro dita davanti a Bill. «Quatto.»

    «Giusto! E ora, con quella che ti ha regalato tuo padre, diventano cinque. Fai vedere al nonno quante dita alzi se ti dico “cinque”» continuò Elizabeth.

    Henry tirò su il pollice che aveva tenuto piegato.

    «Bravo ragazzo» approvò Bill, la cui tensione iniziava ad allentarsi. «Già capace di contare, eh?»

    «Gli ho insegnato a mostrare le dita corrispondenti a ogni numero, ma ripete ancora i numeri da uno a dieci come se si trattasse di una filastrocca. Ci vorrà del tempo prima che sviluppi un’effettiva abilità di conteggio, però impara in fretta. Vero che sei intelligente, tesoro?»

    Henry fece segno di sì, fiero e gioioso. Elizabeth riconobbe in quell’espressione il sorriso inconfondibile di Will, che il bambino aveva ereditato. Dal canto suo, Bill fu così colpito dalla somiglianza tra il figlio e il nipote da non riuscire a nascondere lo stupore – e forse un barlume d’orgoglio paterno. Eppure abbassò la testa e indietreggiò di un paio di passi.

    Mentre Elizabeth si affrettava a improvvisare una battuta per catturare l’attenzione di Henry, Will si spostò accanto al padre. «Qualcosa non va?» domandò piano.

    «Hai un bel figlio. È … è proprio uguale a te.»

    Will emise un sospiro. «È anche tuo nipote, non dimenticartelo.»

    «Eh, già» bofonchiò Bill a capo chino.

    «Pensavo che la notizia ti avesse rallegrato. Quella che saremmo venuti qui, intendo» sottolineò Will. «Come pensavo che quasi tre anni fa, quando ti ho dato l’annuncio, ti avesse rallegrato l’idea di diventare nonno. Eri tu a voler celebrare la nascita…» Aggrottò la fronte.

    «Non mi fraintendere, William: è giusto festeggiare questi eventi. Credo soltanto di non essere la persona migliore per stare con voi adesso.»

    «Andiamo, non fare lo sciocco. Siamo tutti Turner, a cominciare da te.»

    Bill scrollò la testa. «Potrai essere simile a me nell’aspetto, ma hai l’altruismo e la dedizione di tua madre. Mi sono accorto di come guardi il bambino, sai. Poco importa se ti conosce appena: vorresti già dargli il mondo intero. Ha in mano il tuo cuore quanto tua moglie.»

    Will non disse niente.

    «Troverai il modo di prenderti cura della tua famiglia. Henry ed Elizabeth non dubiteranno mai di te, non temere» concluse Bill in un sussurro. «Goditi il tuo tempo con loro. A più tardi.» Arretrò ancora.

    A corto di parole, Will riuscì solo a dare al padre una pacca sulla spalla. Henry, invece, capendo che Bill stava per andarsene, sgambettò fra le braccia di Elizabeth.

    «Vuoi scendere, tesoro?»

    Anziché dar retta alla madre, Henry asserì: «Nonno imane. Non va via.»

    «Oh!» Lei soffocò a stento una risata di fronte al rossore imbarazzato del suocero. «Hai sentito, Bill? Tuo nipote preferisce che tu stia qui.»

    «Ecco, io… in realtà …» farfugliò lui.

    Will gli batté di nuovo sulla spalla. «Non farti pregare, avanti.»

    Mentre Elizabeth raggiungeva i due uomini, pronta a insistere anche lei, Henry ricominciò a dimenarsi. Tese la mano verso Bill, che lo fissò con aria interrogativa. Will ed Elizabeth assistettero alla scena, convinti che il loro bambino stesse cercando di esprimere il suo affetto per il nonno… ma tutto quel che fece Henry fu picchiettargli le dita sulla spalla, in un ovvio tentativo d’imitare il gesto precedente di Will.

    Bill ebbe l’impulso di scoppiare a ridere. «Segui le orme di tuo padre, eh, ragazzo?»

    «Oh, non lo biasimo!» commentò Elizabeth, divertita. «Ha molte buone ragioni per prendere a modello un uomo del genere.»

    Fu il turno di Will di arrossire. Indeciso su cosa replicare, si accontentò di un buffetto al gomito di Henry. Allora il piccolo gli afferrò le dita per attirarlo a sé, quasi desiderasse…

    «Credo voglia essere tenuto da te» dedusse Elizabeth, fiduciosa. «Henry, va bene se tuo padre ti prende in braccio?»

    Il cenno entusiasta del figlio era ciò che lei si aspettava di ricevere. Gli baciò la tempia e lo aiutò a sistemarsi nella stretta accogliente di Will, il quale – dopo aver trattenuto il respiro nell’attesa della risposta – si era premurato di spostare il balteo e aggiustarsi la camicia, per coprire la cicatrice sul petto. Senza indugi, Will sostenne il corpo del bambino; Henry si appoggiò a lui con naturalezza, un palmo premuto sul suo sterno e l’altro braccio intorno al suo collo.

    Elizabeth si beava della visione che aveva preso forma davanti a lei. «Vi piace stare insieme, non è così?» disse. Fu pervasa da un incontenibile moto di tenerezza, che era un balsamo contro ogni ferita inflitta dal pensiero del distacco imminente. Amore e gratitudine emanavano da Will come un bagliore caldo: il suo volto pareva risplendere, ravvivato dalla pienezza delle emozioni che sgorgavano nella sua anima. Quanto a Henry, era tutto festoso, con un sorrisone che si allargava da orecchio a orecchio!

    Si sarebbe detto che tutti e due avevano trovato un tesoro inestimabile – e quell’immagine era destinata a imprimersi per sempre nella memoria di Elizabeth.

    ***


    Il momento degli addii venne troppo presto, ma nessuno poteva impedire che arrivasse. La parte più difficile fu la separazione fra e Henry e Will, costretti a sciogliere il loro primo vero abbraccio, che aveva toccato Elizabeth nel profondo.

    Marito e moglie si sforzarono di affrontare la situazione con stoicismo. «Ti voglio bene, figlio» mormorò Will sulla testa di Henry. Si piegò per mettere giù il bambino, affinché stesse in piedi sulle assi del ponte, e scortò lui ed Elizabeth fino all’Imperatrice.

    Lì per lì Henry parve accettare quest’amara svolta degli eventi… invece, appena fu sulla nave della madre e lei si chinò per togliergli la bandana, irruppe in un lamento acuto. Fra un grido e l’altro, le sgusciò fra le dita come un’anguilla e corse a nascondersi dietro l’albero maestro.

    «Henry William Turner, torna subito qui!» intimò Elizabeth. «Non pensare di scappare.»

    Quando fu acciuffato dalla madre, il bambino esplose in un pianto dirotto: singhiozzava e ululava a pieni polmoni, in maniera così teatrale che l’intero equipaggio si voltò nella sua direzione.

    «Basta con questi capricci» lo redarguì lei. «Cominci a essere grande. Su, soffiati il naso e restituisci la bandana a tuo padre.»

    «Elizabeth, ha soltanto due anni» s’intromise Will. «Se vuole la mia bandana, lascia pure che la tenga. Posso farne a meno.»

    Lei sospirò. «Ci sono casi in cui serve un minimo di disciplina. Non dobbiamo accordargliele tutte, rischiamo di viziarlo.»

    «Per favore» la blandì suo marito. «Forse può aiutarlo a sentirmi più vicino.»

    «Oh, d’accordo» finì per rassegnarsi Elizabeth. «Ma è solo per questa volta, intesi?»

    Will s’inginocchiò per essere alla sua stessa altezza. Le regalò una carezza sullo zigomo e i loro occhi s’incontrarono. Per un istante i due innamorati dimenticarono dove si trovassero. Sfiorandole il naso con il proprio, Will rese chiara ogni intenzione di baciarla; Elizabeth gli cinse la nuca per anticiparlo, le sue labbra che fremevano per congiungersi a quelle di lui…

    «Ehi!»

    Risentito per non essere più al centro dell’attenzione, Henry tirò i capelli alla madre e poi al padre. Le loro inevitabili smorfie mandarono in frantumi l’atmosfera romantica.

    «Ho l’impressione che nostro figlio sia molto geloso» osservò lei.

    «È naturale» rispose Will, bonario. «Ti ha sempre tutta per sé. Credo di essere stato anch’io così con mia madre.»

    Elizabeth districò la chioma di suo marito dalla morsa pestifera del bambino. «Ah, bene, sappiamo da chi ha preso.» Henry mise il broncio, ma alla fine si adeguò alla situazione e parve calmarsi.

    Will gli asciugò una lacrima dalla guancia con la punta del pollice. Si raddrizzò, un velo di malinconia che gli incupiva il viso. Accigliato, Henry allungò la mano verso di lui.

    «Pade…»

    «Mi dispiace, figliolo, ma per me si è fatto tardi. Devo tornare sulla mia nave. Non temere, la mamma si occuperà di te e presto vi scriverò altre lettere.»

    Elizabeth si alzò, col bambino in braccio che si divincolava. Will, salutata la ciurma dell’Imperatrice con cenni del capo e frasi di circostanza, si congedò definitivamente dalla sua famiglia.

    «Devo proprio andare, lo sento.» Si toccò la camicia in corrispondenza della cicatrice. «Arrivederci e abbiate cura di voi» aggiunse in un soffio a malapena udibile. «Avete il mio cuore – entrambi.»

    La sua espressione eloquente comunicò a Elizabeth quanto lui si preoccupasse all’idea di essere in ritardo. Subito lei nascose il volto di Henry contro il proprio petto, per impedirgli di vedere Will scomparire e materializzarsi altrove, sulla scialuppa che l’avrebbe ricondotto alla sua nave. Era ovvio che il Capitano dell’Olandese aveva fretta e tentava di accorciare i tempi del ritorno.

    Henry si dibatté con forza. Elizabeth ebbe un gran daffare a trattenerlo, ma non mollò la presa. Serrò la mascella e inspirò più volte, la gola secca e gli occhi che bruciavano, sebbene fossero rimasti asciutti. Si diresse verso il timone, dove Tai Huang stava ritto come un fuso.

    «Riportaci indietro» gli ordinò senza preamboli. «Ci dirigiamo al porto.»


    fine



    Edited by Elizabeth Swann - 10/1/2024, 20:28
     
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    Ed eccomi a commentare anche il secondo capitolo :)

    E che dire, se non che la lettura mi ha riempita di speranza e soprattutto di dolcezza? :wub:

    Una dolcezza ben dosata, sia inteso, e che non ho mai trovato melensa o leziosa, cosa non facilissima quando ci sono di mezzo scene che prevedono la descrizione di bambini.

    E comunque il piccolo Henry ha rubato la scena a tutti :D sei riuscita a rendere la sua personalità già ben definita, la sua presenza dirompente un po' per tutti, nonostante le sue poche ancora incerte parole. Nell'atteggiamento inizialmente cauto, ritroso e intimidito ho rivisto molto di Will, così come nella sua esuberanza nel muoversi a bordo di una nave e nella facilità ad approcciarsi poi a tanti volti per lui sconosciuti, ho percepito lo stesso spirito indomito di Elizabeth.

    Hai tracciato un tenero quadretto familiare in salsa piratesca, dando lo giusto spazio ai vari personaggi, ai gesti, alle riflessioni e alle parole di ciascuno. E se mi è un po' dispiaciuto che la possessività di Henry abbia negato ai nostri Turner lo scambio di un vero bacio (anche se quelle ore condivise hanno sicuramente reso ugualmente speciale il loro ricongiungimento), ho apprezzato tanto l'inserimento di Bill, su cui pochi fanwriter si concentrano, forse proprio perché appare molto riservato e difficilmente decifrabile. Ma era giusto che anche lui fosse presente a questo incontro.

    La volta scorsa avevo anche dimenticato di scrivere che dal mio punto di vista Calypso non è così benevola e generosa, lei stessa si descrive come volubile e crudele, per cui non avevo mai immaginato che i nostri amati potessero avere modo di incontrarsi in qualche modo durante i dieci anni, in quanto lei lo avrebbe ritenuto una violazione del patto. Ma gli sceneggiatori hanno lasciato tutto talmente nebuloso riguardo al funzionamento di questa dannata maledizione, che alla fine qualunque interpretazione è valida.

    L'idea che in qualche modo però Will ed Elizabeth potessero tenersi in contatto ha sfiorato anche me, soprattutto a giudicare da quel sorriso pieno d'amore che Capitan Turner ha sul volto nella scena post credit quando scorge le due figure in cima alla scogliera che lo attendono, come se sapesse in qualche modo che erano stati in due ad aspettarlo. E la soluzione della bottiglia magica da te ideata è tanto semplice quanto funzionale e soprattutto molto marinaresca.

    Sulle caratterizzazione dei protagonisti non ho nulla da dire se non che riesci proprio a sentirli e in ogni storia sai riprodurli senza tradirne lo spirito.

    Quindi ti faccio ancora una volta i complimenti e ti ringrazio per averci regalato questo piacevole racconto.

    A presto!)
     
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    da qualche parte al fianco di Will Turner ❤

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    Fanny Solomon premetto di aver letto il tuo splendido commento già diversi giorni fa, ma uscivo da un finesettimana frenetico ed emotivamente molto pesante, per cui ho deciso di rimandare la risposta a un momento migliore. Che dire, mi hai davvero fatta sciogliere :] Non pensavo che avresti apprezzato così tanto questa seconda parte, considerando anche che, rispetto alla prima, è molto più incentrata sull'elemento romantico che su quello avventuroso...
    D'altra parte, però, mi pare di capire che un po' di romanticismo e sentimento non ti dispiacciano affatto, quindi forse posso stare tranquilla per le mie prossime storie ;) :D

    CITAZIONE (Fanny Solomon @ 3/6/2023, 12:29) 
    che dire, se non che la lettura mi ha riempita di speranza e soprattutto di dolcezza? :wub:

    Una dolcezza ben dosata, sia inteso, e che non ho mai trovato melensa o leziosa, cosa non facilissima quando ci sono di mezzo scene che prevedono la descrizione di bambini.

    E comunque il piccolo Henry ha rubato la scena a tutti :D sei riuscita a rendere la sua personalità già ben definita, la sua presenza dirompente un po' per tutti, nonostante le sue poche ancora incerte parole. Nell'atteggiamento inizialmente cauto, ritroso e intimidito ho rivisto molto di Will, così come nella sua esuberanza nel muoversi a bordo di una nave e nella facilità ad approcciarsi poi a tanti volti per lui sconosciuti, ho percepito lo stesso spirito indomito di Elizabeth.

    Grazie mille *_* Henry mi è uscito abbastanza naturale come personaggio... e devo ammettere che non pensavo più di tanto a quali tratti caratteriali dei genitori attribuirgli, quanto piuttosto a renderlo credibile come bambino di due anni. Non ho a che fare da tempo con bimbi di quell'età, perciò non sono sicura di aver fatto un buon lavoro, ma posso garantire che ci ho provato. In particolare ci tenevo a non rendere Henry troppo maturo, per questo ho messo in evidenza i suoi difetti di pronuncia e all'occorrenza l'ho reso un po' dispettoso/capriccioso, senza rinunciare a dipingerlo come un bambino fondamentalmente dolce ^_^

    CITAZIONE (Fanny Solomon @ 3/6/2023, 12:29) 
    Hai tracciato un tenero quadretto familiare in salsa piratesca, dando lo giusto spazio ai vari personaggi, ai gesti, alle riflessioni e alle parole di ciascuno. E se mi è un po' dispiaciuto che la possessività di Henry abbia negato ai nostri Turner lo scambio di un vero bacio (anche se quelle ore condivise hanno sicuramente reso ugualmente speciale il loro ricongiungimento), ho apprezzato tanto l'inserimento di Bill, su cui pochi fanwriter si concentrano, forse proprio perché appare molto riservato e difficilmente decifrabile. Ma era giusto che anche lui fosse presente a questo incontro.

    Penso che anche Will ed Elizabeth avrebbero preferito godersi un minimo di intimità in più, ma diciamo che in quella situazione era improbabile che accadesse :lol: Si sa, i bambini di solito vogliono attenzioni!
    Per quanto riguarda Bill, sono stata contenta di dargli un po' di spazio (anzi, nella bozza della fanfiction mi soffermavo anche sul suo punto di vista di padre che in passato ha rinunciato alle proprie responsabilità). Mi appassionano le dinamiche famigliari, in particolare quelle genitore-figlio... e poi volevo che il piccolo Henry incontrasse suo nonno :)

    CITAZIONE (Fanny Solomon @ 3/6/2023, 12:29) 
    La volta scorsa avevo anche dimenticato di scrivere che dal mio punto di vista Calypso non è così benevola e generosa, lei stessa si descrive come volubile e crudele, per cui non avevo mai immaginato che i nostri amati potessero avere modo di incontrarsi in qualche modo durante i dieci anni, in quanto lei lo avrebbe ritenuto una violazione del patto. Ma gli sceneggiatori hanno lasciato tutto talmente nebuloso riguardo al funzionamento di questa dannata maledizione, che alla fine qualunque interpretazione è valida.

    Capisco il tuo punto di vista.
    Personalmente vedo Calipso come un personaggio ambiguo - non necessariamente cattivo, benché capace di atti che provocano grande dolore, come ad esempio il tradimento ai danni di Davy Jones. La principale caratteristica che tendo ad attribuirle è il senso di superiorità, se così possiamo chiamarlo, rispetto agli "schemi" e ai valori umani, che lei, in quanto dea, considera del tutto insufficienti a imbrigliarla, anche perché sostanzialmente non vuole essere limitata da niente e da nessuno.
    Il suo rapporto con Will - e di conseguenza con Elizabeth - è quindi esso stesso ambiguo: da un lato Calipso prende in considerazione la sofferenza del suo "servitore" e cerca di alleviarla, ma dall'altro fissa dei paletti che mettono in difficoltà sia lui che la moglie. Se leggi con attenzione "Maternità", vedrai che la dea manda L'Olandese Volante in soccorso di Elizabeth incinta quando quest'ultima si trova in pericolo, probabilmente perché vuole risparmiare a Will il dolore di perdere sia la moglie che il figlio non ancora nato; tuttavia, avverte Elizabeth di non mettersi contro di lei e concede un brevissimo incontro ai coniugi solo in occasione della nascita, dopo la quale - è specificato in questa fanfiction - Will viene espressamente obbligato a non lasciare il mondo dei morti per un tempo indefinito.

    Naturalmente questo presuppone, da parte mia, un'interpretazione della maledizione un po' diversa da quella che dai tu. Non considero gli spostamenti nel regno dei vivi di per sé vietati, perché nei film l'unico divieto reso esplicito per il Capitano dell'Olandese è quello di mettere piede a terra. Quindi immagino che i mari del mondo dei viventi non gli siano preclusi e che, più semplicemente, lui sia troppo oberato dai suoi doveri (se li accetta, come nel caso di Will) per solcare chissà quanto spesso quelle acque :) Ne consegue che, nelle mie storie, l'obbligo tassativo di rimanere nel regno dei morti nei due anni successivi alla nascita di Henry figura come un'imposizione in più, mentre la possibilità di una breve visita a Port Royal proprio in occasione dell'anniversario di matrimonio figura come una concessione. Insomma, la nostra Calipso si destreggia fra obblighi da imporre e atti di tolleranza X) E Will deve restare buono buono e paziente, nella speranza che gli venga data qualche opportunità da cogliere...

    Per concludere, dubito molto che i due sposini non si siano mai visti nei loro dieci anni di lontananza - anzi, sono una ferma sostenitrice del contrario :lol: D'altronde, se anche Will fosse rimasto costantemente nel regno dei morti, penso che Lizzy sarebbe andata a fargli una visita, prima o poi...


    CITAZIONE (Fanny Solomon @ 3/6/2023, 12:29) 
    L'idea che in qualche modo però Will ed Elizabeth potessero tenersi in contatto ha sfiorato anche me, soprattutto a giudicare da quel sorriso pieno d'amore che Capitan Turner ha sul volto nella scena post credit quando scorge le due figure in cima alla scogliera che lo attendono, come se sapesse in qualche modo che erano stati in due ad aspettarlo.

    Ecco, vedi che bene o male ci troviamo ;) Per quel che mi riguarda ho sempre avuto la sensazione che Will sapesse dell'esistenza di suo figlio. Ribadisco, per me lui ed Elizabeth si sono visti durante quei dieci anni, perché nessuno dei due è il tipo che si arrende facilmente alle avversità! Qualsiasi fossero le condizioni poste da Calipso, un modo per incontrarsi almeno una volta l'avranno trovato, ne sono certa :)


    CITAZIONE (Fanny Solomon @ 3/6/2023, 12:29) 
    E la soluzione della bottiglia magica da te ideata è tanto semplice quanto funzionale e soprattutto molto marinaresca.

    Sulle caratterizzazione dei protagonisti non ho nulla da dire se non che riesci proprio a sentirli e in ogni storia sai riprodurli senza tradirne lo spirito.

    Quindi ti faccio ancora una volta i complimenti e ti ringrazio per averci regalato questo piacevole racconto.

    A presto!)

    Grazie a te, di nuovo! Sei una lettrice attenta e appassionata, è sempre bello leggere i tuoi commenti <3
    L'idea della bottiglia magica, come ho specificato altrove, non è mia, bensì di un'altra fan-writer... Mi sono permessa di prenderla in prestito perché l'ho apprezzata particolarmente *^^* Diciamo che in questi anni ho letto diverse versioni della storia del decennio di distacco fra Will ed Elizabeth, ciascuna con le sue peculiarità, e in tutte ho trovato elementi di mio gradimento (ma solo io posso scrivere la versione che mi è congeniale al cento per cento! :P )
     
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    Elizabeth Swann
    Ecco mi qui. :)
    Procedo la lettura con calma.
    Bella Fan-fiction di Anniversario! Anche questa mi sta piacendo molto.
    Elizabeth vederla nei panni di una “donna di casa” mi sembra davvero tutto molto strano, insomma siamo abituate a vederla in altre vesti più piratesche. Però tutto sommato non mi dispiace, anche se preferisco l’altra di Elizabeth, ma adesso ha un bimbo, un figlio a cui badare e deve farlo da sola, quindi ovvio che deve mantenere i piedi sulla terra e dentro una casa, piuttosto che in mezzo all’oceano su quale chi sa che nave…
    Ti giuro volevo vedere la faccia di Jack quando ad Elizabeth è entrata in travaglio sulla Perla Nera! Sarà andato in escandescenza? Non lo so… comunque fa già ridere così. :XD: :XD: :XD:
    Bella la scena che guarda il piccolo Henry dormire nella culla, che dolce… :] :] 3_3 3_3 <3
    Interessante anche l’interpretazione che hai dato al nome di “Henry” direi originale e realistica. Azzeccata!
    La scena più bella di questo primo capitolo è Elizabeth che fa le coccole al piccino Henry. Mi si è scaldato il cuore, troppo tenero. E poi i profumo che hanno i bambini…. Sì scommetto che sarà tutto papà.
    La maledizione verrà spezzata nel quinto film, giusto? Ma non sapremo mai il seguito purtroppo. Secondo me nel sesto ci stava il ritorno anche di Davy Jones… dalla scena post credit…
    Zio Gibbs che la va a trovare. Mi piace! Mi è sempre piaciuto quell’uomo.
    Cosa ci ricava Anamaria da Port Royal? Non ci arrivo…
    Comunque da queso capitolo vedo che il mondo sta andando un po’ in crisi… mhhh…staremo a vedere….
    Premetto, non l’ho ancora detto a nessuno, ma sapere di tenere e di proteggere il cuore del suo amato, a me ha sempre messo una grande ansia. Un ansia assurda. Metti che succede qualcosa di brutto, lo perde o glielo rubano e uccidono Will… che senso di colpa si porterà distro questa povera donna? Che ansia e che peso da portare!
    Oh Jack che bello rivederti! Mi manchi sempre! Ti adoro! :] 3_3 <3
    È sì. Il Re dei Pirati è una donna, il tempo corre e la civiltà fa progressi…che bello deve erre Regina! Un po’ la invidio.
    Oh che bello che Elizabeth arriva tutta fiera e risoluta e risolva in zero due secondi la situazione! Sempre detto che è una forte donna autoritaria! È per questo che amo il suo personaggio.
    No no no, come osa dare della strega ad Elizabeth, che rabbia. =_=
    Comunque mai un minuto di pace in quel dei Caraibi… vedremo come si risolverà la situazione.
    Bella la chiusura del capitolo con la lettera di Will. Un po’ di rassicurazione ci voleva! Non vedo l’ora che si ricongiungano tutti insieme come una vera famiglia! E poi sono curiosa del seguito.

    P.s. Henry piccino piccino è proprio un amore! Lo voglio anche io coccolare un po’. :] :wub:
     
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    -Laura- che bello che sei passata a leggere! Spero che riuscirai a gustarti per bene questa fanfiction di anniversario ^_^

    CITAZIONE (-Laura- @ 22/8/2023, 15:39) 
    Elizabeth vederla nei panni di una “donna di casa” mi sembra davvero tutto molto strano, insomma siamo abituate a vederla in altre vesti più piratesche. Però tutto sommato non mi dispiace, anche se preferisco l’altra di Elizabeth, ma adesso ha un bimbo, un figlio a cui badare e deve farlo da sola, quindi ovvio che deve mantenere i piedi sulla terra e dentro una casa, piuttosto che in mezzo all’oceano su quale chi sa che nave…

    Non preoccuparti, Elizabeth è sempre la stessa... Ha semplicemente acquisito delle "abilità" in più ;) Tutte le donne che diventano madri imparano qualcosa dalla maternità e lei non è un'eccezione; crescere il suo bambino le ha insegnato a fare tesoro dei momenti di tranquillità e stabilità, pur senza soppiantare l'amore per il mare e per l'avventura.

    CITAZIONE (-Laura- @ 22/8/2023, 15:39) 
    Ti giuro volevo vedere la faccia di Jack quando ad Elizabeth è entrata in travaglio sulla Perla Nera! Sarà andato in escandescenza? Non lo so… comunque fa già ridere così. :XD: :XD: :XD:

    Nella mia fanfiction "Maternità", incentrata sulla gravidanza di Elizabeth, accenno al panico che coglie tutti i pirati della Perla quando le si rompono le acque :lol: Solo Gibbs mantiene la lucidità necessaria per avvisare la levatrice dell'isola su cui la nostra signora Turner si è trasferita :D

    CITAZIONE (-Laura- @ 22/8/2023, 15:39) 
    Bella la scena che guarda il piccolo Henry dormire nella culla, che dolce… :] :] 3_3 3_3 <3
    Interessante anche l’interpretazione che hai dato al nome di “Henry” direi originale e realistica. Azzeccata!

    Grazie :*:
    Non sapevo che inventarmi per motivare la scelta del nome, ma alla fine sono riuscita a escogitare qualcosa!

    CITAZIONE (-Laura- @ 22/8/2023, 15:39) 
    La scena più bella di questo primo capitolo è Elizabeth che fa le coccole al piccino Henry. Mi si è scaldato il cuore, troppo tenero. E poi i profumo che hanno i bambini…

    Un po' di coccole direi che ci vogliono :] Soprattutto perché il bambino è ancora piccolo, ha solo due anni...

    CITAZIONE (-Laura- @ 22/8/2023, 15:39) 
    Sì scommetto che sarà tutto papà.

    Ah ah, noi già lo sappiamo :XD:

    CITAZIONE (-Laura- @ 22/8/2023, 15:39) 
    La maledizione verrà spezzata nel quinto film, giusto? Ma non sapremo mai il seguito purtroppo. Secondo me nel sesto ci stava il ritorno anche di Davy Jones… dalla scena post credit…

    Sulla maledizione non dico niente, per ora. Spero di affrontare questo tema nelle mie future fanfiction.

    CITAZIONE (-Laura- @ 22/8/2023, 15:39) 
    Zio Gibbs che la va a trovare. Mi piace! Mi è sempre piaciuto quell’uomo.
    Cosa ci ricava Anamaria da Port Royal? Non ci arrivo…

    Sì, Gibbs gioca un po' a fare lo zio/il nonno della situazione!
    Per quanto riguarda Anamaria, se Port Royal diventa un porto pirata e i pirati hanno più libertà sui mari, anche lei avrà maggiori possibilità di portare avanti i suoi "traffici". Non so esattamente cosa facesse nel film, ma non credo si guadagnasse da vivere in modo legale, considerando che la vediamo entrare in scena a Tortuga... perciò ho pensato che condividesse almeno in parte lo "stile di vita" dei pirati :D

    CITAZIONE (-Laura- @ 22/8/2023, 15:39) 
    Comunque da queso capitolo vedo che il mondo sta andando un po’ in crisi… mhhh…staremo a vedere….
    Premetto, non l’ho ancora detto a nessuno, ma sapere di tenere e di proteggere il cuore del suo amato, a me ha sempre messo una grande ansia. Un ansia assurda. Metti che succede qualcosa di brutto, lo perde o glielo rubano e uccidono Will… che senso di colpa si porterà distro questa povera donna? Che ansia e che peso da portare!

    Indubbiamente Elizabeth ha accettato di farsi carico di una grande responsabilità, ma con la sua forza d'animo e la sua intelligenza ha ottime possibilità di cavarsela, non trovi? :) Anche perché il cuore, con ogni probabilità, sarebbe stato più in pericolo sull'Olandese - e Will ha già un po' di cose di cui occuparsi. Almeno Elizabeth può tenere il Forziere ben nascosto, tanto non sa nessuno che ce l'ha lei (a parte suo marito).

    CITAZIONE (-Laura- @ 22/8/2023, 15:39) 
    Oh Jack che bello rivederti! Mi manchi sempre! Ti adoro! :] 3_3 <3
    È sì. Il Re dei Pirati è una donna, il tempo corre e la civiltà fa progressi…che bello deve erre Regina! Un po’ la invidio.

    Jack meritava almeno uno spazietto in una fanfiction di anniversario! E non dimentichiamo che è stato lui a far eleggere Elizabeth Re dei Pirati ;)

    CITAZIONE (-Laura- @ 22/8/2023, 15:39) 
    Oh che bello che Elizabeth arriva tutta fiera e risoluta e risolva in zero due secondi la situazione! Sempre detto che è una forte donna autoritaria! È per questo che amo il suo personaggio.

    Come ho detto in un altro commento di risposta, mi piaceva l'idea di mettere alla prova l'abilità "politica" di Elizabeth, perlomeno in ambito piratesco. Grazie agli appoggi giusti e alla propria astuzia, lei può riuscire a ricavare dei vantaggi dalla situazione che si è creata.

    CITAZIONE (-Laura- @ 22/8/2023, 15:39) 
    Comunque mai un minuto di pace in quel dei Caraibi… vedremo come si risolverà la situazione.
    Bella la chiusura del capitolo con la lettera di Will. Un po’ di rassicurazione ci voleva! Non vedo l’ora che si ricongiungano tutti insieme come una vera famiglia! E poi sono curiosa del seguito.

    P.s. Henry piccino piccino è proprio un amore! Lo voglio anche io coccolare un po’. :] :wub:

    Ti anticipo che Henry sarà al centro della scena per quasi tutta la seconda parte!
    Lieta che ti sia piaciuta la lettera di Will... Ora non ti resta che scoprire come andrà il breve ricongiungimento fra i due sposi! Mi auguro che la lettura possa essere soddisfacente ed emozionante ^_^
     
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    Elizabeth Swann Ciao!
    Eccomi qui a leggere e commentare l’ultima parte! :D
    La descrizione iniziale mi è piaciuta molto come l’hai descritta.
    Ip penso che quando Elizabeth la rivisto abbia avuto un vero e proprio tuffo al cuore. :wub: <3 :f:
    Ho percepito la sua crescente emozione e credo sia quasi indescrivibile esprimere a parole quello che si prova: rivedere il tuo amore dopo ben lunghi dieci anni. Scena bellissima! Ho sentito le farfalle nello stomaco. (Ma per fortuna qui sono solo due)
    Ma che carino il piccolo Henry che si fa timido con il padre…tutto normale…insomma ha solo due anni…cosa può capirne lui di tutto questo? Una reazione devo dire molto umana e veritiera da parte di un bambino. La si comprende molto bene, almeno per me.

    “In silenzio, lui sollevò una manina e la agitò in direzione di Will.” Ma che cucciolo è… :]

    Mi piace Bill che lascia il giusto spazio a Will con Elizabeth, lo approvo molto. Sono anni che non si vedono, è giusto che si ritagliano del tempo per loro e soprattutto con il piccolo figlioletto che non riesce a “sbloccarsi” a interagire con il padre…
    Bill è inutile che si senta in colpa. Preferiva vederlo morto forse?
    Bello il bacio, ancora meglio Henry che li scosta da quel momento intimo. Classica reazione del bambino piccolo che avviene per gelosia, forse in questo caso verso la madre… reazione molto normale e comprensibile pure questa. Lui è proprio un bimbo dolcissimo. :]
    Ma che carino Henry che chiama Will… finalmente! Adesso pino piano si scioglie un poco.
    Gli ha dato la sua bandana, anche io la adoro tanto, anche perché gli sta da Dio!!! È proprio un bel pirata! :wub:

    «Mi chiedo cosa farebbe se si avvicinasse a Jack, che ha in testa tutti quei gingilli!» esclamò Will. Guarda di sicura Jack scaperebbe e mi immagino la scena. Che ridere! :XD:

    Allora Elizabeth che strappa la bandana al figlio proprio no, c’è almeno io non lo avrei fatto… poverino è scoppiato a piangere, ci credo, è rimasto male, ma comunque è stata brava a rimediare, soprattutto Will, bravo papà.
    Will mi regali una concia anche a me? Stra bella… per una collana è top. :wub:

    Devo dire che questa prima parte mi è piaciuta molto, è stato molto coinvolgente specialmente a livello emotivo. Ho apprezzato tantissimo questo momento di intimità fra loro e il piccolo Henry. Sono davvero una bella famiglia, nonostante la distanza.

    Bill, caro pirata, non devi essere intimino da tuo nipote, è solo un bambino innocente, forse gli farebbe un po’ piacere conoscere suo nonno. Non ti morde mica! Ecco bravo Will, aiuta tuo padre a inserirsi nella tua famiglia, dai! Siete tutti così amorevoli. Tutti insieme, finalmente!
    Cioè Henry a due anni sa contare fino a 10, io non sapevo ancora di essere al mondo.
    Sì sì, giusto Bill, è tutto suo padre, ma è un Turner come lo sei anche te, quindi ha anche un po’ del tuo sangue e anche se Will ti sembra assimigli più alla mamma, devo dissentire che non conta poi così tanto, dato che non sappiamo nemmeno come si chiama…
    Io Bill qua lo vedo piuttosto tormenta e molto, ma molto triste. Secondo me è comprensibile, dopo quello che ha passato con Jones e con il figlio, ha bisogno un po’ di allegria. Inoltre lo trovo molto un personaggio solitario, credo abbia bisogno di stare con la sua famiglia e con il nipote, i bambini donano gioia e allegria no?

    “Senza indugi, Will sostenne il corpo del bambino; Henry si appoggiò a lui con naturalezza, un palmo premuto sul suo sterno e l’altro braccio intorno al suo collo.”
    Ma che bella questa scena! Urlo di gioia! :lol: Un quadretto perfetto! Riesco a percepire l’amore e l’emozione di Elizabeth.

    Povero Henry, di nuovo in lacrime. Elizabeth è troppo severa con lui, troppo troppo. Vizialo tanto sarà il tuo unico figlio, cara mia.

    Brutto il momento dell’addio, più per Will, secondo me è quello che soffre più di tutti e tre… :cry:

    Stupenda fan-fiction di anniversario! Bella emozionate! :D <3 3_3
     
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    CITAZIONE (-Laura- @ 26/8/2023, 10:46) 
    Ciao!
    Eccomi qui a leggere e commentare l’ultima parte! :D
    La descrizione iniziale mi è piaciuta molto come l’hai descritta.
    Ip penso che quando Elizabeth la rivisto abbia avuto un vero e proprio tuffo al cuore. :wub: <3 :f:
    Ho percepito la sua crescente emozione e credo sia quasi indescrivibile esprimere a parole quello che si prova: rivedere il tuo amore dopo ben lunghi dieci anni. Scena bellissima! Ho sentito le farfalle nello stomaco. (Ma per fortuna qui sono solo due)

    -Laura- ehilà! Ho tardato un po' a risponderti, ma eccomi qui. Sono contenta che ti sia piaciuto l'attacco di questa seconda parte, sicuramente c'era molta emozione nel cuore di Elizabeth e ho cercato di trasmetterla a dovere :)

    CITAZIONE (-Laura- @ 26/8/2023, 10:46) 
    Ma che carino il piccolo Henry che si fa timido con il padre…tutto normale…insomma ha solo due anni…cosa può capirne lui di tutto questo? Una reazione devo dire molto umana e veritiera da parte di un bambino. La si comprende molto bene, almeno per me.

    “In silenzio, lui sollevò una manina e la agitò in direzione di Will.” Ma che cucciolo è… :]

    Sì, Henry è tenero <3 E il rapporto col padre deve ancora formarsi, dopotutto non si può dire che i due si conoscano di persona, quindi un po' di timidezza e curiosità sono naturali.

    CITAZIONE (-Laura- @ 26/8/2023, 10:46) 
    Mi piace Bill che lascia il giusto spazio a Will con Elizabeth, lo approvo molto. Sono anni che non si vedono, è giusto che si ritagliano del tempo per loro e soprattutto con il piccolo figlioletto che non riesce a “sbloccarsi” a interagire con il padre…
    Bill è inutile che si senta in colpa. Preferiva vederlo morto forse?

    Suppongo che Bill si senta in colpa per le sue carenze di padre. Non dimenticare che ha abbandonato il figlio per andare a fare il pirata... Non deve essere molto orgoglioso delle sue scelte passate, no?
    Ad ogni modo, questo è materiale per un'altra fanfiction... ;)

    CITAZIONE (-Laura- @ 26/8/2023, 10:46) 
    Bello il bacio, ancora meglio Henry che li scosta da quel momento intimo. Classica reazione del bambino piccolo che avviene per gelosia, forse in questo caso verso la madre… reazione molto normale e comprensibile pure questa. Lui è proprio un bimbo dolcissimo. :]
    Ma che carino Henry che chiama Will… finalmente! Adesso pino piano si scioglie un poco.
    Gli ha dato la sua bandana, anche io la adoro tanto, anche perché gli sta da Dio!!! È proprio un bel pirata! :wub:

    Anche a me piace la bandana, trovo che gli doni parecchio 3_3
    Per quanto riguarda Henry, progressivamente la curiosità sta vincendo sulla timidezza... e poi sì, diciamo che un pizzico di gelosia c'è, com'è prevedibile per un bimbo così piccolo attaccato alla sua mamma.

    CITAZIONE (-Laura- @ 26/8/2023, 10:46) 
    «Mi chiedo cosa farebbe se si avvicinasse a Jack, che ha in testa tutti quei gingilli!» esclamò Will. Guarda di sicura Jack scaperebbe e mi immagino la scena. Che ridere! :XD:

    Pensa se Henry afferrasse i rasta di Jack e glieli tirasse... oppure se acchiappasse qualcuna delle sue perline :lol:

    CITAZIONE (-Laura- @ 26/8/2023, 10:46) 
    Allora Elizabeth che strappa la bandana al figlio proprio no, c’è almeno io non lo avrei fatto… poverino è scoppiato a piangere, ci credo, è rimasto male, ma comunque è stata brava a rimediare, soprattutto Will, bravo papà.
    Will mi regali una concia anche a me? Stra bella… per una collana è top. :wub:

    Elizabeth era solo preoccupata che il figlio si facesse male. Henry non ha neppure tre anni, alla sua età è tutto potenzialmente pericoloso (pensa solo a quante volte troviamo la scritta "Non adatto ai bambini inferiori ai 36 mesi" su oggetti che a noi sembrano innocui). Il testo dice chiaramente che la bandana rischiava di coprirgli metà faccia, quindi è per questo che la madre gliela porta via (non è che gliela strappi con forza o cose del genere). Inoltre, Elizabeth non si era ancora resa conto di quanto Henry si fosse fissato con la bandana del padre X) Ma dopo, se hai notato, è proprio lei a legargliela in testa (in modo sicuro).

    Will fa del suo meglio per imparare a essere un buon padre e stabilire un contatto col figlio. Non è facile, però ci sta provando ^_^

    CITAZIONE (-Laura- @ 26/8/2023, 10:46) 
    Devo dire che questa prima parte mi è piaciuta molto, è stato molto coinvolgente specialmente a livello emotivo. Ho apprezzato tantissimo questo momento di intimità fra loro e il piccolo Henry. Sono davvero una bella famiglia, nonostante la distanza.

    Grazie mille! Io li adoro :]

    CITAZIONE (-Laura- @ 26/8/2023, 10:46) 
    Bill, caro pirata, non devi essere intimino da tuo nipote, è solo un bambino innocente, forse gli farebbe un po’ piacere conoscere suo nonno. Non ti morde mica! Ecco bravo Will, aiuta tuo padre a inserirsi nella tua famiglia, dai! Siete tutti così amorevoli. Tutti insieme, finalmente!

    Hai ragione, ma il povero Bill ha trascorso gran parte della sua vita per mare, in mezzo ad altri uomini adulti... Non credo gli venga naturale interagire con un bambino, anche se si tratta di suo nipote.
    Ovviamente Will tenta d'intervenire come può, perché tiene all'unità della famiglia.

    CITAZIONE (-Laura- @ 26/8/2023, 10:46) 
    Cioè Henry a due anni sa contare fino a 10, io non sapevo ancora di essere al mondo.

    Non è che sappia davvero contare: Elizabeth gli ha insegnato i nomi dei numeri fino a dieci a mo' di filastrocca, lo dice lei stessa (e probabilmente gli ha ripetuto spesso che le sue conchiglie sono quattro! ;) ) Poco dopo i due anni, i bambini iniziano a sviluppare certe facoltà logiche, anche se una vera e propria abilità di conteggio può esserci solo più avanti... quindi non è così strano che Henry ripeta i nomi di certi numeri.

    CITAZIONE (-Laura- @ 26/8/2023, 10:46) 
    Sì sì, giusto Bill, è tutto suo padre, ma è un Turner come lo sei anche te, quindi ha anche un po’ del tuo sangue e anche se Will ti sembra assimigli più alla mamma, devo dissentire che non conta poi così tanto, dato che non sappiamo nemmeno come si chiama…
    Io Bill qua lo vedo piuttosto tormenta e molto, ma molto triste. Secondo me è comprensibile, dopo quello che ha passato con Jones e con il figlio, ha bisogno un po’ di allegria. Inoltre lo trovo molto un personaggio solitario, credo abbia bisogno di stare con la sua famiglia e con il nipote, i bambini donano gioia e allegria no?

    Nel primo film Will dice espressamente che la madre l'ha tirato su da sola; sappiamo poi che ha lasciato l’Inghilterra da ragazzino, dopo la sua morte, e che Bill non è stato granché presente come padre, quindi è implicito che il principale punto di riferimento per lui sia stata la madre, se non altro durante l'infanzia. Questo non è un dettaglio così trascurabile, anche se non conosciamo il personaggio di lei. I primi anni di vita sono fondamentali per l'essere umano e il suo futuro sviluppo - e Will doveva averne almeno dieci quando è morta sua mamma, se non qualcuno in più. Secondo me molti valori glieli ha trasmessi lei, mentre magari col padre c'è più che altro una somiglianza fisica :)

    Bill si tormenta perché non vuole che il figlio soffra e perché è un tipo solitario, come noti giustamente tu. Non sappiamo ancora quando e come troverà la sua pace, ma speriamo possa succedere.

    CITAZIONE (-Laura- @ 26/8/2023, 10:46) 
    “Senza indugi, Will sostenne il corpo del bambino; Henry si appoggiò a lui con naturalezza, un palmo premuto sul suo sterno e l’altro braccio intorno al suo collo.”
    Ma che bella questa scena! Urlo di gioia! :lol: Un quadretto perfetto! Riesco a percepire l’amore e l’emozione di Elizabeth.

    È una delle mie parti preferite... Ho amato molto scriverla wub

    CITAZIONE (-Laura- @ 26/8/2023, 10:46) 
    Povero Henry, di nuovo in lacrime. Elizabeth è troppo severa con lui, troppo troppo. Vizialo tanto sarà il tuo unico figlio, cara mia.

    Premetto che probabilmente avrei reagito come Will, quando dice che Henry ha solo due anni e può tenere la bandana... non credo che viziare i figli sia una buona idea. L'atteggiamento di Elizabeth può forse essere un po' eccessivo in questo caso specifico, ma a mio parere il suo discorso è giusto in linea di principio. I figli non vanno assecondati in tutto e per tutto, ma educati. Fra l'altro, è specificato che Henry piange in maniera molto teatrale (tutto l'equipaggio si gira a guardarlo), quindi il suo potrebbe anche essere un tentativo di attirare l'attenzione con le sue lacrime, per poi ottenere a tutti i costi ciò che considera il suo nuovo giocattolo (la bandana), che in quel momento è il suo pensiero principale. È solo dopo, quando Will si accinge ad andarsene, che Henry realizza la separazione imminente, tanto che il suo sgomento per la partenza del padre si esprime in maniera meno appariscente (niente singhiozzi e ululati), ma in fondo più sentito:
    CITAZIONE
    Will [...] Si raddrizzò, un velo di malinconia che gli incupiva il viso. Accigliato, Henry allungò la mano verso di lui.

    «Pade…»



    «Mi dispiace, figliolo, ma per me si è fatto tardi. Devo tornare sulla mia nave. Non temere, la mamma si occuperà di te e presto vi scriverò altre lettere.»

    Elizabeth si alzò, col bambino in braccio che si divincolava.

    Scusa per la pignoleria, ma non volevo certo dare l'impressione che Elizabeth fosse una madre poco sensibile X) Non dubito che abbia commesso anche lei i suoi errori, come ogni genitore, ma in generale non penso che fosse troppo severa col figlio...

    CITAZIONE (-Laura- @ 26/8/2023, 10:46) 
    Brutto il momento dell’addio, più per Will, secondo me è quello che soffre più di tutti e tre… :cry:

    Immagino che Will senta il peso del suo ruolo di Capitano, purtroppo in contrapposizione a quello di padre. Se lui potesse, sappiamo che resterebbe con la moglie a prendersi cura del figlio...

    CITAZIONE (-Laura- @ 26/8/2023, 10:46) 
    Stupenda fan-fiction di anniversario! Bella emozionate! :D <3 3_3

    Ti ringrazio! Ormai le mie storie sui Pirati le avrai lette tutte cupidarrow Mi piacerebbe scriverne ancora, ma non garantisco! Le idee ci sono, bisogna vedere se riesco a svilupparle.
     
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    Ho letto il primo capitolo e ho apprezzato l'idea di dedicare dello spazio a questi 10 anni che vengono praticamente lasciati vuoti dai film. Il fatto che i pirati riescano ad avere un peso diverso (tanto da costringere gli inglesi a scendere a patti con Elizabeth) è stata una grande svolta e lei ha saputo ben usare l'opportunità. Leggerò quanto prima la seconda parte e con piacere :b:
     
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    CITAZIONE (Nancy Cuomo @ 3/10/2023, 23:53) 
    Ho letto il primo capitolo e ho apprezzato l'idea di dedicare dello spazio a questi 10 anni che vengono praticamente lasciati vuoti dai film. Il fatto che i pirati riescano ad avere un peso diverso (tanto da costringere gli inglesi a scendere a patti con Elizabeth) è stata una grande svolta e lei ha saputo ben usare l'opportunità. Leggerò quanto prima la seconda parte e con piacere :b:

    Grazie mille, Nancy! Sì, quei dieci anni sono un'occasione d'oro per inventare fanfiction :woot:
    Per quanto mi riguarda sono convinta che Elizabeth sia riuscita a mantenere il ruolo di Re dei Pirati, ricavandosi uno spazio tutto suo a cavallo fra pirateria e legalità. Spero che ti piacerà anche la seconda parte della storia, a presto!
     
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    Elizabeth Swann Eccomi qui di ritorno su questi lidi pirateschi!
    Il tuo stile è sempre curatissimo e la narrazione è molto scorrevole, ti faccio i miei complimenti.
    Interessante come hai voluto affrontare questi primi dieci anni di separazione tra Will ed Elizabeth, oltre alle lettere, facendoli incontrare prima del tempo, rendendo Calipso una dea dalla volontà ferrea, ma anche a tratti compassionevole. Anche l'idea di Elizabeth che torna per mare, dimostrandosi all'altezza del titolo di Re(gina) della Fratellanza (non che ci fossero dubbi), ferma e risoluta, consapevole della sua posizione e di quella del marito, ma anche con, credo, l'arricchimento che porta con sé il diventare madre l'ho apprezzata.
    Ho gradito la fugace apparizione di Teague, Jack e Gibbs.
    A essere sincera, però, mi sono totalmente sciolta nella seconda parte del tuo racconto: sei riuscita a scrivere di un incontro così delicato in maniera realistica, senza eccedere in dolcezza e tenerezza risultando magari smielata. Un incontro da famiglia riunita che mi ha emozionato moltissimo. Henry è il centro di tutto e, in fondo, è giusto che sia così, pur rubando la scena a marito e moglie. :D
    Il piccolo risulta davvero credibile come bambino di due anni, adorabile e la perfetta sintesi del carattere di entrambi, inoltre, trovo molto bella e azzeccata l'origine della scelta del nome. Ho apprezzato anche la breve incursione di Bill, che hai già tratteggiato perfettamente in altre tue storie. Che dire, è sempre un piacere leggerti!
     
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    Carissima Magic_Charly , la tua dedizione alle mie fanfiction sui Pirati non smette di stupirmi!
    Pensavo che, a lungo andare, ti saresti un po’ stancata, dato che tendo a essere un tantino ripetitiva nella scelta dei temi da affrontare e dei personaggi della saga su cui concentrarmi. *^^* Sono felice di vedere che, invece, continui a lasciarmi commenti entusiasti!

    CITAZIONE (Magic_Charly @ 22/4/2024, 18:39) 
    Il tuo stile è sempre curatissimo e la narrazione è molto scorrevole, ti faccio i miei complimenti.
    Interessante come hai voluto affrontare questi primi dieci anni di separazione tra Will ed Elizabeth, oltre alle lettere, facendoli incontrare prima del tempo, rendendo Calipso una dea dalla volontà ferrea, ma anche a tratti compassionevole. Anche l'idea di Elizabeth che torna per mare, dimostrandosi all'altezza del titolo di Re(gina) della Fratellanza (non che ci fossero dubbi), ferma e risoluta, consapevole della sua posizione e di quella del marito, ma anche con, credo, l'arricchimento che porta con sé il diventare madre l'ho apprezzata.

    Grazie! cupidarrow
    Mi sono affezionata al personaggio di Calipso, malgrado la sua ambiguità. Mi affascina troppo la sua natura incostante e imprevedibile… Anche se tendenzialmente direi che è il tipo di donna (anzi, dea :lol: ) che non dà niente per niente, non riesco a vederla come un essere completamente incapace di misericordia. Ecco dunque che le ho affidato un ruolo abbastanza positivo in quest’occasione.
    Riguardo a Elizabeth, hai inquadrato perfettamente il modo in cui desidero rappresentarla in questa fase della sua vita. thumbsup
    Grazie anche per i complimenti sullo stile di scrittura, sono sempre graditi! <3

    CITAZIONE (Magic_Charly @ 22/4/2024, 18:39) 
    Ho gradito la fugace apparizione di Teague, Jack e Gibbs.

    Teague mi piace un sacco, lo trovo una figura intrigante e carismatica. Jack… be’, è Jack, lo sappiamo! :lol: Mi spiace non riuscire a dargli più spazio nelle mie storie, ma faccio quello che posso in base alle idee che mi vengono in mente e agli obiettivi su cui desidero focalizzarmi. Gibbs, infine, è quel tipo di personaggio che dà un senso di sicurezza, vista la sua integrità e fedeltà agli amici.

    CITAZIONE (Magic_Charly @ 22/4/2024, 18:39) 
    A essere sincera, però, mi sono totalmente sciolta nella seconda parte del tuo racconto: sei riuscita a scrivere di un incontro così delicato in maniera realistica, senza eccedere in dolcezza e tenerezza risultando magari smielata. Un incontro da famiglia riunita che mi ha emozionato moltissimo. Henry è il centro di tutto e, in fondo, è giusto che sia così, pur rubando la scena a marito e moglie. :D
    Il piccolo risulta davvero credibile come bambino di due anni, adorabile e la perfetta sintesi del carattere di entrambi, inoltre, trovo molto bella e azzeccata l'origine della scelta del nome. Ho apprezzato anche la breve incursione di Bill, che hai già tratteggiato perfettamente in altre tue storie. Che dire, è sempre un piacere leggerti!

    Wow, sono davvero lusingata!
    Sì, Henry è la piccola star di questo racconto e direi che merita tutto lo spazio. wub Del resto, Lizzy e Will avranno un’altra occasione di “rifarsi”, prima o poi… se la mia testa collabora! X)
    Lieta che ti sia piaciuto Bill. Penso sia stato carino metterlo in scena come nonno, malgrado la sua riservatezza e tendenza a rimanere nell’angolo! ^_^
     
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